Gringotts
"Non posso credere che andrai in missione con Potter e mia madre" borbottò Draco all'orecchio della grifona mentre era intenta ad aggiungere il capello di Bellatrix alla pozione polisucco.
"È la cosa migliore da fare". Gli occhi marroni della ragazza erano focalizzati sulla pozione, che assunse un colore scuro e una consistenza viscida. Fece una smorfia, poi si rivolse nuovamente al ragazzo.
"Entriamo, prendiamo l'horcrux e usciamo, abbiamo affrontato cose più difficili".
Chiamatelo cattivo presentimento, sesto senso o semplicemente intuizione, ma il giovane serpeverde non era affatto convinto di quel piano.
I due ragazzi percorsero il corridoio che dalle loro camere portava alle scale e dopodichè al piano di sotto.
Raggiunsero gli altri, raccolti ad aspettarli fuori oltre la linea che segnava il confine per la smaterializzazione.
Tra di loro vi era anche Ron, il quale per la prima volta in vita sua condivideva qualcosa in comune con Draco, oltre l'interesse per Hermione: il risentimento per essere stato escluso dalla missione.
L' intero ordine aveva votato contro la loro richiesta di partecipare.
Avrebbe avuto più senso se fossero andate meno persone possibile.
Harry si sarebbe nascosto sotto il mantello dell'invisibilità, la sua presenza sarebbe stata indispensabile. Avevano bisogno della sua capacità di percepire la presenza degli horcrux.
Hermione avrebbe assunto le sembianze di Bellatrix e Narcissa l'avrebbe accompagnata, per poi entrare nella camera blindata da sola: era più che certa che fosse stata posta qualche maledizione a difesa del contenuto della camera, qualcosa che andava ben oltre la magia dei folletti della gringotts. Solamente ad un membro della famiglia Black sarebbe stato consentito di accedere illeso ai cimeli della camera.
Si trattava di un tipo di incantesimo che diverse famiglie di purosangue utilizzavano in passato per proteggere le ricchezze di famiglia.
Draco rimase a guardare mentre Hermione, con una smorfia di profondo disgusto, mandava giù la pozione. Stette ad osservare mentre i suoi lineamenti si deformavano, perdendo le forme dolci e rotonde del suo viso e assumendo quelle acute e spigolose del volto di sua zia.
Quando la trasformazione fu completa afferrò il polso di Harry, proteso sotto al mantello, e, leggermente a disagio, poggiò dolcemente la mano contro quella di Narcissa. In una frazione di secondo i tre svanirono, materializzandosi in un vicolo buio di Diagon Alley.
La loro brusca apparizione attirò l'attenzione di alcuni dei presenti, che si voltarono nella loro direzione.
"Salve" disse Hermione, o meglio Bellatrix, con fare pretenzioso.
Il gesto le fece solo guadagnare sguardi scettici dai presenti e un rimprovero non verbale da parte di Narcissa.
Improvvisamente si sentì terribilmente nervosa, più di quanto non fosse già per la missione.
Arrivarono all'entrata principale della gringotts. Diverse teste si voltarono nella loro direzione, mentre il suo battito cardiaco accellerava sempre di più.
Cercò di concentrarsi, facendo una serie di respiri profondi, sforzandosi di mantenere la postura e l'atteggiamento che avrebbe avuto Bellatrix.
Arrivarono in fondo, al bancone principale.
Il folletto rivolse loro uno sguardo torvo e dubbioso quando richiesero l'accesso alla camera blindata.
Narcissa pizzicò il braccio di Hermione, indicandole la bacchetta.
Hermione/Bellatrix si schiarì la gola. "Io e mia sorella vorremmo accedere alla camera blindata".
La stretta di Narcissa sul suo braccio si fece tanto stretta da fare male.
La ragazza si rese conto del suo errore. La vera Bellatrix non avrebbe mai parlato in quel modo.
Mostrarono al folletto la bacchetta rubata alla strega il giorno della loro fuga.
Lui sembrò ispezionarla per qualche momento.
"Devo comunque vedere un documento identificativo" continuò.
Hermione prese un profondo respiro e cercò di agire nell'identico modo in cui Bellatrix avrebbe fatto.
"Io credo proprio di no" rispose con fare altezzoso e seccato. "Cissy, mi sto innervosendo ad aspettare".
Le sue parole sembrarono convincenti. Il folletto afferrò un mazzo di chiavi e lasciò la sua postazione, intento ad accompagnarle.
"Grazie" gli disse Narcissa, porgendo le proprie mani per afferrarle. "Andremo da sole".
"Purtroppo non credo sia possibile" borbottò la piccola creatura, mentre conduceva i tre verso la via d'accesso alle camere blindate.
Si avviarono così attraverso le tortuose e buie gallerie dei sotterranei della gringotts. A differenza dei suoi due compagni, Hermione non era mai stata lì. Non si sarebbe mai immaginata che la più sicura e rinomata banca dei maghi somigliasse tanto ad una miniera babbana.
Percorsero per diversi minuti le umide e tortuose gallerie, fino ad arrivare ad una cascata.
"Oh no" mormorò Narcissa, non appena percepirono il rumore dell'acqua.
"Che cos'è?" chiese Hermione, mentre nel suo petto cresceva l'agitazione.
"La cascata magica, lava via tutti gli incantesimi" rispose la donna, quando furono a pochi metri dal passare sotto l'acqua. Si voltò di scatto.
"Petrificus Totalus".
