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15. Mariline...mi spiace...

"Come? Ma che..."

"Non c'è tempo...dobbiamo subito fare qualcosa..."

Non capisco cosa sia successo e l'uomo accanto a me sembra essere nel panico...

"Ora si calmi...il signor Silver sta male?"

L'autista mi guarda con occhi impauriti. " Il signor Silver è steso sul pavimento di camera sua svenuto..."

Mi precipito nella stanza indicata e trovo Silver steso a terra, voltato di schiena.
Mi avvicino a lui e lo metto supino.
Il viso non ha un bel colorito, ma il battito cardiaco è regolare.
L'autista personale del signor Silver, intanto, è entrato nella stanza e con gli occhi mi sta chiedendo cosa deve fare.

"Mi aiuti ad appoggiarlo sul letto..."

Insieme solleviamo Arold e con non poco sforzo lo mettiamo sul suo materasso.
Improvvisamente suona il campanello, cosa che fa trasalire sia me sia l'uomo al mio fianco.
Mi avvio verso il citofono e, una volta arrivata sollevo la cornetta.

"Sì?"

"Avete richiesto voi l'ambulanza?"

"Oh sì...le apro...tredicesimo piano"

Premo il pulsante di apertura del cancello e aspetto sull'uscio della porta.
Dopo pochi secondi compare un medico e una giovane donna al suo fianco.

"Entrate, è in camera da letto."

I due si precipitano nella stanza e pochi minuti più tardi il signor Silver è nell'ambulanza che lo porterà all'ospedale.

"Ci mancava solo questa..." Bofonchio.

"Signorina vuole che la accompagni in ospedale?" Mi domanda l'autista.

"Oh...se per lei non è un disturbo, altrimenti prenderò un taxi..."

"Suvvia, i taxi sono costosi e poi in ospedale ci vado lo stesso...sa il signor Silver non ha parenti e...credo gli faccia piacere la visita di un amico."

"Bene...allora accetto l'invito."

"Perfetto. Le chiedo giusto un attimo di attendermi...vado a casa ad avvertire mia moglie e arrivo."

"Ma certo..."

"Ah... può farmi un favore? Riuscirebbe a chiamare la signora Anita e dirle di non venire domani, il suo numero è sull'agenda vicino al telefono."

"Ci penso io, non si preoccupi."

Mi avvicino al tavolino su cui è posto il telefono e alzo la cornetta, mentre l'autista esce di casa.
Mi ci vuole poco per trovare il numero, così lo compongono in fretta.
Nessuno risponde, così riattacco e scrivo il numero di Anita su un foglietto di carta: riproverò dall'ospedale.

***

"Se vuole può tornare a casa, sto io qui con il signor Arold..." Mi dice l'autista che ho scoperto chiamarsi Bart.

"Oh, no...fra poco arriverà il mio collaboratore quindi è meglio se resto, grazie comunque."

Pochi minuti dopo, come previsto, arriva Robert...quello che non avevo previsto è che arrivasse anche zio Finn insieme a lui.
I due si dirigono a passo svelto verso la reception dove mio zio chiede alcune informazioni. Poi vengono verso di me.

"Come sta?" Mi chiede Robert riferendosi a Silver.

"Sta ancora dormendo, ma si riprenderà presto."

"...e Pertinent?"

Non faccio in tempo a rispondere che esce da una sala il dottor Leonard Beflay.

"Oh ecco cercavo proprio lei..." Gli si avvicina zio Finn. "Da questo momento in poi è esonerato dal curare il paziente Edward Pertinent."

"E perché mai? Scusi, ma lei chi è per darmi un ordine del genere?"

"Finn Stuart della Justice and honesty" risponde lo zio mostrando un distintivo. "Ora la prego di rispettare le decisioni."

"Se non mi darete una spiegazione concreta da qui non me ne andrò."

"Senta...non voglio portarla davanti ad un giudice, ma lei ha minacciato due membri della Justice and Honesty..."

