9. Ma è illegale!
Cosa ci fa qui Benjamin Rogers?
Ma la vera domanda è: perché sta facendo oscillare nella mano la chiave della macchina?
"Ma guarda un po' chi c'è!" Fa finta di avermi appena vista.
Corrugo le sopracciglia, poi gli sfilo le chiavi dalla mano.
"Ciao anche a te Ben." Dico calma.
"Bella macchina! E tu vai a lavoro in autobus!" Ignora il mio saluto sarcastico.
"Non è la mia macchina, comunque grazie..."
"Ma la usi tu!" Mi fa notare.
"È un modo carino per chiedermi un passaggio?"
"Qualcosa del genere..."
"Monta..." Faccio un lungo sospiro e salgo in auto.
Benjamin sale nel posto del passeggero.
"Come mai qui?" Mi chiede prima di partire.
"Potrei farti la stessa domanda..."
Lui si volta a guardare fuori dal finestrino. "Ho sbagliato autobus..." Spiega sospirando.
Non credo molto a questa storia...pensa che me la beva? In ogni caso lascio perdere tanto non mi dirà mai il vero motivo.
"Lavoro" gli comunico io.
Si gira e mi guarda "ricordi l'appuntamento di oggi vero?"
Appuntamento ahahahah...cavolo me ne ero scordata!
"Certo!" Dico facendo finta di nulla.
"Sì certo..." Non sembra credermi.
"Hey! Ci dobbiamo trovare alle 5 nel tuo appartamento...che ore sono?"
"Le cinque meno un quarto..."
"...e fra un quarto d'ora saremo nel tuo appartamento." Termino la frase.
Schiaccio il piede sull'accelleratore e finalmente mi diverto un po'.
***
All'orario prestabilito siamo a casa sua.
"Wow, hai un futuro da ladra!" Dice chiaramente alludendo alla sua vecchia professione, come dice lui, anche se io non sono convinta che abbia messo da parte tutte le sue vecchie abitudini...
"Ho preso dal migliore." Gli tengo testa alludendo a lui stesso.
"Non mi hai mai visto alla guida..."
"Spero di non vedertici mai..."
Nel frattempo mi sono seduta su un divano giallognolo troppo morbido.
"Ti porterò a fare un giro con la moto." Conclude il discorso.
Si assenta dal soggiorno senza dirmi nulla. Guardo bene la stanza. Davanti a me c'è un tavolino rettangolare su cui sono appoggiati un orologio da polso, una lampadina, qualche moneta e il mazzo di chiavi che Ben ha gettato dopo essere entrato. Il pavimento è quasi del tutto coperto da un grande tappeto variopinto, ma non con colori troppo forti. Alle pareti, oltre alle due possenti librerie contenenti volumi di tutti i tipi, soprattutto classici, sono presenti vari quadri che riproducono un originale famoso...spero che lo riproducano e non che lo siano.
Tutto l'arredamento è ben curato e i vari mobili presenti nella stanza creano un effetto di armonia insieme.
Mentre sono intenta ad osservare il soggiorno nei minimi anfratti, Benjamin rientra con una scatoletta di latta in mano.
Si siede al mio fianco e, dopo aver spostato di lato gli oggetti presenti sul tavolino, appoggia la cassettina.
Come se fosse un tesoro, la apre e...okay...mi aspettavo qualcosa di diverso...
Il ragazzo prende uno di quegli affaretti, di cui la scatola è piena per metà, e lo tiene fra due dita mostrandomelo.
"...interessante..." Fingo di capire di cosa si tratti.
"è un microchip!" Dice esasperato.
"L'avevo capito!" Non è vero, ma il mio senso dell'onore mi impone di dargli questa risposta.
Benjamin rotea gli occhi al cielo e scuote la testa in segno di rassegnazione.
"Questi sono identici a quelli che mi hanno rubato." Dice serio.
Aspetta un secondo...l'azienda che ha contattato Edward Pertinent voleva inserire dei microchip all'interno dei computer...ah sarà una coincidenza...
"Mi stai ascoltando?" Benjamin ha continuato a parlare, ma io ero troppo assorta nei miei pensieri per ascoltare le sue parole!
"Ma sì certo..."
Mi guarda male. "È una cosa seria!"
"Lo so, lo so, è che i fatti che mi stai raccontando mi hanno fatto pensare ad un caso che sto cercando di risolvere..."
"Senti, se tu mi aiuti a trovare i ladri, io ti aiuterò con il tuo caso, okay?"
"Non mi serve il tuo aiuto, me la cavo benissimo!"
"Come vuoi..."
"Allora...come mai eri in possesso di quei microchip?"
"Bhe...ti basta sapere che li so produrre..."
Questo qui mi sta nascondendo qualcosa...
"Ben" faccio una pausa "dimmi la verità." Gli ordino.
"uff..." Si gratta la testa "non lavoro per nessuno, li produco da me e poi li vendo a privati. Questo tipo di microchip però è particolare."
Non mi meraviglio, del resto era un ladro di professione "In che senso particolare?"
"può memorizzare informazioni ed inviarle ad un altro dispositivo."
Ora sì che sono sorpresa "ma è illegale!"
Lui tace e si limita a guardarmi con un'espressione che non riesco a decifrare.
Sospiro "Quante persone li comprano?"
"Ce ne sono diverse, ma non molte, un po' perché non è del tutto conforme alla legge, un po' perché il prezzo è elevato."
"Ma se prendi così tanti soldi, perché non vai a vivere in un posto migliore?"
"Purtroppo i soldi non sono per me, ma mi servono ad estinguere un debito..."
"E con chi?"
"Hey frena, frena...troppe notizie, non posso svelarti tutto, non ancora."
Sbuffo "va bene...e quelli che ti hanno rubato a chi dovevi venderli?"
"Non lo so...li avrei dati ad un mio...amico, non so lui che cosa ci voleva fare."
"Bene, io non so praticamente nulla di microchip, quindi sono un po' confusa."
"Ma io sono un esperto, cosa vuoi sapere?" Si illumina improvvisamente.
"bhe...solitamente dove si mettono questi microchip?" Chiedo poco sicura.
"...puoi metterli ovunque, dalla televisione, al tostapane, all'orecchio del tuo cane..."
"Computer?"
"Certo, anche in un computer."
Strano, davvero strano...microchip, computer...
"Lowmode" sussurro quasi impercettibilmente, ma abbastanza da farmi sentire dal ragazzo seduto al mio fianco.
Benjamin mi sta guardando con un punto interrogativo stampato sulla faccia, così gli rispondo "conosci questa ditta?"
"Sì, lavora in ambito tecnologico, fa computer, ma...non capisco cosa c'entri..."
Sospiro. "Ben, a chi stai vendendo quei microchip?" Lo guardo aspettando una risposta.
Benjamin aspetta qualche secondo, guardando intensamente i miei occhi, tanto intensamente che sento i brividi scendere per la schiena, ma mantengo il suo sguardo per non dargli la soddisfazione di mettermi in imbarazzo.
"Ho diversi clienti...se vuoi faccio una lista, ma quel foglio non dovrà uscire da questo appartamento."
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