Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Lo specchio dell'anima

-Manteniamo la calma, ragazzi.- sospirò il vecchio Preside, alzandosi. – Draco, ti spiacerebbe prestarmi per qualche secondo quella pozione?- gli chiese, indicando l'oggetto che il giovane stringeva convulsamente tra le mani.
- Ma è l'unico rimedio per...- un gesto del Professore di Pozioni lo convinse ad obbedire e consegnò la boccetta nelle mani di Silente.
Quest'ultimo studiò pensoso l'affascinante ondeggiare del liquido, svitando il tappo.
Senza bisogno della bacchetta, fece levitare una goccia del contenuto, facendola scivolare in una fiala che Piton aveva prontamente fatto comparire. Dopodiché  riconsegnò la boccetta a Draco, voltandosi verso l'infermiera.
-Madama Chips, abbiamo poco tempo: confido che lei svolga un'analisi approfondita e curata, ma estremamente rapida su questa pozione e che entro la mezzanotte abbia notizie al riguardo. –
La donna annuì, prendendo la fiala e uscendo di corsa.
-Ma come? Aspettiamo ancora? Perché non le diamo subito la pozione?- esplose il biondo Serpeverde.
- Si accomodi Signor Malfoy, sono certo che lei comprenderà che, quale responsabile della salute di voi studenti, non posso arrogarmi il diritto di somministrare una sostanza a me sconosciuta ad un allieva. – si voltò verso Harry, seduto per terra con gli occhi spiritati.
- Ma potrebbe essere troppo tardi!- insistette Draco, caparbio.
Non poteva rischiare di perdere tempo, se la Granger fosse morta, lui cosa ne avrebbe fatto della sua vita?
A chi avrebbe dato fastidio?
Chi avrebbe fatto irritare, beandosi delle sue reazioni furenti?
Non poteva rischiare.
-Sono certo che la Signorina Granger terrà duro fino alla mezzanotte: è una ragazza in gamba.-
- Questo è vero.- annuì Harry con un mezzo sorriso: ricordava il furore di Hermione, il suo coraggio, la sua determinazione.
Ce l'avrebbe fatta, come sempre, ne era certo.
-Lei non è indistruttibile!- urlò Draco, scattando in piedi. – Lei è una ragazza, dannazione!
E' fragile, è dolce, è testarda, maledettamente logorroica, stupidamente coraggiosa, ma non è imbattibile! Voi,- indicò i migliori amici della ragazza, seduti vicini. – non avete mai dato abbastanza peso alla sua sicurezza, alla sua incolumità! Ve la siete trascinata dietro, in questi anni, senza rendervi conto dello sforzo per lei di tenere il vostro passo!- i pugni del ragazzo si aprivano e chiudevano convulsamente.
Anche Harry e Ron scattarono in piedi, furiosi.
-Come ti permetti! Tu e solo tu sei la causa di tutto questo! Quando quella Mangiamorte di tua zia l'ha torturata senza pietà nel salotto della tua bella villa, te ne sei rimasto lì a guardare!- esclamò il Salvatore del Mondo Magico.
- Non me ne sono rimasto a guardare! Sono andato via, sfregiato, via!-
- Questo non cambia le cose! Rimani sempre un viscido Mangiamorte!-
- Silenzio, immediatamente!- esclamò la McGranitt, alla quale si accostò un accigliato Piton.
- Sono profondamente deluso da entrambi, ragazzi. – sospirò Silente. – Harry, sei un Gryffindor, il perdono dovrebbe rientrare tra i tuoi valori principali. – lo riprese, spostando poi l'attenzione sull'altro.
- E tu, Draco, non dovresti permetterti di giudicare l'affetto che questi due giovanotti hanno per la Signorina Granger. – si voltò verso i Professori.
- Se non vi dispiace, vorrei scambiare qualche parola con voi, da solo.- disse, indicando loro la porta.
- Ma, Albus, tu ritieni sia saggio lasciare soli...- provò la Professoressa di Trasfigurazione, ma il preside liquidò la faccenda con un cenno del capo.
- Se volete restare accanto alla Signorina Granger, dovrete comportarvi come si deve. Un'altra sfuriata del genere e vi allontanerò dalla Stanza, sono stato chiaro?-
Tutti annuirono e uno sguardo di fuoco corse da Harry a Draco.
Pochi secondi dopo, la porta si chiuse alle spalle di Piton.


