Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Il potere del vino

Piccola premessa
In questa OS userò per la prima volta i nomi in Quenya, ma non disperate, metterò l'indice dei nomi qui sotto.
Buona lettura

Indice dei nomi:

Nelyafinwë/Nelyo = Maedhros

Findekáno/Findo = Fingon

Nolofinwë = Fingolfin

Fëanáro Curufinwë/ Curufinwë = Fëanor

Irissë = Aredhel

Findaráto/Finno = Finrod






-Aaah, Nelyafinwë, eccoti qui finalmente. Cominciavo a temere che non arrivassi più- disse Findekáno con un sorriso, dirigendosi verso il cugino, appena entrato nel grande salone del palazzo del figlio maggiore di Nolofinwë.

Nelyafinwë sorrise a sua volta, levandosi il mantello e appendendolo al muro con l'unica mano che gli rimaneva. Findekáno lo osservò con un fiero sorriso dipinto in volto. Niente gli procurava più gioia di vedere suo cugino e più caro amico riuscire a convivere con la sua menomazione.

-La pioggia ci ha un po' rallentati- disse Maedhros a mo' di scusa, senza tuttavia cancellare dal viso il sorriso che aveva da quando era entrato nella sala.

Findekáno si avvicinò al cugino. I due si sorrisero un'ultima volta prima di stringersi in un caloroso abbraccio.

-È bello rivederti dopo tanto tempo, Nelyo- disse Findekáno guardandolo negli occhi, dopo che si furono separati.

-Lo stesso vale per me, Findo.- Il figlio di Nolofinwë sorrise.

-Preferisci parlare con me in camera mia, in privato, o va bene qualsiasi luogo?- chiese Findekáno in tono allegro.

-Non credo di avere questioni particolarmente segrete di cui discutere, ma credo di sentirmi più a mio agio in privato.-

-D'accordo, allora. Vieni con me- disse il cugino, aspettando che Nelyafinwë si affiancasse a lui prima di iniziare a camminare.

-Allora? Come vanno le cose dalle tue parti?- chiese Findekáno, mentre con il Fëanoriano si dirigeva verso le sue stanze.

Nelyafinwë scrollò le spalle. -Tutto bene, gli Orchi e i servi di Morgoth non ci danno molti problemi. O almeno, non più del solito. Ma tu? Parlami di te. Come vanno le cose?- Findekáno fece un sorriso amaro.

-Diciamo bene- sussurrò. Nelyafinwë sollevò un sopracciglio.

-Sicuro? Dal tuo tono non si direbbe...- Findekáno scosse la testa, come per allontanare cupi pensieri.

-Sicuro. Sono solo questioni di cuore, poco importanti. Va tutto bene, non preoccuparti per me- rispose il figlio di Nolofinwë.

-E invece mi preoccupo. Sei mio amico sin da quando ti ho preso in braccio da neonato, abbiamo giocato insieme, abbiamo cavalcato insieme, abbiamo combattuto insieme. Sei come un fratello per me, e non voglio che tu stia male. Perciò dimmi: cosa ti cruccia?- Findekáno scosse la testa, con un sorriso divertito dipinto sulle labbra, come se Nelyafinwë non capisse un punto fondamentale.

-Lascia stare, amico mio, non è nulla. Sto bene.- Il figlio di Fëanáro avrebbe voluto indagare oltre, ma sapeva che suo cugino non gli avrebbe detto altro.

Arrivarono agli appartamenti di Findekáno. Il padrone di casa aprì la porta, e invitò l'ospite ad entrare con un elegante gesto della mano. -Dopo di te- disse con un sorriso, ricambiato dal cugino.

-Prego, accomodati- disse Findekáno.

Nella stanza vi era un grande letto a baldacchino, le coperte di un blu intenso e profondo, i cuscini bianchi e candidi. Un grande camino era posto di fronte al letto, nel quale ardeva un fuoco scoppiettante. Fra il letto e il camino erano posti due divani verde scuro, messi inclinati rispetto al muro, come se formassero un triangolo con il caminetto. Erano rivolti verso il fuoco. Fra loro, sul pavimento, vi era un tappeto dalle decorazioni complicate e intricate, rosso e blu. Sopra vi era un tavolino, con una bottiglia di vino rosso e due calici.

Nelyafinwë si sedette su uno dei due divani. Il cugino lo raggiunse poco dopo, accomodandosi su quello di fronte. -Desideri del vino?- chiese Findekáno prendendo in mano la bottiglia.

