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Lei

Draco attese che la statua si spostasse, lasciandogli libero accesso alla scala che l'avrebbe condotto all'ufficio del Preside.
A testa alta e con il solito contegno che lo distingueva da tutti gli altri maghi, varcò la soglia, incontrando il sorriso disteso di Albus Silente.
- Accomodati pure, Signor Malfoy.- gli disse l'uomo, indicando la poltroncina di fronte alla sua scrivania.
- Sono qui per parlarle della Mez...della Granger.- si corresse, suscitando il sorrisetto divertito del Preside.
- Sono lieto del fatto che tu abbia deciso di confidarti con me. –
- Si, certo. – come se avesse avuto altra scelta: la situazione con la Mezzosangue gli stava sfuggendo di mano.
- Vede, io credo che oramai, non vi siano più dubbi sul fatto che la "Mezzosangue" – mise la parola tra virgolette per non infastidire l'uomo, in fondo, voleva molto bene alla Granger. – di cui parlava la Profezia sia lei.- spiegò.
Silente si lisciò la barba, con aria pensosa. – C'è qualcosa in particolare che ti ha fatto pensare alla Signorina Granger? E' forse accaduto qualcosa?- domandò poi, con fare innocente.
Gli occhi azzurri del Serpeverde biondo si ridussero a due fessure. – Lo so e basta.- rispose, incrociando le braccia.
Il Preside sorrise. – Via, Signor Malfoy, non volevo farmi gli affari tuoi, ma capirai che per un vecchio Mago, qualsiasi pettegolezzo è degno di interesse.- aggiunse.
Draco tacque.
-Bene, caro ragazzo, adesso vai, non vorrei che tu passassi tutto il pomeriggio rinchiuso in questa stanza: è il primo giorno delle vacanze, va' a divertirti con i tuoi amici.- lo fece alzare e lo accompagnò alla porta.
-Ma, Professore...- tentò il ragazzo, inutilmente: Silente lo aveva già spinto fuori.
- Non preoccuparti, Signor Malfoy, l'amore è una cosa meravigliosa.- gli disse.
- Ma la morte non lo è, invece!-
- Nessuno morirà, Draco.- gli sorrise, chiudendo la porta.
Dannato. Dannato vecchiaccio folle! E lui che aveva deciso di chiedere aiuto a quell'uomo, conoscendo il suo gran cuore: tutte balle.
Lo stava condannando e tutto perché? Perché così, finalmente, una Serpe e un Grifone, anzi meglio, la Serpe e il Grifone, per eccellenza, avrebbero dimostrato al Mondo Magico che le barriere di sangue erano state infrante.
Lo stava lentamente e inesorabilmente spingendo tra le braccia della Granger, ma lui non l'avrebbe permesso: avrebbe lottato, anche contro se stesso, per stare lontano da lei.
- Malfoy!- una voce, la sua voce: sorpresa, spaventata, intimidita, imbarazzata?
Contò mentalmente fino a tre, poi si voltò, cercando di prepararsi all'incontro con i suoi occhi puri.
Entrambi i loro cuori fecero una capriola.
- Mezzosangue.- disse, cattivo, con quell'intonazione che non usava più da molto tempo.
Lei se ne accorse: i suoi occhi, che fino a pochi attimi prima avevano scintillato, si incupirono.
L'imbarazzo scese tra i due, avvolgendoli.
-Ci vediamo, Granger.- le disse, aggirandola e camminando svelto, con grosse falcate, ma sempre composto.


