Il Dipinto del Destino (Episodio 21)
I tre ragazzi si avvicinarono al dipinto. Era una tela cangiante, i tre volti sembravano muoversi, come se fossero vivi, ed anche il paesaggio dietro ad essi mutava come uno scorrere veloce del tempo.
Lorene sfiorò con il dito il profilo del viso che assomigliava così tanto a lei nelle vesti di RosaNera, era strano come se fosse tridimensionale, sentiva la pelle liscia della sua guancia, il calore del volto e di scatto si ritrasse portando la sua mano al suo volto. Le stesse sensazioni le stava percependo sulla sua pelle.
<<Pazzesco!>> esclamò e allungò la mano verso la maschera nera e come se, se lo aspettasse riuscì a toglierla a quel volto e a ritrovarsela tra le mani.
<<Non c'è dubbio!!! Quella sei proprio tu Lorene!>> dissero all'unisono i gemelli.
Era proprio lei, gli occhi neri e profondi, le lunghe ciglia e i capelli disordinati ed arruffati. Era lei senza ombra di dubbio. Rideva e ammiccava proprio come lei.
<<Avete ragione. Ma cosa significa tutto questo>> ripose la maschera sugli occhi del quadro, ed il volto rispose con quel ghigno sarcastico che così tante volte aveva sfoderato durante le sue scorribande.
Andrea scrutò gli altri due visi <<Sono due donne, ed anche molto belle>>
Marco sorrise <<Ti assomigliano, Lorene. Forse tua madre?>>
<<Mia madre? La regina Annika.>> disse sopra pensiero e allungò la mano cercando il calore di una madre che non aveva mai conosciuto, e appena sfiorò il volto di quella donna solare, sentì una carezza sul suo volto. <<Si credo sia proprio mia madre.>>.
<<Ovvio, che è sua madre! Era una donna bellissima, ma non mi pare che tu abbia preso da lei...>> la punzecchiò Andrea ridendo.
La ragazza lo fulminò avvicinandosi minacciosa << Eh dai, scherzavo sei molto carina anche così, con i capelli tutti arruffati e vestita da maschiaccio>> Andrea alzò le mani di resa.
<<Però Andrea non ha tutti i torti, non puoi essere tu ...>> un sonoro schiaffò rimbombò in tutta la sala <<ma che ho fatto?>>
<<Non hai fatto niente!!! Ecco cosa hai fatto!!!>> sbottò infuriata Lorene e girò sui tacchi risedendosi sul lato opposto della sala.
<<Permalosa la tua ragazza. Fratello.>>
<<Smettila Andrea!>> Marco zittì il gemello e guardò con più attenzione il quadro <<L'ultimo volto porta una corona. Lorene, non puoi essere tu. E' davvero belliss... cioè non sembra vera, forse è una strega/fata. Mi piacerebbe davvero incontrare una donna così.>> concluse le sue deduzioni completamente rapito dal quel viso, rimanendo imbambolato davanti alla tela.
<<Ahi!!! Lorene! Ma perché mi stai pizzicando! Mi fai male!>>
Andrea sogghignava divertito mentre la ragazza stizzita e voltando le spalle tenendo le braccia conserte e l'espressione offesa, esclamò <<Perché ti sei imbambolato davanti ad una cosa che non esiste!>>.
Marco le si avvicinò con delicatezza le appoggiò le mani sulle spalle, avvicinò il suo viso al collo permettendogli di sussurrare <<Sei tu, solo tu l'unica per me.>> Lorene accarezzò le mani di lui, ma non permise ai suoi sentimenti di sopraffarla e un istante dopo gli diede una gomitata allontanandolo da lei.
<<Tra noi, non ci sarà più niente! Mai più!>> urlò, si morse il labbro cercando di scacciare tutti i ricordi di loro, le passeggiate lungo il fiume, le risate a tavola con Mami, l'amore sotto il suo albero; tutto voleva dimenticare, cercando di sostituire l'amore che sentiva con un dolore cocente.
