Compartimentalizzare
Ron era ufficialmente il nuovo portiere dei grifondoro. La notizia aveva fatto il giro velocemente.
Nella sala comune dei grifondoro Hermione se ne stava seduta in un angolo, da sola, il libro aperto sulle gambe.
Ron sedeva sul divano grande, di fronte al caminetto, circondato da una decina di oche del terzo anno e quella sanguisuga di Lavanda Brown, che non lo mollava dalle selezioni.
Hermione, nonostante volesse solo il suo bene, si stava pentendo di ciò che aveva fatto per lui. Non era da lei barare, ma il desidero di vedere Ron felice aveva preso il sopravvento sulla sua moralità.
Se avesse saputo che si sarebbe trasformato in un'idiota..
Harry entrò, ignorò Ron ed andò a sedersi al suo fianco.
"Confundus, eh?"
"Cosa? Oddio, si è notato? Se ne è accorto qualcuno? Non vole..."
"Herm, tranquilla. Non se ne è accorto nessuno, ma ho tirato ad indovinare"
"Sono così prevedibile, Harry?"
"In verità è stata Ginny, ti teneva d'occhio, sapeva che avresti cercato di aiutare Ron. A proposito, come hai fatto? Voglio dire, senza la bacchetta"
Harry non diede ad Hermione la possibilità di rispondere, proseguendo con ciò che aveva da dirle.
"Comunque Herm, ti stavo cercando. Adesso che Ron è tranquillo per quanto riguarda le selezioni, volevo parlare con te di Malfoy"
Malfoy?
Hermione ebbe un brivido al suono di quel nome.
Sicuramente perché si trattava del bullo che l'aveva sempre tormentata, l'idolo della scuola, la punta di diamante della casa dei serpeverde, uno dei migliori studenti del suo anno Dopo di lei, ovviamente.
Si riprese subito.
"Dimmi Harry, credi che stia tramando qualcosa per tormentarci ancora come lo scorso anno?"
"No, non credo sia questo. Molto di più stavolta. Ecco..." si avvicinò a lei, abbassando la voce.
"Credo che sia diventato un mangiamorte".
"Ma questo è assolutamente ridicolo" fu la sua prima reazione, che le uscì di bocca con un tono più alto di quanto si sarebbe aspettata.
Nessuno dei presenti nella sala però le prestò attenzione, gli occhi di tutti, o meglio tutte, erano ancora puntati su Ron.
"Pensaci un attimo Herm, suo padre è un mangiamorte. Ha perfettamente senso" continuò il ragazzo.
"Non lo so Harry, per me non ne ha. Cosa dovrebbe farsene il Signore Oscuro di uno studente come Malfoy?"
Mentre poneva quella domanda al suo amico la pose anche a se stessa.
Malfoy era davvero così forte con la magia da essere reclutato dal Signore Oscuro? Come poteva essergli utile, uno studente, un ragazzo come loro?
"Herm, a Vold..." lei lo fulminò con lo sguardo, ed Harry si corresse "a tu sai chi - continuò- potrebbe fare comodo una spia all' interno di Hogwarts. E poi non ti sembra strano che proprio quest'anno Silente non ci sia mai? Dalla cerimonia di smistamento non si è fatto più vedere".
"Harry, un conto è fare la spia per la Umbridge, tutt'altra cosa è servire Tu Sai Chi"
Il ragazzo si avvicinò a lei, parlando con voce ancora più bassa.
"Lo so, ma... C'è qualcosa.. Devi aiutarmi a capire cosa sta succedendo Herm, sei l'unica di cui mi fido.Però fidati anche tu di me, ho una strana sensazione"
Hermione chiuse il suo libro e lo mise da parte, guardando Harry negli occhi.
"Ti fa male la cicatrice?" chiese, con tono apprensivo e pieno di preoccupazione.
"Si... Da un po', ma non è questo. Ascolta, l'unica cosa che ti chiedo è di aiutarmi a tenere d'occhio Malfoy e a scoprire qualcosa su che fine abbia fatto Silente". Lei lo fissava ancora.
