Wendell e Monica Wilkins
30 Giugno 1997
Mancava poco più di un mese al compleanno di Harry, giorno in cui la traccia del ministero sarebbe sparita definitivamente e si sarebbero trasferiti tutti alla tana. Il giorno dopo si sarebbe celebrato il matrimonio di Bill e Fleur.
Da lì in poi avrebbero atteso il momento giusto per fuggire ed iniziare la caccia agli horcrux.
Adesso però doveva concentrarsi su i suoi genitori. Doveva proteggerli. Era chiaro che i mangiamorte li avrebbero cercarti. Più rimandava, più erano in pericolo.
Il resto dell'ordine non era al corrente dei suoi piani. Credevano che avrebbe trascorso lì le prossime quattro settimane, ma non ne aveva alcuna intenzione.
Arrivò sull'uscio. I suoi l'aspettavano, sapevano che sarebbe tornata.
Suonò il campanello. Udì dei passi correre velocemente verso la porta.
La accolse suo padre. "Hermione". La abbracciò forte "ci sei mancata tanto".
Sua madre li raggiunse dalla cucina, pulendosi le mani sul grembiule prima di unirsi all'abbraccio.
"Ben tornata bambina mia".
Quando l'abbraccio fu sciolto sua madre la prese per mano e la trascinò con sé in cucina.
"Vieni tesoro" le disse. "Stavo preparando la pizza, la tua preferita".
Era un rituale. Ogni volta che tornava da Hogwarts sua madre la accoglieva cucinandole uno dei suoi piatti preferiti. Prima che ricevesse la sua lettera per Hogwarts cucinare con sua madre era uno dei suoi passatempi preferiti.
Trascorrevano lunghe giornate in cucina le domeniche, o durante le vacanze invernali.
Avrebbe cucinato e cenato con i suoi quel giorno, prima di fare ciò che andava fatto.
Voleva ricordarli così: felici, persi in una delle loro tradizioni, divertiti. Lo stesso pensiero riecheggiava nella sua testa da giorni, ora più forte che mai: sarebbe stata l'ultima occasione per cenare con i suoi genitori.
***
"Respira, Draco" le fredde mani di sua madre stringevano il suo volto. "Trova la concentrazione, e poi ascoltami".
Il giovane aprì lentamente gli occhi.
"Useranno i suoi genitori per arrivare a lei" disse guardando sua madre. Non era una domanda. Ne era certo.
"Probabilmente l'ordine avrà già ideato un piano per proteggerli. Lei lo avrà anticipato" Narcissa non riuscì a trattenere un accenno di sorriso, che le invase gli angoli della bocca. Ricordò come il giorno dell'attacco ad Hogwarts la ragazza fosse stata l'unica a riconoscerla in forma di animagus "è veramente la strega più brillante della sua età, dopotutto".
"Non ne sono sicuro, l'ordine pensa solo a proteggere Potter" continuò il giovane, sempre più agitato. "Questa notte andrò da loro, gli spiegherò la situazione, gli offrirò un nascondiglio"
"Si? E come farai?" lo incalzò sua madre. "E dove vorresti portarli?"
Il ragazzo sembrò rifletterci per qualche secondo. "La residenza della tua famiglia, in Grecia" parlava con tono deciso e sicuro di sé.
"È disabitata e nessuno vi fa visita da anni".
Narcissa sembrò acconsentire alla sua idea. Si diresse verso la finestra, aprendola.
"Dove stai andando?" chiese Draco.
"Da Severus. Andrete insieme a prendere i Granger" dopodiché, senza aggiungere altro, si trasformò in una piccola civetta dorata e volò fuori dalla finestra.
***
La cena era finita. Dopo aver guardato un film sul divano, il signore e la signora Granger si alzarono per lavare i piatti.
Il momento era arrivato.
Hermione voleva ricordarli così, felici e sorridenti dopo una serata in famiglia.
Alzò la bacchetta mentre i suoi genitori le davano le spalle.
"Oblivion" pronunciò in un sussurro.
Una luce bianca lasciò la sua bacchetta.
Affinché l'incantesimo riuscisse nel modo corretto non doveva limitarsi a rimuovere i ricordi che avevano di lei, avrebbe dovuto impiantarne di nuovi
Sarebbero diventati Wendell e Monica Wilkins. Non più dentisti sposati ma una neo-coppia senza figli in procinto di realizzare il proprio sogno: aprire una pizzeria in Australia.
Certa che l'incantesimo fosse riuscito prese qualche minuto per far sparire ogni oggetto presente nella sua stanza e per raccogliere tutto ciò che apparteneva ai suoi genitori in degli scatoloni che indicavano un imminente trasloco.
Quella sera stessa avrebbero preso la loro auto e si sarebbero recati in aeroporto, volando tutta la notte fino a raggiungere la loro meta sicura, il più lontano possibile da Londra.
Quando ebbe finito si allontanò silenziosamente senza farsi vedere. Aveva con sé abbastanza risparmi da trascorrere il resto dei giorni fino al compleanno di Harry spostandosi da un hotel babbano ad un altro, e abbastanza libri sugli horcrux da tenersi occupata, sperando di riuscire a capirne qualcosa di più.
