Primo passo.Capitolo 4.
JACK.
Sono ancora a letto, non ho praticamente chiuso occhio.
Ho passato quasi tutta la notte a pensare come avrei potuto riuscire a conoscere il biondino della casa affianco.
Non sono mai stato così determinato, ma quando c'è in ballo una scommessa, io devo vincerla.
Mi alzo e mi dirigo verso il bagno, mi getto abbondantemente acqua in viso, fa un caldo da morire essendo in piena estate.
Dopo essermi rinfrescato, mi affaccio alla finestra, e dalla casa affianco vedo del movimento, i mormoni stanno uscendo per cominciare a fare quelle loro patetiche messe a chiunque gli apra la porta.
Vedo tre ragazzi, ma nessuno di questi è quello a cui io punto, magari è ancora dentro casa o magari è giá uscito.
In ogni caso questa è sicuramente un'occasione da non perdere!
Se luí è ancora lì dentro non mi resta che andare e parlarci, fingerò di essere dispiaciuto per essere stato così scortese ieri con lui.
Per mettere alla prova il suo probabile istinto gay metto qualcosa di attraente. Di solito si dice che i ragazzi in tuta sono eccitanti, beh, questa è l'occasione per mettere in mostra le mie forme.
Indosso un paio di pantaloncini da corsa, veramente molto corti; una canotta rosso fuoco attillata, mi dò velocemente una sistemata ai capelli ancora fuori posto ed esco di casa.
Faccio jogging ogni mattina, quindi nel caso chiedesse perchè sono conciato in quel modo, ho una buona scusa.
I tre ragazzi sono ormai scomparsi dalla mia visuale, così mi avvio in tutta tranquillitá alla casa che sta a tre passi dalla mia.
Suono il campanello e mi do un'altra sistemata ai capelli.
Nessuno apre, probabilmente è partito prima degli altri.
Faccio il primo passo per tornare indietro quando la porta, con mia totale sorpresa, si aprì.
Ad aprirla è lui, il famoso biondino. Ora che sono qui voglio sapere il suo nome, non posso mica chiamarlo 'biondino' tutta la vita!
Era vestito come ieri, camicia bianca e cravatta, sta veramente da Dio.
Mentre lo squadro dalla testa ai piedi mordendomi il labbro superiore noto che anche lui non perde tempo.
Mi sta fissando e riesco subito a leggere un minimo di imbarazzo sul suo volto.
-Hey, come va bello?- è la prima cosa che riesco a dire.
-Credevo odiassi quelli come me, cosa ci fai qui?- risponde lui freddamente.
-Volevo solo chiedere scusa per come ti ho trattato ieri sera, beh, non è da me essere scortese, e poi dopotutto siamo vicini di casa no?
Perciò se non te l'ho ancora detto, benvenuto in questo quartiere di merda!-
Lui mi guarda perplesso e dopo un po fa una risatina, mostrando un sorriso da far invidia e dice. -Okay, scuse accettate. Ora devo andare.-
Tutto qui? È di poche parole questo tizio, così non mi aiuta per niente, e se ne va così?
-Ehm..aspetta, dimmi almeno il tuo nome.-
Dissi un pò imbarazzato per quanto quella frase potesse sembrare tipica di un film romantico.
-Mi chiamo Aron, e tu?-
-Jack, piacere.-
-Piacere mio.- disse voltandosi mentre giá si stava incamminando di tutta fretta.
Okay, è stato un fiasco totale ma almeno ho saputo il suo nome.
La cosa non cambia molto le cose ma è pur sempre un inizio.
Ma quello che accadrá questa stessa sera cambierá ogni cosa.
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