Nelyafinwë annuì. -Sì, grazie.-

Il Re dei Noldor gli versò con un gesto fluido il vino nel bicchiere, poi lo versò nel suo.

Attese che il cugino assaggiasse il suo prima di iniziare a parlare.

-Allora? Come vanno le cose?-

-Come ti ho già detto, il Nemico non ci sta dando troppi proble...-

-No, no- disse Findekáno con un gesto impaziente della mano. -Non mi importa delle tue terre al momento, voglio sapere come stai tu.-

Nelyafinwë rimase lievemente stupito dalla domanda. Altre volte si era confidato con il cugino, altre volte esso aveva voluto sapere come stava, ma mai in maniera così diretta.

-Al momento sto bene, grazie.-

-E prima? Stavi bene anche prima?-

-Anche- disse Nelyafinwë con un sorriso.

-Ma tu invece? Tu stai bene?-

-Benissimo, non preoccuparti per me.-

Il ricordo del viso malinconico di Findekáno poco prima si affacciò alla sua mente.

-Vedi ancora tuo fratello?- chiese Nelyafinwë per cambiare discorso. Il cugino scosse la testa.

-Non lo vedo da molto, così come Irissë. Spero solo non sia accaduto loro nulla di male...- disse Findekáno con un sospiro.

-Però ho notizie di Finno, nostro cugino.-

-Mi farebbe molto piacere sentirle. È molto che non lo vedo.-

I due cugini seguitarono a parlare per ore, sorseggiando vino. Nelyafinwë si ritrovò, senza sapere come, Findekáno seduto accanto a lui. O meglio, mezzo steso sopra di lui, i fianchi che aderivano perfettamente l'uno all'altro, il viso di Findekáno posato sulla spalla di Nelyafinwë, il braccio attorno al suo collo.

Il Fëanoriano udì il cugino sospirare. -Va tutto bene?-

-Più o meno.- Findekáno fissava le fiamme mutare e danzare nel camino. -È che mi manca la mia vecchia vita, mi manca la nostra terra natia, mi mancano i giorni dove eravamo solo due giovani allegri e spensierati, senza l'ombra di Morgoth a incombere su di noi. Mi mancano le nostre cavalcate, mi mancano le nostre avventure e le nostre chiacchierate.-

-Stiamo chiacchierando proprio ora- puntualizzò Nelyafinwë. Findekáno sbuffò divertito.

-Sì, ma io intendo le chiacchierate sotto il sole, stesi su un prato oppure in sella a un cavallo.- La mano del figlio di Nolofinwë scivolò su quella del cugino, intrecciando le dita a quelle del Fëanoriano.

Nelyafinwë sentì qualcosa agitarsi nel suo cuore: era una strana sensazione, come una persona a lungo desiderata che si è finalmente accorta dell'interesse provato, mista ad agitazione.

Una parte di lui voleva mollare subito la mano, consapevole del loro grado di parentela, mentre l'altra, la parte più permissiva del suo essere, gli diceva di non pensarci e di lasciare la mano così com'era. Dopotutto Findekáno era il suo più caro amico.

Rimase molto a combattere con se stesso per quella decisione, ma non ci fu bisogno di decidere nulla, perché il figlio di Nolofinwë gli lasciò la mano.

Esso girò il viso verso il cugino. Nelyafinwë si perse nei profondi occhi scuri dell'amico: erano grigi, ma di un grigio così scuro da essere quasi nero, al contrario di quelli di Nelyafinwë, che erano molto più chiari.

Sembravano il cielo notturno. A Nelyafinwë parve quasi di vedere le stelle negli occhi del cugino.

-Ti ho fatto una domanda.- La voce di Findekáno giunse ovattata e indistinta alle orecchie del Fëanoriano, come se quest'ultimo fosse dentro una sfera di vetro.

Nelyafinwë sbatté le palpebre, sorpreso, come se lo avessero appena distolto da un sogno a occhi aperti (e, in effetti, era proprio così). -Eh?-

Vide le labbra di Findekáno stirarsi in un sorriso. -Ti ho fatto una domanda- ripeté lui. -Non mi hai sentito?-

-Ehmm... uhmmmm... no, mi dispiace, cosa mi avevi chiesto?- Il sorriso del Re dei Noldor si allargò. -Nulla di importante.-

Prese il suo bicchiere, nel quale era rimasto ancora un po' di vino, e bevve fino a svuotarlo completamente.