Il folletto che lì accompagnava cadde pesantemente a terra, nel momento stesso in cui l'acqua li colpì in pieno ed Hermione riacquistò nuovamente le sue sembianze.
Qualche secondo dopo il carrello sul quale viaggiavano si arrestò.
Narcissa scese per prima, guardandosi intorno come se riconoscesse il posto. "Andiamo, svelti".
Il sollievo di aver finalmente raggiunto la loro destinazione svanì in fretta.
Hermione ed Harry scoprirono, loro malgrado, che a guardia della camera blindata di Bellatrix era stato posto nientemeno che un drago.
Notarono tuttavia che Narcissa non era particolarmente sorpresa.
La donna avvicinò all'animale, che parve addirittura riconoscerla, accarezzandolo dolcemente sotto gli occhi increduli di Harry ed Hermione.
Mormorò qualcosa che i due ragazzi non udurino, dopodichè, chiavi in mano, si diresse verso la grossa porta.
Ci volle qualche minuto, ma alla fine riuscì ad aprirla.
Si rivolse un'ultima volta ai ragazzi, prima di mettere piede all'interno.
"Una coppa" ripeté "piccola e dorata".
I due annuirono.
"È sicura di non volere che entriamo?" domandò Harry, camminando nervosamente avanti e indietro.
"Si, vi ferireste soltanto".
Attesero così per diversi minuti che parvero un eternità, nell'oscurità del posto e sotto la sorveglianza inquietante della creatura in cattività.
Il silenzio che regnava era interrotto solo dagli sporadici rumori metallici che produceva Narcissa mentre esplorava i diversi oggetti.
"Credo di averlo trovato" esclamò entusiasta, un momento prima che la quiete e il silenzio fossero spezzati bruscamente da un'assordante rumore.
"Sono degli impostori" urlò una voce familiare, che fece raggelare il sangue nelle vene a tutti e tre.
Hermione si voltò verso Harry.
"È lei" disse.
"Come fanno a sapere che siamo qui?" chiese il ragazzo che è sopravvissuto, non aspettandosi alcuna risposta, mentre correva verso la camera blindata in cui si trovava Narcissa, non curandosi delle sua precedente raccomandazione di non entrare.
Varcò la soglia rapidamente, raggiungendo la donna che nel frattempo stringeva in mano una piccola coppa dorata.
La prese dalle sue mani e la osservò per un secondo.
"Sorellinaaaa" la voce agghiacciante della vera Bellatrix si faceva sempre più vicina.
"Dobbiamo andare" disse, afferrando l'oggetto e depositandolo in una borsa che Hermione aveva appositamente incantato per la missione, notando come la sua mano fosse rimasta ustionata da quel contatto.
Non se ne curò.
Corsero immediatamente fuori, ritrovandosi di fronte uno scenario più che agghiacciante.
Hermione si era improvvisamente ritrovata da sola a puntare la propria bacchetta contro tre mangiamorte, tra cui la donna che l'aveva torturata non molto tempo fa.
"Cissy cara" rise Bellatrix quando Harry e Narcissa apparvero all'uscita della camera blindata. "Torna a casa, il povero Lucius sente la tua mancanza".
Lo sguardo di Narcissa era freddo, inespressivo. Non mostrava alcuna emozione se non un odio viscerale e profondo per la donna che aveva di fronte, sangue del suo sangue.
"Ne dubito fortemente".
Nonostante fossero tre contro tre, Harry sentì che la sola presenza di Bellatrix li poneva in netto svantaggio.
Hermione era la più esposta, essendo la più vicina ai loro avversari, mentre lui e Narcissa erano protetti dall'enorme stazza della bestia incatenata che faceva da guardia alla porta dalla quale erano appena usciti.
Non sarebbero mai riusciti a sconfiggerli in uno scontro diretto. Fu per questo che assecondò al volo la folle idea che gli venne in mente.
Si voltò verso Narcissa, afferrandola per un braccio.
"Deve fidarsi di me" le disse.
La donna ebbe un attimo di confusione, prima sentirsi spingere via da parte del giovane per poi atterrare contro la dura schiena dell'animale.
Con un incantesimo Harry spezzò le catene e la bestia prese a dimenarsi selvaggiamente, dispiegando le proprie ali.
Harry nel frattempo prese a sferrare incantesimi contro i mangiamorte.
Nella confusione che quel gesto creò, Hermione provò a raggiungere i suoi compagni.
Si sentì afferrare alle spalle.
Narcissa restò a guardare mentre Yaxley stringeva le proprie mani contro l'esile corpo della ragazza, immobilizzandola con la forza.
Bellatrix scoppiò in un'altra delle sue risate isteriche, distraendosi per un momento e consentendo ad Harry di colpirla con un expelliarmus, come aveva fatto con Greyback. Il corpo della donna cadde in terra privo di sensi.
Era rimasto solo Yaxley contro di loro.
"Lasciala andare" ordinò Harry.
Il mangiamorte rise, ignorando il ragazzo e rivolgendosi alla donna. "Tu che ne dici, Narcissa?" le sue sudicie mani attraversarono il corpo della ragazza. "Rivuoi la puttana sangue-marcio di tuo figlio?"
Narcissa alzò la propria bacchetta.
I suoi occhi incrociarono quelli di Hermione con determinazione.
La ragazza capì.
Raccolse tutte le sue forze.
Tre.
Due.
Uno.
Hermione scattò, liberandosi momentaneamente dalla presa dell'uomo, il quale si proteste in avanti tentando di afferrarla nuovamente.
"Avada Kedavra".
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