Wow...mio zio sta prendendo le difese mie e di Robert...non ci posso credere...

"Voi non avete l'autorità per fare questo..." Sì lamenta il dottor Beflay

"No, ma ho un mandato..." Risponde zio Finn prendendo dalla tasca un foglio accuratamente piegato e porgendolo al dottore.

Leonard Beflay resta scioccato, poi prende il foglio e si allontana palesemente seccato.

Finn si volge verso di me "Mariline...mi spiace..."

Devo assolutamente segnare questo giorno sul calendario...che sta succedendo?

Annuisco e parlo più rivolta a Robert che a mio zio. "Silver aveva appena trovato l'antidoto per Pertinent..."

"È ovvio che qualcuno lo vuole fuori dai piedi..." Risponde vago Robert.

"Già...dovremmo perquisire casa sua..." Poso lo sguardo su zio Finn.

"Avete il permesso" Mi risponde lui porgendomi un pezzo di carta con l'autorizzazione.

***

"Trovato niente?"

"Niente..."

Sono quasi le 11 e stiamo cercando da due ore un qualche indizio, qualsiasi cosa a casa di Silver.
Siamo in camera da letto e la stiamo ricontrollando per la cinquantesima volta...

"Spiegami bene...voi avete trovato Silver qui per terra...poi l'avete appoggiato sul letto..."

"E abbiamo aspettato l'ambulanza" concludo guardando il letto.

Hanno fatto proprio un bel lavoro, non un'impronta, non un indizio...

Mi siedo sul materasso del letto matrimoniale rosso "...cerchiamo di ricostruire i fatti..."

"Chiunque abbia avvelenato Silver sapeva che aveva trovato l'antidoto... altrimenti non si spiega l'aver aspettato così tanto per farlo fuori."

"Giusto...e il signor Silver appena ha trovato l'antidoto mi ha telefonato"

"Perfetto. Poi ha chiamato il signor Bart Penwall, l'autista di una vita, il quale ha preso la macchina ed è passato a prenderti..."

"E se prima di venire da me fosse passato dal signor Silver?"

"Potrebbe anche essere, ma non credo c'entri nulla lui con il caso. Insomma...si conoscono da tantissimo tempo, sono amici..."

"...abitano nello stesso edificio..."

"Sospetti di lui? Quel dolce signore che ha sacrificato le sue ore di sonno per il suo amico?"

L'unica che qui ha sacrificato le sue ore di sonno sono io... "È un sospettato..." Penso qualche secondo "Forse dovremmo fare due chiacchiere con la moglie."

"Cosa stiamo aspettando allora?"

***

"Signora Penwall le potrò sembrare indiscreto, ma suo marito, stamane, a che ora si è alzato?"

Robert ha dato il via all'interrogatorio mentre io sto girando tra i pochi mobili del salotto per trovare qualche distrazione che mi tenga sveglia.
Noto diverse foto di famiglia sul comò, in tutte ci sono i due coniugi ripresi in situazioni diverse, altre raffigurano un bambino di 10 anni circa.

"Non ricordo bene, ma so che lo ha chiamato il Signor Silver stanotte... saranno state le 2 o le 3, non saprei..."

"E poi, cos'è successo" Robert sprona l'anziana signora a continuare.

"Bart è uscito di casa dicendo che doveva lavorare."

"... è normale che suo marito esca alle 3 di notte?"

"No, solitamente inizia a lavorare verso le nove, quando accompagna il signor Silver a fare colazione al bar..."

"...e lei lo ha lasciato uscire senza chiedere chiarimenti?"

"Certo che ho chiesto chiarimenti, ma mio marito mi ha risposto che mi avrebbe spiegato non appena sarebbe tornato."

"Poi a che ora lo ha rivisto?"

"...non molto tempo dopo, forse era passata un'ora..."

"E cosa le ha detto?"

"Mi ha detto che Arold stava male e che sarebbe andato in ospedale a tenergli compagnia."

"Grazie per aver risposto alle mie domande signora, ora togliamo il disturbo."

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