2) Signor Price
Capelli brizzolati fissati indietro con un'abbondante spalmata di gel, pelle abbronzata e un completo elegante blu a costine a fasciare il suo fisico tarchiato.
Il signor Riviera è seduto al bar del Price Hotel a sorseggiare una tazzina di caffè con gli occhi immersi nelle pagine di un giornale.
È fermo lì da almeno un'ora. Nessuna chiamata, nessun contatto di alcun tipo.
Avanti signor Riviera, mi riveli i suoi segreti.
Più resto seduta al bancone del bar con gli occhi fissi nella sua direzione e una penna nera a sfera con la cima mordicchiata tra le dita, più non posso fare a meno di domandarmi di cosa stesse discutendo la notte scorsa in piscina con quell'uomo.
La curiosità mi sta logorando.
E non so per quanto ancora resto qui a fingere di sorseggiare una spremuta sperando in una mossa del signor Riviera, fino a quando dei brividi fin troppo familiari tornano a pervaderemi la schiena a distanza di poche ore.
«È proprio una cattiva abitudine la sua.».
Neanche a farlo apposta, l'uomo di ieri è al mio fianco, la sua bocca a pochi centimetri dal mio orecchio mentre sussurra queste parole, con la voce bassa e roca.
Mi si mozza il fiato in gola e deglutisco pesantemente al ricordo dei suoi occhi sul mio corpo nudo, coperto solo da un leggero accappatoio.
Scaccio quest'immagine dalla testa e mi schiarisco la gola, quindi drizzo la schiena e gli rivolgo un'occhiata fugace di cui sembra non accorgersi, mentre si distrae per urlare qualcosa contro un cameriere.
La pelle leggermente abbronzata, folti capelli neri con una frangia ad accarezzargli la fronte e mascella squadrata.
Insomma, una bellezza illegale, quelle capaci di ridurti le gambe in gelatina.
Ciò che mi lascia più incantata, però, sono i suoi occhi. Sottili e di un blu talmente scuro da sembrare nero. Da vicino sono ancora più magnetici.
«A cosa si riferisce?» mi esce dalle labbra con tono soffuso. «All'ammirare bei ragazzi in costume da bagno? Perché, se è per questo, non sapevo che fosse etichettabile come cattiva abitudine.» continuo, concentrandomi su un ragazzo biondo con un corpo da far invidia al "David" di Michelangelo, poco prima che salti dal trampolino della piscina mettendo in mostra i muscoli tesi delle braccia.
Che caldo. Nessun altro ha l'impressione che la temperatura si sia alzata di duecento gradi?
«Non esattamente.» si sposta davanti a me, bloccandomi la visuale e costringendomi a guardarlo dritto negli occhi, mentre si inumidisce le labbra.
Addio mondo. Se continuiamo così, io di qui non ci esco viva. E adesso so per certo che le mie gambe sono ridotte in poltiglia.
Dal suo ghigno divertito capisco che sia più che consapevole dell'effetto che è in grado di esercitare sulle persone.
Per non dargliela vinta e dimostrargli, sebbene consapevole non sia così, che questo suo trucchetto non funziona su di me, faccio un respiro profondo e punto i miei occhi nei suoi con una sicurezza che non mi appartiene.
«È tutta la mattina che è seduta qui, con lo stesso bicchiere di spremuta d'arancia ormai inacidito, una penna e un bloc-notes davanti e lo sguardo fisso su quell'uomo.» fa una breve pausa, senza mai distogliere l'attenzione dal mio viso, anche mentre fa un cenno del capo in direzione del mio obiettivo. «È un comportamento poco etico, non trova?» china la testa di lato, il ciuffo di capelli che gli scivola sulla fronte.
Qui l'unica cosa ad essere poco etica è il tuo sex-appeal.
No, un attimo. Io sono qui per lavorare, non di certo per farmi distrarre da un uomo dalla bellezza disarmante e rischiare di finire intrappolata sul fondo di un pozzo per non essere riuscita a risarcire i miei genitori.
Penso bene a come replicare per non mandare a monte la mia copertura a meno di tre metri di distanza dal signor Riviera.
E sto per sbattergli in faccia come non sia io l'unica a nutrire un certo interesse nei confronti dell'imprenditore, quando decido di rimangiarmi immediatamente le parole. In fondo, potrebbero essere mille i motivi per cui stesse conversando con lui, ieri sera.
Ed è senza dubbio qualcosa che intendo scoprire.
Ecco, ci sono. Forse non sarà la carta vincente da estrarre dal mazzo, ma, anche così, ti ho in pugno Mister "so di essere un figo stratosferico e non lo nascondo".
