Volo.Capitolo 29.
Respiro a pieni polmoni e lascio che l'aria gelida del primo mattino mi colpisca in pieno viso.
Finestrino abbassato, capelli al vento e sguardo al cielo.
I magnifici colori dell'alba entrano in contrasto con il mio umore grigio.
A cosa penso guardando questo cielo?
Un tempo quando mi dicevano che lassù c'era un posto migliore io ci credevo.
Derek si trova davvero lì? Nel tanto stimato paradiso?
No, non c'è posto per quelli come noi lì. Ci viene rinnegata la vita, figuriamoci la vita dell'oltre.
"Ma allora per chi c'è posto?" mi chiedo, sempre con lo sguardo perso.
Chi è così perfetto da poterci entrare? Forse coloro che hanno torturato me e Derek?
Forse i genitori che abbandonano i figli perchè non sono come vorrebbero?
O forse coloro che umiliano, ingiuriano e uccidono?
Ma sì, loro hanno tutti i requisiti. A chi importa a quante persone hanno fatto del male? Loro sono perfetti, loro sono secondo natura.
Alla loro morte i loro peccati si dissolvono e tutti li piangono.
Ma chi li piange gli omosessuali torturati, o uccisi?
Chi lo piangerá Derek?
Io, solo io, dal momento che la sua famiglia, a sua detta, l'ha sempre detestato.
Derek è stato ucciso da uno degli uomini in arancione. Stento a credere che sia stato un incidente.
Ma ora quell'uomo, chiunque esso sia, non riceverá nessuna punizione per ciò che ha fatto. Uccidere un omosessuale nei centri di conversione é lecito tanto quanto torturarli.
Viviamo in un mondo dove l'omicidio è un attentato meno grave dell'omosessualitá.
Ed è per questo che abbandono per sempre lo Utah. Forse non conosceró mai il paradiso ma stando qui ho conosciuto l'inferno.
Torno a Los Angeles da Jack.
Walter aveva lasciato la sua auto appena fuori il muro che abbiamo scavalcato. Ed ora ecco che mi accompagna in aeroporto.
-Non è colpa tua Aron.-
Distolgo lo sguardo dal cielo rossastro e torno alla realtá.
-Se solo fossi riuscito a farlo salire nella finestra ora sarebbe qui con noi.-
-Non abbiamo potuto farci niente, Era debole. Ora sta in un posto migliore.-
-Tu davvero credi questo?-
non c'era ancora stato modo di confrontarmi a tu per tu con Walter.
-Sì.- afferma con sicurezza.
-Tu che fino a qualche giorno fa odiavi quelli come me? Tu che hai preferito mentire e gettarmi merda addosso pur di salvare la tua reputazione?-
-Aron, io ti ho salvato...-
-Lo so, ma...non capisci? Avresti potuto evitare tutto questo. Avresti potuto salvarmi prima che ce ne fosse bisogno.
Noi eravamo buoni amici, non posso credere ancora che tu sia stato così egoista.-
-Io voglio ancora essere tuo amico. Sono cambiato, credimi. Ho riconosciuto i miei errori e ho capito che dovevo rimediare.
Ero a New York quando ho saputo dai miei dove ti avevano portato. Non so come, ma gli era giunta la voce.
Ho passato notti in bianco, in preda al rimorso, e poi sono partito. Ho detto ai miei genitori che non mi trovavo bene a New York, e che avrei rinunciato al viaggio, così sono tornato qui. È stato difficile entrare a lavorare in quel postaccio, ma l'ho fatto, solo per te.
Il libro di Mormon è chiaro a riguardo, non dobbiamo mai ferire il prossimo.-
Attonito, cerco di non curarmi di quelle belle parole.
-Non puoi difendere un omosessuale se segui ancora ciò che dice quel libro.-
-Ti sbagli Aron. Io sono ancora un mormone, amo la mia cultura e le mie tradizioni, non le voglio abbandonare.
Ma amo anche te, come amico. Non voglio più privarmi delle cose che amo.
Non è quel libro la tua minaccia, piuttosto è l'interpretazione che alcune persone gli danno.-
Rabbrividisco. Non l'avevo mai vista in questo modo.
Improvvisamente mi sento uno schifo per essergli stato così poco riconoscente.
-Ti chiedo scusa.- dico a testa bassa.
-Ti ho trattato con diffidenza. Anche a me piacerebbe esserti amico, ma so che non sará più come prima.-
Walter mi sorride, toglie la sua mano destra dal volante per stringere la mia.
-È comunque un buon inizio.- afferma lui.
-Sai, a farmi capire il terribile errore che ho commesso è stato proprio Jack. Poco dopo la tua partenza è venuto a chiedere di te, voleva sapere dove tu fossi. Mi ha minacciato per saperlo.
Sono state le sue parole, più che sincere, a rimettermi in riga.
Mi ha detto che non dovevo rinnegarti, e che tu l'hai cambiato, che era innamorato.
Ho pensato che tra di voi era nato del buono e io l'ho spezzato.
Così gli ho detto dove trovarti, ed è partito di corsa.-
-Sì Jack me lo ha detto, prima che rovinassi tutto andandomene.
Ma c'è una cosa che non mi torna. Quella storia della scommessa...era vera? O te la sei inventata per assicurarti che andassi via? E se è vera, perchè l'hai detto a mia madre?-
-Oh merda, la scommessa, giá!- esclama.
-Quella non è stata opera mia.-
-Che intendi?-
-Alex ha sentito il discorso tra me e Jack. Si è arrabbiato moltissimo per avergli detto dove trovarti. Così ha pensato che se tua madre avesse saputo cosa stava realmente accadendo al figlio avrebbe fatto di tutto per riportarlo a casa. Così mi ha obbligato a dire tua madre questa storia, che è vera.
Jack ha fatto veramente questa scommessa. Ma credimi, ne era pentito. Non stava mentendo, ne sono sicuro.-
-Cosa? Alex? Dovevo immaginarlo.-
sospiro.
-Il Jack di una volta avrebbe fatto una cosa del genere. Ma se si é pentito perché non me l'ha detto?
-Forse aveva paura di come l'avresti presa. Aveva paura di perderti.-
-Mi ha perso comunque, per colpa di Alex.-
-Quello che conta ora è che stai tornando da lui.-
-Sì.- stavolta sono io a stringere la sua mano e sorridergli.
Arriviamo in aeroporto, il volo è tra qualche ora, così Walter decide di farmi compagnia mentre aspetto.
-Tieni.- mi dice Walter porgendomi dei soldi.
Esitante, lo guardo con aria interrogativa.
-Non guardarmi così, lo so che non è molto ma ho giá speso parecchio per il biglietto, questo è quello che mi rimane. Prendili, come farai a spostarti una volta arrivato lì senza soldi?-
Gli sorrido e decido di prendere i soldi.
-Grazie.-
-Oh figurati, servono più a te che a me ora.-
-Non solo per i soldi. Grazie per tutto quello che stai facendo.
Nessuno ti ha chiesto di rischiare la vita per me eppure l'hai fatto.-
-Non sono più l'egoista di una volta.
Sai, molti uomini della nostra chiesa si comportano da bravi signori, quando in realtá commettono tutti i peccati possibili.
Perchè fingere di avere una coscienza pulita se possiamo davvero averla?
Non voglio essere come quegli uomini Aron.-
-Sono felice di sentirtelo dire.-
Quando finalmente giunge l'ora di prendere l'aereo, saluto Walter con un abbraccio.
-Ci rivedremo.- mi dice lui.
-Certo, ti sono debitore Walter.- sussurro al suo orecchio destro per poi allontarmi lentamente da lui.
Quando mi volto, lacrime cominciano a rigare il mio viso. Lacrime di gioia e di dolore.
Il pensiero di rivedere Jack mi fa fremere di gioia.
Per contro, la perdita di Derek grava su di me come un macigno.
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