***
Draco e Severus si materializzarono all'inizio del quartiere dove si trovava la casa che stavano cercando.
Erano quasi le undici.
Avvolti nell'oscurità e coperti dai loro mantelli proseguirono a piedi per il resto della strada.
Draco non potè fare a meno di guardarsi intorno incuriosito.
L'intero percorso era incorniciato da case di diversi colori e dimensioni, ognuna delle quali si affacciava su un prato su cui poggiavano strani oggetti babbani che non riusciva a riconoscere.
Attraverso le finestre riusciva a scorgere momenti di vita quoditiana degli abitanti del quartiere.
Vide un gruppo di persone sedute l'una accanto all'altra sul divano, a ridere di qualcosa che non riusciva a identificare. Vide un uomo e una donna scambiarsi un abbraccio mentre lavavano i piatti manualmente, sorridendo.
Queste persone sembravano felici.
Era così la vita senza magia?
All'improvviso Severus arrestò la sua camminata.
"Ci siamo" gli disse. Si tolse il mantello, invitando Draco a fare lo stesso.
Si avvicinarono ad una casa le cui luci erano spente. Iniziava a sentire un senso di ansia e preoccupazione crescere dentro di sé.
Avvertì un movimento alla sua destra e voltandosi vide un uomo intento a caricare diversi scatoloni su un'automobile.
Severus gli fece cenno di avvicinarsi. Facendo qualche passo avanti si accorse che l'uomo che aveva visto non era da solo ma in compagnia di una donna.
Quando fu abbastanza vicino da vederla in volto lei notò la sua presenza.
Cercò di ricordarsi ciò che avrebbe dovuto dire ma si ritrovò improvvisamente distratto dall'incredibile somiglianza della donna ad Hermione. Era certamente sua madre: il volto, il fisico esile e gli occhi marroni li aveva presi lei. L'unica differenza tra questa donna e sua figlia erano i capelli.
La folta e indomabile chioma della grifondoro non aveva nulla a che vedere con i nerissimi e liscissimi capelli di sua madre.
"Posso aiutarti?" chiese la donna gentilmente.
L'uomo, che sicuramente doveva essere suo marito, mollò la sua attività e la affiancò, fissando il giovane con aria sospettosa.
Vedendolo, Draco capì da chi Hermione aveva preso i suoi capelli ricci.
Si concentrò sul motivo della sua presenza lì. Si schiarì la gola. "Sono Draco Malfoy, sono..." esitò un istante ".. un amico di Hermione".
Non sapeva quale reazione aspettarsi, ma i signori Granger non reagirono affatto, rimanendo di silenzio e continuando a fissarlo.
"Sono venuto a cercarvi per mettervi al corrente di ciò che sta succendo a vostra figlia e per portarvi al sicuro, siete in grosso pericolo".
L'uomo lo guardò con aria perplessa, dopodiché spostò il suo sguardo su Severus.
"Che cos'è, uno scherzo? Ci sono delle telecamere?" si guardò intorno.
"Noi non abbiamo nessuna figlia".
Severus rispose con un'alzata di sopracciglio e una smorfia.
Dracò sentiva l'ansia ed il panico crescere nel suo stomaco.
La donna parlò di nuovo rivolgendosi a lui in tono gentile ed ignorando Severus.
"Avete sbagliato persone" gli sorrise, avvolgendo le mani intorno al braccio di suo marito. "Ma se vi sta succendo qualcosa di brutto rivolgetevi alla polizia".
Dopodiché inizio a dirigersi verso la portiera dell'automobile, salendovi su.
L'uomo entrò e mise in moto la macchina, ma proprio quando stavano per partire Dracò lo fermò, gettandovisi davanti.
"Un momento, signori Granger, lasciateci spiegare".
Severus lo afferrò per un braccio, tirandolo indietro.
L'uomo sporse la testa fuori dal finestrino.
"Avete sbagliato persone. Noi siamo i Wilkins, non esiste alcun Granger in questo quartiere".
Fece uscire la macchina dal parcheggio.
"E adesso se non vi dispiace dovremmo andare. Il nostro volo parte tra un'ora" concluse.
La macchina si allontanò lungo la via scomparendo nell'oscurità, lasciando i due maghi di fronte ad una casa vuota e ad un milione di domande.
All'interno dell'auto i coniugi riflettavano sulla strana conversazione.
"Sono più che sicuro che fossero due attori di quel programma di scherzì in tv" ribatté Wendell.
"Non lo so" rispose Monica con aria assorta e guardando fuori dal finestrino. "Il ragazzo sembrava realmente preoccupato".
"È un attore Monica, è il suo lavoro".
Sollevò una mano dal volante poggiandola sul ginocchio di sua moglie nel tentativo di rassicurarla.
"Draco Malfoy..." ripeté lei, lo sguardo fisso fuori dal finestrino "eppure credo di averlo già sentito".
Eccomi con un altro capitolo, vi chiedo scusa per la lunga attesa. Prossimo capitolo sabato 17:)
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