Capitolo 2
- EMILY -
Erano passati ormai tre giorni, ed io, avevo cominciato a perderci le speranze. Da un lato forse era meglio così, almeno non avrei avuto complicazioni, ma dall'altro speravo che il mio cellulare si illuminasse, rivelando così il nome di Travis. Guardai per un attimo il mio fidanzato e fui subito presa da un enorme senso di colpa, anche se non avevo fatto nulla di male. I pensieri che mi frullavano per la testa, non erano degni di una donna felice che non vedeva l'ora di sposare l'uomo che amava.
Fu così che il quarto giorno, il mio telefono mi avvisò dell'arrivo di un nuovo messaggio, e quando i miei occhi lessero il suo nome, andai nel panico. Afferrai il cellulare e corsi a chiudermi in bagno per leggerne il contenuto.
- Ciao, sono Travis. Hai pensato alla mia proposta?
Il mio cuore iniziò ad accelerare la velocità del suo battito, come se volesse uscire dal petto e rispondere al messaggio prima che potessi farlo io. In realtà conoscevo già la risposta che avrei scritto, ma avevo paura. Paura delle conseguenze. Paura di trovarmi sola con lui. Risposi di getto prima di cambiare idea.
- Ciao, sì, tra un ora da Barn's?
Inviai il messaggio, e mentre attendevo la risposta facendo saltellare nervosamente le gambe seduta sul bordo della vasca da bagno, iniziai a pensare con che scusa sarei uscita. In quel momento mi venne un'idea, e con essa arrivò anche la risposta al mio messaggio.
- Perfetto. Ci vediamo lì.
Non risposi, non c'era bisogno di rispondere.
Tornai in salotto dove il mio quasi marito stava guardando la tv e Vanessa se ne stava a gattoni sul grande tappeto a giocare con il suo orso racconta storie.
<<Tesoro ti dispiacerebbe guardare Vanessa per un po'? Vado in centro a bere qualcosa con Samantha>>, sul mio viso riuscii a non far trasparire nessuna emozione.
<<Certo cara, nessun problema>>.
Mi avvicinai e posai le mie labbra sulle sue ringraziandolo. Era la scusa a cui avrebbe creduto senza avere il minimo sospetto. Samantha è un amica dai tempi del liceo, e ancora oggi molto spesso usciamo a farci un drink per qualche ora. Qualche ora d'aria tra donne non fa mai male. Ma purtroppo, non era con Samantha che mi sarei dovuta vedere, e solo a pensarci, cominciò a venirmi il voltastomaco per ciò che stavo per fare alle spalle del mio fidanzato.
Ripetei mentalmente di stare tranquilla, che in fondo era solo un drink come due vecchi amici. Ma a chi volevo darla a bere proprio non lo sapevo. Nemmeno io ci credevo.
Mi andai a preparare in tutta velocità dato che Barn's distava almeno mezzora da casa mia. Scelsi quel posto proprio perché nessuno dei miei conoscenti lo frequentava, in questo modo avrei potuto essere lontana da occhi indiscreti. Mi misi in auto dopo aver salutato il mio fidanzato e Vanessa.
Ad ogni metro che mi allontanavo da casa il senso di colpa mi schiacciava, ma ad ogni metro che percorrevo avvicinandomi sempre di più al luogo dell'incontro, mi faceva aumentare il battito cardiaco, e in pochi secondi, era come essere tornate al primo appuntamento. Parcheggiai poco più lontana dal bar e mi avviai a piedi. Ad ogni passo le mie gambe si facero sempre più pesanti, come se volessero costringermi a non andarci.
Non diedi importanza a ciò e spalancai la porta del bar prima di cambiare idea, dove un sacco di persone avevano già occupato svariati tavoli. Li passai tutti in rassegna con lo sguardo, finché lo vidi.
Stava seduto nell'angolo di un divanetto con una gamba piegata e il piede sopra di esso. Il gomito del suo braccio destro era appoggiato sul ginocchio, mentre con la mano vicino alle labbra si sgranocchiava l'unghia del pollice, osservando la strada oltre la vetrata accanto a lui. Era nervoso, ed io lo conoscevo troppo bene. Presi fiato e con cautela mi avvicinai. Mi schiarì la gola, e non appena Travis voltò il viso verso di me, un brivido mi percosse la schiena.
<<Ciao>>, si limitò a dire picchiettando una mano sul posto del divano accanto a lui.
Mi accomodai con eleganza e risposi al saluto.
<<Vedo che sei riuscita a sgattaiolare fuori casa>>.
<<Anche tu>>, sorrisi debolmente.
Appoggiò i gomiti sul tavolo e abbassò la gamba, in modo da mettersi in posizione ben eretta e involontariamente avvicinarsi di più.
<<Allora, quanto è passato?>> domandò agganciando i suoi occhi nei miei.
<<Sette anni>>, distolsi lo sguardo e lo rivolsi così ad una ragazza che stava venendo nella nostra direzione, probabilmente per prendere le ordinazioni.
Dopo aver scelto due birre, Travis continuò a parlare.
<<E dimmi, come te la passi?>>
<<Bene. E tu?>> non sapevamo cosa dire, eravamo nervosi.
<<Bene>>, allungò un braccio per poggiarlo sopra la testiera del divanetto alle mie spalle. Il mio respiro iniziò a farsi più corto mentre la ragazza veniva a portarci le birre che le avevamo chiesto poco fa. Afferrai la mia e ne tracannai la metà in un lungo sorso, come se questo servisse a placare la mia ansia.
<<Wow. Non hai perso il tuo charme in fatto di bevute>>, Travis rise sinceramente.