-Credo stia scomoda così...- mormorò Ginny, accarezzando la fronte di Hermione, con le lacrime agli occhi.
Daphne le passò un braccio sulle spalle, tirando su col naso. – Che ne dici se corriamo in camere sua a prenderle qualcosa di più comodo?- avevano bisogno di distrarsi, altrimenti sarebbero impazzite. Luna diedi una rapida occhiata all'orologio: mancavano pochi minuti alle dieci.
-Andiamo, su!- afferrò la mano di Daphne, sfiorando la fronte della Caposcuola con un bacio e trascinò le altre due fuori. – Torniamo subito.- esclamò.
I corridoi erano deserti: per tutti gli altri studenti di Hogwarts la festa non era nemmeno cominciata.
Camminarono strette, in una angoscia comune.
-Oh Godric, Daphne, se lei non dovesse..,- mormorò Ginny tra i singhiozzi.
Luna strinse la presa. – Non dire così, Hermione è una ragazza in gamba, la più forte che abbia mai conosciuto.- sorrise, nascondendo lei stessa una piccola lacrima.
La Serpeverde strinse gli occhi, costringendosi a non piangere.
-Starà bene, non ci sono ne "se" ne "ma".- si fermò sulle scale della Torre dei Grifoni e lasciò che Ginny la precedesse.


La Stanza delle Necessità era muta.
Illuminata dalle candele e dalle fiamme del camino, Hermione sembrava più pallida che mai. E più bella, anche.
Le labbra leggermente più scure per via della febbre, i capelli sparsi sul cuscino che Ron le aveva posato sotto il capo.
Draco sedeva accanto a lei, con una mano tra le sue.
Harry ai piedi del divano, assorto a fissarla e a stritolarle l'altra mano.
Ron per terra, accanto al suo viso, che le accarezzava di tanto in tanto.
Perfino Nott e Blaise si erano accomodati intorno ad Hermione, a vegliarla, quasi come se vi fosse la possibilità che lei, sentendosi osservata, si fosse risvegliata.
Un suo gemito spezzò il silenzio e tutti gli occhi scattarono sul suo viso, apprensivi.
Quando gli angoli degli occhi si rilassarono nuovamente, Harry e Draco si guardarono: per la prima volta, l'uno poté vedere lo specchio della propria anima negli occhi dell'altro. Erano angosciati, disperati. Entrambi.
Un Serpeverde e un Grifondoro, accomunati da sentimenti identici.
Un terzo sguardo si unì al loro, quello limpido e sincero di Ron, teso e preoccupato.
Poi quello blu di Zabini e quello solidale di Theo.
Fu così che li ritrovarono le ragazze, qualche minuto dopo.


