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La Storia di Jack|Parte 2| Capitolo 16.

...-La scoperta che fece mio padre riguardo la mia omosessualitá determinò la svolta della mia vita.
Mio padre è la persona più omofoba che io abbia mai conosciuto, a parte ai tuoi 'amici' mormoni ovviamente.
Avevo 18 anni e mentre lui, come al solito, andava a ubriacarsi al pub, ne approfittai per invitare un amico. Mia madre non era in casa il giorno.
La cosa che mi viene più difficile da dire è che mio padre ogni notte quando rientrava picchiava mia madre, ed è questo il motivo per cui quella notte andò a dormire da una sua amica; era sabato e sarebbe rientrato più ubriaco di sempre.
Io e il mio amico...beh in realtá il nostro rapporto andava oltre l'amicizia. Ad ogni modo, io e lui stavamo sul divano quando cominciammo a...sì beh hai capito.
Ricordati che allora ero da un ragazzo all'altro, scopare per me era una sorta di consolazione.
Era presto e non potevo certo immaginare che mio padre sarebbe rientrato.
Mi ricordo ancora la sua espressione inimitabilmente inorridita quando ci vide.
Cominciò a urlare, rincorse il mio amico per tutta la stanza mentre raccoglieva i vestiti di corsa. Quando riuscì a fuggire mio padre lo rincorse per qualche metro e poi tornò indietro verso casa.
Riuscii a trovare appena il tempo di rivestirmi e ora non sapevo dove nascondermi.
Quando varcò di nuovo la porta di ingresso non si curò di me, tirai un sospiro di sollievo, ma le sue intenzioni erano ben'altre che lasciarmi stare. Raggiunse il soggiorno, aprì un cassetto e tirò fuori una pistola.
Non ero a conscenza del fatto che ci fosse un arma in casa. Sono rimasto sconvolto.
Il terrore che provai in quel momento non è paragonabile a nulla. I suoi occhi da pazzo furioso mi scrutavano desiderosi di vedermi sanguinare.
Scappai il più velocemente possibile con lui alle calcagna Continuava a sparare a caso, era troppo ubriaco per prendere bene la mira.Correvo pregando di non essere colpito. Raggiunsi la casa del mio vicino, il signor Wes, che sentendo il rumore aprì la porta. Mi gettai dentro la sua casa di tutta fretta. Cercai di tirarlo dentro casa ma lui si oppose, non capiva cosa stesse accadendo, rimase affacciato incuriosito e quando si accorse del pericolo era troppo tardi.
Venne colpito. Il povero signor Wes venne colpito al posto mio.-

Si ferma qualche secondo per prendere fiato e per trattenere le lacrime. Poi riprende:

-È rimasto ferito. È finito in ospedale per due mesi ma alla fine è morto. E mio padre è finito in carcere per omicidio.-

Mentre lo ascolto mi accorgo di essere rimasto letteralmente a bocca aperta. Tutto pensavo del suo passato tranne questo.

È incredibile vedere come l'omofobia riduce le persone.

-Sono sconvolto Jack. Mi dispiace per tutto questo. Mio padre non è certo meglio, ma tu hai descritto il tuo come un autentico mostro.-

-Perchè lo era. Piacchiava mia madre, era sempre ubriaco, mi costringeva a lavorare, mi impediva di studiare e mi voleva uccidere. Come definiresti una persona del genere?-

Già, senz'altro un mostro.
Il silenzio comincia a regnare per alcuni secondi mentre immobili ci fissiamo. Mi sono pentito di avergli fatto questa domanda, non dovevo, lo vedo turbato.
Ma la curiositá è una mia prerogativa e mi salta in mente un'altra domanda.

-Come sei finito qui Jack?-

-Decisi di abbandonare la mia vecchia casa, non volevo più stare in quel quartiere malfamato.
Mia madre la vedo ancora anche se raramente. Non avevo soldi per l'universitá così mi sono messo alla ricerca di un lavoro, ma andando avanti ho cambiato idea. Ho pensato di non aver bisogno di studiare. Ho trovato il lavoro che faccio tutt'ora e mi pago l'affitto della casa da solo.
Ora sto bene. E da quando ci sei tu ancora di più.-

Mi sciolgo di fronte alle sue ultime parole.
-Anch'io sto meglio con te. Anzi direi che hai cambiato la mia vita.-

-E tu hai cambiato me, in meglio.-

Mi perdo nei suoi occhi lucidi, stanno per scoppiare. Mi dispiace di aver riaperto la porta dei suoi brutti ricordi, il suo dolore è contagioso e come un bambino viene da piangere anche a me.

-Grazie per avermi raccontato questa parte di te, non me lo sarei mai aspettato.- gli sussurro all'orecchio per poi baciarlo.

Jack mi fissa per qualche secondo per poi dire- Esco fuori a prendere un pò d'aria.-

-Certo vai pure.-
lo guardo uscire dalla stanza ancora con gli occhi lucidi.

Appena Jack chiude la porta un suono mi fa sobbalzare.
È il telefono di Jack, mi avvicino al comodino alla quale è poggiato, gli è arrivato un messaggio da Giuly, se non sbaglio è la sua amica .

Dice :"Il tempo è quasi scaduto per la scommessa caro, ci sei riuscito? Se sì vogliamo le prove :P"

Piuttosto perplesso indietreggio.
Scommessa? Quale scommessa? Le prove di che cosa?
Non avrei dovuto leggere quel messaggio. Ora mi tormenterò di domande.
Comincio a farmi mille film mentali cercando in qualche modo qualche collegamento tra me e quel messaggio, ma non riesco a trovare niente.
Non so perchè però ho la sensazione che quel messaggio sia legato a me.

O forse no. Forse sono io permaloso.
Mi lascio cadere di nuovo sul letto e mi tranquillizzo. Probabilmente sono solo cose tra amici, sono affari loro, non mi devo immischiare, io e Jack stiamo insieme da pochissimo, sarebbe indiscreto fargli sapere che ho violato la sua privacy leggendo i suoi messaggi. Perciò non dirò niente.

Decido di non dargli peso, infondo è solo un messaggio.



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