Famiglia.Capitolo 31.
Tre mesi dopo
-Hey Aron, me lo passi quel vassoio?- chiede Giuly.
-Certo, tieni.- le dico porgendole un vassoio in acciaio, Giuly fa per prenderlo ma quando mi accorgo che è talmente lucido da potercisi specchiare ritraggo il braccio.
-Hey, guarda che capelli. Con tutto questo lavoro non ho avuto più molto tempo per me.- dico cercando di sistemarli rapidamente.
-Oh, ma guarda che vanitoso!- afferma Giuly, appoggiata da Rob che dietro di lei se la ride.
-Io? Pff, no!-
Attraverso il vassoio posso vedere Jack che si avvicina. -Un po' lo sei.-
Mi volto e faccio per rispondere ma lui mi afferra per i fianchi e mi dà un bacio.
-Oh no, ecco che ricominciano!- esclama Rob infastidito.
-Sei solo geloso!- ribatte Jack sempre tenendomi stretto tra le sue braccia.
-Come procede qui?- Layla entra in cucina con la sua solita camminata da passerella.
-Siamo quasi pronti.- afferma Anne mentre porta in sala due vassoi.
Layla rivolge lo sguardo verso me e Jack -E voi piccioncini datevi da fare, è l'ultima sera ed è solo per noi, voglio che tutto sia perfetto.-
Io e Jack, quasi imbarazzati, sciogliamo l'abbraccio.
Quando tutto è pronto, usciamo in sala. È bello vedere questo ristorante così per una volta: vuoto e silenzioso.
Layla vuole chiudere qualche settimana per prendersi un po' di vacanze. Il che mi fa piacere, ho proprio bisogno di riposo.
È da quando sono tornato dallo Utah che lavoro qui. Jack è riuscito a convincere Layla, non è stato molto difficile. Layla rispose che era felice di "avere un altro bel giovanotto a bordo della sua nave". Era talmente entusiasta da dire frasi a vanvera. Ma Layla è fatta così. È una donna elegante, spiritosa e sempre sorridente.
Verso me e gli altri ha uno spirito quasi materno. Ci tratta come i figli che non ha mai avuto.
È lei che ci tiene tutti uniti. Grazie a lei e ai miei colleghi, che ora considero amici, quando sono a lavoro mi sento a casa.
Prendiamo tutti posto a tavola, Jack siede alla mia destra e Anne alla mia sinistra.
-Che ne dite di iniziare con un brindisi?- Layla si alza tenendo in mano il suo bicchiere di vino.
-Un grazie a voi, che lavorate sempre con alacrità e con zelo. Un grazie a voi come amici, che decidete di spendere una delle vostre preziose sere a cenare in compagnia di una cinquantenne.-
Layla ignora la risata generale e prosegue -Ogni anno facciamo questa cena, quest'oggi peró c'è una persona in più: Aron. Sono felice che tu finalmente abbia trovato un posto dove sentirti a casa. Ho sempre dato valore alla famiglia, purtroppo non tutti la vedono come me. Alcuni genitori fanno del male ai propri figli, credendo di fargli del bene. Io ti voglio solo dire che se vuoi, noi possiamo essere la tua famiglia. Come vedi a noi non importa qual è il colore della tua pelle, il tuo orientamento sessuale, da quale nazione provieni, quale gruppo musicale ascolti o qualsiasi altra cosa. Noi non giudichiamo nessuno, per noi conta la personalità, e tu ne hai una d'oro.- Layla solleva il calice ed esclama -Ad Aron!-
Tutti sollevano il bicchiere eccetto me, che rimango immobile in preda all'imbarazzo. Probabilmente sono diventato rosso.
Jack mi tranquillizza prendendo la mia mano e stringendola. Poi si volta e mi sorride, uno di quei sorrisi ammalianti, che sono felice di ricambiare, sentendomi sollevato.
Per tutto il tempo della cena, sono rimasto a riflettere sulle parole di Layla. Io ho avuto una famiglia una volta, mi dava calore e affetto, mi faceva sorridere quando ero triste e mi sosteneva nel momento del bisogno. Possono due genitori smettere di dare tutto questo? Nel mio caso sì.
Ogni tanto mi mancano, ma non quelli di qualche mese fa, quelli di un decennio fa.
Mi trattavano come un angelo quand'ero piccolo, innocente e ignaro di ciò che la vita mi avrebbe riservato.
Poi hanno cominciato a trattarmi come se fossi un demone, e come si fa di solito con i demoni, hanno cercato di esorcizzarmi.
Hanno cercato di eliminare quella parte acerba di me, per riavere indietro solo la parte buona.
Perché la cultura religiosa per alcune persone è più importante dell'amore per i propri figli?
Sono stato peccatore di un peccato che non esiste.
Mentre i miei genitori...loro sì che hanno peccato, hanno rinnegato me, membro della loro famiglia, mandandola così in pezzi.
Ho trovato il giusto equilibrio qui, con queste persone. Eppure siamo tutti diversi.
Famiglia non vuol dire avere lo stesso sangue e credere nella stessa religione.
Famiglia vuol dire essere in grado di amare e di rispettare un membro di essa per quello che è.
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E siamo così giunti alla fine!
Voglio ringraziare di cuore tutte le persone che hanno letto la storia, che hanno commentato e votato.
Ci tengo a fare una precisazione. La storia è tratta da un film(come scritto nella descrizione) che si chiama Latter Days.
Inizierò un lavoro di revisione per correggere errori che magari mi sono sfuggiti qua e là.
Termino col dire che ho scelto di parlare della religione dei mormoni per restare fedele al film a cui mi sono ispirato. Ma avrei potuto scegliere qualsiasi religione! Cristianesimo o religione musulmana o altre ancora! Sono tutte religioni che condannano l'omosessualità.
E se dico "religioni che condannano" non vuol dire che le persone che ne fanno parte la condannino anch'esse. Esistono eccezioni(rare a seconda anche della religione) e ne sono grato.
Un' ultimissima cosa poi me ne vado, giuro.
Se ne avete voglia passate a dare un'occhiata alla mia nuova storia "1943. Tre passi per sopravvivere" (più dettagli a riguardo nel capitolo successivo di questa storia). Vi invito a leggerla se siete interessati. 😊💕
Grazie ancora e alla prossima 💕
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