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Mothers Know

Molte volte sembra che il tempo si fermi: un attimo sembra durare una vita. Le luci appaiono sfocate ed immobili, i suoi arrivano ovattati alle orecchie, sembrano lontani, non ci riguardano.

Quest'attimo è la quiete prima della tempesta, sembra di trovarsi nell'occhio del ciclone, dove tutto è tranquillo, un secondo prima di esserne travolti.

Quello che spesso nessuno dice è che passato quest'attimo, il resto del tempo scorre a velocità raddoppiata.

Un fascio di luce lasciò la bacchetta di un furioso Harry Potter, colpendo Blaise in pieno petto. Il serpeverde cadde per terra, mentre un lago di sangue si estendeva lungo il pavimento. Alla vista di ciò che aveva provocato, il ragazzo che è sopravvissuto mollò la presa sulla propria bacchetta, restando inerme. Non conosceva gli effetti di quell'incantesimo, era stato avventato ad utilizzarlo.

Ginny si inginocchiò sul corpo di Zabini, il volto pieno di lacrime sulle quali non aveva il controllo, la sua uniforme che lentamente si inzuppava del sangue del moro.

L'unico che in quella situazione ebbe la lucidità di correre a chiamare aiuto fu Ron. Si allontanò immediatamente dalla biblioteca, correndo. Non sapeva bene chi stesse cercando, ma quando si ritrovò davanti il professor Piton sentì dentro di se di aver trovato la persona giusta.

***

Malfoy Manor.

I mangiamorte erano stati convocati presso il Manor della famiglia Malfoy con una certa urgenza dal signore oscuro, ma nessuno di loro era a conoscenza della ragione dietro tale convocazione. Tra i presenti, seduto di fronte ai coniugi Malfoy al lungo tavolo in mogano dell'ampio salone, vi era Severus Piton. Tra coloro che erano stati riuniti in quella sala vi erano anche Bellatrix Lestrange e Theodore Nott senior, da sempre fedeli servitori di Lord Voldemort.

Egli fece la sua comparsa all'improvviso, materializzandosi all'interno del Manor insieme a Nagini.

"Bene bene , che bello vedervi tutti insieme" disse, facendo saettare il proprio sguardo tra tutti i presenti. "Severus, è un immenso piacere vederti, immagino non sia stato facile lasciare Hogwarts, con Silente".

Piton non si lasciò scomporre da quella velata minaccia, dal tono sospettoso ed inquisitore di Lord Voldemort, rispose mantenendo la sua solita e totale compostezza.

"Se il mio signore chiama, io rispondo" disse, stringendo i denti, e incrociando il suo sguardo con quello dell'elegante donna seduta di fronte a lui. "D'altro canto Silente ha abbastanza fiducia in me da non controllare ogni mio spostamento" aggiunse, restituendo al Signore Oscuro lo stesso tono minaccioso che egli gli aveva rivolto precedentemente.

Lord Voldemort colse la palla al balzo per incalzare quell'argomento.
"Molto bene", camminava da un lato all'altro del tavolo, squadrando ognuno dei presenti, con la sua fedele Nagini al seguito.
Si fermò alle spalle dei coniugi Malfoy.

"Lucius.. " disse, mentre l'inquietante serpente strisciava tra le sue gambe, risalendo lungo la sedia e facendolo sobbalzare.
"Credi che il tuo giovane erede si stia dando da fare?"

L'uomo deglutì, mentre la moglie seduta al suo fianco serrava i pugni, ferendosi il palmo con le unghie per trattenere le lacrime. Odiava suo marito più di quanto odiasse Voldemort.
"Mio Signore.. Sono certo che Draco stia facendo del suo meglio" disse, seppur con una certa esitazione.
In effetti era passato parecchio tempo, e di Draco non avevano avuto notizie.

"Spero che il suo meglio non sia uguale al tuo" rispose, freddo. Poi rivolse il suo sguardo alla donna, avvicinandosi a lei tanto da farle sentire il suo freddo respiro sul collo.
"Narcissa, mia cara, hai ricevuto un gufo da Draco recentemente?"

"No mio signore" rispose la donna, con la sua solita freddezza.