Solo allora Nelyafinwë si rese conto della vicinanza dei loro visi. Sentì il cuore battere più forte per l'agitazione. Non riusciva a capire cosa stava succedendo, e questo lo faceva sentire insicuro e a disagio. E Nelyafinwë odiava sentirsi insicuro.

-Findo...-

-Sì...?-

-Cosa stai facendo?-

-Io? Nulla. A parte... questo.-

Con un gesto repentino, baciò Nelyafinwë sulle labbra.

Non fu un gesto secco e breve, anzi. Fu lento, incredibilmente lento, morbido e caldo come un abbraccio. Avvolse Nelyafinwë come una dolce coperta, come una protezione. Una meravigliosa protezione di cui non voleva liberarsi, nonostante la parte più razionale del suo cervello gli dicesse di farlo.

Quella sensazione svegliò qualcosa, nel petto di Nelyafinwë, qualcosa che pareva aver dormito per secoli. Era un sentimento che non aveva mai provato prima, qualcosa di feroce e allo stesso tempo dolce, qualcosa di più che semplice amicizia: qualcosa che, nel tempo, era diventato qualcosa di più forte.

Nonostante le bellissime sensazioni che stava provando, si costrinse ad allontanare Findekáno. Siamo parenti per amor del cielo!

Gli occhi di Findekáno si colmarono di tristezza quando il cugino lo allontanò. -Perdonami- sussurrò. -Probabilmente il vino mi ha offuscato la mente, probabilmente non ero consapevole di quello che stavo facendo. Perdonami- disse in tono triste.

Nelyafinwë si sentì un verme. Odiava essere l'artefice della tristezza e del dolore altrui, come quando, da bambino, giocando con i suoi fratelli faceva loro accidentalmente del male.

-Findo io...- il figlio di Nolofinwë alzò lo sguardo.

-Tu...?- disse con un tono che lasciava trapelare una certa speranza.

Nelyafinwë scosse la testa. -Perché lo hai fatto?-

La luce speranzosa che si era accesa negli occhi di Findekáno svanì.

-Credo che quel vino mi abbia giocato qualche strano scherzo...-

-Abbiamo bevuto solo una bottiglia, e non era neanche vino forte. Ci vuole ben altro per far ubriacare un elfo.-

Prese il viso di Findekáno fra le mani. Vide una luce spaventata, mista a una delusione incommensurabile. Ma vide anche paura, come quando da piccolo il cugino veniva a rifugiarsi nel suo letto dopo gli incubi, a casa del loro nonno.

-Findo...- sussurrò Nelyafinwë. -Va tutto bene...- disse accarezzandogli una guancia. -...Tutto bene...- Il suo viso si stava avvicinando a quello del cugino, fino a che non poté sentire il respiro caldo del Figlio di Nolofinwë sulle guance.

Senza riflettere sulle possibili conseguenze, senza pensare a eventuali disastri, Nelyafinwë posò le labbra su quelle di Findekáno.

Lo sentì irrigidirsi contro il suo corpo, per poi distendersi e lasciarsi andare.

Quando il loro bacio terminò, il Fëanoriano guardò il Figlio di Nolofinwë con dolce affetto, un sorriso dipinto sul suo viso deturpato dalle cicatrici.

-Tu... tu...- balbettò Findekáno. Deglutì, come se le parole che voleva dire fossero troppo grosse per oltrepassare la sua gola. -Tu... mi ami?-

-Sì, Findo.- Il mento di Findekáno ebbe un tremito, i suoi occhi erano lucidi.

-Da quando?- la sua voce tremava, come se temesse la risposta o le conseguenze.

-Non lo so- ammise Nelyafinwë. -Forse da sempre, ma ero troppo stupido e cieco per accorgermene.-

Findekáno rimase in silenzio per qualche istante prima di attaccarsi alle labbra del cugino, come se non dovesse baciarle mai più.

-Anche io ti amo- sussurrò, staccandosi da Nelyafinwë. -Ti amo da sempre- disse prima di gettarsi sul Fëanoriano, abbracciandolo e baciandolo come se fossero i loro ultimi momenti da amanti, facendolo cadere disteso sul divano.

In seguito, Nelyafinwë, cercando di riportare alla mente quei momenti, non ricordò mai come lui e Findekáno fossero finiti sul letto, privi delle loro calzature.

