2 L'inizio del caso
La saletta per gli interrogatori era piccola con le pareti grige; in uno dei muri più lunghi vi era un pannello di vetro nero, potendo guardare l'interno della stanza ma non l'esterno. Judy e Nick erano seduti attorno a un tavolo, con seduta a capotavola la moglie della vittima, con tra le mani una tazza di tè fumante. Aveva le guance rigate dalle lacrime, con gli occhi rossi e lo sguardo rivolto alla tazza. Era spaventata, lo si vedeva dal suo non reagire alla situazione e le dita le tremavano.
"Com'è potuto accadere...", mormorò.
" Non lo sappiamo ancora", le disse Nick.
" Ci parli di lui", incoraggiò Judy.
"E-ecco " balbetto la donna "era un uomo per bene. Era stimato da tutti".
Nick prese un blocknotes e cominciò ad annotare.
"Aveva qualche nemico? ", chiese Judy.
"Che io sappia no; non mi parlava mai del suo passato".
Nick scrisse anche quello.
"Dov'è stata l'ultima volta che vi siete visti?", chiese Judy.
"A casa. Mi aveva detto che doveva andare via, ma poi non è più tornato".
Nick scrisse quell'ultima cosa.
"Ci può dare l'indirizzo di casa?", chiese Judy.
"Perché?", chiese la donna, quasi preoccupata.
"Se ci dà il suo indirizzo, potremmo controllare le videocamere e così poter vedere dove si era diretto", disse Judy.
La donna sospirò. Prese dalla borsa tracolla un blocconote, insieme a una penna; scrisse qualcosa, strappò il figlio e lo diede alla poliziotta.
'Viale Giungla 77, distretto Foresta Pluviale'
"Posso andare?", chiese la donna.
"Sì", disse Nick.
La gazzella si alzò e uscì dalla saletta, seguita dai poliziotti. La coppia andò quindi nella sala di controllo, dove si poteva guardare i filmati di ciascuna parte di Zootropolis. Judy inserì l'indirizzo e, zummando sul distretto Foresta Pluviale, la coniglietta e la volpe poterono vedere Flinn Wood uscire dalla porta di casa. A Judy fece uno strano effetto vedere una persona in un filmato vivo e vegeto quando in realtà era morto. Stava piovendo, e la gazzella indossava un k-way con tra le mani una scatola di cartone, chiuso con del nastro per pacchi. Si muoveva furtivo, come se non dovesse essere visto da nessuno.
"Ma che diammine...?", mormorò Nick.
La gazzella salì in macchina, mettendo il pacco sul sedile del passeggero e avviò la macchina. Si diresse verso la strada principale, quella che collegava tutte le parti di Zootropolis. Judy dovette zummare all'indietro per poter vedere il percorso del signor Wood.
Dopo un buon tratto in strada, la gazzella arrivò infine a TundraTown, avviandosi verso la prigione statale.
"Ma che ci fa alla prigione di Zootropolis?", chiese Nick, confuso.
"Non lo so, ma sono sicura che la risposta sta in quel pacco".
Uscirono dalla stanzetta e dalla centrale; era ormai tardo pomeriggio e in giro non c'era molta gente. Presero la macchina della polizia e andarono a TundraTown, arrivando che ormai era sera. Il cancello della prigione era sorvegliato da due guardie.
"Identificatevi", disse il rinoceronte, puntando una torcia elettrica sui poliziotti.
"Agenti speciali Judy Hopps e Nicolas Wild", dichiarò la coniglietta, mostrando il distintivo, assieme a quello del compagno.
"Che dovete fare in prigione?", chiese l'altra guardia, una leonessa.
"Dobbiamo risolvere il caso degli omicidi e la nostra pista ci porta qui", s'intromise Nick.
Le due guardie si guardarono e annuirono, quindi il rinoceronte si fece da parte mentre la leonessa apriva il cancello.
Judy e Nick entrarono.
Prima di entrare nella prigione vera e propria, il duo dovette essere perquisito da una coppia di guardie; prima Nick, perquisito da un orso bianco, mentre Judy da una bufala.
"Ci vorrà ancora molto?", chiese la coniglietta, impaziente.
La guardia annuì. Quindi l'orso aprì la porta.
"Seguitemi".
Li portò in un ufficio. Era come il resto della prigione; pareti grige, immobilia scadente e segni di muffa sugli angoli dei muri. Davanti a una scrivania c'era seduto il capo; era un alce, vestito con giacca e cravatta. Guardò i due poliziotti con uno sguardo misto alla noncuranza e menefreghismo.
"Spero che abbiate una buona ragione per essere qui".
Judy fu costretta a raccontare tutto riguardo al caso, al fatto che la vittima era stata in quel luogo prima di morire.
"Non mi interessava il vostro resoconto sul vostro stupido caso".
Judy sospirò, delusa.
"Comunque" continuò il capo "ieri sera c'era una gazzella che aveva chiesto di venire qui, e guardacaso corrisponde alla vostra descrizione".
Judy fece i salti di gioia, ma in quel momento dovette assumere un'espressione seria per non fare brutte figure.
"La guardia vi porterà dal prigioniero".
I due poliziotti annuirono, quindi seguirono la guardia, portandoli nell'area dedicata alle celle; un baccano completo. Li portò davanti ad una di esse; il prigioniero era seduto su uno sgabello, dando le spalle ai poliziotti. La cella non aveva le grate, ma un pannello di vetro antiproiettile con accanto all'entrata una tastiera per la combinazione.
"Ehi! Questi poliziotti vogliono interrogarti!", gli urlò la guardia.
"Non vedevo l'ora", rispose lui, con un tono cospiratore.
Si voltò, mostrando il suo volto.
Il coniglio e la volpe persero un battito.
"Alla fine ci rivediamo", disse l'ex vicesindaco Dawn Bellweather, con un ghigno sul volto.
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