«Qui, ad essere poco etico è lei.» arriccia leggermente la fronte, confuso dalle mie parole. «Ho visto come tratta il personale di questo posto. Posso capire che persone come lei siano abituate ad essere circondate da persone disposte a leccare il pavimento su cui cammina, ma un po' di educazione e rispetto non hanno mai fatto male a nessuno.
Potrei benissimo segnalarla, sa?»
Brava Ginger, lo hai steso.
E allora, perché ho l'impressione che lui si stia trattenendo dal ridermi in faccia?
Eppure, non lo fa.
«A chi avrebbe intenzione di segnalarmi, sentiamo?» incrocia le braccia al petto, facendo tendere la camicetta azzurra che gli avvolge il busto.
Distolgo lo sguardo per evitare di farmi distrarre dai muscoli che intravedo al di sotto del sottile strato di tessuto: «Al direttore, ovviamente.» gli occhi fermi sul muro alle sue spalle.
Al che, il tipo finge un colpo di tosse come a voler mascherare la voglia di prendermi in giro. Ancora.
Per mia fortuna fa per andarsene, quindi sto per tirare un sospiro di sollievo e darmi mentalmente il cinque, quando lui si china all'altezza del mio orecchio a scandire, con voce soddisfatta: «Lo ha davanti. Ma ora non posso più trattenermi. Quando si deciderà a presentare reclamo, la aspetto nel mio ufficio. Chieda del Signor Price.» e con questo si dilegua, lasciandomi qui, con la bocca leggermente aperta e lo stupore misto all'irritazione a farmi compagnia.
Zero a uno per me.
E anche del signor Riviera, adesso, più nessuna traccia.
📰📰📰
Alla fine, dopo aver perlustrato l'albergo da cima a fondo e aver rischiato di perdermi almeno cinque volte sulla via del ritorno, mi sono arresa e ho deciso di mettere in pausa la mia caccia all'uomo per concedermi una pausa in piscina.
Come al solito, il signor Riviera non si è smentito. Quell'uomo, quando ci si mette, sa essere introvabile. Peggio del mio gatto il giorno del bagno.
Mentre me ne sto distesa su un lettino con la mia perfetta abbronzatura da mozzarella e un paio di occhiali da sole a coprirmi gli occhi, ne approfitto per verificare se il Signor Price è davvero chi dice di essere.
Dopotutto, chi lo sa, può uscirne qualcosa di interessante da questa ricerca. Forse, anche qualche dettaglio sul Signor Riviera di cui non sono ancora a conoscenza.
Quando però sul mio schermo compare l'immagine di un viso fin troppo riconoscibile, sposto le lenti scure da davanti gli occhi e mi avvicino allo schermo del mio portatile. Come se questo potesse aiutarmi a confutare la realtà che mi si presenta davanti.
Non stava mentendo. Lui è davvero il proprietario di quest'hotel.
E di altri sette sparsi per il paese.
Insomma, da quel che vedo scorrendo tra le varie immagini sul suo profilo Instagram, se la passa davvero bene.
Tra foto di meeting, vacanze a bordo del suo yacht in posti esotici e al fianco di personaggi di spicco, a colpirmi è uno scatto che si distingue da tutti gli altri. È in bianco e nero. Seduti su una panchina sotto ad un albero in autunno, Ethan Price con un braccio ad avvolgere le spalle di una giovane ragazza sorridente, anche lei intenta a cingergli il busto.
E non so per quale motivo mi soffermo a studiarne ogni piccolo dettaglio, quasi come stesse cercando di dirmi qualcosa di importante che non riesco a cogliere.
Mi abbandono sullo schienale della sdraio lasciando fuoriuscire dalle mie labbra un impercettibile sospiro. Nello stesso momento, dal lato opposto della piscina, riconosco il ragazzo della foto. È girato di spalle, impegnato in una conversazione con una ragazza distesa su un lettino.
Ma nell'istante in cui poso lo sguardo su di lui, quasi come lo avesse percepito a bruciargli la pelle, si volta di scatto nella mia direzione. Le sue pupille fisse nelle mie.
Ed è allora che capisco.
Vita.
È questo ciò che ho visto in quella foto, e che, invece, in questo istante non riesco a intravedere.
Distolgo l'attenzione, non più in grado di sostenere l'intensità delle sue iridi blu scuro.
E anche quando so che se ne è andato e con un nuovo articolo in cui viene nominato il Signor Riviera nella schermata principale, non riesco a scacciare l'inquietudine percepita nei suoi occhi.
Chi sei, Ethan Price?
•••
Eccomi con un nuovo capitolo fresco fresco!
Purtroppo ho ritardato nel pubblicarlo, essendo stata una settimana lontana da casa.
Comunque, spero possa esservi piaciuto!
Se vi va, lasciate una stellina o un commento che mi fa sempre piacere 🥰
Alla prossima :)
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