"Mi fido di te Harry, ma.. Tutta questa storia di Malfoy mi sembra assurda. Per quanto riguarda Silente invece sono d'accordo con te, mi preoccupa molto che sia sempre assente".
Harry sbuffò. "Lo terrò d'occhio io allora, ti dimostrerò che ho ragione... Trama qualcosa".
"E va bene" rispose Hermione, alzando gli occhi al cielo e voltandosi per riprendere in mano il proprio libro.
***
Draco, per quanto si impegnasse nel recitare il luogo che gli era appertunuto fino allo scorso anno, iniziava a lasciar trapelare che qualcosa gli stava succedendo.
I segni delle numerosi notti insonni iniziavano e pesare sempre di più sulla sua pelle marmorea.
Le lezioni di Occlumanzia con Piton erano estanuanti, ma iniziavano a dare i loro frutti.
Era fondamentale che il Signore Oscuro non fosse in grado di guardare all'interno della sua testa. Doveva svuotare la mente, diceva Piton, lui preferiva usare il termine "compartimentalizzazione".
Non era stato facile, ma funzionava. Gli permetteva di sembrare spensierato quando si trovava in mezzo agli altri serpeverde, di distrarsi anche se per poco dai pensieri che tornavano prontamente a schiacciarlo non appena era di nuovo da solo.
Uccidere Albus Silente. O morire provando.
Non aveva scelta. Non poteva rifiutare un ordine dal Signore Oscuro, perché non sarebbe stato lui a pagarne le conseguenze, ma la sua famiglia.
Voldemort avrebbe ucciso suo padre senza pensarci due volte. Sua madre invece, quello che aveva minacciato di farle... Non riusciva neanche a pensarci.
Era solo nella sala comune dei serpeverde, era notte fonda. I pugni stretti dalla rabbia..
"Draco".
Si voltò, dopo un attimo di spavento.
Pansy Parkinson era dietro di lui.
"Ti ho pensato spesso ultimamente" disse, dirigendosi nella sua direzione.
"Sei sempre pensieroso, distante, cosa ti turba, Draco?"
Arrivò al divano e si mise cavalcioni su di lui.
Indossava una vestaglia da notte, non era difficile immaginare cosa ci fosse sotto. Ammesso che ci fosse qualcosa-.
Non era la prima volta tra lui e Pansy. Nel corso degli anni lei si era sempre gettata addosso a lui, e lui l'aveva lasciata fare. Perché non avrebbe dovuto, in fondo?
Iniziò a baciarlo. Lui decise di lasciarsi andare al suo tocco, senza però rispondere al bacio. Senza passione, senza coinvolgimento.
Non avrebbe finto, non si sentiva coinvolto da lei.
Non più.
La ragazza si staccò bruscamente.
"Cosa c'è, adesso neanche il mio corpo vuoi più, Draco? Hai un'altra su cui scaricarti?"
Ecco. L'ultima cosa per cui aveva energie erano i capricci di Pansy.
Si scansò da lei, senza la minima intenzione di risponderle.
"Oh, so cosa ti prende" continuò la serpeverde.
Un brivido percorse la sua schiena. No, non poteva saperlo, nessuno lo sapeva non era possibile.
"Sei innamorato, eh Draco? "
Tirò un sospiro si sollievo, prima ancora di realizzare cosa avesse detto.
Che pensiero ridicolo.
Innamorarsi non era da lui, non ci aveva mai neanche lontanamente pensato.
Senza neanche risponderle si alzò dirigendosi verso la sua stanza.
" Continua a fuggire Malfoy, ma tu mi appartieni. Dovrai sposarmi prima o poi, lo sai. Mio padre e tuo padre lo hanno già deciso"
Anche dopo questa provocazione non la degnò di una risposta.
Sapeva che quello che diceva era la verità, ma del suo futuro dopo di Hogwarts non poteva importargli di meno attualmente.
Voleva solo sopravvivere a quest' anno. Solo salvare la sua famiglia.
Poi avrebbe sposato anche il primo elfo domestico scelto da sua padre per lui , per quanto gli importasse.
"Innamorato", che cosa ridicola.
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