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CAPITOLO 11 - Arlynn

 Rimasi bloccata, rimangiandomi l'ennesimo insulto che avevo pronto sulle labbra.

Non dovevi saperla in questo modo.

Quindi aveva programmato di parlarmi, prima o poi.

Strinsi i pugni lungo i fianchi, torturandomi il labbro inferiore con i denti, in attesa. Vedevo la disperazione negli occhi di Cyrem mentre indugiava, cercando le parole giuste.

"C'è un criterio secondo il quale tua madre sceglieva le tue guardie del corpo." iniziò lui.

Mia madre? Cosa centrava adesso?

"Non avrebbe mai scelto qualcuno che non sarebbe riuscito a proteggerti dai Ghulp, qualcuno che non sarebbe riuscito a vederli. A vedere se qualcuno di loro cercava di approcciare a te."

Riuscivo quasi a sentire gli ingranaggi del mio cervello girare mentre cercavo di scorgere nuove parti del noioso quadro che credevo essere la mia vita. Mi ero sempre e solo concentrata sullo stesso pezzo, senza mai accorgermi dei pezzi adiacenti.

Cyrem poteva vedere i Ghulp. Ma non era un Azzurro.

"Spiegati." sussurrai. Cercavo invano di trovare una risposta da sola.

Cyrem iniziò a togliersi le armi di dosso. Tutte. Compresi i pugnali nascosti negli stivali e quelli nascosti in una tasca interna della cotta di maglia. Si tolse pure quella. In quel momento, con indosso solo i pantaloni e la camicia sembrava meno minaccioso.

Come se volesse farmi sentire più al sicuro senza tutte quelle armi.

Un'illuminazione. Una nuova idea si fece spazio tra le altre.

No, non poteva essere. Non potevano avermi mentito in questo modo.

Misi mano al pugnale di roccia rossa al mio fianco, ed un'occhiata di Cyr confermò i miei sospetti.

Feci una smorfia incredula e in un attimo gli fui addosso. Lui si fece mettere al tappeto e non mosse un muscolo quando mi misi a cavalcioni su di lui e gli appoggiai la lama color sangue sul collo.

Non sapevo cosa dire, non riuscivo ad emettere alcun suono.

Dovevo essere rimasta a fissarlo con gli occhi sgranati per un minuto buono quando mi decisi ad aprire bocca.

"Perché?"

Fu tutto quello che riuscii a dire.

"Io non...non volevo mentirti per tutto questo tempo. Ma non avevo idea di come avresti reagito, non volevo perderti."

"Dammi una ragione per non tagliarti la gola in questo momento."

Quella voce non era la mia. Era la voce di una nuova versione di me; distante, fredda, ferita.

Ma in fondo sapevo che non gli avrei mai fatto del male. Perché io lo amavo. E quello che era, o per meglio dire, era stato, non me l'avrebbe impedito.

"Essere un Ghulp non è stato affatto semplice." disse Cyrem con la voce roca.

Quella singola frase mi spiazzò. Perché anche se ero sempre stata convinta di quanto quelle creature fossero crudeli, la mia sicurezza iniziava a vacillare.

"Arlynn, nessun Azzurro è mai stato portato via contro la sua volontà. Anche se alcuni Ghulp hanno davvero brutte intenzioni verso la razza umana, la maggior parte di loro è innocua. Sono solo persone innocenti di cui nessuno si ricorda più." spiegò Cyr lentamente, soppesando ogni singola parola.

In quel momento, quel quadro che avevo dipinto in mente si sgretolò. Ogni mia convinzione era...sbagliata. E mia madre lo sapeva. Lei sapeva tutto.

Ed anche Cyrem.

"Mi avete mentito." dissi con voce tremolante. Mi sentii patetica e mi sforzai di tenere ferma la voce.

"Tua madre voleva tenerti lontana dai Ghulp per non compromettere il tuo matrimonio e la tua reputazione. Temeva che se tu fossi stata macchiata da uno di loro, la società ti avrebbe ritenuta inadeguata. Quindi cercava soldati che potessero vederli, per tenerli lontani da te."

"Perché hai accettato?"

"Ero appena tornato dalla guerra, non avevo un posto in cui tornare, nessuno da salutare."

"Perché me lo stai dicendo solo adesso?"

"All'inizio eri solo un lavoro. Quando la regina mi ingaggiò, mi spiegò la tua...situazione e mi intimò di non rivelarti nulla. Tua madre aveva il terrore di perderti, temeva il Legame più di ogni altra cosa. Quindi io tenni la bocca chiusa. Ero appena tornato da una guerra devastante e non avevo la forza di protestare. Ma quando iniziai ad avvicinarmi maggiormente a te...capii che non potevo più mantenere il segreto. Volevo dirtelo durante una delle nostre cavalcate clandestine, ma avevo paura di come avresti reagito. Non potevo perdere il legame che si stava creando tra noi."

Avevo talmente tanta confusione in testa che questa iniziò a girarmi.

Troppe domande sulla punta della lingua, poche risposte ricevute.

"Arlynn" mi richiamò Cyrem.

