23. Cure
I draghi atterrarono sulla spiaggia di Noosh, a debita distanza l'uno dall'altro. Pess invece proseguì per alcuni metri, sparendo tra la vegetazione. Noreen lo seguì con lo sguardo, pensierosa, ma decise che ci avrebbe pensato dopo a interrogarlo.
Saltò giù dalla schiena di Sygal e le tremarono le gambe quando fletté le ginocchia, ma non si permise di perdere tempo. Con fatica, aiutata da Sygal che si era accucciato sulla sabbia, tirò giù Viltor e lo adagiò scomposto sul terreno.
Vide Kateur correre verso le case, per recuperare i vestiti per tutti. Attese che tornasse, prima di trasformare i draghi.
Non appena Galapey e Sygal furono di nuovo umani, aiutarono lei e Kateur a sollevare Viltor per portarlo al villaggio.
Katla e Taunes li seguirono in silenzio e Noreen notò che l'amica si teneva ancora una mano appoggiata sulla spalla dove era stata ferita. Sospirò, pensando a quanti compiti aveva ancora da svolgere, prima di potersi riposare.
Eowra sparì tra gli alberi, nella direzione dov'era andato Pess e Noreen fu felice che Sygal non si fosse accorto di lui. Sapeva che non aveva mai superato l'allontanamento del padre e temeva che il loro ricongiungimento sarebbe stato pieno di contrasti. Averlo vicino la faceva fremere, ma doveva contenersi e occuparsi di suo padre, prima di poterlo abbracciare.
Noreen avanzava sulle gambe malferme, stringendo una caviglia di Viltor tra le mani. Sebbene si fossero divisi il peso dell'uomo in quattro, era comunque affaticata dallo sforzo, ma si rifiutava di chiedere e Katla o Taunes di sostituirla.
Percepì uno sguardo addosso e quando alzò gli occhi, incontrò quelli di Sygal su di lei, che la fissavano con intensità. Deglutì a disagio e distolse in fretta lo sguardo. Non sapeva perché, ma di colpo era in difficoltà a guardarlo. Kateur, di fianco a lei, sbuffò affaticato. Non lo dava a vedere, ma era stato ferito anche lui e zoppicava appena.
Quando giunsero alla casa e adagiarono Viltor sul divano, erano tutti accaldati e ansimanti. Noreen si inginocchiò accanto al padre e gli strinse una mano tra le sue, osservandolo. Non sapeva come fare per curarlo e sperava che Pess arrivasse presto, che avesse una soluzione, come sempre.
I suoi desideri vennero esauditi in fretta, perché dopo alcuni minuti il mago entrò nella casa e si avvicinò al divano. I ragazzi, tranne Katla, uscirono e Taunes si accomodò su una delle poltrone, mantenendo l'attenzione fissa su di loro.
Eowra era entrato prima di Pess e si muoveva per la stanza, irrequieto. Noreen glielo leggeva in viso che era nervoso per la presenza del figlio.
«Mi ci vorrà un po'» esordì Pess, inginocchiandosi a terra. Noreen si mosse di lato per fargli spazio, ma l'uomo la guardò con un sorriso rassicurante. «Qui non puoi fare nulla. Occupati degli altri».
Noreen, a malincuore, lasciò la mano di Viltor e si rialzò, per girarsi verso l'amica e farle cenno di seguirla nella stanza adiacente. «Vieni Kat, ti medico».
Katla si sedette sul letto, accanto a lei e la guardò. «Si riprenderà. Pess è in gamba» la rassicurò, stringendole una mano.
Noreen annuì. Voleva essere fiduciosa. Doveva esserlo. Scostò il lembo del vestito di Katla dalla spalla e si avvicinò per analizzare la ferita. Dopodiché, accostò le dita e richiamò la magia. Katla rimase ferma, esprimendo il fastidio della medicazione solo con alcune piccole smorfie delle labbra di tanto in tanto.
«Dovresti andare da Sygal» commentò, quando ebbe finito.
Noreen tolse la mano e la lasciò cadere in grembo. Alzò il capo per guardare l'amica negli occhi. «Non so cosa dirgli» ammise, a disagio.
