[Passato ~ 04 ~]
Nathan Hunt.
Quel nome non suonava affatto nuovo ad Hal.
Eppure sembrava esserci un enorme vuoto nei ricordi che lo riguardavano.
Così grande.
Come se la sua esistenza fosse stata cancellata dalla memoria di Hal a partire dal momento in cui lo aveva conosciuto.
Trovandosi davanti a quel ragazzo su cui sentiva di sapere tutto e, allo stesso tempo, nulla, rimase spiazzato.
Continuò a sorridere, confuso come non lo era mai stato.
"Qualcun'altro da aggiungere alla lista dei sospettati."
Si disse, tentando di sdrammatizzare la sua attuale situazione.
-È quasi ora di tornare in classe.- commentò Nathan, raccogliendo il libro.
Abby lo precedette, afferrando il romanzo e sollevandolo in aria.
Per quanto in alto si sforzasse di lanciarlo non riusciva a superare la testa del ragazzo, che lo riprese un attimo dopo.
-Hai sempre avuto gusti strani!- esclamò lei, sorridente.
"Un sorriso davvero sincero finalmente." pensò Hal.
Nathan passò il libro alla mano sinistra, mettendola dietro la schiena.
-È ora di andare, Miss Fastidio.-
Abby gli si avvicinò saltellando.
-Potete almeno dirci perché siete così in sintonia?- chiese Jace osservandoli perplesso, ma senza però perdere il suo entusiasmo.
-Siamo nella stessa sezione.- spiegò lui.
-La migliore fra tutte!- concluse Abeline.
Se ne andarono camminando sottobraccio, un attimo prima che la campanella suonasse.
La differenza d'altezza fra i due era bizzarra ma, pensandoci, in confronto a Nathan chiunque sarebbe sembrato basso.
-È successo tutto molto in fretta, direi.-
La voce di Clare era un po' spenta: la vergogna per quell'incontro così insolito non l'aveva ancora abbandonata.
Hal, allo stesso modo, si sentiva a disagio. Sia per la confusione che per la situazione in sé.
-Se non vogliamo far tardi ci conviene seguirli.- disse Jace, girandosi di spalle.
Sembrava non aver capito quanto quella nuova conoscenza fosse stata imbarazzante, ma in fin dei conti era fatto così. Inutile ripeterlo.
Gli altri due rimasero a lungo fermi mentre il cortile si svuotava.
Non appena rimasero soli, Hal posò una mano sulla spalla dell'amica: -A quanto pare qualcuno si è aggiunto al gruppo.-
-Da quanto credi si conoscessero?- lei rispose con un tono alquanto nervoso, cominciando a mordicchiarsi un'unghia.
-Non ti avevo mai vista così interessata a qualcuno.-
Clare sembrava pensosa: fissava il vuoto, camminando verso l'istituto.
-Andiamo.- disse, -Si sta facendo tardi.-
~~~
Il resto della giornata passò in fretta, le ore di lezione sembravano aver perso la loro noiosa lentezza.
Fino all'uscita da scuola, però, Clare non si girò mai verso Hal, come sempre aveva fatto.
Lui decise di aspettarla davanti al cancelletto d'entrata, per poi raggiungere la metro.
La vide ferma sotto ad uno dei semafori all'incrocio, con lo sguardo assente.
Hal corse verso di lei, un attimo prima che scattasse il verde.
-Non aspettiamo gli altri?-
-Non abbiamo mai fatto lo stesso tragitto.-
Si riportò una dito alla bocca, torturando nuovamente le sue unghia. Il ragazzo prese delicatamente il suo polso, allontanandole la mano dal viso.
-Scusa, lo avevo dimenticato.-
Clare gli rivolse un debole sorriso, un misto tra lo scettico e il forzato.
Tutto quel nervosismo, quelle emozioni che contrastavano con la sua natura dolce, non erano da lei.
Sembrava così fragile in quel momento, tesa come una corda di violino.
Camminarono per un po' prima di raggiungere la metropolitana.
Di solito era un momento gioioso, uno di quelli che ogni giorno entrambi aspettavano.
Il fatto che Nathan le fosse rimasto impresso da qualche parte nel cuore era ormai fin troppo ovvio.
Hal le camminò a fianco con le mani in tasca.
Non proferirono parola.
La metro era piena di studenti, come lo era sempre stata.
Sembrava già essere arrivata la sera, insolitamente.
Una giornata decisamente corta.
Le porte automatiche del treno si aprirono davanti a loro.
Erano riusciti a trovare un posto contro uno dei grandi finestrini e, ogni volta che qualcuno entrava nell'affollato mezzo, Hal veniva spinto contro il vetro appannato.
Clare era davanti a lui, a qualche centimetro dal suo torace.
"Una situazione familiare."
Sapeva benissimo che da lì a poco avrebbe ricevuto la telefonata di Abeline. Gli venne quasi da ridere.
Si sentiva una specie di "Re del Tempo" per quanto suonasse stupido a lui stesso.
Come aveva previsto, Clare tirò fuori il cellulare con la cover fucsia e, poco dopo, fu spinta verso il suo petto dai binari rovinati su cui sferragliava il treno.
-Hey!-
Il ragazzo le posò delicatamente le mani sulle spalle, mantenedendola.
-Hai una presa salda.-
commentò lei, tornando sorridente per un attimo.
Quella frase, in seguito ai numerosi avvenimenti, non fece altro che provare definitivamente che Hal fosse tornato al punto in cui era stato mandato la prima volta.
Rimaneva un'unica domanda.
Dopo la telefonata di Abby, sarebbe stato scaricato in un altro punto della linea temporale?
Con questo quesito in testa l'attesa divenne più nervosa.
Aveva quasi timore di ricevere la chiamata.
Sbiancò come se dovesse svenire.
Nello stesso momento in cui il telefono gli vibrò nella tasca sentì come di cadere in un dirupo.
Lentamente lo tirò fuori e lesse sottovoce:
"Abby."
Accettò la chiamata senza dire nulla.
Come si aspettava, Abeline recitò per due volte:
-La gente era partita per le guerre, affidando ai miti occhi delle stelle, a notte, dalle alte torri azzurre, la custodia di quei fiori.-
Riattaccando subito dopo.
Clare alzò lo sguardo, posandolo su quello pallido dell'amico.
-C'è qualcosa...-
Hal giurò di avvertire una specie di distorsione, come se per un momento il tempo si fosse fermato.
-...che non va? Hai un'aria abbastanza sconvolta.-
Il ragazzo si bloccò, aspettandosi che lei ripetesse la frase, riportandolo alla sera prima o chissà dove nel tempo.
-Mi senti?-
Clare gli sventolò una mano davanti al volto, perplessa da quell'atteggiamento assente e timoroso.
Hal, in risposta, mise una mano sugli occhi, ridacchiando.
-Sì, scusami.- scrollò le spalle, continuando a sorridere: -Sono solo un po' stanco, te l'ho detto.-
L'altra si voltò nuovamente, tentando di non far caso a quella troppo evidente bugia.
-Siamo quasi arrivati.- disse, indicando il finestrino opposto, a cui erano accalcati uomini e donne d'ogni tipo.
-Già, siamo quasi arrivati.-
Ripeté Hal, poggiando la testa contro il vetro.
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