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Un talento naturale


-Ginny, ti avverto: non pensare nemmeno per un secondo che domani sera mi infilerò quelle cose ai piedi!- esclamò Hermione, indietreggiando. Si erano riunite nella Stanza delle Necessità, le solite quattro, più Lavanda Brown, che dovendo sfilare anche lei il giorno seguente aveva diritto a provare come tutte loro.
Daphne sorrise, affiancando la Grifondoro dai capelli rossi. – Suvvia, Hermione, non sono mica la fine del mondo!- le sorrise, mentre Ginny annuiva. -E poi le dovrai tenere solo per pochi minuti: giusto il tempo di...- la Serpe fu interrotta dalla voce lamentosa della Caposcuola di Gryffindor. - Giusto il tempo di fare un bel capitombolo e di far ridere tutte le Case del Settimo anno!- protestò.
- Da quando in qua ti interessa quello che le persone pensano di te?- le chiese Ginevra, guardandola a mo' di sfida.
La Caposcuola, colpita nel suo dannatissimo orgoglio Gryffindor, lanciò uno sguardo truce a quella che, da breve, era diventata la sua ex migliore amica e afferrò le scarpe dal tacco vertiginoso che aveva tra le mani.
-Questa me la paghi, Ginevra!- la sentì borbottare, mentre spariva dietro una delle due porte ai lati del palco: al centro della Stanza, un palco rettangolare all'inizio e che poi si assottigliava in un corridoio largo circa quattro metri e lungo una quindicina, finendo in mezzo alle cento poltroncine.
I posti erano stati divisi in cinquanta per lato: comode poltrone rosse, contornavano la pedana su cui le ragazze avrebbero sfilato.
Gli unici tre posti posizionati di fronte alla pista erano riservati a Silente, alla McGranitt e a Piton, anche se tutti stentavano a credere che lui avrebbe partecipato all'evento.
Ai lati del palco, poco visibili dalle poltrone, le due porte, una a sinistra e l'altra a destra, conducevano ad altrettante stanze: una era la sala trucco, l'atra quella per l'acconciatura dei capelli.
Le porte sarebbero state chiuse a chiave, il giorno della sfilata, perché le ragazze sarebbero passate per una terza stanza, alle spalle del palco, in cui si sarebbero cambiate gli abiti e che era comunicante con le altre due.
Padma, Patil e Susan, che si rivelarono essere ottime organizzatrici, avevano già scelto tutti e dieci i brani che avrebbero accompagnato le cinque ragazze nelle loro due apparizioni.
Inoltre, una piccola scala, proprio accanto alla porta di ingresso, conduceva ad una sala con tanto di finestrone che dava sul palco e da cui le tre ragazze avrebbero gestito luci e quant'altro.
Hermione si infilò quelle cose piedi, sbuffando a più non posso, mentre usciva nel piccolo quadrante, proprio alle spalle del palco, che metteva in comunicazione le tre stanze.
Sali i cinque scalini che l'avrebbero condotta alla porta, maledicendo le idee di Daphne: la Serpeverde aveva suggerito che avrebbe fatto più effetto comparire dietro una porta che si sarebbe grazie ad un sensore di movimento, dividendosi.
Fin qui, aveva pensato Hermione quando le era stato spiegato, poteva anche andare.
Il problema sorse quando si rese conto che dalla porta cinque scalini dovevano essere scesi, per raggiungere la pista: come se non bastassero i trampoli che le avevano fatto infilare, un faro l'avrebbe seguita lungo la sua discesa.
La spiegazione era una: sapevano che quel coso di luce l'avrebbe accecata e l'avrebbe fatta cadere come una pera cotta.
Le sue amiche la volevano morta, si convinse.
Prese un bel respiro e, senza badare allo strano color prugna del vestito – casto e sobrio, sorprendentemente - che le avevano rifilato ( non ricordava che nessuna di loro avesse scelto un colore del genere ad Hogsmeade), cominciò a scendere le scale.

Malfoy, aspirando la sigaretta di muschio e rose, guardò scocciato Zabini: erano tre ore che si contemplava nello specchio della sua stanza, girandosi e rigirandosi, ingessato nello smoking scelto per la sfilata.
-Hai intenzione di starci molto tempo?- disse infine all'amico.
- Hai di meglio da fare?-
Malfoy incrociò le braccia dietro la testa, appoggiandosi alla testiera del letto.
-Anche stare a sentire le chiacchiere inutile della Mezzosangue sarebbe più interessante!- sbottò, pentendosene all'istante: aveva detto quella frase senza malizia e senza pensarla realmente, ma il sorrisetto non mancò di apparire sul viso di Blaise.
- Mi spiace per te amico, ma oggi è impegnata.- gli comunicò, allacciando per la centesima volta il bottone della giacca, per poi slacciarlo nuovamente.
Draco alzò le spalle – Per quello che me ne frega.- mormorò.
Blaise, troppo Serpeverde e troppo sicuro di sé per lasciarsi scappare un'occasione del genere, lo imitò, tornando ad osservare se stesso.
Poco dopo, infatti, la voce del biondo Serpeverde per eccellenza, lo raggiunse – Non perché mi interessi, sia ben chiaro: che aveva di tanto interessante da fare, la Granger, dal convincerla a rinunciare al suo amatissimo studio?- chiese, cercando di imprimere quanta più nonchalance nella voce: non gli era mai interessato quello che la Mezzosangue facesse ma adesso la cosa doveva interessargli.
-Lo chiedo solo per la ragione che tu sai. – aggiunse, ammiccando in modo teatrale.
Parve che Zabini se la bevesse – Ginny mi ha detto che uno dei Corvi, non ha voluto dire chi, le aveva chiesto ripetizioni e pare che lei abbia accettato. – gli disse, con ironia.
-Perché lo dici con quel tono?- domandò Draco, notando le espressioni di esagerato sarcasmo dell'amico.
Blaise alzò gli occhi al cielo ,guardandolo dallo specchio – Insomma, Draco, ragiona: i Grifoni seguono tutte le lezioni con le Serpi, di conseguenza nessuna con i Corvi. Inoltre, so che i programmi non vanno di pari passo, tra le due coppie di case, quindi credo proprio che Hermione non potesse spiegare niente di niente al caro Corvonero.- gli spiegò, lasciandogli intuire il resto.
Malfoy tacque.
La Granger era ad un appuntamento?
Provò a distrarsi, la cosa non avrebbe dovuto interessargli: tuttavia, l'immagine della Mezzosangue che sorrideva felice a qualcuno, gli balenò in mente.
In fondo, pensò, lui doveva preoccuparsi, visto quello che sapeva, si convinse.
Purtroppo, era fin troppo conscio del fatto che, mentre negli altri giorni l'aveva osservata solo e realmente per quel motivo, la curiosità attuale non derivava da esso: semplicemente, voleva sapere dove lei fosse.
Il reale motivo, era sconosciuto anche a lui.
Blaise, finalmente convinto, aprì la porta della camera sua e di Draco – Vado a farmi ammirare dalle primine, ci vediamo tra poco per andare a pranzo.- gli disse, prima di chiudere la porta e trattenendo a stento una risatina.


-Lavanda, ancora qualche passo.- Ginny le fece segno si avanzare e lei eseguì.
- Va bene così, per il momento: andiamo a pranzo e se ne riparla nel pomeriggio, ti aspettiamo, cambiati.- disse alla bionda Grifondoro che annuì.
Hermione, seduta su una delle tre poltroncine riservate, la osservò allontanarsi: era molto cambiata dal periodo in cui moriva per Ron.
La guerra, la sofferenza, l'avevano maturata e fatta diventare una ragazza taciturna, a volte schiva.
Non aveva mai più letto, l'odio e la gelosia che Lavanda aveva sempre nutrito verso di lei, nei suoi occhi, anzi: sembrava la guardasse con rispetto. Un rispetto, le disse un giorno Harry, dopo che lei gli aveva confidato la sensazione, che si era pienamente meritata.
-Andiamo, ho fame!- esclamò Ginny, facendo segno a Padma e le altre due di scendere dalla loro postazione, non appena Lavanda ebbe varcato la porta di destra. Si incamminarono lungo il corridoio, sigillando prima la Stanza.
Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde, sorrise Hermione.
Erano ragazze di tutte e quattro le Case, ma sembravano comunissime adolescenti.
Quando le otto ragazze, fecero il loro ingresso il Sala Grande, l'attenzione che fu loro riservata fece invidia a quella dedicata pochi minuti prima al biondo erede dei Malfoy.
Silente, dall'alto del suo tavolo, non poté nascondere un sorriso soddisfatto, mentre loro si salutavano e smistavano tra i veri tavoli.

- Devo dirtelo, Ginny, sono molto sorpresa – piacevolmente sorpresa -, - si corresse Hermione, rivolgendosi all'amica. – degli abiti che avete tessuto. Sono molto sobri e comodi.- si complimentò. La piccola peste dai capelli ramati le rivolse un sorriso angelico che fece rabbrividire la Caposcuola. – Hermione, hai un'idea sbagliata di me.- disse dolcemente.


Harry e Ron ,entrambi concentrati sul pranzo, ascoltavano appena le chiacchiere delle due.
-Davvero, Hermione, sei un talento naturale.- le stava dicendo Ginny: se per talento naturale, l'amica intendeva il fatto che, miracolosamente, lei non avesse ancora preso nessun capitombolo sui tacchi, allora era vero, era un talento naturale.
- Per favore Ginny, non mi ricordare quei cosi orribili che mi aspettano!- si lagnò.
Ginny rise – Ti adoro! – l'abbracciò. La Caposcuola, confusa ma divertita, ricambiò l'abbraccio.
-Allora: a che punto siete?- domandò loro Harry, pulendosi la bocca con un tovagliolo.
Hermione aprì la propria per rispondere ma la voce di Ginevra la bloccò. -Lo vedrai domani!- rispose, con un tono che non ammetteva repliche.
Ron rise – Non vedo l'ora! – commentò.
Dal tavolo dei Corvi un sibilo attirò la sua attenzione.
-Hermione, ci vediamo tra mezz'ora! – le mimò Luna con le labbra, indicandole la porta verso la quale si stava avviando.
Lei annuì, sorridendo.


Malfoy, scocciato dalle lamentele di Blaise, che continuava a ripetere che quel giorno il maglione di Ginny era troppo scollato, la cercò rossa con gli occhi, sperando che sentendosi osservata, si decidesse a voltarsi verso l'amico, distraendolo.
Tuttavia gli occhi si posarono sulla persona alla destra della Piattola: la Mezzosangue. Stava annuendo col capo, sorridendo in direzione del tavolo dei Corvi. Girò di scatto la testa e vide Goldstein osservarla in silenzio.
Tornò a guardare lei, solo per vederla rispondere ad un qualche domanda che San Potter le aveva fatto.
Incrociò le braccia, pensoso: allora Blaise non aveva mentito, la Granger era uscita con un Corvo!
Goldstein.
Aveva capito che era un idiota con dei pessimi gusti ,quando si era preso una sbandata per la Piattola pensò, senza rendersi conto di stare offendendo anche il suo migliore amico.
Un leggero fastidio, come di una consapevolezza ingombrante, si fece largo nei suoi pensieri, ma il biondo Serpeverde la scacciò abilmente.
Quando tornò a guardare verso il tavolo dei Grifoni: la Mezzosangue non c'era più.

-Allora, ricapitoliamo.- disse Ginny, sedendosi su una delle poltroncine rosse con aria professionale.
Padma annuì – Dopo aver fatto accomodare tutti, una leggera musica di sottofondo partirà.- comunicò, efficiente.
-Subito dopo, le porte verranno chiuse da quelli del Servizio d'Ordine.- aggiunse Daphne.
- Servizio d'ordine?- chiese Hermione, cadendo dalle nuvole. Si rese conto solo in quel momento di quanto fosse stata tenuta alla larga da quel progetto dal Trio delle Amazzoni.
Luna annuì – Non possiamo lasciare l'entrata incustodita così, stamattina, ho chiesto a Silente se poteva fare qualcosa a riguardo e lui mi ha assicurato che ci saranno quattro "agenti" a sorvegliare il tutto: due alla porta e altri due in giro per la Stanza.- le spiegò.
La Caposcuola di Grifondoro annuì, scocciata: l'avevano tagliata fuori!
-Bene, andiamo avanti.- mormorò la Serpe bionda, facendo un cenno alla Tassorosso.
- Poco dopo, attraverso il microfono, comincerò a presentare le modelle e i loro abiti.- disse Susan con la sua voce candida.
- Io regolerò le luci, in base alla scaletta.- aggiunse Calì.
- Perfetto ragazze! – sorrise Ginny, entusiasta: nessuno di loro stava più nella pelle. Tranne Hermione, ovviamente.
- Quando arriverebbero questi fantomatici "agenti"? – domandò Hermione, per calmare quell'euforia che aveva solo l'effetto di agitarla.
- Domattina.- rispose Ginevra.



-Sei sicuro di quello che dici, Draco?- gli chiese Blaise, mentre spostava l'alfiere di un paio di caselle.
- Certo che sono sicuro, Blaise, mi prendi per scemo?- esclamò l'altro, spostando la pedina nera.
Zabini sorrise – Certo che no, solo che mi sembra strano: Goldstein prima sbava dietro alla mia Ginny, poi ripiega su Hermione?- commentò.
Malfoy sollevò le spalle – Non si può certo dire che in fatto di donne sia ferrato.- rispose, volutamente.
L'amico gli lanciò un'occhiataccia, ignorando il commento – Allora, probabilmente, sarà con lui che Hermione verrà al Ballo.- ipotizzò.
Draco rimase fermo un istante, elaborando l'informazione, poi si decise a muovere.
Un'espressione trionfante apparve sul viso di Zabini, che si alzò. Ne aveva avuto abbastanza di torturare il suo migliore amico.
- Ti stavo prendendo in giro, Draco: Hermione ha passato la giornata nella Stanza delle Necessità con Daphne, Ginny e le altre, a fare le prove per domani.- gli disse.
Gli occhi di ghiaccio di Malfoy divennero incandescenti, mentre Blaise, sorridendo, continuava. -Credo proprio che tu abbia preso un abbaglio, su Goldstein intendo: non hai notato Luna che andava via, era a lei che la Granger sorrideva.- gli spiegò.
Draco accusò il secondo colpo, senza perdere il suo contegno regale.
-Ti consiglio comunque di darti una mossa o qualcuno le chiederà per davvero di andare al Ballo, sempre che non lo abbiano già fatto Potter o Wesley.- aggiunse.
- Non ho nessuna intenzione di andare al Ballo con la Granger.- disse sicuro Malfoy, squadrandolo.
Blaise sorrise – Ma certo che no, Draco.- si voltò, incamminandosi verso la sua camera, poi si fermò improvvisamente.
- A proposito, - sorrise – Scacco Matto.-.


- Non voglio più vedere una scarpa in tutta la mia vita! – esclamò la Caposcuola, buttandosi sul letto.
Ginny rise – Hai intenzione di venire a cena a piedi nudi?- la canzonò.
-Spiritosa!- borbottò lei, contro i cuscini.
- Su, Hermione, muoviamoci che siamo già in ritardo.- la scosse, passandosi la spazzola di legno dell'amica tra i capelli ramati.
La sentì sbuffare, mentre si tirava a sedere e si ravvivava i riccioli. -Vorrei che fosse già passato domani! – esclamò.
- Attenta a ciò che desideri, Hermione, non si sa mai.- le disse Ginny.
Hermione rise – Che perla di saggezza!- la canzonò. -E' opera di Blaise?- aggiunse.
L'amica sorrise – Per niente.- rispose.
-Vi muovete! – la voce di Ron le spaccò i timpani.
- Gli prenderà un colpo quando ti vedranno.- alluse ai due ragazzi di sotto.
Ginny alzò le spalle – Pensa quando vedranno te e Malfoy! – rispose.
La Caposcuola spalancò gli occhi, agitando contemporaneamente le mani – Io e Malfoy?! Tse, non succederà mai, non metterti strane idee in testa, Ginevra! Un rapporto di civiltà ed educazione è il traguardo a cui miro solo per te, per la tua storia con Blaise, che suppone che la sottoscritta debba aver a che fare con lui e col suo amichetto. Tutto qui. - l'avvisò.
-Certo, Hermione.- uscì, mentre Hermione la seguiva, imbufalita: era la seconda volta che concludeva un loro discorso con quella frase.

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