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Corsa contro il tempo.Capitolo 14.

JACK

Quel che è successo ieri è una vera e propria catastrofe.
Ho cercato di mantenere la calma ma la veritá è che avrei voluto sopprimere quei tre trogloditi e fuggire via con Aron.
Ma non sono riuscito a fare niente. Me ne sono andato. Ero giá in ritardo per il lavoro, è li che stavo andando quando ho incontrato Aron e mi sono intrattenuto con lui.

Cazzo! Se ci ripenso.
Prendo a calci qualsiasi oggetto mi capiti tra i piedi mentre vago in una Los Angeles illuminata esclusivamente da lampioni e grattacieli.
Sto tornando a casa da lavoro, e non è stata una serata per niente piacevole.
Ho rovesciato due vassoi pieni, rotto un piatto e persino versato l'acqua sulla giacca di un signore.
Inutile dire che stasera avevo la testa altrove.
Cosa ne sará di Aron adesso? Lo isoleranno di nuovo o tornerà nella sua odiosissima cittá nello Utah? Se così fosse, devo muovermi, non posso lasciarlo andare via, quello di ieri non può essere stato il nostro ultimo saluto.

Sono le cinque del mattino quando rientro finalmente in condominio. Non mi faccio scrupoli, nonostante l'ora, a bussare alla porta dei mormoni.

Busso con forza, anzi sarebbe meglio dire, picchio con forza la mano sulla porta.
Ad aprirmi è Walter.

-Oh no, ancora tu!? Che vuoi? E a quest'ora poi.- dice con tono assonnato

-Voglio vedere Aron.-

-Sei arrivato in ritardo, è giá partito.-
Cerca di chiudermi la porta in faccia ma non glielo permetto, infilo il piede dentro e spingo la porta per aprirla nuovamente.

Cazzo, lo sapevo, l'hanno rispedito a casa.
Devo sapere di più. Io devo vederlo, non riesco ad accettare che se ne sia andato così.

-Dimmi, dov'è ora? A che ora è partito?-

-Sono cose che non ti riguardano frocio! È colpa tua se se n'è andato! Ed è anche colpa tua se ce ne andiamo noi!
Giá, i nostri genitori ci hanno ordinato di trasferirci in un altra città per stare lontani da un frocio come te! Hai fatto ammalare Aron, potresti far ammalare anche noi altri.-

Queste parole gravano su di me come un macigno. Vengo visto come il male, come una persona negativa che addirittura fa ammalare le persone.
Ma sono veramente io il male di questa fottutissima societá se l'unica cosa che ho fatto è aver amato un uomo?

Caccio via dalla mia mente questo terribile pensiero e cerco di ignorarlo.

-Stammi a sentire figlio di puttana. Dimmi dov'è diretto. Dove cazzo lo avete mandato?-

-Sparisci prima che ti faccia male sul serio.- risponde.

Una risata nervosa fuoriesce dalla mia bocca. -Ma guardati, con un braccio ingessato, ma che pensi di fare? Il fatto che io sia gay non significa che non possa farti il culo. Anzi.-

Lo afferro per la maglietta e lo attacco al muro con tutte le mie forze.

-Senti. Io lo amo. Tu non puoi capire, ma non me ne fotte di quel che pensi tu o chiunque altro, ho smesso di dare retta alla gente molto tempo fa.-
Riprendo fiato.
-È stata un stupida scommessa. Una scommessa da 50 dollari con i miei amici dove avrei dovuto convertire uno di voi...ecco la verità se ci tieni tanto a sapere perchè ho sempre tenuto tanto a lui. Ma ora quella scomessa non conta più perchè io mi sono innamorato di lui!
Non dimenticarti che Aron è sempre stato un tuo amico, non puoi rinnegarlo solo perchè non è come vorresti tu.-

Walter sta in silenzio per un attimo e poi parla. Forse per paura, forse perchè infondo vuole bene ad Aron e si sente in colpa per averlo tradito, anche se non lo ammette.
-Sarebbe dovuto partire alle 3 del mattino. Ma il volo è stato posticipato alle 6 perchè l'aeroporto a Salt Lake City è reso inagibile dal maltempo.-

Gli sorrido. -Spero per te che sia vero
Grazie! Grazie mille!-

Comincio a correre anche se non so esattamente dove. Sento che devo sbrigarmi.
Salt Lake City è la capitale dello Utah.
L'aeroporto di Salt Lake City è momentaneamente bloccato, suppongo per la neve. Nello Utah fa sempre freddo.
Quindi Aron è ancora qui, all'areoporto di Los Angeles!
Guardo l'orologio: le cinque e mezza.
Ce la posso fare.

Prendo il taxi e esorto l'autista ad andare sempre più veloce. Difficile però, dal momento che a Los Angeles c'è traffico ad ogni ora.
Mancano venti minuti al volo e io sono ancora troppo distante.

Arrivo all'aeroporto e sono le 5:57.
Pago l'autista rapidamente e comincio a correre come non ho mai fatto.

Quando entro vedo solo confusione, gente ovunque.
Non lo troverò mai tra tutta questa folla.

Comincio a disperarmi, ho fatto tutta questa corsa per niente.

Improvvisamente scorgo una testa di capelli biondi non tanto lontana da me. Una camicia bianca e una cravatta. È lui.

-Aron!- lo afferro per una spalla e lo faccio girare.
Un uomo sulla cinquantina mi guarda storto.
-Ci conosciamo?-
-Oh, mi scusi, l'ho scambiata per un altro.-

-Cazzo!- esclamo.

Guardo l'orologio: sono le 6:01. È stato tutto inutile.
Mi siedo in una panchina rassegnato.
Rimugino su tutto quel che è successo e penso che averlo conosciuto è stato un errore, un bellissimo errore.
Mi passo le mani tra i capelli e trattengo a stento le lacrime. Faccio per alzarmi e andare a casa ma
una voce conosciuta alle mie spalle mi chiama.

-Hey Jack!-

Stavolta è veramente lui.

-Oh mio dio, Aron.-
Corro verso di lui e lo abbraccio con forza. Stavolta mi è impossibile trattenere le lacrime.

-Stavo per entrare nel gate ma ti ho visto e sono corso da te.- mi dice.

-Quindi non partirai vero? I tuoi ex colleghi si stanno trasferendo puoi venire a stare con me! Non sei più costretto ad andare via!-

-Mi piacerebbe moltissimo Jack.-
Mi bacia.
Un bacio che sembra essere eterno.
Gli sguardi irrequieti delle persone ci scivolano addosso.
L'ho ritrovato ed è tutto mio ora.

-Che ne dici di prenotare una stanza in Hotel? Dobbiamo aspettare che quelli si trasferiscano prima di andare a casa tua.- mi chiede.

-Ma certo, hai ragione!-

Usciamo da quel dannatissimo aeroporto. E prenotiamo una stanza in un Hotel non tanto lontano.

Entrambi abbiamo un sorriso stampato in faccia mentre apriamo la porta.

Un sorriso che nessuno più riuscirá a togliermi finchè sarò con lui.
Mi sento colmo di vita se penso che stavolta ho una vera ragione per vivere, che non è la palestra, il sesso occasionale o l'alcol. Ma è Aron. Aron McGrow.

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