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L'orfanotrofio (parte 1)

Un Puro Sangue?
Draco si concentrò sul piccoletto, che se ne stava beatamente appoggiato al seno della Granger, succhiandosi il pollice di una mano, mentre con l'altra giocherellava con un boccolo della ragazza.
-Professore!- si avvicinò a Silente.
- Signor Malfoy, mi dica.-
- Che intende dire? Un Puro Sangue chiuso in un orfanatrofio?!-
- Perché la trova un'idea tanto strana?-
- Perché nessun mago Puro Sangue abbandonerebbe il proprio erede!-
L'uomo si lisciò la barba, posando una mano sulla spalla del ragazzo.
-Vedi Draco, ti stupiresti se ti dicessi che, due terzi di questi bambini, sono dei Puro Sangue. In seguito alla dipartita di Voldemort, alla caccia dei Mangiamorte rimasti e alla loro incarcerazione, molti di questi piccoli sono rimasti soli, senza famiglia.
I restanti seguaci di Voldemort sono fuggiti o si nascondono, senza pensare a quanto questa situazione gravi sui loro figli.
L'errore che hai commesso anche tu, mio giovane amico, è quello di pensare a questi piccoli come "eredi" e non come "figli" o "fratelli": sono bambini, Signor Malfoy, le loro mani sono ancora pulite, i loro cuori ancora Puri. Come il cuore di ogni singolo piccino tra queste mura.
Non troverà mai più tanti "cuori puri" come in quest'orfanatrofio. Questa è l'unica distinzione che dovrà imparare a fare, Signor Malfoy: cuore puro o no e mi creda, il sangue centra poco. Le persone che Voldemort disprezzava tanto, i "Mezzosangue o Sangue Sporco", come li chiama anche lei, - un'occhiata ammonitrice lo investì. – vivono in condizioni pessime, alle volte non riescono nemmeno a comprare ai propri figli un paio di scarpe, eppure li tengono con sé, li nutrono, li crescono, donando loro tutto l'amore possibile.
Alcuni genitori si privano di una nuova bacchetta, nonostante la loro sia ormai da buttare, pur di poter tenere i propri figli con se.
E non solo: molti maghi Mezzosangue e Sangue sporco, hanno adottato e continuano ad adottare piccoli maghi rimasti senza famiglia.
E non adottano solo piccoli mezzosangue, signor Malfoy, ma anche bambini di sangue puro.
Spero che questo le basti, come spiegazione, adesso mi scusi, ho delle cose di cui discutere con Sophié e lei deve organizzare i ragazzi.- gli diede una pacca sulla spalla, allontanandosi.
Draco rimase in silenzio, pensieroso: com'era possibile quello che il vecchio gli aveva detto? Dei Puro Sangue abbandonati.
I Mezzosangue e i Sangue Sporco che li accoglievano, nonostante sapessero che quelli erano i figli o i nipoti delle persone che avevano reso la loro vita un inferno, che erano i figli o i nipoti degli assassini di alcuni dei membri delle loro famiglie.
- Malfoy, datti una mossa!- la voce di Potter lo riscosse e si voltò, ritrovandosi gli occhi iniettati di odio di quest'ultimo a pochi metri da sé.
- Aspettatemi qui, vedo di cosa si stanno occupando le ragazze e poi ci organizziamo.- disse, allontanandosi in direzione di Hermione.
La ragazza, intanto, scarabocchiava qualcosa su di un squadernino, facendo, di tanto in tanto, dei versetti per far ridere il marmocchio.
- Granger.-
Lei si voltò, ritrovandoselo di fronte. – Malfoy.-
-Di cosa si occupano le ragazze?- chiese, fissando il gruppetto composto dalla Brown, dalle gemelle Patil, dalla Hossas, dalla piccola Wesley, da Daphne e dalla Lovegood.
- Dunque, vediamo. – Hermione sfogliò il blocchetto. – Come prima cosa, puliremo questo posto da cima a fondo. – gli spiegò.
- Cominceremo dalle camere dei piccoli, poi procederemo con il piano inferiore.- stava parlando, ma sembrava assorta nei suoi pensieri. – Dopodiché faremo altri tra gruppi, che si occuperanno, di cucinare, addobbare e sistemare i nuovi abiti negli armadi.- lo guardò.
