Fiocco blu o fiocco rosa?
Un leggero capogiro la costrinse a portarsi una mano alla fronte, in attesa che la stanza smettesse di vorticarle attorno: Hermione scese dal letto, stringendosi la vestaglia attorno. Il pavimento era ghiacciato e, a contatto con la pelle nuda dei piedi, le causò un brivido lungo la schiena: corse in bagno e lasciò che l'acqua bollente della doccia la riscaldasse.
Erano da poco passate le nove e l'intero dormitorio femminile rosso-oro era già, stranamente, in pieno fermento: la visita a Hogsmeade era fissata per le undici.
Il clima da "era glaciale", aveva , per molti giorni, impedito a tutti gli studenti della scuola di uscire, ma quel giorno nemmeno una bufera di neve avrebbe potuto trattenerli: le urla delle ragazze che continuavano a chiedersi in prestito questo o quel capo di abbigliamento la fecero sorridere. Cosa avevano da emozionarsi tanto?
Scelse dal suo armadio i vestiti accuratamente: un pantalone scuro, di velluto, così da impedire al vento di gelarle le gambe.
Il collo del dolcevita bianco regalatole da Ginny l'anno prima, spuntava dal maglioncino azzurro a maniche lunghe.
Prese la borsa bianca, a cui aveva fatto un incantesimo estensivo irriconoscibile, certa che sia i suoi due migliori amici che la sua migliore amica, le avrebbero chiesto di riporvi dentro qualcosa. Un leggero battere sulla porta attirò la sua attenzione.
-Si?-
- Hermione, sono Ginny, sei pronta?-
La Caposcuola lanciò un'occhiata all'orologio: le nove e tre quarti, "non male", pensò.
-Arrivo!- esclamò, afferrando il cappottino bianco e la sciarpa azzurra.
Quando arrivò nella Sala Comune insieme alla rossa Grifondoro, che, incurante del gelo, si era fasciata in un maglione di un timido verde lungo fino alle ginocchia con sotto un paio di calze di lana chiare, sorprese nel trovarvi anche Ron ed Harry.
-Giorno!- esclamò il primo, stampandole un leggero bacio sulla guancia, subito imitato dall'altro.
La colazione era in programma per le dieci, avevano tutto il tempo di camminare tranquillamente per i corridoi.
Draco si alzò dal letto, ignorando i brividi che il pavimento freddo gli causava: aveva dormito poche ora quella notte e tutto per colpa della Mezzosangue. Quella storia stava prendendo una brutta piega, una pessima piega.
Quando era tornato dalla camera della ragazza, la sera precedente, bagnato fracido, era corso in bagno e si era buttato sotto la doccia, per cancellare il sapore della pelle di Hermione dalla propria: aveva toccato una Mezzosangue.
Tuttavia, il suo costoso e ricercatissimo bagnoschiuma non era stato in grado di cancellare il profumo della ragazza dalla sua mente.
Asciugandosi, prese una decisione: terminata quella pagliacciata dell'orfanatrofio, prima di partire per Londra, avrebbe parlato con Silente.
Sicuramente il vecchio gli avrebbe impedito di partire con lei.
Indossò il pantalone nero e il maglione azzurro: gli era sempre piaciuto il contrasto che creavano i due colori insieme.
La voce di Daphne lo raggiunse. – Draco, sei pronto?- domandò.
- Arrivo.-
La Sala Grande era stata addobbata con le decorazioni natalizie: Hermione sorrise deliziata. Amava il Natale, amava il calore che nasceva nel cuore delle persone in quel giorno e la magia che ne derivava: ricordava che da bambina, passava le ore a fissare il caminetto di casa sua, ascoltando le voci allegre dei parenti e ringraziando Dio per l'amore di cui era stata circondata.
Crescendo, la scoperta di essere una strega aveva un po' ridicolizzato la "magia" natalizia, ma lei non si era lasciata abbattere, anzi: aveva trasformato casa sua nel più grande centro di luci dell'intero pianeta!
