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Alessia pt.3


《E io che pensavo da piccola che il destino fosse qualcosa da mangiare…》

Alessia

Mi svegliai con la luna ancora in cielo.
Forse era notte inoltrata oppure stava per sorgere il sole? Non ne avevo idea… ma sapevo che a breve, avrei dovuto incontrare Poseidone per quell'allenamento…
Mi preparai la colazione da sola, come facevo ormai da molto tempo e aspettai il Sole, che non sembrava più sorgere… mi misi alla finestra ad osservare la Luna. Da quando i miei fratelli sono andati via, paragonavo tutto ciò che vedevo a loro, parlando nel caso del Sole e della Luna, Eracle mi ricordava il sole, pieno di energia, gentile… Mentre Ayda la Luna… essendo lei una ragazza tranquilla, mi ricordava la Luna nel cielo, che anche se circondata da stelle, rimane sempre sola. Proprio come Ayda.
Probabilmente mi riaddormentai sulla finestra, e venni svegliata da Poseidone, che con la grazia di un TORO decise di scuotermi.

Poseidone: COSA TI AVEVO DETTO RIGUARDO ALLA PUNTUALITÀ????

Alessia: Mi scusi Sommo…
Dissi sbadigliando.

Poseidone: Andiamo.

Ci incamminiamo verso una pianura isolata.

Alessia: È questo il posto?

Poseidone: Sì. Una volta, su questa pianura, sorgeva un tempio dedicato a me. Era in stile Dorico… con ancora delle colonne in legno… poi non l'hanno più curato… e ora qui è rimasto qualche capitello sotterrato e parte del crepidoma.

Alessia: Quindi è un posto a te caro?

Poseidone non mi diede risposta, però mi lanciò una spada che probabilmente pesava più di me.

Alessia: MA SEI PAZZO? VOLEVI UCCIDERMI???

Poseidone: Questa è la tua Arma Divina, è una spada forgiata nell'alto dei cieli da Efesto proprio per te.

Alessia: ma Efesto… non ha le sue fucine tipo nell'Ade?

Poseidone: Si vede proprio che non sei dedita alla religione.

Alessia: In ogni caso… STA ROBA PESA PIÙ DI ME! DI PURE AD EFESO CHE NON RIESCO A "MANOVRARLA"!

Poseidone: Brutta mocciosa. CON LA FORZA CHE TI RITROVI ATTUALMENTE È OVVIO CHE TU NON POSSA FARCELA! SECONDO TE PERCHÈ TI STO FACENDO FARE UN ALLENAMENTO????
Disse prendendomi dalla parte posteriore del peplo.
Poseidone mi lasciò a terra.

Poseidone: comunque sia… La lama di questa spada è in oro bianco, ma la coccia che si prolunga per la lama è in giada. L'impugnatura è in giada anch'essa e il pomolo è in oro, stessa cosa per la guardia.
Spetta a te darle un nome.

Alessia: Perfetto. Si chiamerà "Spada pesante".

Poseidone: Fa schifo come nome.

Alessia: Non ti va mai bene niente! Le darò un nome migliore quando me ne verrà uno…

Poseidone: Fai come vuoi. Ora iniziamo. 0

La prima giornata di allenamento sembra non finire, la passammo io a cercare di bloccare gli attacchi di quella divinità impazzita, e quello a continuare a comparirmi alle spalle con il suo tridente per poi bloccare i colpi della mia spada e farmi cadere per terra, cadendo a terra ho anche appoggiato la mano contro i ruderi del tempio… inutile dire che mi aprii la mano, ma il Sommo Poseidone me la fece sciacquare e fasciare solo ad allenamento.

Alessia: Devo proprio continuarlo questo allenamento? Già non riuscivo a tenere la spada in mano… ora che una è ferita, non riuscirò manco a sollevarla da terra…

Poseidone: Pensi che nel futuro che ti aspetta continuerai a vivere come prima? Quando avevi ancora i tuoi fratelli? No, Dovrai affrontare pericoli, ingiustizie, il freddo, la fame e la tristezza, la rabbia… ma tu devi riuscire a controllare queste emozioni e non mostrarle a nessuno. Nel combattimento, vince quello imprevedibile, con delle buone tecniche, ma soprattutto, quello che non si fa prendere dalle emozioni, neanche dai sentimenti o dalle sensazioni quali il dolore.
Per questo oggi non ti ho fatto fasciare la mano fino a fine allenamento.

Alessia: IN CHE SENSO DEVO AFFRONTARE TUTTO QUESTO?!?! COSA HO MAI FATTO PER MERITARMI TUTTO CIÒ?! PERCHÈ PROPRIO IO?? POI COME FARÒ DOMANI CON LA MANO IN QUESTE CONDIZIONI, EH CARO "SOMMO"? NON SONO NEMMENO UNA DONNA ADULTA!

Poseidone: ti ho appena detto di non far trasparire le emozioni… e tu cosa fai? Infrangi l'insegnamento…

Alessia: Ma Sommo…

Poseidone: In quanto Divinità so cosa ti succederà… ed è proprio per il destino che io sono qui a prepararti al tuo futuro… perchè una volta finito qui… tu dovrai affrontare anche la morte…

Alessia: Morte? E allora? Una volta morta non potrà succedermi più niente…

Poseidone: Io ti devo preparare anche alla morte… è il destino.

Alessia: Quindi voi divinità siete impotenti davanti al Fato?

Poseidone: Esatto. Possiamo conoscerne in parte… ma non controllarlo… è l'unico cosa su cui non abbiamo influenza.

Mentre parlavamo di ciò ci incamminiamo verso la mia abitazione. 0
Pensavo che le divinità fossero degli esseri spregevoli, sadici, egoisti e anche un po' spocchiosi… Cosa mi ha fatto cambiare idea? NULLA. Poseidone ne è la prova. Le divinità ci usano solo per i loro scopi. Ero immersa totalmente in questo pensiero fino a quando non fui interrotta da POSEIDONE che mi mise una mano sulla spalla.

Poseidone: Vai a casa ora.

Io alzai lo sguardo dalla strada per poi accorgermi che effettivamente mi trovavo davanti a casa mia.

Alessia: umh… Grazie Sommo…

Poseidone se ne andò senza proferire verbo.
Ed eccomi lì, di nuovo sola, in quella casa…
Avevo fame, ma non avevo le forze per prepararmi qualcosa… ero anche abbattuta e depressa oltre che dolorante.
Probabilmente svenni sul pavimento… perché il giorno dopo, mi ritrovai lì accasciata, il tridente di Poseidone a pochi centimetri dalla faccia.
Mi alzai di scatto (senza imprecare perchè c'era una Divinità lì con me😇) e presi il bastone affianco alla porta per provare a spaccarglielo sulla fronte. Inutile dire che alla sua fronte manco ci arrivai per quanto era altro e soprattutto, per quanto ero bassa io.

Lui con ghigno stupito e divertito esclamò:

Poseidone: Nulla di umano può anche solo lontanamente sfiorare e scalfire il corpo di una Divinità.

Alessia: D'ACCORDO! Ma se foste stato umano l'avrebbe accusato il colpo!

Poseidone: Non sei nemmeno arrivata al punto che volevi colpire… io non credi che tu avresti potuto farcela.

Alessia: Cosa avrei dovuto fare allora?

Poseidone: magari saltare?

Alessia: Ma certo… saltare…

Poseidone mi afferrò per il polso e mi trascinò fuori di casa.

Alessia: Fammi almeno prendere la spada!

Poseidone si fermò e lì mi attese finché non ritornai con la spada.
Iniziammo a camminare percorrendo la stessa  strada di ieri, ma io decisi di infrangere il silenzio chiedendo al Sommo se andava bene il nome della spada:

Alessia: Posso chiamarla "Ammazza Montoni?"

Poseidone: Hai mai ucciso un montone con quella?

Alessia: No.

Poseidone: Hai intenzione di farlo?

Alessia: No.

Poseidone: Allora no. E poi fa schifo come nome.

Alessia: Ah si? Allora come si chiama il tuo tridente?

Poseidone: Tridente.

Alessia: Certo… "Tridente" è proprio un nome magnifico…

Poseidone non disse niente, ma mi fulminò con lo sguardo, seppure la divinità dei fulmini o roba simile era suo fratello Zeus. 0

Anche questa giornata di allenamento fu un disastro.
L'unica cosa che cambiò questa volta è che Poseidone, vedendomi stremata, prese me e la spada in braccio per portarci a casa.
Inoltre la mia mano aveva anche sanguinato ed era entrata nella ferita della sabbia.

Alessia: Sommo… Perchè mi ha presa in braccio?

Poseidone: I bambini si prendono in braccio no? L'hai detto tu ieri sera che sei una bambina.

Alessia: Giusto.

Altri giorni, mesi e anche anni li passai con questo allenamento migliorando sempre di più e quando divenni una giovane donna in età da marito Poseidone mi abbandonò ritenendomi in grado di poter affrontare il destino.

Alessia: e io che pensavo da piccola che il destino fosse qualcosa da mangiare…

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