- Perché non lavoriamo tutti insieme?- gli propose.
Draco parve sorpreso, ma non contrariato. – D'accordo, ma non ti sognare nemmeno che io mi metta a spolverare!- rispose, gesticolando verso il gruppetto dei ragazzi, composto da Potter, Wesley, Goldstein, Zabini, Nott e Paciock.
Lo sfregiato si avvicinò alla Granger, con la scusa di far ridere il marmocchio: lei rise delle espressioni buffe del Grifondoro, che, fingendosi offeso, le mise il muso.
-Se avete finito di giocare alla famigliola felice, - disse all'indirizzo dei due, - vi comunichiamo le decisioni prese per la giornata di oggi.- aggiunse, sotto lo sguardo rassegnato di Zabini.
- Come prima cosa, - s'intromise Hermione, affiancandolo, - puliremo questo posto. Dato che sono assolutamente certa che nessuno di voi, - indicò il gruppo maschile – sappia spolverare o pulire decentemente il pavimento, formeremo due gruppi, misti ovviamente.
Malfoy, tieni un attimo Daniel, non riesco a girare le pagine.- borbottò la Granger, allungandogli il bambino.
Malfoy rimase a bocca aperta, quando il piccolo gli si accomodò tranquillo tra le braccia.
La ragazza sorrise, soddisfatta, mentre Daniel afferrava i capelli del Serpeverde, giocherellando con le ciocche chiare.
- Granger, datti una mossa!- esclamò lui, cercando di allontanare quel mostriciattolo dalla sua preziosa capigliatura.
- Dunque, Ginny, Luna, Daphne, Zabini, Neville e Nott si occuperanno delle camere delle bambine.- disse la ragazza, baccandosi le occhiate colme di gratitudine di Ginny e Blaise e quelle omicide di Ron.
- Goldstein, Susan, Calì, Padma, Harry e Ron, invece, penseranno a quella dei maschi. Io e Malfoy faremo avanti e indietro, per controllare e vi daremo una mano. – sottolineò, guardando Malfoy che la fissava accigliato.
Sbuffando, i due gruppi si avviarono su per le scale, dove Sophié aveva sistemato tutto il necessario.
-Riprenditi questo coso!- sbottò Draco, porgendole il piccolo che si avvinghiò al collo della ragazza, sorridendo felice.
- Mamma.- farfugliò, chiudendo gli occhietti. I due ragazzi si fissarono, con lo sguardo triste.
- Dormi piccolino.- gli sussurrò la ragazza, trattenendo una lacrima.


-Che le salta in mente!- sbottò Ron, osservando Blaise e Ginny camminare fianco a fianco, con dei secchi pieni di acqua e sapone tra le mani.
Harry non disse nulla, troppo impegnato ad osservare Hermione e Malfoy che salivano le scale: c'era qualcosa che non andava in quei due.
Sembravano troppo complici, non si insultavano da settimane ormai, spesso li aveva beccati a parlottare tra loro.
-Bene, ragazzi, che ne dite di cominciare? Silente sta intrattenendo gli altri bambini in soggiorno, facendo un piccolo spettacolo di Magia.- spiegò la ragazza, cullando un poco il piccolo tra le sue braccia.
- Quella è la stanza dei maschi.- indicò Malfoy. – Quella a destra è delle bambine.- aggiunse.
Hermione sorrise. – Forza, all'opera!- esclamò.


Circa un ora e parecchi secchi di acqua sporca dopo, i ragazzi si radunarono sulle scale, sfiniti.
-Cielo, sono esausta!- esclamò la Brown, facendosi aria con lo strofinaccio.
Ginny annuì, poggiandosi alla spalla di Zabini, che lanciò un'occhiataccia a Malfoy.
-Spiegami di nuovo perché non abbiamo usato la magia, Draco.-
Hermione intervenne. – Silente mi ha espressamente chiesto di evitare la magia, almeno per quanto riguardava la pulizia e la cucina, altrimenti non saremmo entrati nello spirito di collaborazione che lui desiderava avessimo.- sorrise.
Tutti rotearono gli occhi, compreso Draco, che si stava srotolando le maniche della camicia.
Daniel, ormai del tutto riposato, giocherellava con il cravattino di Hermione.
-Su, ragazzi, è mezzogiorno, andiamo a mangiare qualcosa, poi ci rimettiamo a lavoro.- propose, alzandosi dallo scalino.
Mise il piccolo a terra e gli diede una manina, aiutandolo a scendere.
Ginny scoccò un bacio a Zabini, sotto lo sguardo furente di Ron, e la seguì, imitata da Nott e Daphne.
- Malfoy.-.  Questi si girò, ritrovandosi Potter accanto. -  Sfregiato, che cavolo vuoi?-
- Lasciala in pace. –
Lui rise. – Sei tu che le stai addosso, Potter, non il contrario.-
Harry strinse gli occhi. – Lei è la mia migliore amica, la ragazza che amo: tu l'hai insultata per sette lunghi anni, gli amici di tuo padre hanno ucciso molte persone che lei amava, tu stesso te ne sei stato fermo e immobile mentre tua zia la cruciava senza pietà.
Ha sofferto già troppo per colpa tua, non ti permetterò di farle ancora del male.- si allontanò in fretta, così in fretta da non vedere il pugno che la sua Nemesi aveva tirato al muro lì accanto.


- Harry, dov'è Ron?- gli chiese Hermione, indicandogli il piatto intatto accanto a quello di Luna.
- Eccomi, sono qui.- borbottò il diretto interessato, sedendosi e stampando un piccolo bacio alla Corvonero che sorrise, imbarazzata.
Harry si accomodò accanto ad Hermione, che imboccava Daniel, ignorando il proprio piatto.
-Hermione, dovresti mangiare qualcosa anche tu. – le mormorò.
Lei sorrise. – Appena questo monello ha finito.- rispose.
Malfoy fece il suo ingresso: sembrava incavolato.
-Vieni qui Draco.- lo chiamò Daphne, indicandogli il posto libero accanto a lei. Il Serpeverde eseguì, ignorando tutti gli altri.
Il pranzo proseguì tranquillo, fatta eccezione per Daniel che continuava a piagnucolare tra le braccia di Harry.
- Mione, Mamma!- ripeteva in continuazione: voleva sedere in braccio alla Grifondoro, che stava ingoiando la seconda forchetta di pasta.
Harry cercava di distrarlo, inutilmente. – Guarda qui, piccolo, cosa c'è?- gli indicò un uccellino evocato con la magia, ma il piccolo lo ignorò.
- Mione, Mione!- i lacrimoni gli bagnarono le guance morbide e la ragazza non resistette.
- Va bene così, non ho più fame, davvero Harry, dallo a me. – disse.
- Non se ne parla, devi mangiare, Hermione, non hai fatto nemmeno colazione.- ribatté Ron, mentre Luna e Ginny annuivano.
Una sedia strisciò e tutti si voltarono verso Draco che si stava avvicinando a Daniel.
-Dallo a me. – disse, chinandosi.
Harry lo guardò, indeciso, ma il piccolo sollevò le braccia, agitandosi, per essere preso.
Hermione sorrise. – Ci sai fare.-
Draco la ignorò, tornando al suo posto con il piccolo tra le braccia.
La ragazza si incupì: cosa gli prendeva?
Perché cambiava umore così repentinamente in così poco tempo?


- Ragazzi, avete finito di pranzare?- domandò Silente, entrando in cucina. Tutti annuirono, alzandosi.
-Bene, perché i piccoli stanno riposando, oh, tutti tranne uno a quanto vedo!- sorrise, quando i suoi occhi si posarono sul bambino tra le braccia di Malfoy.
- Arriviamo subito, Professore.- disse Hermione e il Preside uscì. - Allora, questa, - sollevò la mano in cui teneva un foglio di carta. – è una lista dei piatti che dobbiamo preparare per la cena. - aggiunse. – Credo ci vorrà parecchio.-.- commentò.
- Dacci un taglio, Granger, che altro si deve fare?- esclamò Malfoy, mettendo Daniel a terra e alzandosi.
Il piccolo corse verso la Grifondoro e si attaccò alla gamba della ragazza, che gli scompigliò i capelli.
