CAPITOLO 10 - Arlynn
Probabilmente avevo appena perso il mio amico. Il mio migliore amico. Ed anche l'unico che abbia mai avuto.
Mi accasciai contro la porta e piansi, piansi finché il suono dei miei singhiozzi non si diffuse per tutta la stanza e non esaurii le lacrime.
Mi distesi sul letto, la faccia premuta contro il cuscino.
Cos'era così importante da non potermelo dire?
Faceva parte del suo passato?
Sapeva qualcosa che non poteva dire a nessuno?
Forse era colpa mia, avevo sbagliato qualcosa?
Tutte queste domande si dissolsero quando qualcuno bussò alla porta. Sperando che Cyrem si fosse deciso a parlarmi, aprii la porta.
Era Lil. Non riuscii a nascondere uno sbuffo di delusione.
"La cena è pronta." disse prima di girarsi nuovamente per tornare di sotto.
"Aspetta!" dissi in un soffio.
La bambina si fermò e si girò lentamente.
"Ne hai mai visto uno?" sputai quelle parole prima che un ripensamento potesse fermarle.
Non parlavo dei Ghulp molto facilmente, non da quando mi avevano rovinato la vita.
"Io... si." affermò lei.
Rimasi a bocca aperta. Volevo chiederle così tante cose.
"Com'è stato? Ti ha... attaccata?"
"L'ho visto da lontano, dormiva sotto un albero." rispose Lil prima di assumere un'espressione confusa.
"Perchè avrebbe dovuto attaccarmi?" chiese poi lei.
Era una domanda semplice, però mi ritrovai a riflettere. Conoscevo la risposta, ma per qualche motivo faticavo a pronunciare quelle parole.
"Per rapir-" fui interrotta dal suono di una porta che si apriva.
Cyrem uscì dalla sua camera e osservò me e Lil nel mezzo del corridoio.
Anche lui aveva gli occhi arrossati.
Se stava così male, perché non si lasciava aiutare da me, dalla sua migliore amica ?
Un nuovo fiotto di domande mi travolse.
Lil informò anche lui della cena e scese poi le scale, non senza prima lanciarmi un'ultima occhiata.
Cyr fece per seguirla, ma nel momento in cui passò davanti a me si fermò e mi guardò negli occhi.
"Scusa." sussurrò, per poi scendere al piano di sotto.
Rimasi ferma in piedi per qualche minuto, poi le mie gambe si decisero finalmente a muoversi. Era come se il mio cervello avesse smesso di funzionare.
Raggiunsi gli altri a tavola nel momento in cui stavano distribuendo la cena a tutti. Mi bloccai davanti al posto assegnatomi dopo aver notato chi era seduto a fianco. Feci un respiro profondo e mi accomodai vicino a Cyrem.
"Bene, direi che possiamo iniziare a cenare." disse Hanna per spezzare il ghiaccio.
Il cibo era molto semplice, consisteva di verdure stufate. Ogni boccone, però, minacciava di restarmi bloccato in gola. Ero talmente concentrata su ogni minimo movimento di Cyr che non sentii neppure la domanda del piccolo Luc.
"Scusa non ti ho sentito, potresti ripetere?" dissi quasi strozzandomi.
"Domani vuoi giocare con me?" ripeté il bambino.
"C – Certo." risposi incerta, prima che un caldo sorriso mi spuntasse sulle labbra.
"Possiamo anche portarvi a fare un giro della città." propose Lil.
"Certamente, ne sarei molto felice." risposi nuovamente prima di prendere un altro boccone di stufato.
"Se abbiamo fortuna, potremmo anche incontrare un Ghulp. Così posso fartelo vedere." disse la bambina allegra.
Il cibo mi andò di traverso. Tossii in un fazzoletto e Cyrem mi diede delle pacche sulla schiena. Come osava anche solo sfiorarmi? Scacciai la sua mano con forza per poi rivolgermi ad Hanna.
"Non le avete insegnato nulla? Non deve avvicinarsi a quei mostri. Non se la volete ancora qui con voi."
"Mia Signora, cosa state dicendo?" disse Hanna confusa.
Cyrem mi prese per un braccio e si alzò da tavola, trascinandomi con se.
"Lasciami, cosa diavolo stai facendo?"
"Perdonateci, torniamo subito." disse il ragazzo ad Hanna.
Mi strattonò conducendomi alle scale e poi al piano di sopra.
"Cyrem lasciami!" gli ringhiai.
Arrivammo alla sua camera e mi spinse dentro, chiudendosi la porta alle spalle.
"Cosa pensi di fare? Prima mi lasci annegare nei miei dubbi e adesso mi trascini via come se fossi una bambola di pezza?" gli urlai contro.
Cyrem fece finta di non sentirmi.
"Non devi parlare dei Ghulp con questa gente." mi disse invece.
"Tu mi stai dicendo di non avvisare una bambina indifesa del pericolo che sta correndo?"
"So che ti sembra insensato, ma devi fidarti di me." mi supplicò lui.
"Fidarmi di te? Sinceramente, con tutto quello che mi tieni nascosto, non so se posso fidarmi ancora di te."
"Ti prego, ti chiedo solo questo."
"Dammi una ragione per fidarmi di te Cyrem, solo una."
Il ragazzo si mise le mani tra i capelli e poi se le passò sul viso.
"Non dovevi saperla in questo modo, non qui."
"Cosa Cyr, cosa?"
"La verità."
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