Missione: dormitorio femminile
-E così ti sei preso una sbandata per la piattola Wesley!- ridacchiò Malfoy, mentre si allentava il nodo della cravatta.
Blaise l'aveva seguito in camera, togliendosi la giacca. -Cosa?- gli chiese, immobilizzandosi.
Draco lo guardò serio per un istante, poi scoppiò a ridere – Andiamo, Blaise! Sono il tuo migliore amico, credevi davvero che non me ne sarei accorto?- gli disse, entrando in bagno e aprendo l'acqua per riempire la vasca.
L'altro sorrise – E' quella giusta, Draco. – gli spiegò, seguendolo, mentre il biondo si sfilava la camicia e i pantaloni.
-Come corri.- lo prese in giro Malfoy, chiudendogli porta del bagno in faccia – Devo lavarmi!- gli urlò, da dietro la porta chiusa.
Malfoy sentì l'amico tornare sui in camera e si infilò nella vasca.
Il calore dell'acqua gli rilassò i muscoli, mentre la chioma bionda del ragazzo si piegava all'indietro. Che diavolo gli prendeva?
Rischiare così tanto, per una Mezzosangue. Il vapore creò un sottile velo sulle mattonelle lucide del bagno, mentre due occhi di ghiaccio saettavano nervosi da un lato all'altro.
Ron si pulì la bocca col tovagliolo – Che mangiata!- esclamò, soddisfatto.
Hermione lo guardò di sbieco – Non capisco come fai a non mettere un chilo! Con tutto quello che mangi!- gli disse.
Lui rise – Sei invidiosa, signorina? Ho notato una certo rigonfiamento...- la prese in giro.
La Caposcuola lo fulminò – Come ti permetti!- gli disse, alzandosi minacciosa. Il ragazzo fu più veloce: scattò in piedi e cominciò a correre.
La riccia si gettò al suo inseguimento – Ronald Wesley, fermati o ti schianto!- uscirono così dalla Sala Grande. Arrivarono alla Sala Comune dei Gryffindor, completamente deserta. Il ragazzo si nascose dietro il quadro della signora grassa, che si mise ad urlare come una forsennata.
-Signor Wesley! Non avrà intenzione di infastidire la Caposcuola Granger con i suoi soliti scherzi, vero?- gridò.
Il ragazzo la ignorò, mentre Hermione apriva la porta. Entrò guardandosi attentamente intorno e, non vedendolo, avanzò di qualche passo.
- Buuu!- urlò Ron, apparendo alle sue spalle.
La ragazza sussultò – Ron, sei un idiota!- gli disse, tempestandolo di pugni scherzosi.
Risero insieme, poi il ragazzo si avvicinò al camino e accese il fuoco. Hermione si sistemò sul divano, tenendosi le ginocchia con le braccia.
Lui la guardò, mentre si sollevava: i riflessi delle fiamme, le illuminavano a tratti il viso, incorniciato dai riccioli scuri come gli occhi che sembravano danzare con il fuoco.
Gli sorrise – Va tutto bene, Ron?- gli domandò, vedendolo immobile.
Annuì, sedendosi accanto a lei. Allargò un braccio e Hermione si accoccolò, come sempre, sul suo petto.
L'odore di vaniglia lo inebriò, mentre richiudeva il braccio su di lei. -Non vedo l'ora che arrivi Natale, Ron. – gli sussurrò, incantata.
Il ragazzo cominciò a giocare con i suoi riccioli – Come mai? Credevo fossi terrorizzata dal ballo!- la prese in giro.
La caposcuola rabbrividii: era vero, odiava quel ballo.
-Si, ma quel giorno i miei genitori faranno la loro prima visita ufficiale ad Hogwarts!- gli ricordò.
Ron si diede mentalmente dell'idiota: i genitori di Hermione non conoscevano la scuola, non l'avevano mai potuta visitare.
Silente, essendo Hermione la migliore studentessa della scuola, l'aveva premiata, consentendo ai genitori della ragazza di partecipare al pranzo natalizio. Tuttavia, non sarebbero potuti rimanere per il ballo. Per i babbani, era stancante passare il tempo in luoghi magici: troppe cariche energetiche. -Sono felice per te, Hermione.- le sussurrò in un orecchio.
La ragazza sollevò il viso, sorridendogli felice. Il cuore di Ron fece le capriole.