<<Perché?>> Marco era confuso <<Io ti amo. Non mi interessa chi sei per gli altri. Io amo tutto di te.>>
<<NO!>> urlò di nuovo Lorene <<Tu non mi ami! Ci sono solo state menzogne! Solo falsità! Chi credi di amare? Lorene? RosaNera? La futura regina di Eridanium?>> si scaraventò contro il ragazzo attonito, cercando di sferragli un pugno. Andrea le bloccò prontamente il braccio vedendo che il fratello non reagiva. <<Ehi, che ti prende ragazzina?>> Lorene si ritrasse accasciandosi, sentiva la rabbia salire, sentiva tutta la sua insicurezza e doveva scaraventarla contro qualcosa contro qualcuno, alzò lo sguardo verso Marco, senza dire una parola <<Come puoi amarmi! Non so neanche io chi sono! Non sono più Lorene. Non voglio più essere RosaNera, e non voglio essere una regina. Voglio solo scappare via da tutto e da tutti>> abbassò gli occhi<<Perdonami Marco, ma io non ti amo>>
<<Ci crederò solo quando me lo dirai guardandomi dritto negli occhi!!!>>
Lorene si alzò, si eresse dritta, e gli si avvicinò sfoderando una sicurezza che non aveva, posò gli occhi sui suoi e ci si perse per infiniti secondi. Le iridi ambrate e il verde smeraldo dell'occhio sinistro la osservavano sfidandola. Prese tutto il coraggio che aveva in corpo, reprimendo la voglia di baciarlo, la voglia di abbandonarsi fra le sue braccia, reprimendo tutto l'amore che provava, reprimendo tutto l'amore incondizionato che le veniva offerto, e si decise a ripetergli le parole dette ad occhi bassi. Chiuse gli occhi e le pensò <<Io non ti amo>> quasi a convincere, se stessa che quella affermazione fosse vera e poi strinse i pugni facendosi male con le unghie e aprì gli occhi e si sentì dire solo <<Io>> non riuscendo a concludere la frase perché le sue labbra furono chiuse dalle labbra di Marco che prendendole il volto con le mani la avvicinò a lui. La ragazza non reagì, rimase dapprima inerme con i pugni ancora serrati e poi il corpo si arrese, e con esso la sua mente completamente persa nell'emozione e nella sensazione che quel bacio le stava dando.
Neanche il fischio di Andrea riuscì a scuoterli, ma l'inflessione di una voce melodiosa e leggera li ridestò <<Vedo che la sala dei marmi è di vostro gusto>> dal nulla avanzava lentamente una donna, sembrava quasi volare e la sua figura sembrava cambiare ad ogni passo, a volte le sue sembianze erano di una signora anziana, altre volte il suo aspetto era di una giovane donna eterea.
Lorene e Marco si voltarono verso la voce, stupiti non capivano chi fosse, Andrea dietro di loro l'aveva vista apparire come se fosse uscita dal quadro. Marco fu il primo ad intervenire <<Sua Grazia, chi è lei?>> Andrea avvicinandosi ai suoi amici diede una gomitata a Marco e gli disse a bassa voce <<Ma non vedi che è Syrian?>>
<<Oh, non mi faccia ridere Marco, davvero non mi riconosci?? E tu Lorene?? Eppure, avete passato tanto tempo in mia compagnia. La luce della sala dei marmi vi ha per caso resi ciechi? Oppure il sonno della guarigione vi ha privato della memoria?>>
<<Mami!>> esclamò Lorene <<Ma non sembri tu, cioè lo sembri ma non lo sembri ...>>
<<Syrian! Vorrai dire Lorene.>> Intervenne Andrea, il quale aveva passato tanto tempo con la strega della foresta e ne conosceva tutte le sue sembianze.
<<Mami? Syriam?>> infine disse un sbalordito e confuso Marco.
<<Si, Lorene sono Mami e si, Andrea sono Syriam, o la strega della foresta come molti amano chiamarmi; ma a dopo le spiegazioni, purtroppo Louis il mago amaro, non è stato ancora sconfitto e il suo potere è ancora molto forte, dovete nascondervi e imparare.>> l'aspetto si era assettato sulla giovane donna eterea.
Lorene non riusciva a capacitarsi che quella fosse la sua Mami, la donna che da sempre aveva considerato come la sua unica e vera madre, invece era la strega di Syriam.
<<Troverete riparo al villaggio di Menhir, lì sarete al sicuro. Attraverseremo la foresta anche se non viene percossa da anni, i vecchi sentieri di caccia lasciati da tuo padre sono ancora ben tracciati, li seguiremo e ci porteranno al villaggio.>>
<<Ma la foresta è stregata.>>
<<Certo! Ovviamente è stregata! E' stregata da me>> disse Mami sorridendo. <<Ed ora non c'è più tempo da perdere! Andiamo! Il tempo è poco e voi tre dovete prepararvi>>.
I tre volti del quadro ammiccarono divertiti prima che la strega Syrian lo fece svanire, e al suo posto comparve una soglia arcata, aldilà della soglia sembrava piovesse e la luce della sala passando per le gocce d'acqua si trasformava in mille arcobaleni.
I tre ragazzi erano a bocca aperta e solo dopo l'ennesimo incitamento della donna si decisero a varcare quella strana porta di pioggia. Uscirono dalla sala dei marmi e si ritrovarono all'inizio di un sentiero che portava alla foresta, e della pioggia neanche l'ombra.
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