11 ( Louis )
Pensai per un po' ma alla fine arrivai a l'unica soluzione che prima di mostrarlo ai miei famigliari, avrei dovuto farlo abituare a stare con me.
Avevo un sacco di impegni oggi perciò avrei dovuto dire al consigliere reale che per oggi non avrei potuto adempiere ai miei compiti.
Lo appoggiai sul materasso e convinto della mia idea, uscì.
Cercai il consigliere in ogni luogo ma non riuscivo proprio a trovarlo.
Cavolo era già dieci minuti che controllavo e che chiedevo in giro.
Meno male che poi una povera anima santa che era in realtà una semplice cameriera mi disse la direzione da prendere.
Lo trovai nella stanza più ovvia di tutte.
La sala del trono.
Già quando mi guardò da lontano lo vidi caricare come un toro.
Infatti appena giunse davanti a me iniziò una sfuriata per il mio indecoroso ritardo sulla mia tabella di marcia serrattissima.
Chissà che colpo gli verrà quando gli dirò che mi prenderò una pausa.
Come minimo mi muore di infarto.
Il consigliere non era altro che un vecchietto di nome George ( o carceriere ) alquanto irritabile che mi riprendeva sempre per ogni particolare.
I miei dicono che è pignolo, ma a mio parere gode nel torturarmi con un infinità di scartoffie noiose.
In breve è solo malefico.
< George mio caro!> dico con voce mielosa e un sorriso fintissimo sulle labbra.
< Mio principe deve fare molte cose quest'oggi!>
< Lo so ma vedi dovresti proprio rimandare per una questione importante.> lo vedo squadrarmi, pronto a parlare del mio "comportamento" verso le vere priorità.
< Cosa può essere di così grave da farle tralasciare il suo lavoro?> chiede con poco interesse.
Sapevo che c'era un solo modo per finire questa guerra senza produrre alcuna vittima.
< Una donna.>
Il suo volto si fa subito attento.
Questo problema della mia discendenza era stata già portata alla luce, perciò sapevo che non poteva ribattere, ma anzi mi avrebbe persino incoraggiato.
< Allora cosa fa ancora qui, una dama non si fa mai aspettare!> mi sgrida con malcelata soddisfazione.
Allora mi congedai e me ne andai all'inizio dinanzi a lui calmo e poi nel corridoio man mano che mi allontanavo con sempre più velocità, fino a correre.
Aprì la porta spalancandola ero troppo felice per contenermi.
La mia eccitazione però scomparve quando il mio sguardo vidi il soggetto dei miei pensieri tentare di buttarsi giù dalla finestra.
Non pensai neanche feci tutto di istinto lo afferrai terrorizzato e lo riportai dentro, al sicuro.
Me lo tirai al petto e lo abbracciai in modo che non potesse andarsene o riprovare a cadere da un'altezza più che considerevole.
Gli lasciai un po' di spazio solo quando il mio battito si era calmato.
Credo di essere stato sul serio a rischio infarto per un breve istante.
Il mio cuore aveva smesso di battere per pochi millisecondi, per poi andare a mille.
Lo vedevo che lui non capiva il mio intento, anzi sembrava molto confuso dal mio stato.
Forse non sapeva che non può più volare, o qualsiasi cosa facesse prima dato che non ricordo ali.
Nel frattempo che analizzavo la situazione vidi che il piccoletto guardava spesso all'esterno.
Che gli mancasse casa?
Che stupida domanda la mia, la soluzione era ovviamente "sì".
< Ti va di uscire?> gli chiesi di botto.
Il draghetto non mi fece nemmeno finire di formare che subito fece segno positivo con la testa.
E anche con molta enfasi, chissà quanto stava soffrendo qui dentro!
Però prima dovevo dargli delle semplici e basiche regole.
< Però non dovrai mai allontanarti più di qualche metro da me e dovrai seguirmi anche quando rientreremo.>
Dopo il suo cenno affermativo.
Lo presi tra le braccia, farlo camminare sarebbe stato solo uno spreco di tempo e poi mi piaceva tenermelo contro, aveva un buon odore, non era neanche poi male come ragazzo.
Lo partai nella serra interna del castello.
Dopo neanche un momento occhi verdi si divincolò.
Si vedeva che fremeva dal tornare in contatto con la natura.
< Dove pensavi di andare?>
Il ragazzo mi mostrò un cespuglio di normali rose.
Non erano poi così rare ma dalla sua espressione sembrava che non le avesse mai viste.
< Va bene puoi toccarla, ma stai attento, ha le spine e puoi farti male!>
Mi sono preoccupato per nulla se mi vedesse mia madre si farebbe una grossa risata a causa di tutte le volte che la rimproveravo per la sua iperprotettività.
Si avvicinò tentennando al soggetto della sua curiosità per poi toccarlo.
< Ti piace? Si chiama rosa, questo esemplare è abbastanza difficoltoso da trovare, si tratta di una rosa nera.>
Era così concentrato che a quando mi sentì sobbalzò, gli porsi un bocciolo ma lui forse per lo spavento aveva gli occhi chiusi.
Quando li aprì guardò il dono tra le mie mani estasiato dalla sua bellezza.
Peccato che non potesse minimamente competere con il mio cuccioletto.
Mi sedetti su una panchina poco lontana e passai gran parte del pomeriggio a guardarlo tipo stolker.
Era splendido sempre concentrato e non faceva altro osservare ammaliato ogni cosa a lui sconosciuta.
Purtroppo per mia sfortuna passò ad un certo punto il vecchio maledetto, che vedendomi con un ragazzo e senza la dama promessa mi fece capire che avrei dovuto tornare alla mia routine.
Decido di richiamare la sua attenzione su di me.
< Vedo che ti stai divertendo molto e mi dispiace disturbarti, però devo andare nel mio ufficio.>
Lo ripresi in collo perché per quanto fosse ora stabile sulle sue gambe, non mi andava di richiare che si facesse male.
Tranquillamente lo portai fino al mio ufficio, anche se non si vedeva ero molto muscoloso e mi allenavo spesso, quasi cinque volte a settimana, sia nel corpo a corpo, che nell'arte della spada.
Mi dispiaceva ammettre che con l'arco invece ero abbastanza scarso.
Lo appoggiai nello studio e ripresi a leggere quei fogli barbosi e tutte quelle richieste di matrimonio.
Sul serio a volte era veramente stancante essere re, ma bastava un piccolo sguardo al mio draghetto che subito ripartivo più forte di prima.
Neko-ginny
E boh tra pochi giorni siamo a settembre e ma sembra ieri che fosse giugno.
E a voi?
☆◇☆◇
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro