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Scoperta.Capitolo 10.

ARON

È mattino, mi sveglio di soprassalto e ci impiego un paio di secondi a capire che non sono nel mio letto.
Mi sono addormentato sulla scrivania dove stavo scrivendo il mio diario.
Ancora assonnato mi guardo un pò intorno per prendere il diario e nasconderlo prima che qualcuno lo veda.
Spalanco gli occhi quando guardando la scrivania noto che il diario non c'è più.
Comincio ad agitarmi. Il cuore comincia a battere e il respiro si fa sempre più affannoso mentre con gesti sempre più disperati disordino tutta la stanza per cercarlo.

D'improvviso sento la porta sbattere alle mie spalle.

-Cercavi questo?-
Mi giro e vedo Walter appoggiato di schiena alla vecchia porta di legno con il mio diario in mano.

Cazzo. Spero con tutto il cuore che non l'abbia letto.
Mi avvicino velocemente verso di lui e me lo riprendo. -Grazie.- dico.

-Sai, so che non avrei dovuto, ma l'ho letto.-

Il mio cuore si è fermato.
L'ha letto, oh merda.

-Sai all'inizio è stato divertente, scrivevi cose più che infantili quando avevi 14 anni.
Poi andando avanti non è stato più così spassoso.-

Feci finta di non capire. Sperando che non fosse arrivato fino a infondo.
Ieri ho scritto tutto su Jack, quanto sono stupido.
-Di che parli?- chiesi cercando di nascondere la mia paura.

-Dimmi che quello che c'è scritto nell'ultima pagina non è vero Aron.
Dimmi che è uno stupido scherzo.-

Ora sì che sono veramente fottuto.
Ogni dubbio è tolto. L'ha veramente letto.

Abbassai lo sguardo non sapendo cosa dire, mi sentivo colpevole. Walter,il mio migliore amico, mi stava facendo sentire tale.

Vedendo la mia reazione Walter capì subito che ciò che aveva letto era tutto vero.
-Aron,non ci posso credere!
Questo è il peccato più grande della nostra religione! Cosa ti passa per la testa eh? Dovremo rispedirti a casa ora!-

Mi sentivo uno schifo.
La mia omossessualità; ci convivevo da pochissimo tempo, doveva restare un segreto, e invece ho rovinato tutto quanto.

Non potevo neanche negare, le pagine di quel diario parlavano chiaro.

Ormai è finita. Walter mi ha scoperto.
Caddi in ginocchio e scoppiai in lacrime davanti a lui.

-Ma non farò niente di tutto ciò.-
Walter sembrava impietosirsi.
-Sei il mio migliore amico, proprio da quando eravamo piccolissimi.- proseguì - Non voglio tradirti e mandarti in quel posto di pazzi.-

Udendo queste parole alzai immediatamente lo sguardo e lo guardai negli occhi. -Grazie.- riuscii a dire con voce soffocata.
Mi alzai e andai ad abbracciarlo ma Walter si scostò.

-Ciò non significa che il nostro rapporto sarà come prima.
Rimarrai qui, in casa, terrai quella finestra sempre serrata e uscirai solo con me. Se ti vedrò uscire da solo racconterò tutto agli altri. Non costringermi a farlo.

Era disgustato. Il mio migliore amico per quanto sia omofobo mi sta facendo un piacere, ma mi sta anche minacciando.

-Mi stai minacciando Walter.- risposi facendolo rendere conto della situazione.

-Non avrei mai voluto arrivare a tanto.- nelle sue parole vi era del rammarico. Lottava contro se stesso per riuscire a dirle. Noto che sta quasi per piangere quando mi prende nuovamente il diario dalle mani e dice -Questo sará meglio bruciarlo.-

Quelle furono le sue ultime parole, poi uscì e mi lasciò da solo nella mia stanza. Cominciai a piangere come non mai.

Da questo momento in poi la mia vita non fará altro che degenerare.

JACK.

Ho preso un'iniziativa che credevo non fosse possibile per me.
Ovvero ritrovare me stesso.

Mi sono perso in questi anni.
Per molto tempo sono stato soltanto un concentrato di superficialitá.
Un ragazzo immerso totalmente nel suo ego.

Palestra, lavoro, discoteca e scopata: questa era la mia giornata tipo.
Mi sorprende adesso constatare che la mia giornata è quasi del tutto cambiata.
Non vado più in palestra, ormai credo di non averne più bisogno. Vado al servizio di volontariato, poi vado a lavoro e poi rientro a casa. Niente più serate e ragazzi.
No, non più, ormai preferisco sdraiarmi sul letto e pensare ad Aron fino ad addormentarmi.

Sono passati giorni dalla nostra ultima chiaccherata. Non l'ho più visto in giro, neanche in lavanderia.
Passo il mio tempo attaccato alla finestra in attesa di lui. Tre giorni così, e ancora niente. La sua finestra è tassativamente chiusa. Giuro che mi sto preoccupando.
Credo di non farcela più, devo sapere cosa sta accadendo e ho una brutta sensazione, non può essere svanito nel nulla.

Così decido di prendere coraggio, voglio andare a cercarlo di persona.
Mi vesto e esco di casa, mi avvio verso la sua, sospiro e poi busso.

Con mia grande delusione fu uno degli altri mormoni ad aprire la porta.
Credo che questo sia Walter.

Appena mi vede mi lancia un'occhiataccia e chiede -Che vuoi?-

-Hey!- cerco di ignorare la sua strafottenza nei miei confronti. -Sto cercando Aron, è in casa?-

-No, Aron non c'è, ciao.-
Proprio mentre lui diceva quelle parole un ragazzo biondo spuntò dietro di lui. Aron.

Walter stava per chiudere la porta ma glielo impedii forzando la porta col braccio e la riaprii.

-Hey Aron, vieni fuori.- dissi rivolgendomi a lui.

Walter si voltò di scatto e quando lo vide gli fece un espressione incazzata. Quasi come se lo stesse rimproverando.

Aron abbassa la testa e sparisce all'interno di una delle stanze.

-Senti pivello, lascia in pace Aron! Gli stai rovinando la vita!- queste ultime parole le disse con più rabbia.
Poi chiuse la porta sbattendomela in faccia.

Rimango immobile davanti alla porta cercando di capire cosa può essere successo.

Perchè vogliono tenermi lontano da Aron? Che abbiano scoperto qualcosa? Non ci voglio nemmeno minimamente pensare.

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