- Hermione...- mormorò, tornando a stringerla.
-Si?-
- Non sei ingrassata, sei perfetta.- le disse.
La ragazza chiuse gli occhi – Grazie, Ron. – si addormentò, sorridendo.
Harry lasciò la Sala Grande, seguito da Ginevra. La ragazza camminava in silenzio, cosa anormale per lei.
-Tutto bene, Ginny?- le domandò, voltandosi leggermente per guardarla.
Ginny parve cadere dalle nuvole – Scusami, Harry, hai detto qualcosa?- gli chiese.
-Che ti succede?-
- Va tutto bene.- mentì lei.
Il ragazzo la fermò, attirandola a sé – Non ti costringerò a parlarmene se non vuoi, ma sappi che io sono qui, se hai bisogno.- le disse.
La piccola Weasley si fece violenza per non consentire ad una stupida lacrima di scorrerle lungo la guancia lentigginosa.
-Grazie, Harry.- si staccò dal suo abbraccio.
- Ginny, ti disturbo?- chiese la voce di Luna, apparsa dal nulla.
– Ciao, Luna, dimmi pure.- disse, facendo un cenno ad Harry ed allontanandosi. Il Salvatore del Mondo Magico (oramai disoccupato) attraversò i corridoi, fino a giungere alla lunga scala della Torre dei Grifoni. Giunto dinnanzi alla Signora Grassa, la trovò che borbottava qualcosa sulla maleducazione dei giovani di oggi. Una volta all'interno, notò il camino acceso e due sagome semidistese sul divano.
Sorrise, pensando ad una delle tante coppiette chi si rintanavano in quel posto romantico per avere un po' di intimità. Poi notò il rosso acceso di una delle teste e i riccioli scuri dell'altra. Il suo cuore si arrestò per un istante. Girò intorno al divano su cui Hermione e Ron si erano appisolati. Sentì un calore salirgli al viso e si rese conto di sudare. Cercò di regolarizzare il respiro, per calmarsi. Hermione era la sua migliore amica, non la sua ragazza. Non poteva esserne geloso.
Si sedette sulla poltrona di fronte a loro, non potendo comunque ignorare quel fastidio che lo pungeva nel profondo.
Tossì ripetutamente, tentando di svegliare l'amico, ridestando invece la ragazza.
- Harry.- gli sorrise lei, spostandosi da Ron, senza svegliarlo. -Dobbiamo esserci appisolati.- mormorò, guardandosi intorno.
Si girò verso Ron che russava rumorosamente e rise, prendendo la bacchetta – Accio coperta!- disse, mentre l'oggetto arrivava nelle sue mani.
Harry seguì ogni suo gesto incantato. La Caposcuola si sporse sull'amico, sistemandogli la coperta. Involontariamente, lo urtò con il gomito, mentre si ritraeva: il ragazzo, nel sonno, si chinò in avanti, finendole addosso. Rimasero così per un istante: Hermione sotto, Ron sopra, Harry sottoterra. La mano di Ron si era posata delicata sul seno destro della ragazza, diventata di mille colori. -Accidenti!- borbottò lei, cercando di togliersi quel peso morto di dosso, senza risultati.
Harry, furioso, afferrò la bacchetta – Vingardium Leviosa !- urlò, facendo levitare il corpo di Ron sul pavimento ghiacciato.
Svegliato dal cambio di temperatura, il ragazzo si guardò intorno spaesato.
-Che accidentaccio succede?- chiese, alzandosi dal pavimento.
Hermione abbassò gli occhi, imbarazzata. – Ecco, vedi...nel sonno...mi sei caduto sopra..- Mormorò impacciata.
Ron divenne di porpora e si grattò la testa. -Scusami Hermione.- le disse; la ragazza liquidò tutto con un gesto.
Harry, ancora in piedi, si avviò alterato verso il dormitorio maschile.
-Ma che gli è preso?- chiese Ron, indicandolo.
Hermione alzò le spalle. Cosa stava succedendo al suo migliore amico? Si comportava come un fidanzato geloso! Cielo, lui e Ron avevano forse fondato il club "Facciamo rimanere Hermione zitella?" , si chiese. O, adesso che il Mondo Magico non era più in pericolo, Harry e Ron avevano bisogno di un nuovo passatempo a impegnare le loro esistente?
- Hermione?- la chiamò la voce di Ginny, appena entrata.
La caposcuola si alzò, - Ginny, ciao Luna, Daphne. – salutò. Poi rifletté – Daphne?- esclamò: era strano vedere una Serpeverde alla Torre dei Grifoni. La bionda sorrise – Ginny mi ha invitata al pigiama party di stasera, spero non sia un problema, altrimenti posso andare...- disse imbarazzata.
Hermione le sorrise, prendendola a braccetto – Non dire sciocchezze, sei la benvenuta!- affermò, incamminandosi su per le scale.
Si fermò improvvisamente, mentre Ginny, già pronta, si copriva le orecchie – Un attimo!- esclamò la Caposcuola. – Ginevra Wesley! Di che pigiama-party parliamo?!- il grido raggiunse Diagon Alley.
Daphne ridacchiò divertita: si trovava bene con quelle ragazze, soprattutto con Hermione. Era sempre stata gentile con lei, nonostante tutto.
Era davvero una bella ragazza, anche se si curava poco, notò. Ginevra, invece, era tutto un altro discorso: appariscente, spigliata, sempre in ordine perfetto. I capelli rossi e gli occhi scuri risplendevano di una femminile consapevolezza. Nonostante fosse minuta, aveva un figura snella e slanciata. Luna era un caso a parte: tipico visino d'angelo, perennemente tra le nuvole. E poi c'era lei: a detta di tutti, la più bella di Hogwarts. Effettivamente, se qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe scambiato la camera della caposcuola dei Gryffindor e di Ginny per un salone di bellezza babbano. Quattro splendide fanciulle in fiore si mettevano lo smalto, si arricciavano i capelli e parlavano del ballo. O meglio: tre ragazze facevano ciò, mentre una quarta, legata con un Incarceramus della sua migliore amica,subiva quelle che, a suo parere, erano torture degne di Voldemort.
Blaise si accese una sigaretta di Draco, uscendo nel giardino. Faceva ancora più freddo la notte e le nuvole impedivano la vista delle stelle.
-Dovrai smettere, se vuoi stare con la Wesley – disse una voce nell'ombra.
- Ti ringrazio del consiglio Pansy, ci penserò.- rispose, mentre la sagoma della ragazza appariva dal buio. - Possibile che ve siate accorti tutti?- esclamò, indignato,
- Zabini, sono settimane che non ti vedo con una ragazza!- gli spiegò la Parkinson, togliendogli la sigaretta di bocca e aspirando.
- Perché nessuna è all'altezza.- protestò il ragazzo.
La moretta sorrise, avvicinandosi sensuale a lui e iniziò a strusciarglisi addosso. - Nemmeno io, Blaise?- gli chiese, accarezzandogli il ventre.
Lui chiuse gli occhi, concentrandosi sulle abili mani della ragazza. Niente, non sentiva assolutamente niente. Le fermò le mani, sorridendole.
La ragazza ricambiò, soddisfatta – Io parto, Blaise, torno a Gennaio. Vado a trovare i miei nonni, passerò il Natale con loro.- lo salutò, incamminandosi verso Gazza, che l'aspettava con una lanterna per condurla alla carrozza.
Zabini la salutò con la mano – Pansy.- la chiamò, poi, prima che sparisse.
-Si?-
-Grazie.-
Harry Potter sbatté la porta della camera che condivideva con Neville e Ron. -Maledizione!- esclamò, buttandosi sul letto.
Doveva piantarla, uscire con qualcuna, ma togliersi Hermione dalla testa. Era un capriccio, uno stupido capriccio, tentò di convincersi.
Ron aprì la porta – Si può sapere che ti è preso?- gli chiese, sedendosi sul suo letto.
-Niente.-
-Piantala Harry! E' per Hermione?- gli chiese furioso il ragazzo, torturandosi le mani. Non voleva sentire la risposta, poiché la conosceva già e la temeva. -Sei innamorato di lei?- domandò ad Harry, senza guardarlo.
-No ,non lo so, forse. –borbottò il bruno, sospirando. – Mi dispiace, Ron, credevo ti fosse passata.- disse .
Il suo migliore amico annuì, rilassandosi – Anche io sono innamorato di lei.- spiegò, semplicemente. -Non ho intenzione di lasciartela senza combattere.- gli confessò.
Harry rise – Ron, Hermione ci vede come i suoi migliori amici: che ti fa credere che uno dei due l'avrà?- gli domandò, mettendosi a sedere.