«A volte non c'è bisogno di parlare per comunicare qualcosa» ribatté Katla, avvolgendole un braccio intorno alle spalle.
Noreen sospirò a fondo. «Non so se ho il coraggio di andare da lui» bisbigliò.
Katla la strinse a sé, nonostante la differenza di altezza. «Non è cambiato nulla. È lo stesso ragazzo che conosci da mesi».
Noreen assentì, pensierosa, ma non si mosse. Fu Katla che la costrinse ad alzarsi e la spinse fuori dalla stanza. Taunes si girò a guardarle al suono dei loro passi, mentre sia Pess che Eowra rimasero concentrati sull'incantesimo in corso su Viltor.
Noreen rivolse un'ultima occhiata a suo padre, prima di cedere e seguire Katla fuori.
Sygal, Kateur e Galapey si erano accomodati per terra, all'ombra di un grande albero a lato della casa e alzarono le teste quando udirono la porta aprirsi. Sygal scattò in piedi, non appena la scorse. Katla le fece cenno di andare per prima e Noreen mosse alcuni passi timorosi verso di lui.
Sygal si incamminò a sua volta, vedendola avvicinarsi e Noreen, senza neanche accorgersene, si ritrovò a correre. In uno slancio d'impeto, saltò, cingendogli il collo con le braccia e agganciandogli le gambe intorno al busto. Affondò il capo nell'incavo del collo, chiuse gli occhi e inspirò il suo odore familiare. Sentì le forti braccia di Sygal circondarle la vita e stringerla con decisione a sé.
Non si imbarazzò per l'eccessiva vicinanza o della gonna del vestito che si era tirata pericolosamente all'indietro, scoprendole le gambe, ma si accorse solo del cuore che le batteva forte per la felicità di averlo di nuovo accanto.
«Mi sei mancato» sussurrò, tenendo gli occhi chiusi. La stretta di Sygal si fece ancora più decisa e Noreen si sentì al sicuro come non mai.
Sygal le poggiò il naso sui capelli e inspirò a fondo. «Mi dispiace di non averti ascoltata prima» mormorò, con tono colpevole.
Noreen si staccò per poterlo guardare in viso. «Hai fatto bene. Io non avrei avuto il coraggio» lo rassicurò.
Sygal spostò gli occhi ed evitò il suo sguardo. «Ti ho fatto ribrezzo. Lo percepivo».
Noreen gli accarezzò una guancia ricoperta da un lieve strato di barba. «Sei stato brutale, ma Hanea si meritava tutto ciò che gli hai fatto» ribatté, convinta.
Sygal si decise a guardarla negli occhi e Noreen avvertì una stretta allo stomaco quando le iridi di colore diverso incrociarono le sue. La sua attenzione venne attirata da Katla, dietro di Sygal, che la guardava ammiccante e Kateur e Galapey accanto a lei che osservavano la scena con curiosità mista a disagio.
Staccò le gambe dal busto di Sygal di scatto e lui la lasciò andare con un'espressione confusa in viso. Fece un passo indietro per ristabilire una distanza dignitosa e gli sorrise, ignorando il suo sopracciglio alzato.
«Forse è meglio se torniamo dentro per vedere come sta Viltor» propose Katla, vedendo che non diceva nulla. Noreen dovette spostare lo sguardo da Sygal, ancora immobile di fronte a lei, per portarlo sulla sua amica.
Annuì piano e si girò per precedere gli amici. Sentì una mano avvinghiarsi al suo braccio. «Non ti facevo così passionale» commentò Katla, divertita.
Noreen sentì le guance farsi bollenti e deglutì, per calmarsi. «Non avrei dovuto» borbottò, insicura.
Katla strinse con maggior vigore il suo bicipite. «Invece hai fatto benissimo! Così ti voglio, ragazza!».
Noreen emise una risatina divertita e lanciò un'occhiata a Katla, la quale le rivolse uno sguardo complice. «Non ti preoccupare. Ha solo apprezzato, fidati» disse, sollevando più volte le sopracciglia.
Noreen non resistette all'impulso di voltarsi indietro e incrociò il volto sereno di Sygal che la stava seguendo insieme agli altri ragazzi a poca distanza. Tornò in fretta a guardare avanti.
«Gli devo proprio parlare, una volta che siamo da soli».
Entrata nella casa, incrociò lo sguardo con Viltor e non tardò a lanciarsi tra le sue braccia, sopraffatta dal sollievo. Il padre ricambiò la stretta, ancora sdraiato sul divano.
Pess si era accomodato sulla poltrona lì vicino e pareva spossato. Noreen lo studiò, mentre si raddrizzava. «Tutto bene?».
Pess annuì, passandosi una mano sulla faccia. «È stato difficile, ma ci sono riuscito».
Noreen non poté che abbracciare anche lui. Avvertì i muscoli di Pess, prima rigidi, rilassarsi pian piano. Non capiva come mai aveva tutta quell'avversione per il contatto fisico con le altre persone, ma era grata che non l'avesse allontanata e che stesse ricambiando l'abbraccio, seppur con poche forze.
«Io vado alla ricerca di Daelo» li avvisò Taunes, avviandosi fuori. Daelo non aveva partecipato alla missione sia perché stava diventando anziano, sia perché non volendo mutare forma e diventare umano, non avrebbe potuto infiltrarsi nel castello.
Noreen spostò l'attenzione sui presenti e si soffermò su Eowra, che osservava Sygal con emozione. Non pareva intenzionato ad avvicinarglisi e Noreen non disse nulla. Non voleva intromettersi. Avrebbero risolto tra loro, quando fossero stati pronti. Da parte sua, Sygal non si era accorto di lui, o faceva finta di non averlo visto.
«Come ci dividiamo per la notte?» chiese Katla, interrompendo il silenzio nella stanza.
«Noi possiamo andare nell'altra casa» rispose Noreen, indicando i suoi amici. Era meglio per tutti se i giovani avessero dormito in un'abitazione e gli adulti in un'altra.
Nessuno ribatté, per cui salutarono Pess e gli altri e uscirono per dirigersi nell'altra casa.
Sygal la affiancò, sfiorandole una spalla con il braccio. «Quell'uomo...è chi penso che sia?» domandò, esitante, mantenendo lo sguardo basso.
Noreen fissò il suo viso serio e tacque, non sapendo bene cosa dire. «Sì. Dovresti parlargli».
Sygal storse la bocca in una smorfia, ma annuì piano. «Immagino che abbia molte spiegazioni da darmi».
«Ti vuole bene. Era pronto a radere al suolo Gadiya per salvarti...e io con lui» aggiunse, sentendo il bisogno di farglielo sapere.
Sygal alzò gli occhi e le lanciò una lunga occhiata, mentre gli spuntava in viso un sorriso spontaneo. «Avrei voluto vederti a radere al suolo quella fortezza».
Noreen inarcò un sopracciglio. «Dubiti che fossi in grado di farlo?!».
Sygal mantenne il contatto visivo. «Non dubito mai di te».
Noreen avvertì una morsa allo stomaco e si affrettò a riportare lo sguardo avanti. «Nemmeno io di te» mormorò.
Giunsero all'abitazione e si divisero nelle camere. Noreen e Katla si spartirono il letto nella stanza che avevano preso già giorni prima, mentre i ragazzi dissero che avrebbero provato a dormire tutti e tre nella stessa camera, nonostante fossero presenti solo due letti.
Noreen si levò il vestito, rimanendo solo con la sottoveste addosso, prima di raggiungere Katla, già sotto le coperte con gli occhi chiusi.
«Potremo dormire tranquille ora?» mormorò Katla, sollevando una palpebra.
Noreen ricambiò l'occhiata e sollevò le spalle. «Me lo auguro».
«Domani parlerai con Sygal?» chiese ancora Katla.
Noreen inarcò un sopracciglio. Il battito le accelerò solo a sentire il suo nome. «Tu parlerai con Kateur?» domandò, sorridendo.
Katla spalancò entrambi gli occhi. «Non ho niente da dirgli» rispose, secca.
Noreen scosse la testa, ma non insisté. Non voleva pressarla. Si augurava solo che prima o poi Katla avrebbe deciso di essere onesta con sé stessa e preso coraggio.
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