Hermione lo guardò svoltare l'angolo e sparire e finalmente riprese a respirare.
Si portò una mano al petto, dove il suo cuore, impazzito, batteva sotto la pelle: non aveva mai trovato, in tutti quei lunghi sette anni, così difficile sostenere lo sguardo della Serpe. Adesso, adesso che aveva lasciato a quel Demonio biondo la possibilità di scrutare un po' del suo essere, si era sentita morire sotto quell'espressione glaciale.
Era stata un'illusa a pensare che per Draco Malfoy, il puttaniere di Hogwarts, un minuscolo, stupido, infantile bacio potesse significare qualcosa. Lui non dava importanza a nottate su nottate di sesso, figurarsi a quello che c'era stato tra loro.
E poi, lui aveva una reputazione da difendere: lei era una Mezzosangue, sua madre, nonostante oramai il Mondo Magico fosse andato oltre, non avrebbe mai accettato una cosa del genere.
- Hermione?- la ragazza si voltò, sorridendo appena all'amica.
- Ciao Luna-
- Va tutto bene?- le chiese la bionda Corvonero, accomodandosi sul piedistallo della statua.
- Abbastanza-
- E' un bel ragazzo, sai? Forse un po' triste, ma molto affascinante.- sorrise la Corvonero.
- Di chi parli?-
- Della Serpe che rende triste te. – rispose. – Vedi Hermione, so quello che molti pensano di me: che sono una svampita, sempre con la testa tra le nuvole, che a volte nemmeno faccio caso agli altri. Ma, vedi, io sono felice di come sono: la mia positività mi permette di guardare oltre, di fuggire, a volte, una realtà che mi rattrista, di trovare sempre un lato positivo in tutto.- spiegò alla Gryffindor.
-Sei una persona fantastica, Luna, forse migliore di molte altre.- sospirò Hermione.
- Parli di te, Hermione?- le chiese dolcemente. – Non darti colpe che non hai.-
- Ho tradito Daphne.- mormorò.
- Per Harry?- rise la Corvonero. – Oh no, cara, non pensarci nemmeno! Daphne è una stupenda persona, un' amica eccezionale, ma, vedi, come "fidanzata" non se la cava gran che. Stai certa del fatto che quando sarà davvero interessata ad Harry, sarà lei a dirti basta.- la rassicurò.
Hermione sorrise, più o meno consolata. – Grazie mille, Luna. – l'abbraccio.
-E' un piacere.-
Rimasero in silenzio per un po'.
- Ron mi piace davvero.- sussurrò Luna, improvvisamente.- Ma tempo di non essere alla tua altezza.- aggiunse.
Stavolta fu la Caposcuola a ridere. – Cielo Luna, Ron è cotto di te!- le disse, facendola illuminare.
-Lo pensi davvero?-
- Ne sono convinta.-
- Grazie.-
- E' un piacere.-
Si sorrisero, incamminandosi a braccetto verso una meta non ben definita.


-Ragazze!- la voce di Daphne le fece sussultare e lei le raggiunse, correndo.
- Harry mi ha baciata.- esordì Hermione, con l'espressione colpevole.
Daphne sollevò un sopracciglio. – Io ho baciato Justin Finch, ieri.- sorrise, poi. Si abbracciarono.
-Posso farti una domanda?- le chiese la Serpeverde, prendendole l'altro braccio. Non attese la risposta. - Perché ti lasci baciare da Harry, se sei cotta di Draco?-
Hermione quasi si strozzò, arrossendo. – Daphne!- le tappò la bocca, urlando e attirando l'attenzione di Harry e Ron, seduti in giardino a godersi il primo giorno di sole di Dicembre.
Risero insieme.
-Andiamo da Ginny, le serve una seduta di amicizia!- decretò la Grifondoro.
Hermione nemmeno notò le due figure appoggiate alla colonna dell'arco del giardino, che le fissavano: Draco e Blaise.
-Comunque, Hermione non ti facevo così... "sbrigativa", con i ragazzi e tu, Luna?- Daphne fece l'occhiolino all'altra.
- Nemmeno io, ma si sa: le più timide...- lasciò la frase incompiuta Luna, mentre tutte e due scoppiavano a ridere.
- Vipere!- esclamò Hermione, rincorrendole.
Le soro urla si levarono nel corridoio, superarono le due Serpi senza degnarle di uno sguardo, facendo sorridere tutti con loro.


Draco girò sui tacchi.
-Dove vai?-
- A farmi un giro. -
- Scappare da lei, non ti servirà, Draco.-
Il ragazzo si bloccò di colpo, voltandosi di scatto. – Io non scappo da nessuno, Blaise, forse evito che accada il contrario: sarebbe lei a fuggire da me, un giorno.- sbottò.
Blaise si lasciò sfuggire un sorriso. – E' questo quello di cui hai paura? Credevo fosse il fatto che il suo sangue è "sporco".- commentò.
-Sono tante cose insieme.- rispose Draco.
- Affrontale.-
Malfoy sbuffò, avviandosi. – Parli tu, che ti sei lasciato fuggire la Piattola dalle mani, proprio perché non hai saputo "affrontare" le cose!- esclamò, svoltando l'angolo.
Blaise gettò la testa indietro, poggiandosi alla colonna.
- Ginny.- sospirò.


