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XI cap - MAMMA

Un mese prima - HOOK'S POV
Ancora una volta mi ritrovo a guardare dentro il baule. Ancora una volta vedo il disegno donatomi da mia sorella. Ancora una volta vedo il ritratto della mia famiglia. Poi lo vedo. Un agenda, forse un diario di bordo. La copertina è fatta di pelle e una cingia decorata in bronzo lo tiene chiuso. Quanti ricordi di cose lontane.

FLASHBACK
-Mamma! Bentornata! -
-Amore mio! Ho incontrato la maestra oggi mentre tornavo dal mercato. Mi ha detto che hai fatto grandi progressi! Dice che stai imparando a scrivere oltre che a leggere. Per questo ho deciso di farti un regalo.-
Solo ora mi accorgo che tiene una mano dietro la schiena, cercando di nascondermi qualcosa.
Le faccio un sorriso, sono un bambino di poche parole. Ma lei mi conosce. Sa che quel sorriso vale più di mille ringraziamenti. Finalmente me lo porge.
E io lo prendo e lo stringo avidamente fra le mie mani. È costoso. Costoso secondo i canoni della mia famiglia. Ha faticato per regalarmelo e io non so come ringraziarla. La sera mi addormento stringendolo fra le mie braccia. È il mio tesoro.
FINE FLASHBACK

Sorrido al ricordo. Non l'ho mai usato. Anche se non ricordo il motivo. No, aspettate. Lo ricordo. Mio padre me lo tolse come punizione per aver dimenticato di mettere l'acqua nella sua sacca da lavoro. Mia madre me lo aveva ridato prima della mia.... partenza.

Passo le mani sulla copertina. Così morbida. Apro delicatamente la cinghia.
Un pirata che fa qualcosa delicatamente, sto diventando folle.Non può essere.
Quando la vedo mi blocco. Una lettera.

A te...figlio mio
Non so se leggerai nell'immediato questa lettera, forse accadrà più in la.. Cosa mi ha spinto a scriverla? Non credo ti vedrò per il tuo ventesimo compleanno, quindi prendila come un biglietto di auguri nascosto sotto la torta, come facevi tu da piccolo con me...un modo ulteriore per dirsi: ti voglio bene!