"Tu cosa ne pensi, Severus? Il nostro Draco sta facendo progressi?" chiese il Signore Oscuro al professore seduto di fronte ai due.
La situazione era grave, Severus lo aveva immaginato, ma adesso scopriva che era peggio di quanto pensasse. Voldemort iniziava a sospettare di Draco.
Doveva mentire, doveva dirgli qualcosa. Non avrebbe lasciato andare tanto facilmente.

"Si" affermò deciso, attirando su di sé gli occhi sofferenti di Narcissa e quelli increduli di Lucius.
"Lui ha trovato la stanza delle necessità, è molto vicino a trovare l'armadio e a ripararlo".

La sua affermazione sembrò cogliere Voldemort di sorpresa, e capì di aver risposto nel modo migliore. Gli sarebbe bastato, per un po'.

"Bene! Molto bene" affermò entusiasta il Signore Oscuro. "Presto andremo da Magie sinister per fare le prime prove allora. Ci aggiorneremo presto, ora potete andare" disse poi, smaterializzandosi.

Lucius si alzò dal tavolo per dirigersi nel suo studio, dove trascorreva la maggior parte delle sue giornate, mentre uno dopo l'altro il resto dei presenti si smaterializzava.

Narcissa fissava Piton, chiedendogli con lo sguardo di aspettare.
Non appena furono da soli si recò con lui in una stanza abbastanza distante dal salone, dove era certa che Lucius non l'avrebbe mai cercata.
Chiuse la porta e insonorizzò l'ambiente con un incantesimo, dopodiché parlo con la voce rotta da un pianto che si sforzava di trattenere.

"È vero? Lui... L'ha trovata?" chiese, ansiosa, preoccupata.

"In un certo senso" rispose Piton, pensando alle parole migliori per spiegare cosa stesse in realtà succedendo. Ovviamente aveva tenuto sotto controllo Draco, sapeva che aveva trovato la stanza delle necessità, sapeva che ci passava intere giornate, con lei. Sapeva che alla ricerca dell'armadio aveva smesso di pensare, inconsciamente, da quando lei era entrata nella sua vita. Ma non lo aveva fermato: voleva che fosse felice.

"Che cosa significa?" chiese la donna nervosa.

"Tuo figlio ha trovato la stanza, ma tu sai come funziona Narcissa:

Se lo sai, devi solo chiedere. Se devi chiedere, non lo saprai mai.

Lui non stava cercando l'armadio, quando l'ha trovata, e non era da solo".

La donna cambiò espressione, confusa. "Come non era da solo? Cosa sta succedendo Severus?"

"Niente di grave Narcissa". Prese un profondo respiro. Non c'era un modo semplice, o carino, per dirlo. Lo avrebbe detto e basta. Quella donna aveva decisamente ricevuto notizie peggiori, sapere che suo figlio aveva una relazione clandestina con una mezzosangue non avrebbe potuto turbarla ulteriormente.
"Draco ha una relazione"

La donna strabuzzò gli occhi, ma allo stesso tempo si sentì più rilassata. Scaricò la tensione che stava provando, pensando di ricevere chissà quale brutta notizia, rilassando i muscoli e assumendo una posa meno composta.

Piton continuò: "questo lo ha condotto alla stanza, e gli ha fatto perdere di vista il compito impostogli dall'oscuro signore".

Narcissa si sedette su di una poltrona, rilassandosi e fissando il vuoto per qualche secondo, poi sorrise.
"È felice?" chiese.
Piton la guardò incredulo, non si aspettava quella domanda.

"Severus, mio figlio, è felice?" chiese,di nuovo, richiamandolo alla realtà.

"Così sembra" rispose lui.

La donna sorrise di nuovo.
" è Hermione Granger?" chiese al professore.

Piton fu preso totalmente di sorpresa, come faceva a saperlo? E perché era così tranquilla?
Si sedette sulla poltrona di fronte a Narcissa. La donna, vedendo la sua espressione incredula parlò nuovamente.

"Non vedo per quale altro motivo mio figlio avrebbe dovuto nascondere questa relazione" si spiegò. "E lei, beh..." trattene una piccola risata
"sai, Severus... È dal primo anno che Draco non fa altro che nominarla, in un modo o nell'altro. Una madre capisce queste cose"

Piton si avvicinò a lei, le afferrò una mano. "Non sei arrabbiata, Narcissa?"