-Ginny!- la voce di Hermione le fece sollevare la testa dal cuscino.
- Non mi va di parlare, Hermione.- esclamò, sapendo bene che non avrebbe attaccato.
- E' un vero peccato, perché noi invece non vogliamo fare altro, dopo averti dato della sciocca, ovviamente!- si aggiunse la voce di Daphne.
- Non siate severe, ha il diritto di stare male!- decretò Luna.
Ginny rise, aprendo la porta. – Hai portato rinforzi?- chiese all'amica, abbracciandola.
-Ci voleva no?-
- Bleak! Salazar, Ginevra non dirmi che sei stata tutto il giorno a piangere!- esclamò la Serpe, spostando i fazzoletti umidi di pianto dal letto.
Lei la guardò di traverso. – No in effetti ho anche maledetto un paio di volte Zabini.- rispose.
Si sedettero tutte, alla meglio, sul letto della piccola Wesley.
-Si può sapere che ha combinato Blaise?- le chiese e, per la seconda volta, la ragazza raccontò.
- Che idiota!- esclamò Daphne, quando Ginny tacque.
- Daphne...- la voce di Luna che cerava di zittirla.
- Insomma, ma come gli passa per la testa di paragonarsi a me?!-
- Daphne...- anche Hermione tentò, inutilmente.
- Gli uomini sono dei tali deficienti! -
- Daphne!- questa volta fu un coro a tre voci.
- Cosa?- chiese la diretta interessata, allibita.
Scoppiarono tutte a ridere.
-Ginny, credo che tu debba dargli l'opportunità di spiegarsi.- le disse dolcemente la Corvonero.
- Sono d'accordo, avete esagerato entrambi.- annuì la Caposcuola dei Grifoni.
- Lui di più!- si intromise Daphne.
Un'occhiataccia delle altre due la fece sbuffare.
-Ascolta, Ginny, lasciatelo dire da me, che lo conosco: Blaise, quando ci si mette, sa essere un vero idiota.
Quasi degno di Malfoy, per non parlare di quanto è orgoglioso e testardo...- Hermione e Luna si schiarirono la gola e Ginevra rise.
-D'accordo, d'accordo, arrivo al punto! Ti assicuro, Ginny, te lo posso giurare sulla nostra amicizia: non ho mai visto Blaise innamorato di qualcuna come lo è di te, anzi, non l'ho mai visto innamorato! Gli hai rubato il cuore, Wesley, non romperglielo.- le diede un pizzico.
Le altre due si sorrisero, sollevate: non sempre i discorsi di Daphne erano positivi e tranquilli.
-E poi, scusa: puoi sempre schiantarlo se ti fa ancora incavolare!- come volevasi dimostrare.


Potter se ne stava comodamente e felicemente seduto in giardino con il pezzente.
Malfoy si accese l'ennesima sigaretta: quel ragazzo lo infastidiva. Incredibilmente.
Il pensiero delle sue mane sul corpo della Mezzosangue, Salazar, l'avrebbe schiantato!
Maledetto Potter, maledetto Silente, che non ne voleva sapere di dargli ascolto e Maledetta Mezzosangue!
Lei e quelle labbra carnose.
Lei e quegli occhi ambrati.
Lei e quel corpo.
Lei e quell'espressione fiera.
Lei e la sua innocenza.
Lei a la sua testardaggine.
Lei e la sua dolcezza.
Lei e il suo essere donna.
Lei e il suo essere bambina.
Lei e il suo profumo.
Stava andando troppo oltre, doveva spezzare quel legame.
Vide Potter alzarsi e avviarsi, col Pezzente, verso il dormitorio di Grifondoro, dove, poco prima, era sparita la Granger.
La sigaretta cadde a terra e fu schiacciata violentemente da una costosissima scarpa.
- Potter!- urlò Draco, avanzando verso di lui.

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