E' la prima volta che ti scrivo una lettera .. anche se fiumi di parole ci hanno inondato in questi anni..quanto ti ho parlato! Ti parlavo prima che vedessi la luce, raccomandandoti di venir fuori sano, ti anticipavo della qualità e della quantità del mio amore, ti raccontavo delle mie sensazioni, di ciò che provavo man mano il mio pancione cresceva o quando si muoveva perchè tu scalciavi. Ti raccontavo di questa donna che tuo malgrado diventava tua madre..era un modo innocente e tenero per non farti trovare all'improvviso davanti ad una sconosciuta. Ti leggevo ad alta voce i miei libri, ti cantavo le mie canzoni preferite perchè anche tu l'amassi. Ti dicevo delle mie ansie e, ricordo che gli ultimi giorni ti sussurravo di non aver fretta. Mi chiedevo a chi avresti somigliato, che carattere avresti avuto e nell'attesa preparavo per te l'accoglienza degna di un re. E, soprattutto mi impegnavo solennemente di essere una madre perfetta. Non credo lo sia stata sempre, anch'io ho sbagliato, ho ceduto e qualche volta deluso. Ma non esistono scuole per genitori..si va a naso, a sperimentare empiricamente, si formulano ipotesi, balenano idee, pensieri, ci si interroga a volte facendosi divorare dai dubbi e, si sottopongono al vaglio dell'esperienza per testarne l'efficacia, la validità o meno. Non è un metodo sempre certo..o si azzecca o si sbaglia. Ma più di tutto ho seguito il cuore amandoti in maniera illimitata, non ricattabile, instancabile, seconda a nessuno. che gioia tenerti nel mio abbraccio, che incanto compiaciuto vedere il tuo sguardo fissarmi come a voler imprimere il mio volto nella tua mente, che felicità allattarti, che piacere le tue piccole mani che circumnavigavano il mio viso come a volermi esplorare.. che pazzia felice, per me, le tue risate, le tue scoperte, i tuoi primi passi, le prime parole. Che dolore i tuoi pianti. Ricordi? Non ti piacevano le favole standard, volevi che te le inventassi lì per lì...e io, sempre agli ordini, inventavo racconti in cui di scena era ora il contadino, ora un passero, ora la luna..e fin qui...ma apriti cielo se a distanza di tempo ne volevi risentire una, se poco poco ti davo una versione diversa, mi facevi fare sforzi di memoria incredibili finchè, povera me, non mi avvicinavo alla versione primaria. Era bello vederti crescere, io crescevo insieme a te..Educarti è stato piacevolissimo e gratificante, spero per entrambi, mai la mia mano si è alzata per uno schiaffo o una sculacciata..mi sedevo accanto a te e ti spiegavo perchè una cosa non andava fatta, ciò che era sbagliato, ingiusto, pericoloso, ma non erano mai sermoni. Io odio le prediche da sempre, sia riceverle sia farle, piuttosto partivo da un particolare, una situazione, un'immagine, una persona vista per strada... Anche tu hai avuto un bel da fare con me...mi rendo conto che fronteggiare e neutralizzare una mamma apprensiva non è cosa facile... Ma forse mi capirai quando nel cerchio della vita, tu sarai al mio posto...avere tra le mani una gemma preziosa fa diventare cauti. Chissà. Probabilmente non vedrò mai i miei nipoti. Prima la mia malattia, che anche ora mentre ti scrivo questa lettera, mi costringe a letto e poi tuo padre. Ma non voglio ricordarti i tuoi dolori. Quindi mi limiterò a ricordarti il mio amore.
Il tempo è volato tra giochi, favole, monellerie, conversazioni, attenzioni, impegno, fatiche, scuola... ricordo ancora quando ti ho comprato questo diario. Speravo che un ragazzo timido come te potesse esprimere con l'inchiosto i suoi sentimenti. Adesso sarai grande...un uomo.
E anche se il tuo destino ti sta portando lontano, anche se io non sarò più così necessaria, anche se amerai un'altra donna più di me, io ci sarò sempre, anche l'oltre, anche solo per farti una carezza, anche se non mi vedrai, perchè nulla è più confortante e benefico della carezza di una madre. Con tutto l'amore di cui sono capace, grazie!

La mamma

È inevitabile. Non si può non piangere dopo una cosa del genere. Mi asciugo le lacrime e mi siedo alla scrivania.

Cara mamma,
Non leggerai mai questo diario. In realtà non so neanche se sei viva. Voglio dedicarti questo diario, così mi sentirò più vicino a te. Ho deciso che forse è il momento di tornare a casa. Ma dov'è casa? Voglio trovare Crysthal, quindi Non mi arrendo. Sono sei mesi che vi cerco! Siamo sempre stati una famiglia di viaggiatori. E non ho mai odiato questa cosa quanto adesso.
Non mi arrendo. In ogni città che visito è sempre la stessa storia.
"Si li conosciamo, ma sono andati via parecchio tempo fa".
Stavi così male, mamma... perché viaggiare tanto? Sono stanco di cercare, ma non mi arrendo. Te lo prometto mamma: io vi troverò!

Presente
Apro la cella. La piccola mi salta al collo sotto lo sguardo incuriosito e preoccupato di Aria.
Sento le sue lacrime calde bagnare la camicia nera che indosso. Mi stringe forte, fino a farmi mancare il respiro, ma non mi da fastidio. Mi sento a casa, per la prima volta dopo anni. Non riesco a parlare, no. Non voglio. Cerco di imprimere nella memoria questo momento che niente al mondo potrebbe rovinare. Tutto ciò che ho attorno non mi importa. Non mi interessa neppure che quella ragazza mi veda piangere.
Sento la testa di Crys sollevarsi dalla spalla su cui è appoggiata e la sua mano ancora tremolante avvicinarsi al mio viso e lasciare leggere carezze. E sorrido, sorrido veramente.

Alloraaaaa...innanzitutto scusate il ritardo. Ma credo di essermi fatta perdonare. Questo capitolo mi ha emozionato ed è lunghissimo.
Allora un commentino mi farebbe piacere, mi fate contenta???

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