Daphne sorrise, agguantando la camicia da notte che le aveva prestato la sera che le ragazza avevano passato in camera della Serpeverde.
-Portiamole questa.- disse, mentre Ginny si chinava a prendere le pantofole della Caposcuola.
- Dov'è Luna?- domandò la Grifondoro.
- Eccomi.- la vocina della Corvonero precedette la sua entrata.
- Che ci fai con quelle?- chiese Daphne, prendendole di mano una coperta.
- Fa freddo e noi non siamo certo vestite di lana. -  sorrise.
- Ma dove le hai prese, saranno una decina!- esclamò  Ginny, aiutandola.
- Le ho prese in prestito.-
Uscirono cariche di coperte e camminarono verso la Stanza delle Necessità.
Quando la porta comparve di fronte a loro, entrarono silenziose, depositando tutto sul  tappeto.
I ragazzi avevano formato un semicerchio attorno alla ragazza.
Negli occhi di Draco, in quelli di Harry, in quelli di Ron, un'unica immagine, quella di Hermione.
La osservavano con venerazione, respirando con lei, sobbalzando ad ogni suo battito di cuore.
-Sarà sempre innamorato di lei.- sospirò Daphne, guardando il Salvatore del Mondo Magico.
Luna sorrise. – Lo saranno sempre tutti.- mormorò, lanciando un'occhiata a Ron.
-E questo non ti disturba?-
- Affatto. Vedi Daphne, Hermione è tutto quello che di puro, di femminile, di sincero, possa esserci al Mondo. E' qualcosa di incorporeo, come un valore o un ideale.  Lei, Ron ed Harry hanno fatto, fanno e faranno sempre parte di un qualcosa di speciale, un qualcosa che va oltre il semplice amore. Io mi accontento di sapere che lui mi ama, anche se non potrà mai amarmi come ha amato lei.
Mi accontento di essere essenziale per lui, di essere amica di lei, di essere entrata a far parte della  loro famiglia.- lo disse con estrema dolcezza.
-Luna ha ragione, Daphne.- intervenne Ginny. -  Anche se tu ci provassi con tutta te stessa, non riusciresti ad odiare Hermione, né a volergliene: non lo fa a posta. C'è qualcosa in lei, qualcosa che spinge gli altri ad amarla, senza che lei se ne renda conto.-
La Serpeverde annuì, osservando l'amica distesa. – Non potrei mai odiarla, mai. Hermione è stata la prima che mi ha considerata una Persona e non una Serpeverde. Non mi ha mai fatto pesare gli anni passati a tormentarla, né ha mai dubitato della mia sincerità e del mio affetto.- sussurrò. – Capisco quello che vuoi dire Luna, lo stesso vale per me. -
Si sorrisero e poi avanzarono verso il divano.
-Vi abbiamo portato queste.- ognuna si avvicinò al proprio ragazzo, porgendogli una coperta.
- Dovete uscire.- sentenziò Daphne.
- Prego?- la protesta di Draco e Harry uscì di bocca a entrambi contemporaneamente.
- Dovete uscire, dobbiamo metterle qualcosa d più comodo.- ripeté Daphne. Draco scosse la testa. – Trasfigurate.- disse. Ginny lo guardò intensamente. – Non sappiamo se la magia possa farle del male, ora. Ci vorrà un minuto, Draco.- lo chiamò per nome apposta.
Ron arrossì violentemente e si alzò, seguito da Blaise e Nott.
Gli altri due tentennarono.
-Ci metteremo solo un paio di minuti!- insisté Ginny, spingendoli verso la porta.
Mentre Luna se ne stava di guardia, Daphne e la piccola Weasley sollevarono Hermione a sedere e le sfilarono l'abito vaporoso.
Dopo averle sistemato la vestaglia attorno al corpo, attente ad ogni suo gemito, la distesero, sistemandole una coperta sulle spalle.
Dopodiché, veloci, si svestirono anche loro, indossando jeans e maglioni.
Quando rientrarono anche i ragazzi si erano cambiati, trasfigurando i loro abiti in qualcosa di più comodo.
Si sistemarono nuovamente a semicerchio intorno ad Hermione, stretti l'uno all'altro.

Il bruciore non accennava a diminuire.
Sentì qualcosa di freddo sfiorarle la guancia e sospirò: chiunque fosse, gli era riconoscente.
Il buio attorno a lei veniva squarciato di tanto in tanto da un muro di fiamme.
Si sentiva spossata, peggio di qualsiasi altra volta, di qualsiasi altra battaglia.
Bellatrix, dentro o fuori di lei, le stava succhiando via la vita, poteva sentirla.
Ogni sferzata era una fitta lancinante al petto, che la costringeva a raggomitolarsi in un angolo.
Scivolò in una sorta di incoscienza, fino a quando qualcosa non le sfiorò la fronte.
-Stai bene?- le chiese una voce femminile, dolce e melodiosa.
Hermione tentò di aprire gli occhi, ma il bruciore le impediva qualsiasi movimento.
Quando le dita si posarono nuovamente sul suo viso, la freschezza di quel tocco la convinse a tentare ancora: dopo svariati tentativi, riuscì a spalancare le palpebre.
Inginocchiata accanto a lei, una ragazza della sua stessa età, dai capelli mogano e gli occhi a mandorla le sorrise.
-Chi sei, perché ti trovi qui?- le chiese, indicando il buio intorno a loro.
- Non lo so. – riuscì a mormorare la Caposcuola, mentre l'altra l'aiutava a tirarsi a sedere.
Il viso minuto e le labbra carnoso, il naso sottile, Hermione pensò che quella ragazza fosse davvero bellissima.
-Tu chi sei?- le chiese, soffermando lo sguardo sulla strana divisa che indossava.
- Mi chiamo Amanda, piacere di conoscerti.- sorrise, prendendole una mano.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro