Ricaduta.Capitolo 6.
Sono disgustato.
Disgustato da quel che è successo ieri, e disgustato da me stesso.
Ho appena capito di provare attrazione per il mio stesso sesso.
Sono sotto shock, ho pensato di poter essere tutto nella mia vita ma non questo, non gay.
Questo non può far altro che peggiorare la mia vita, che giá era una merda.
Ho ceduto di fronte ai suoi occhi, mi ci sono tuffato dentro e ci stavo annegando.
Ho ceduto alla 'tentazione del diavolo' così come direbbero i miei genitori.
Per loro infatti tutti gli omosessuali sono stati traviati negativamente dal diavolo. Ed è quello che è successo a me.
Jack, lui, mi ha trascinato nelle sue grinfie.
Stanotte non ho chiuso occhio.
Pensavo a quanto ora la mia vita sia rovinata, se mai qualcuno dovesse venire a saperlo, sarei morto.
Ma non lo saprá nessuno, eccetto Jack certo.
Ora devo cercare di stargli più alla larga possibile.
Oggi è domenica, ovvero l'unico giorno della settimana in cui possiamo dedicarci interamente al riposo. Ah giá, e alla lettura della bibbia, sai che palle.
Siamo costretti a seguire tutte le regole imposte dalla nostra chiesa.
Se non le seguiamo, si rischia la scomunica, ovvero l'allontanamento dalla famiglia. Non che sarebbe male dal momento che viviamo praticamente in prigionia, se venissi scomunicato almeno sarei libero.
Eppure è un obbligo. Stare lontano da casa per ben due anni, senza poter neanche telefonare casa. Giá anche avere un telefono è di divieto.
Dopo aver letto un libro della bibbia, (e aver rischiato di addormentarmi) decido di uscire fuori a prendere un pò d'aria.
Qui a Los Angeles c'è sempre il sole, a differenza della mia cittá dove piove spesso. Qui si sta bene.
Mi siedo in una panchina a leggere l'unica cosa di quel libro che non reputo noiosa, la creazione del mondo. Mi piace poter arrivare alla fine e immaginare che ci sia scritto che tutto è lecito, che tutto è permesso.
Che uomo possa amare uomo e che donna possa amare donna. Così ora sarei libero di essere ciò che sono.
Mi riporta alla realtá una voce, sì, proprio quella che non volevo sentire.
-Ehi Aron, come va?-
Ovviamente è Jack, che si sta avvicinando.
-B..bene...tu?- balbetto.
-Alla grande! Che leggi?-
-Ehm, no niente di interessante.- dico chiudendo il libro sacro e poggiandolo alla mia destra.
Lui sembra vederlo e leggere il titolo.
-Oh ma che noia, credevo leggessi qualcosa di figo, tipo Hunger Games, o Harry Potter!-
-Beh sai, non c'è consentito leggere libri se non sono sacri, perciò no, anche se mi piacerebbe leggere altro.-
Dico mentre mi alzo per andarmene, avrei dovuto farlo prima ma non ci sono riuscito. Ho paura di quello che possa farmi, perciò mi avvio di nuovo verso casa.
-Certo che è una vera merda la tua religione eh...senza offesa.-
Dice lui tappandosi la bocca con la mano al termine della frase.
So che non voleva offendermi, ha solo pensato a voce alta.
E ha detto una cosa che ho sempre voluto urlare anche io.
Vedendomi rientrare in casa decide di ritarsi anche lui salutandomi, menomale.
È incredibile come la mia fissa per lui mi abbia fatto dimenticare la rabbia che ho provato giorni prima quando l'ho attaccato al muro. Ora lo vedo con occhi completamente diversi. Anche se mi sono imposto di non vederlo affatto.
Io sono un ragazzo semplice, romantico, lui beh, non lo conosco! Mi basta vedere che ogni notte si porta a casa qualche bel tipo, ubriaco fradicio. Non voglio sapere cosa facciano una volta entrati dentro.
Si ok lo spio. L'ho faccio da ancora prima di aver scoperto di essere gay.
Sin da quando l'ho visto la prima volta ne son rimasto colpito, e non era di certo un caso.
Sono sul pianerottolo e sto per entrare quando vedo Jack ruzzolare giù per le scale dolorante.
-Che dolore! ahh aiuto!-
Continua a urlare in maniera disumana una volta terminata la caduta dalle scale.
Non so cosa fare.
Speravo che qualcuno si facesse avanti per aiutarlo, perche io non devo averci niente a che fare, ma non c'è nessuno, siamo solo io e lui.
Non posso di certo guardarlo soffrire!
Mi avvicino verso di lui e lo aiuto a rialzarsi.
-Grazie- sospira. -Ti prego aiutami ad andare dentro.-
Lo vedo mettere una mano lungo il gluteo destro e quando la riporta sù vedo sangue, molto sangue.
Alla vista del sangue comincia a imprecare sempre di più.
Cerco di non starlo a sentire, non sono abituato a sentire bestemmiare la gente. Anzi, dalle mie parti chi bestemmia rischia parecchio.
Ma direi che nel caso di Jack bestemmiare è il minimo, perciò me ne frego.
-Si può sapere come hai fatto?-
-Il coltellino nel portachiavi. Mentre le sfilavo dalla tasca si è aperto, ho messo male un piede facendo le scale e si è conficcato lì nella caduta.
Che male.-
-Okay tranquillo. È stata veramente una caduta idiota.
Ora entriamo dentro.- cerco di calmarlo un pò.
Mentre lo aiuto a camminare sostenendolo per un braccio, ci avviamo verso il bagno, e quando arriviamo lui si appoggia al lavandino ancora dolorante.
-Ti prego dà un'occhiata alla ferita.-
Rimango un pò sorpreso da questa proposta. Insomma, mi sta chiedendo di guardargli il culo.
-Ehm, non so se...-
-Si che puoi! Dai.-
Senza pensarci molto gli abbasso i pantaloni, poi le mutande.
Una piccola ferita sanguinante si estende in quella zona che mi crea imbarazzo guardare.
Anche se devo ammettere che non mi dispiace guardarlo.
-Hai dei cerotti?-
Chiedo.
Dopo aver disinfettato la ferita che menomale non era poi così profonda, mi chiede di accompagnarlo fino al letto.
Quando lo raggiungiamo si lascia cadere e ancora dolorante respira affannosamente. Si toglie la maglietta dicendo di avere caldo.
Ok, la cosa si sta facendo pericolosa, non posso fare a meno di guardarlo, è irresistibile.
-Grazie Aron, come avrei fatto senza di te.-
Dice per poi afferrare la mia mano.
Mi tira sempre di più a se facendomi piegare sempre di più verso di lui.
Ci risiamo. Come qualche giorno fa, il mio sguardo si interseca con il suo, mi perdo ancora in quei bellissimi occhi smeraldo.
Posso sentire il suo fiato sulla mia pelle, siamo vicinissimi.
Mi accarezza dolcemente i capelli mentre le nostre labbra ormai si sfiorano.
È tutto fottutamente perfetto.
Troppo, per poter andare avanti.
...
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