"Arlynn quando ho capito di amarti, mi sono ritenuto perso. Perso perché mi sentivo di star camminando su una strada di bugie. Il nostro rapporto era costruito su un segreto che non volevo più mantenere segreto. Sono stato egoista, terribilmente egoista a volerti tenere tutta per me in una gabbia di menzogne.Se adesso vorrai tagliarmi la gola, abbandonarmi qua a Blanndoq, consegnarmi alle guardie... la scelta è tua non mi opporrò."

Cyrem aveva appena detto di amarmi.

Cyrem mi amava.

Ma mi aveva anche mentito.

Mi allontanai dal ragazzo e mi sedetti sul pavimento di legno, il pugnale sempre stretto in mano.

"Se i Ghulp non sono davvero una minaccia, perché sono emarginati?" chiesi cercando di mettere ogni tassello al suo posto.

Cyrem prese un respiro profondo prima di continuare. Forse pensava che volessi sorvolare sulla sua dichiarazione, ma la realtà è che non avevo le forze di pensare a quello in questo momento.

"Perché sono diversi. Esseri che la maggior parte delle persone non può vedere. Gli umani hanno paura di loro."

"E mia madre? Temeva davvero per la mia incolumità?"

"Io credo fosse più preoccupata per le sorti del regno. Il Legame può avvenire solo se entrambi le parti acconsentono, ma in ogni caso l'Azzurro ed il Ghulp devono essere uniti da un legame molto forte. In genere è l'amore ad unirli. Che si tratti di amore fraterno, amore tra un padre ed un figlio, tra due amiche o amore tra compagni non cambia."

"Questo cosa c'entra?" non riuscivo a capire dove volesse andare a parare.

"Tua madre non voleva provassi nessun sentimento del genere per uno di loro. Sei la prima persona di sangue nobile che nasce con la Vista, di solito gli Azzurri nascono tra il popolo. I Ghulp pensano sia un segno del destino, ti vorrebbero come loro regina." disse in un fiato Cyrem.

La situazione era appena peggiorata. Non ero scappata dal mio regno solo per trovarmi seduta su un altro trono. In un secondo, un'idea malsana mi passò per la mente.

"Tu mi stai portando da loro, vero? Vuoi anche tu che io salga al potere?"

Il ragazzo arrossì appena si rese conto della mia accusa.

"Io...si. Speravo di farti conoscere questo popolo, neanche io ci sono stato particolarmente in contatto. Ma non oserei mai costringerti tra il sedile del trono ed il peso della corona."

Tirai un sospiro di sollievo. Da una parte ero terrorizzata all'idea di vedere anche un solo Ghulp, ma dall'altra ero ansiosa di scoprire il mondo che mi era sempre stato celato.

Ero anche terribilmente arrabbiata con Cyrem. E sentivo ancora le farfalle nello stomaco ripensando alla sua confessione d'amore. Maledetto lui e il momento in cui mi sono innamorata di quel ragazzo.

"Ricapitolando: tu eri un Ghulp e puoi vederli, mia madre aveva una malsana ossessione su di voi perché temeva non avrei sposato Jensen e tutto il resto, gli esseri che per tutta la vita ho creduto infimi e crudeli sono in realtà innocui e mi vogliono come regina e gli Azzurri non sono mai stati rapiti ma sono partiti di loro volontà." tirai due respiri profondi.

"E tu mi ami" pensai tra me e me, senza dirlo ad alta voce.

Avrei voluto essere furiosa con Cyrem, sentirmi ferita e delusa, ma il fatto è che non ci riuscivo.

Anche perché mancava il tassello più importante.

Com'era diventato un Ghulp ?

Il mio flusso di pensieri fu interrotto da numerosi colpi alla porta. La cena! Avevo completamente dimenticato la presenza di Hanna e dei bambini al piano di sotto.

Ma non fu Hanna ad aprire la porta. E neanche Lil o Luc. 

Una dozzina di soldati irruppe nella stanza. Cyrem si alzò in piedi in una frazione di secondo, posizionandosi davanti al mio corpo, come per farmi da scudo. Ma non poteva competere con dodici soldati della guardia reale di Nabond, i quali ci avevano già puntato le spade alla gola. Un ringhio animalesco uscì dalla bocca di Cyr mentre venivamo trascinati fuori dalla camera. Ci vollero quattro soldati per tenere fermo il mio amico, due lo tenevano dalle braccia e due dai piedi. Altre due guardie mi avevano sottratto le armi e mi stritolavano gli avambracci, ero certa mi avrebbero lasciato dei lividi.

Giunti al piano terra, intravidi Hanna che ci guardava colpevole, per poi accettare il sacchetto di monete d'oro che un soldato le porgeva.

La taglia che c'era sopra alla nostra testa.

Lei ci aveva tradito. Aveva avvertito le guardie.

Luc piangeva mentre io e Cyrem venivamo scaraventati nel retro di un carro e chiusi dentro a chiave. 

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Buonasera Earondiani! Come state? Oggi vi meritate il capitolo più lungo che io abbia mai scritto.

Per alcuni sarà una scoperta sconvolgente, altri lo avranno già immaginato. Ebbene si, è questo il grande segreto di Cyrem. Fossi in voi non lo perdonerei facilmente.

Per qualsiasi cosa mi trovate su ig come sempre (acforbs).

Bacioni.

A. C. Forbs

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