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CAPITOLO 19 - Arlynn


Il Palazzo d'Avorio nel cielo notturno era uno spettacolo che avrei sempre voluto vedere.

Io e Fenris avevamo trovato riparo su una collina a qualche ora di cammino da Histol e stavamo ammirando la piccola sagoma dorata del Palazzo, respirando a pieni polmoni l'aria primaverile e fresca della sera.

"Oggi è il mio compleanno." confessò il Beja in un sussurro.

Io lo guardai, non sapendo bene come rispondere.

"Sono convinto mia madre mi abbia perdonato e si sia ricordata di farmi un regalo." continuò, gli occhi fissi nel cielo scuro.

"Mi ha portato te." concluse il ragazzo, spostando lo sguardo su di me.

Sentii il mio cuore perdere un battito e le lacrime velarmi gli occhi.

"Adesso sei libero, puoi andare dove vuoi." dissi posandogli una mano sulla sua.

"E tu? Dove andrai?"

"Non lo so. Ho tante domande e tanti dubbi." risposi con un sospiro.

"Parlamene."

Esitai. Potevo davvero fidarmi?

La risposta a questa domanda arrivò subito. Si. Potevo fidarmi.

Ero stanca delle bugie e degli intrighi di corte. Avevo bisogno di sincerità.

"Tutto quello che ho raccontato a Jensen è vero. Ho solo omesso alcune parti. Sono fuggita da palazzo con Cyrem, mia guardia del corpo e amico. Non sapevo molto del suo passato , forse la mia colpa è stata innamorarmi senza preoccuparmi dei segreti che celava dietro ai suoi occhi. Occhi che tante volte ho ammirato."

Ingoiai il nodo formatosi in gola e continuai.

Le parole che uscivano come un fiume in piena.

Lo stomaco in subbuglio.

Un gomitolo nella testa che non riuscivo a sciogliere.

"Ho sempre odiato i Ghulp, mia madre me li ha sempre descritti come creature spaventose che rapivano e usavano gli Azzurri per rimettere piede nel mondo reale. Per questo motivo non potevo avere contatti con il mondo esterno, per evitare che uno di loro cercasse di rapirmi. Ma alla morte di mia madre, ho deciso di mettere un punto a questa storia e iniziare a scriverne un'altra. Quindi sono scappata insieme a Cyr fino a Blanndoq, dove ho scoperto che i Ghulp non sono altro che persone innocenti dimenticate dal mondo e che lo stesso Cyrem era uno di loro. Mia madre era a conoscenza della loro innocenza ma non voleva compromettere la mia immagine e il mio futuro matrimonio, quindi scelse di mentire. Non so più cosa fare, non so dove andare e non so dove sia finito Cyr e come comportarmi con lui. Come se non bastasse, ho scoperto che i Ghulp mi ritengono un segno del destino e mi vorrebbero incoronare loro regina." per l'ennesima volta ripetevo le solite frasi, frasi che continuavo a ripetermi nella testa in ogni momento libero fino alla nausea per ricordarmi del nuovo quadro in cui ero stata dipinta e delle verità che mi erano state svelate.

Fenris rimase muto come un pesce, indeciso sul da farsi.

"Regina dei Ghulp" ripetè il ragazzo come in trance.

Io annuii silenziosamente.

"Hai idea di cosa questo significhi?" gli occhi del lupo si erano accesi di speranza.

"Dovrei?"

"Significa che saranno unificati in un unico regno, sotto il comando di un'unica regina. Una regina riconosciuta anche nel mondo umano. Potrebbe essere la loro unica possibilità di essere reintrodotti nel mondo che li ha dimenticati."

A questo non ci avevo pensato. Potevo forse riuscire in questa missione?

"Se le altre minoranze ti seguiranno, il mondo magico avrà finalmente una guida. Saremmo un popolo al pari di quello umano e potremmo finalmente liberarci dalle loro catene."

Liberarci dalle loro catene.

La magia spaventava l'uomo, avevano ridotto specie magiche a schiavitù e sterminato molte altre.

Il Beja aveva appena spalancato una porta che forse portava a ciò che avevo sempre desiderato.

Un mondo di uguaglianza e rispetto.

Parole pericolose e senza futuro .

Essere regina poteva essere una condanna e la soluzione allo stesso tempo?

Avevo avuto appena il tempo di metabolizzare la notizia datami da Cyrem che stavo già valutando questa nuova opzione. Come potevo diventare regina di un popolo a me totalmente sconosciuto che avevo sempre considerato mio nemico?

Ne sarei uscita matta.

In quel momento ammisi a me stessa che, dopo tutto, non ero ancora pronta a fidarmi dei Ghulp.

Ad un certo punto, Fenris si mise in ginocchio davanti a me con la mano destra sul cuore.

"Io, Fenris della Tribù dei Lupi, l'Esiliato, il Ladro, il Sanguinario, giuro fedeltà ad Arlynn della casata dei Ghalindor, portatrice di speranza. Che i miei artigli ti possano proteggere e la mia lealtà appartenere. Il mio futuro è tuo." recitò ad alta voce il Beja.

Un giuramento. Aveva appena pronunciato Il Giuramento. Lo stemma della mia casata, un leone a due teste, comparse sul palmo di Fenris con uno sfrigolio e una debole luce; mancava la seconda parte del Giuramento. Fenris mi spinse a continuare con un sorriso.

"Ti devo la vita e oltre. Rendimi onore accettandolo." mi mormorò.

Conoscevo Fenris a malapena da due giorni e lui mi stava prestando giuramento. Stava affidando il suo futuro nelle mani di una sconosciuta che l'aveva salvato.

Probabilmente feci una scelta frettolosa e senza rifletterci sopra; ma cos'è la vita, se non una successione di imprevisti?

Presi un respiro.

"Io, Arlynn Ghalindor, accetto la tua protezione e giuro a te, Fenris della Tribù dei Lupi, di onorarti fino alla fine dei miei giorni."

A questo punto, il mio palmo sinistro si marchiò in maniera speculare a quello del Beja, con una testa di lupo invece del leone a due teste.

Fenris aveva scelto di servire me. Non avevo fatto nulla di speciale.

"Perché?" gli chiesi cauta.

"Hai già sopportato troppo peso e sento che sei destinata a fare grandi cose. Voglio essere al tuo fianco e sostenerti quando questo accadrà."


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Buonaseraaa, FINALMENTE ho risolto il problema con Wattpad di cui vi avevo avvisato nelle storie. Quindi ecco a voi il capitolo che avrei dovuto pubblicare sabato scorso.

Come sempre, vi ringrazio infinitamente per ogni lettura, ogni voto ed ogni commento . VVB.

A.C.Forbs

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