"No" rispose lei, ricambiando la sua stretta. "Tutta questa storia del sangue riguarda mio marito, non me, e se ciò che ho sentito dire su di lei è vero, Draco non avrebbe potuto trovare una persona migliore da avere al suo fianco"

Piton sospirò. "Si, è vero..
Ascoltami Narcissa, ho un piano, o meglio Silente lo ha, ma non posso dirti i dettagli, non è sicuro. Per adesso dobbiamo dare al Signore Oscuro delle prove del lavoro di Draco, altrimenti si insospettirà e si accanirà contro di lui.
Draco deve trovare l'armadio"

Gli occhi della donna divennero di nuovo lucidi. "Mi fido di te, Severus" disse con la voce rotta.

L'uomo si alzò, con il cuore che batteva a velocità accelerata per quelle parole.
-la storia non si ripeterà- pensava tra sé e sé.
Draco era un ragazzo migliore di quanto lui non fosse stato alla sua età: aveva messo da parte i suoi pregiudizi in tempo, cosa che a lui non era riuscita.
"A presto, Narcissa" disse, smaterializzandosi ad Hogwarts.

Non appena fu nel suo studio si avventò per i corridoi, consapevole che non ci fosse tempo da perdere: doveva avvertire Mafloy e al più presto. Non poteva più rimandare.

Fu allora che un ansimante Weasley gli si piazzò davanti, biascicando parole confuse.
Lo seguì correndo.
Si ritrovò davanti ad uno scenario agghiacciante: un lago di sangue, il corpo di Blaise Zabini disteso per terra, con una piccola sagoma dai capelli rossi accasciata su di lui in lacrime.
Non aveva dubbi su quale incantesimo aveva provocato tutto ciò. Al responsabile, ancora inerme e immobile ad osservare la scena, avrebbe pensato dopo.
Si inginocchiò sul corpo disteso accanto alla rossa.
"Vai" le disse, iniziando a recitare il contro-incantesimo, mentre ulteriori aiuti iniziavano ad arrivare dall'infermeria.

Ginny si alzò, con il volto ancora pieno di lacrime, le gambe tremanti.
Harry provò ad afferrarla, ad abbracciarla, ma lei lo spinse via.

"Ginny, io... Non conoscevo gli effetti dell'incantesimo.. Credevo che lui ti stesse facendo del male" disse, confuso, afflitto dal senso di colpa.

"Non toccarmi" rispose la rossa, allontanandosi. Harry provò ad insegurla, ma Ron lo trattenne.

***

"Restiamo qui, tutta la notte.." disse Draco, mentre Hermione raccoglieva le proprie cose. Era ormai sera, quasi ora di cena.

"Lo sai che non possiamo, e poi io sono un prefetto, non posso saltare la ronda serale dopo il coprifuoco" rispose orgogliosamente lei.
Lui la afferrò, mentre si dirigeva verso la porta, stampandole un'ultimo bacio sulle labbra.

Lei ricambiò dolcemente il bacio.
"Aspetta mezz'ora prima di uscire, ok?" gli disse.

"Agli ordini, prefetto" fu la sua risposta, mentre la guardava andare via.

Hermione si diresse verso la sala grande. Arrivando si rese conto che doveva esser successo qualcosa: gli studenti bisbigliavano, rivolgendosi verso il tavolo grifondoro, il quale era insolitamente vuoto. Dove erano tutti i suoi amici?

"Granger"
Si voltò per vedere chi l'avesse chiamata. Theo Nott le si affiancò, trascinandola fuori dalla sala grande.

"Dov'è Draco?" chiese.
Hermione restò stupita e perplessa, non si aspettava che lui sapesse di loro.
"Sappiamo tutto, Granger" disse lui, chiarendo i suoi dubbi.
"Devo trovare Draco, so che sai dove si trova".

"È successo qualcosa?" domandò lei, curiosa e preoccupata, mentre camminava insieme al serpeverde verso la stanza delle necessità.

"Chiedilo al tuo amico Potter" disse lui freddamente.

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