<<Ho imparato dal migliore>>, lo seguii sorridendo, ricordando i tempi del college. Una festa dietro l'altra, un drink dopo l'altro, e poi lui.
<<Ogni tanto mi capita ancora di uscire per andare a qualche festa con i vecchi amici. Dovresti venire una volta>>, Travis appoggiò la bottiglia di birra sul tavolo ed evitò il mio sguardo, come se lo mettesse in soggezione.
<<Hem, non credo che...>>
<<Coraggio Emy, sarà divertente>>.
Mi bloccai quando sentii quel nomignolo che solo lui usava. Sette anni fa quando iniziammo a conoscerci, usava quel nomignolo perché sapeva che mi irritava, ma poi ero riuscita ad affezionarmici. Fu come una cosa intima tra me e lui.
<<Va bene Trav, ci penserò>>, usai anch'io il suo abbreviativo.
Io e Travis non eravamo mai stati una di quelle coppie che si chiamava amore in continuazione. Eravamo dell'idea che anche da fidanzati i nostri nomi ci appartenevano, quindi non aveva senso chiamarsi 'amore'. Sapevamo perfettamente cosa provavamo l'uno per l'altro.
<<Trav... Mi mancava>>, sorrise malinconico prima di portarsi di nuovo la birra alle labbra. <<E dimmi... sei felice?>> continuò guardandomi con la coda dell'occhio.
Era una delle domande più difficili da fare, specialmente detta da un ex verso la sua ex.
<<Sì, sono felice>>, fermamente convinta risposi così. Lui annuì socchiudendo gli occhi. Inclinai leggermente la testa per entrare nel campo visivo del suo sguardo basso. <<E tu, sei felice?>> domandai.
Travis aprì gli occhi di scatto e incastrò le sue iridi verdi nelle mie. Ci osservammo per diversi minuti prima che lui riuscisse a rispondermi.
<<Sì, sono felice, o almeno, credevo di esserlo, fino...>> deglutì rumorosamente lasciando la frase in sospeso.
<<Fino?>> lo incitai a continuare.
Sospirò pesantemente e alzò gli occhi al cielo, come se non volesse dire nulla di più. Ma poi lo fece.
<<Fino a quando ti ho rivista>>, si voltò di nuovo cercando i miei occhi, che ora erano bassi e stavano osservando le mie dita che giocherellavano nervosamente. Mi tolsi la giacca nera di pelle, improvvisamente iniziai a sudare, e giuro che all'interno di quel bar non faceva poi così caldo. La appoggiai sul divanetto accanto a me e mi guardai un po' in giro cercando di evitare il suo sguardo. Allungai il braccio sinistro sul tavolo, e con le dita della mano destra iniziai a giocherellare con i ciondoli del mio braccialetto. Sentivo la pelle bruciare sotto lo sguardo insistente di Travis. Non sapevo cosa dire, e avrei voluto evitare di rispondere a quella sua ultima affermazione.
<<Quando sei tornato?>> cercai di deviare l'argomento.
<<Da qualche mese ormai>>, sollevò le spalle indifferente.
È strano che non lo abbia mai incontrato, insomma, Newborn è una cittadella piccola, tutti sanno tutto di tutti. Quando mi voltai nella sua direzione, notai che mi stava fissando, forse in cerca di un espressione nascosta, ma che non avrebbe mai visto. Da quel giorno ero cambiata, cercavo di mostrare i miei stati d'animo solo al mio ragazzo. Avevo paura che la gente avrebbe potuto usarli contro di me, come aveva fatto Travis. Ricordo ancora il giorno in cui venni a sapere che lui si aggirava tra i dormitori maschili tenendo per mano una ragazza. Corsi là, sfondai la porta e li trovai a letto insieme, e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Ma ero stupida, completamente accecata dall'amore che provavo per lui a tal punto che mettei da parte l'incazzatura, solo con lo scopo di perdonarlo pur di non perderlo. Rimanemmo insieme ancora per un po', ma ormai, qualcosa si era spezzato, e noi non eravamo più gli stessi... Io non ero più la stessa.
Si presentò al mio dormitorio dicendo che aveva bisogno di parlarmi. Lo feci entrare e lasciai che trovasse il coraggio per mettere insieme le parole. Quando le ebbe trovate, mi pentii di averlo fatto avvicinare. Diceva che era meglio finirla lì, diceva che non mi amava più e che era meglio per entrambi se lui andasse via. E così fece. Pensai che avrebbe cambiato solo college, invece no, si trasferì in un'altra città, e da quel giorno non seppi più nulla di lui.
<<Emy?>> la sua voce mi richiamò.
Sbattei velocemente le palpebre sentendo una leggera gocciolina che scivolava involontariamente sulla guancia. Mi affrettai ad asciugarla con il dorso della mano e poi mi voltai verso Travis sorridendo leggermente. Ora che eravamo soli, ora che stavamo parlando, tutti i ricordi si stavano amplificando, ed io non potevo far altro che ricacciare indietro le lacrime.
Avrei voluto davvero andarmene, ma il mio corpo, la mia mente ed il mio cuore erano in guerra contro la ragione, e loro ebbero la meglio, costringendomi a restare ad ammirare Travis ancora per un po'.
//Spazio Autrice
Buongiorno a tutti come state? Come promesso ecco un nuovo capitolo di questa storia. Il primo incontro ufficiale tra Emily e Travis sta facendo galoppare i loro cuori. Cosa vi aspettate nel prossimo capitolo? Spero che la storia stia iniziando a piacervi e ad incuriosirvi. Più la scrivo più sto iniziando ad innamorarmene. A presto con un nuovo aggiornamento. Un bacione.
- Erika -
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