Ricordava solo il calore dei loro corpi stretti l'uno all'altro, i gemiti e i respiri delle loro anime innamorate.

Nelyafinwë si trovava disteso sotto Findekáno, entrambi ancora vestiti, che gli baciava con ardore e passione tutto il viso e il collo.

La bocca ardente del Figlio di Nolofinwë percorse i segni ruvidi delle cicatrici in tutta lo loro lunghezza, prima di avviarsi verso il collo.

Intanto, le sue mani erano scivolate sui bottoni della camicia di Nelyafinwë, sfilandoli dalle asole. Quando furono tutti sbottonati, Findekáno lo liberò dell'indumento, e lo lanciò sul pavimento.

Si staccò dal collo del cugino per ammirare il torso nudo, perfetto e muscoloso di Nelyafinwë.

Per anni, circa da quando aveva visto il cugino togliersi la camicia per la calura estiva, aveva sognato di poterlo guardare per bene, di poterlo toccare e solleticare, di poterlo baciare e mordere, fino a far emettere a Nelyafinwë un qualsiasi verso di piacere.

E ora poteva.

-Sei bellissimo...- sussurrò.

-Anche tu- rispose Nelyafinwë con un sorriso imbarazzato. Anche Findekáno stirò le labbra in un sorriso.

-Ti amo- sussurrò prima di chinarsi sul suo petto.

-Ti amo anch'io, Findo-

Le labbra di Findekáno si posarono con delicata passione sullo sterno di Nelyafinwë, e iniziarono a tracciare una catena di baci che passava per il petto, per entrambi i capezzoli e per l'addome, fino ad arrivare a un punto di poco superiore al basso ventre, ancora coperto da pantaloni.

-Findo, cosa vuoi...?- Findekáno invitò il cugino al silenzio, con un semplice e dolce gesto della mano. Non alzò lo sguardo. Staccò le labbra dal corpo di Nelyafinwë, il giusto tempo per slacciarli i pantaloni e toglierglieli.

Ad essi toccò la stessa sorte della camicia, gettati sul pavimento freddo, dimenticati.

La bocca di Findekáno si poggiò nel punto dove si era staccata, scatenando una calda passione nel basso ventre di Nelyafinwë.

Il Figlio di Nolofinwë riprese a tracciare la catena di baci che aveva interrotto.

-FindekánOH- esclamò Nelyafinwë, quando le labbra del cugino presero a baciare il suo membro.

Ben presto non ci furono più solo baci.

Nelyafinwë emise un gemito strozzato quando le labbra di Findekáno si chiusero attorno alla sua virilità.

Il Fëanoriano chiuse gli occhi, abbandonandosi completamente a ciò che stava provando.

Non aveva mai creduto di poter provare certe emozioni con nessuno, né tantomeno con suo cugino.

Brividi intensi di piacere gli impedivano di pensare, di parlare, di fare praticamente qualsiasi cosa. Gemiti strozzati si levavano dalla sua gola, intervallati a volte da un lieve e sussurrato "Findo".

Sentì la lingua e le labbra del cugino ritirarsi dal suo membro. Le sentì depositare un bacio dopo l'altro sul suo corpo scolpito e perfetto, mordicchiando e succhiando la carne.

-Ti amo Nelyo...- disse Findekáno, prima di tirarsi su e sovrastarlo con la sua imponente figura. -Ti amo da impazzire...- disse prima di calare su di lui.

Nelyafinwë lanciò un grido quando entrò nella stretta intimità dell'amato cugino. Chiuse gli occhi, iniziando a muovere il bacino e gemendo a ogni spinta. Sentiva la voce di Findekáno che, come i loro corpi, si univa alla sua. Aprì gli occhi, è un lieve sorriso gli salì alle labbra nel vedere il figlio di Nolofinwë gemere e ansimare per causa, anzi no, per merito suo.

Iniziò a spingere più forte, sempre più forte, fino a che lui e Findekáno non emisero all'unisono un lungo grido di piacere.

Allora, svuotato delle forze, il Re Supremo dei Noldor si distese di fianco al Fëanoriano, intrecciando una delle proprie mani alla sua. Con l'altro braccio gli circondò il petto, in un abbraccio pieno d'amore.

-Ti amo Nelyo...- disse appoggiando la testa al suo corpo, prima di addormentarsi. Fece appena in tempo a sentire la risposta di Nelyafinwë.

-Ti amo anche io, Findo-

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro