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Tradizioni

-Ma che combini!?- esclamò Hermione, furiosa.
- Che intendi?- le chiese, innocente l'amica.
- Stavi per esprimerti sulla mia vita privata di fronte a tutta Hogwarts, professori e miei genitori compresi!-  Hermione sembrava un Ippogrifo infuriato.
- Oh, perdonami Hermione, è che l'illuminazione è stata così improvvisa da impedirmi di tacere!- l'abbracciò, strusciando la guancia contro quella di lei. La Caposcuola si sciolse. -Va bene, va bene!-
- Allora, dimmi: è vero?-
- Cosa?-
- Lo sai. -
- No. -
- No che non è vero o no che non lo sai?-
- No che non è vero.-
- Non sei andata a letto con Harry?- esclamò Ginny a voce alta.
- Shhhh! Ginny!-
- Scusa! Racconta!-
Hermione sospirò.

*
Harry le aveva accarezzato le gambe, stringendola.
Quando le sue labbra avevano catturato quelle di lei, un brivido li aveva scossi.
Hermione si abbandonò a quel calore così tanto cercato: stava bene con lui.
-Ti amo, Hermione.- le aveva detto.
Ed era stata la fine.
Si era congelata.
Una miriade di immagini, di sospiri, di sorrisi, di ricordi, tutti riguardanti loro due, loro tre, avevano abbattuto quel muro di dolore che lei aveva così abilmente costruito.
Non amava Harry.
Amava Harry.
Come un fratello.
Come un pezzo di lei stessa.
Glielo disse.
Anche lui si congelò, tirandosi su.
Hermione si chiuse l'accappatoio, fissandolo afflitta.
-Mi dispiace così tanto...- cominciò. – Io non potrei rinunciare a te per niente al mondo Harry. Senza di te mi manca una parte della mia vita, senza di te niente ha più senso. Ti amo, ti amo teneramente, di quell'amore incondizionato e puro con cui si ama un fratello.
Perdonami.- una lacrima le scivolò lungo la guancia e lei l'asciugò veloce.
-So che adesso mi odierai, che non vorrai mai più toccarmi. So di essere una pazza, una folle, nel respingere un ragazzo fantastico come te.
Ti prego, perdonami, Harry.- continuò.
Una mano si posò leggera sulla sua guancia, facendole sollevare gli occhi.
-Hermione, smettila. Smettila di dire idiozie: sono io a doverti chiedere perdono. Ti avevo promesso ti andare con calma e ho esagerato.
Sentivo fin dall'inizio che tu non eri innamorata di me, lo sapevo. Ma ho talmente paura di perderti che ti avrei legata a me, in qualunque modo.
Non potrei mai odiarti, tu fai parte di me stesso, sei fondamentale. Non c'è mai stato niente di più sincero e puro di te, nella mia vita.
Se deciderai di perdonarmi, mi basterà la tua presenza accanto, sarà sufficiente per placare la mia voglia di te. – lo disse fissandola negli occhi.
-Ti amo, Harry* - si abbracciarono.
- Ti amo anch'io, Hermione.-
*

Era andata proprio così, poi la testa aveva cominciato a girarle e si era distesa.
Lui era andato via, lasciandola riposare.
-Cavolo Hermione, porca miseria!- fu il commento della piccola Weasley.
- Cosa?-
- Insomma, capisco l'amore e tutto il resto, ma, l'hai guardato Harry?-
- Certo.-
- Dov'erano i tuoi ormoni in quel momento?- le chiese.
La Caposcuola rise.
-Insomma non è l'Eroe il tuo Principe Azzurro.- commentò Ginny, lanciandole un'occhiata di sbieco.
- A quanto pare. -
Si erano avviate verso la Sala Grande.
- Cielo!-
- Ancora?!-
- Hermione, il Ballo!-
- Che ballo?-
Lei la guardò, rassegnata. – Il Ballo di Natale di stasera.-
-Allora?-
- Hai presente quegli esseri umani così simili a noi ma mentalmente meno sviluppati?-
- Di che parli?-
- Maschi, Hermione i maschi. Capisco che tu non ne abbia mai sentito parlare e che l'argomento ti spaventi, ma serve uno di loro, serve un maschio per il Ballo.- le spiegò, prendendola in giro.
- Che cerchi di dirmi?-
- Non hai un Cavaliere, Hermione!-
L'altra sbuffò. – Non importa! Ci verrò da sola.-
Ginny divenne di mille colori. – Non esiste! Ti troverò un cavaliere, per quanto difficile possa essere visto che ti sei ridotta al pomeriggio di Natale!-
-Ginny, ti prego non...-
Ma lei era già rientrata in Sala Grande.


Il resto del pranzo trascorse in un clima di falsata tranquillità: Harry mangiava concentrato, Ron si scambiava sguardi sereni con Luna, Ginny che si guardava intorno con fare da cospiratrice, Hermione teneva gli occhi fissi sul piatto.
Erano quasi le tre e l'aria di Hogwarts cominciava a farsi sentire per i genitori della Caposcuola: Jane sembrava affaticata e Robert non riusciva quasi a tenere gli occhi aperti. Il dolce fu accolto con un sospiro di sollievo dalla maggior parte dei presenti.
-Come sapete, la tradizione vuole che i regali vengano scambiati questa sera, quindi, potete andare ragazzi.- li congedò Silente.
Rimasero in pochi attorno al tavolo: Hermione, Ron e Luna, Ginny, Harry, Neville, Daphne e Nott.
I Signori Granger si alzarono. – Professore, è stato un vero onore conoscerla. Visitare la scuola in cui Hermione passa così tanto tempo, ci fa sentire più vicini ad un Mondo tanto distante da noi.- sorrise Jane, tendendo una mano all'uomo.
Robert le posò un braccio sulle spalle. – E' stato un piacere, complimenti davvero.- sorrise.
La McGranitt si avviò verso la porta. – Hermione, saluta con calma i tuoi genitori, io vado a dare disposizioni a Gazza per la carrozza.- le disse dolcemente.
La ragazza li condusse fuori, seguita dai soliti amici.
-Fate buon viaggio, ci vediamo presto.- si lasciò stringere forte dalla madre.
- Sono molto fiera di te, Hermione.-
Poi fu il turno di suo padre. – Abbi cura di te, piccola, fa' attenzione.- le sussurrò.
-Signori?- la McGranitt era riapparsa.
- Ti vogliamo bene.-
- Anche io. –
Li guardò andare via, dopo aver salutato calorosamente la Professoressa di Trasfigurazione.
-Buon Natale tesoro!- esclamò Robert, dalla carrozza.
Il naso della ragazza pizzicò fastidiosamente.
-Salutaci Malfoy!- aggiunse Jane, ridendo.
Hermione quasi si strozzò.
-Hermione, abbiamo da fare.- Ginny, comparsa alle sue spalle, le agguantò una mano, mentre lei si appigliava inutilmente alla felpa di Ron.
- Non lasciare che mi prenda!- supplicò.
- Luna!- la voce della piccola Weasley faceva paura.
La Corvonero si avvicinò al suo ragazzo e staccò delicatamente la mano di Hermione dal braccio di lui.
-Perdonami Hermione, ma Ginny mi ha spiegato che è per il tuo bene.- sorrise.
- Ascoltami Luna, tu non sai cosa vuole farmi,..- tentò la Caposcuola.
- Luna, per favore, cerca Daphne e raggiungeteci in camera nostra.  Ron, aspettale fuori con Harry, così potrete farle entrare.- trascinò via una disperata Hermione che si dimenava inutilmente.


Blaise porse nuovamente la lettera a Draco, sospirando.
-E' proprio come avevamo previsto.- commentò.
- Si e io non ho la minima idea di cosa Diavolo fare!- il cazzotto saettò nell'aria mandando in mille pezzi lo specchio di fronte al letto.
- Non ucciderti potrebbe essere un inizio.- commentò l'altro.
- Se le dessi quella e non funzionasse? Se dovesse capitarle qualcosa di peggio?- chiese, indicando la fiaschetta acquistata alcune settimane prima a Hogsmeade, il giorno in cui aveva steso quel tipo del bar.
- Parla con Silente.-
Draco alzò un sopracciglio. – Credi davvero che debba?-
-E' l'unico che può darti un consiglio, che può indirizzarci e aiutare Hermione.-
- Che succede ad Hermione?- chiese Daphne, entrando.
- Niente, dove vai?- rispose Zabini, osservando l'agenda che la ragazza teneva stretta tra le mani.
- A Gryffindor.-
- Come mai?-
- Dobbiamo trovare un accompagnatore per Hermione per il Ballo di questa sera, ci vediamo dopo!-
- Draco!-
- Cosa?!-
- Il Ballo!-
- Allora?-
- Non hai ancora una dama!-
- Ci vengo da solo.-
- Devo andare.- esclamò Blaise, alzandosi e correndo verso la Sala Comune.
- Blaise, che hai in mente?-
- Niente, Draco.-


-Ginny, non esiste!-
- Il Prossimo?- chiese ad alta voce lei.
- Dean Thomas.- lesse Luna dalla lista che Ginny le aveva dato.
- Ci va con Calì, credo.- mormorò Daphne.
- Ginny, questa buffonata-..-
- Non gli piaceva Susan di Tassorosso?! Il prossimo?-
- Fennigan?-
- Con Romilda.-
- Gli avrà fatto bere qualcosa...vediamo, Neville?-
- Sembrerà strano ma ha invitato Hanna Abott.-
- Ragazze, davvero, apprezzo lo sforzo ma...-
- Passiamo a Corvonero, Luna?-
- Vediamo, Corner?-
- Ci va con Cho.-
- Terry?-
- Mi sembra Penelope.-
- Daphne ti prego, ascoltami..-
- Finch?-
- Con Natalie.- rispose Luna.
- Ci sono!- esclamò Daphne. - Theo non ha una ragazza, visto che Pansy è partita!-
- La Parkinson mi odia! Pensa andassi al ballo con il suo ragazzo!- rispose Hermione. – Un momento: Nott e Pansy?-
- Non stanno ancora ufficialmente insieme.- spiegò Daphne.
- Allora siamo d'accordo, Daphne. Ci pensi tu?-
La Serpeverdesi alzò. – Vado subito.-
-Aspetta!- esclamò Hermione. – Magari a Theodor non va di portarmi al ballo, non potete costringerlo!-
- Muoviti Daph!-
Luna rise dell'espressione sconsolata che assunse la Caposcuola mentre si lasciava cadere all'indietro sul letto, rassegnata.
-Ginny, sono quasi le cinque, non credi che dovremo cominciare a prepararci?-
Hermione si tirò a sedere, allibita. – Mancano quattro ore!-
-Hai ragione Luna, perché non porti qui il tuo vestito, ci prepareremo insieme.-
- Vado subito.-
- Avvisa anche Daphne!-


-Tutto chiaro?-
- Tutto chiaro Daphne.- rispose Nott.
- Ora scappo. Mi aspettano da Hermione, dobbiamo prepararci.-
- Mancano quattro ore!-
- Appunto!-
Quando uscì, lanciò un saluto a Blaise e corse via.
-Ti ho trovato una ragazza.-
- Prego?- Draco si voltò verso la porta.
- Susan Hossas.-
- Una Tassorosso?-
- E' una Sangue Puro, ehi, accontentati, sei tu che hai aspettato il pomeriggio di Natale!-
- Vai a quel paese, Zabini.-
- Devi passare a prenderla alle nove!-
La porta gli venne sbattuta sul naso.
Blaise ritornò in Sala Comune. – Mi devi un favore, Zabini.-
-Lo so Theo!-

-Voi tre siete pazze io quella roba sulla faccia non me la metto!- esclamò terrorizzata Hermione, tentando di sfuggire alle grinfie di Daphne.
- E' soltanto una maschera ricavata dai petali di un fiore che coltiva il padre di Luna. – le spiegò Ginny.
- Serve a purificare e rendere luminosa la pelle.- annuì la Corvonero.
- Daphne, usa la magia.- le sussurrò Ginny, porgendole di nascosto la bacchetta.
- Incarcerus!- la bacchetta puntata contro di lei e Hermione si ritrovò immobilizzata.
- Daphne!- esclamò offesa.
- Piantala, Hermione! Adesso te ne stai buona e zitta, mentre noi cerchiamo di renderti uno schianto.- rispose la Serpeverde.
- Io non voglio essere uno...-
- Silcencio!- stavolta l'occhiata di odio fu per Ginny.
- Ginny, credi che le farebbe piacere se le facessimo la "ceretta"?-
Un velo di terrore scese sul viso della Caposcuola, mentre la Serpeverde e la Gryffindor si scambiavano uno sguardo complice.
-Ma certo, Luna. –


-Sono chiuse in quella stanza da quasi tre ore e mezza!- esclamò Harry, annodando la cravatta.
Lo smoking scuro faceva risaltare il verde degli occhi, proprio come quello azzurro di Ron metteva in risalto gli occhi chiari.
-Mi aiuti?- domandò quest'ultimo all'amico, indicandogli la cravatta slacciata.
- Mi sembra strano non aver sentito Hermione gridare.- commentò poi.
- Già.-
- Neville, ma quanti chili hai perso?!- esclamarono in coro, quando il ragazzo fece il suo ingresso stretto nel suo abito blu.
- Qualcuno.- sorrise.

-Ginny, abbiamo poco più di mezz'ora!- esclamò isterica Daphne.
Avevano passato il pomeriggio a fare maschere, manicure, pedicure, ad usare creme per capelli e a scegliere trucco e parrucco.
Il risultato?
Se ne stavano tutte e quattro – Hermione ancora dolorante per la ceretta e per tutta quella roba che le avevano appiccicato al viso e al corpo – avvolta in delle specie di Kimono che Luna aveva portato per tutte, indecise. Daphne continuava a legare e slegare i capelli, ancora umidi di doccia.
Il bagno delle Grifondoro sembrava uscito da un film: quattro cabine doccia erano state fatte comparire in sostituzione della vasca, c'erano shampoo e creme e pozioni ammorbidenti ovunque.
Luna, sempre tranquilla, riordinò tutto con un incantesimo, sistemando poi una indecente quantità di trucchi sul mobile del bagno.
-Va bene, cominciamo con i capelli.- decretò infine Ginevra.


Mancavano pochi minuti alle nove e una piccola folla di baldi giovani si era radunata nella Sala Comune dei Gryffindor.
Tra questi, spiccavano certamente le figure rigide e composte di Blaise Zabini, fasciato in un completo blu come i suoi occhi e Draco, elegante  e perfetto nell'abito nerissimo, con cravatta azzurro ghiaccio.
Susan se ne stava seduta accanto a Nott, che aveva gentilmente fatto le veci di Draco andando a prenderla: il suo vestito argenteo risaltava col miele dei capelli.
Anche Neville, Harry e Ron aspettavano, sbuffando di tanto in tanto.
Un leggero rumore di tacchi e porte sbattute annunciò l'ingresso delle ragazze.
Quando i presenti sollevarono gli occhi per osservarle, rimasero tutti a bocca aperta.

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