- Bene: Daphne, Susan, Luna, Lavanda, Calì e Padma, comincerete a preparare la cena mentre i ragazzi andranno nel boschetto qui dietro a recuperare un bel po' di legna per il camino. Nel frattempo, io e Ginny rassetteremo il salotto e l'ingresso, scala compresa, faremo prima da sole.- sussurrò all'amica, alludendo ai pasticci combinati dai ragazzi, al piano superiore.
-Quando i ragazzi torneranno, Harry (che è un ottimo cuoco), Nott, Anthony e Neville raggiungeranno le ragazze in cucina e Daphne e Luna verranno ad aiutarci ad addobbare. – spiegò.
Pochi minuti dopo, tutti si dispersero: Draco e gli altri ragazzi, si infilarono i cappotti, borbottando a non finire.
Fuori, imperversava la bufera.
Ginny si affiancò ad Hermione. – Grazie.-
- Dovere.- sorrise Hermione, mentre, con lo sguardo, teneva d'occhio Daniel che cercava invano di stappare il detersivo.
- Che combini?- gli chiese e lui sorrise, facendo comparire due fossette sulle guance.
- Aiuto Mione.- rispose, ridendo.
Ginny gli si accorò. – Questo bambino è perdutamente innamorato di te. -  le disse. -E non è l'unico.- aggiunse.
- Che vuoi dire Ginny?-
- Arrivaci da sola, Hermione.-
Una ventina di minuti più tardi, Harry e Draco rientrarono, seguiti da tutti gli altri: ricoperti di neve dalla testa ai piedi e con tre ceste cariche di legno. Ginny ed Hermione scoppiarono a ridere, impedendogli di camminare.
-Fermi lì! Abbiamo appena pulito il pavimento, ce lo state bagnando!- esclamò la prima.
- Ginny! Abbiamo freddo!- borbottò Blaise con aria supplichevole.
- Ti prego, Hermione, stiamo gelando!- aggiunse Harry, con lo sguardo da cane bastonato.
Le due ragazze si guardarono, complici. – Non se ne parla.- decretarono alla fine.
Ron e Harry imitarono la loro occhiata complice di pochi attimi prima e poi cominciarono ad avanzare verso di loro.
-Che...che intenzioni avete?- chiese Ginny, indietreggiando.
- Harry, non ci pensare nemmeno!- esclamò Hermione, trattenendosi dallo scoppiare a ridere, per mantenere il tono severo. - Corri, Ginny!- esclamò, poi, cominciando a fuggire. La piccola Weasley le si affiancò, mentre Daniel le fissava divertito.
Capitolarono due metri più avanti e i due ragazzi caddero su di loro, tra risa e solletico.
Quando si rialzarono, con le lacrime agli occhi, Hermione scorse Draco, con il piccolo tra le braccia, che la fissava impassibile.


-Oh mio Dio, che succede qui?!- esclamò Harry, sventolando una mano e coprendosi il naso con l'altra, per far un uscire il fumo dalla cucina.
- Oh cielo!- aggiunse Hermione, raggiungendolo e facendo cenno a Draco, che teneva ancora il piccolo, di stare indietro.
Harry entrò, abbassando le fiamme dei fornelli e poi si rivolse ad Hermione.
-Mandami Ron e lasciami qui Luna e Daphne, oltre che le altre, e ti prometto che, per stasera, avrai una cena con i fiocchi.- le disse.
Lei annuì, abbracciandolo. – Grazie, Harry, sei un tesoro!- la scena non passò inosservata e Malfoy si avviò in soggiorno.
-Tu bene a Mione!- esclamò il piccolo, fissandolo negli occhi.
Draco boccheggiò. – Shhhhhhhhh! Non dire sciocchezze, marmocchio!- si guardò intorno per accertarsi che non ci fosse nessuno.
Il bimbo rise. – Papà bene a Mamma!- ripeté.
Draco alzò gli occhi al cielo: quel bambino era un pericolo pubblico.
-Mi sa che dovremo fare tutto noi, Hermione.- le disse Ginny, passando lo sguardo sui presenti: Malfoy e Zabini.
- Avete spiegato allo Sfregiato che non deve cucinare per la regina, ma per un gruppo di venti marmocchi?- ironizzò il primo, beccandosi un'occhiataccia dalla Granger.
- Malfoy, Harry è stato fin troppo gentile! Hai una minima idea di quello che significa cucinare quattro tacchini, quattro torte, per non contare tutto quello che si mangia la vigilia di natale, ovviamente triplicato!?-
Lui la ignorò, cosa che la fece imbestialire.
-Calma, calma, ragazzi: Draco piantala di stuzzicarla.- s'intromise Zabini. Ginny annuì.
-Va bene, soprassiederò, come fanno le persone mature.- sbottò Hermione.
Malfoy alzò un sopracciglio, pronto a ribattere, ma fu fermato da Blaise. -Hermione, dove sono gli abiti da sistemare?- chiese.
Lei parve distrarsi. – Dunque.- mormorò, aprendo una porta accanto a quella d'ingresso e tirando fuori sei enormi buste.
I due ragazzi sgranarono gli occhi.
- Che avete da fare quella faccia? E' solo lo stretto indispensabile!- commentò Ginevra.
- Lasciala Blaise! Ti lascerà al verde spendendo tutto in vestiti!- sussurrò Draco all'amico che deglutì.
- Ti ho sentito, Malfoy!- esclamò Ginny, fulminandolo con gli occhi.
Hermione richiamò l'attenzione. – In queste due, ho ridotto gli abiti dei maschietti, quindi dovrete farli tornare della taglia giusta, prima di sistemarli.- indicò  le buste alla sua destra. -La stessa cosa vale per queste due, però ci sono gli abiti delle bambine.-
- E quelle altre?- chiese Draco, indicandole quelle davanti a lei.
La ragazza arrossì. – Ecco, vedi, quando siamo andate ad Hogsmeade, il giorno dopo alla sfilata, ho portato un po' di soldi miei e ci ho comprato un po' di coperte e lenzuola.- spiegò.
Ginevra sorrise, con gli occhi lucidi. – Hermione, ma perché non ce l'hai detto? Avremo diviso!- esclamò.
La Caposcuola tacque: come poteva dirle che non potava chiederle quei pochi  soldi che Ginny aveva conservato, dato che Molly, seppur non facesse mancare nulla ai suoi figli, non gliene avrebbe potuti mandare prima di qualche mese?
-Lo sai come sono fatta, Ginny, decido all'ultimo e me ne sono scordata.- mentii. – Ora sbrighiamoci e stiamo attenti a non far rumore, i piccoli dormono.- aggiunse. Gli altri tre la seguirono carichi di buste su per le scale.
- Granger, questo coso sta dormendo. –le disse, indicando Daniel che sonnecchiava.
Lei sorrise. – Ginny, noi mettiamo Dan a letto, voi cominciate a sistemare gli abiti delle bambine: dovreste trovare una stanza attigua alla camera in cui dormono, Sophié mi ha spiegato che è lì che tengono gli abiti, ci sono due grossi armadi.- dopo aver dato indicazione alla coppia, fece cenno a Malfoy di passarle il piccolo. Le loro mani si sfiorarono e il cuore della ragazza prese a battere più forte.
Daniel, nel dormiveglia, aprì di poco gli occhi. – Shhh...dormi tesoro.- gli sussurrò Hermione.
Gli occhi verdi inquadrarono anche Draco. – Shhh...- disse il piccolo, portandosi l'indice sul nasino. – Papà bene a Mamma.- poi si riaddormentò. Malfoy si congelò sul posto: maledetto nanerottolo traditore!
La Granger sorrise, nascosta dai capelli di Daniel. – Datti una mossa Malfoy, prendi quelle buste e seguimi.- gli disse, entrando silenziosa nella camera dei maschi.
Il ragazzo sbuffò, mentre la seguiva. – Granger, mi spieghi perché devo fare tutto io?!- bisbigliò, sbattendo vicino ad uno dei letti che riempivano la camerata. La Grifondoro ridacchiò, posando il piccolo in una delle culle.
-Non fare rumore !I bambini dormono!-
Draco si ritrovò a sorridere a sua volta, nonostante non volesse darle soddisfazione.

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