L'altro si grattò la testa, pensieroso. Rimasero in silenzio per alcuni minuti, finché Paciock non fece il suo rumoroso ingresso.
-Ragazzi! Le ragazze fanno un pigiama-party! Muovetevi! – li chiamò, correndo fuori.
-Tse, figurati se rischio la pelle per vedere Hermione e le sue amiche mettersi lo smalto, fare la lotta con i cuscini e parlare di stupidaggini! esclamò Ron. Harry annuì, confermando. Si guardarono per qualche secondo.
- Ho sentito Dean dire che hanno fatto apparire una vasca in camera e faranno il bagno insieme!- disse una voce al di là della porta, rivolta a qualcun altro.
- Muoviti! – dissero all'unisono i due amici, precipitandosi fuori.
Draco si stese nel suo letto, dopo aver accuratamente sigillato la porta. Il profumo del bagnoschiuma magico si diffuse nella stanza.
Doveva dormire, niente pensieri, niente preoccupazioni. Chiuse gli occhi, tentando di addormentarsi. Due occhi scuri, dalle sopracciglia alte e sottili come un punto di fuga sul viso pallido, invasero i suoi pensieri.
-Maledetta Mezzosangue!- borbottò, girandosi di lato.
Da quando erano tornati a scuola, si era tenuto alla larga da lei, tentando di ignorare quello che sapeva.
Poi i segni erano diventati evidenti, aveva dovuto arrendersi: qualcosa gli rimordeva dentro e aveva dovuto agire. Adesso aspettava solo il momento giusto. Nel dormiveglia, ricordò un intenso profumo di vaniglia: dove l'aveva già sentito? Si addormentò con quella domanda.
Hermione, finalmente liberata dalle corde, si fissava sconvolta allo specchio: i suoi ricci erano spariti. O cielo! Si tastò la testa alla ricerca di un qualche trucco, ma non ce n'erano: i suoi ricci erano scomparsi. Si voltò sconsolata verso Daphne – Non mi torneranno mai più?- le chiese, disperata. La ragazza la rassicurò – E' solo una piastra Hermione, al prossimo shampoo saranno come nuovi. -le sorrise, incoraggiante.
Un rumore sulle scale attirò la loro attenzione. Le ragazze aprirono la porta, affacciandosi sulle scale: nessuno.
-Eppure, mi è parso di sentire qualcosa..- mormorò Hermione.
Ginny la spintonò –Dai Hermione, il dormitorio è protetto dal Glisseo – le ricordò
La Caposcuola annuì poco convinta, rientrando in camera. Si sedettero tutte e quattro sull'enorme letto di Hermione. -Allora, Daphne, hai già scelto l'abito per il ballo?- le chiese Ginny.
Lei annuì – E' bianco, leggermente intrecciato sul davanti.- glielo descrisse. - E tu Luna?- chiese poi alla Corvonero.
La ragazza sorrise – Mio padre me ne ha spedito uno come regalo anticipato di natale: è rosa, ad una sola manica e qualche piccolo fiore sul seno. – rispose gesticolando.
- Ginny?- passò il testimone Luna.
-Il mio e quello di Hermione dovranno essere una sorpresa!- esclamò la ragazza.
-Sai Daphne, inizialmente non ti trovavo molto simpatica, quindi ieri ho costretto Hermione a venire con me ad Hogsmeade per comprare due abiti nuovo, per farti concorrenza- le raccontò la rossa.
La Serpeverde rise – Spero di averti fatta cambiare idea- le disse. Ginny annuì. Un tonfo giunse dalle scale.
Le quattro scattarono in piedi aprendo la porta: un gruppo di ragazzi del settimo erano scivolati lungo la scala incantata, finendo a gambe all'aria. Le ragazze risero in coro.
-Vi sta bene! – urlò Hermione, mentre le altre rientravano. Chiuse la porta sigillandola. Si sedette sul letto, guardandosi intorno: qualcosa non andava. Ginny e Daphne capirono al volo, e, facendo finta di niente, continuarono a conversare.
esclamò s'improvviso Hermione, puntando la bacchetta verso la scrivania.
Il mantello dell'invisibilità di Harry volò via. I due ragazzi, a cavallo della Nimbus 2000 del impallidirono.
Ginny scoppiò a ridere, mentre Hermione si alzava con aria minacciosa e un sorriso malefico.
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