Ogni anno, infatti, casa Granger era piena di luci e festoni, decorazioni e candele e babbi natale giganti sparsi in giardino: l'espressione sconsolata di suo padre, ogni qual volta lei affermava che l'anno seguente avrebbe fatto ancora di più, faceva scoppiare sua madre in una risata.
Non si rese conto di avere sorriso lei stessa, fino a quando una mano gentile non si impossessò della sua: alzò gli occhi e si ritrovò in quelli verdi di Harry. -A cosa pensi?- le chiese, incastrando le loro dita.
Il contatto con il ragazzo le fece venire le lacrime agli occhi: Harry era la sua famiglia e averlo accanto la faceva sentire a casa, specialmente in quel momento. Si poggiò leggermente a lui, osservando, dalla panca del tavolo dei Grifoni, con occhi incantati le decorazioni. – Pensavo al Natale a casa mia.- mormorò.
Il ragazzo le posò il mento sul capo. – Ti manca molto?- le chiese.
Lei annuì, piano.
- Quest'anno i tuoi genitori passeranno per la prima volta il Natale a Hogwarts, sarà ancora più speciale, Hermione.- le disse.
Sapeva sempre cosa dire.
-Grazie.-
Malfoy, con corte a seguito, prese posto a Slytherin, cercando di guardare il meno possibile verso il tavolo dei Grifoni.
Blaise, invece, faceva il contrario: non gli era sfuggita la gamba semi-scoperta della sua fidanzata, nonostante la velocità con cui lei l'aveva infilata sotto il tavolo.
Daphne si allontanò nella stessa direzione e salutò i Grifoni con un sorriso: quando Hermione alzò la mano sinistra per ricambiare, Draco non poté non notare che la sinistra era intrecciata a quella di Potter.
Aguzzò meglio la vista: la Granger sembrava leggermente inclinata contro di lui, forse poggiata e l'espressione estasiata di San Potter confermava a pieno.
- Draco, ti spiace?- la voce gentile della bionda Serpeverde attirò la sua attenzione.
La ragazza indicò il suo braccio, che Malfoy stava stritolando: mollò la presa, mormorando uno – scusa Daphne . – biascicato.
Doveva assolutamente parlare con Silente.
Tirò una gomitata a Blaise dal cui succo di zucca cominciava ad uscire un fumo sospetto.
-Piantala.-
Zabini gli indicò il dolce, una volte integro, spappolato nel piatto suo piatto. Malfoy imprecò.
Hermione sorrise, osservando le occhiate di fuoco di Zabini, indirizzate alla ragazza seduta accanto a lei.
La piccola Wesley, ignorandolo, si ravvivò i capelli lisci, continuando a chiacchierare con Lavanda.
Ron, dopo aver fissato per circa una decina di minuti le mani intrecciate sue e di Harry, si era distratto al passaggio di Luna.
La voce di Ginny le arrivò con un sussurro all'orecchio. – Non sono l'unica a suscitare gelosia.- le mormorò.
Hermione alzò un sopracciglio, confusa. L'altra, con un piccolo cenno del capo, le indicò il tavolo delle Serpi: accanto a Blaise, un Malfoy livido e nervoso.
Hermione rise. – Non essere sciocca Ginevra! Malfoy geloso di me! Questa è buona!- le sussurrò.
Uno strano brivido di piacere la percorse, mentre tornava a fissare gli occhi di ghiaccio del biondo Serpeverde.
Draco si portò il bicchiere alle labbra senza smettere di fissarla. Hermione arrossì, chinando il capo sul suo dolce.
- I ragazzi del settimo anno sono pregati di prestare attenzione.- la voce di Silente tuonò dal tavolo dei professori.- Come deciso, tra pochi minuti usciremo per recarci ad Hogsmeade. Le ragazze verranno seguite dalla Professoressa McGranitt, mentre i ragazzi dal Professor Piton.
Quanto a me, ho da svolgere un affare importante, vi raggiungerò il prima possibile. Tutti gli altri studenti, nonostante siano esonerati dalle lezioni, verranno controllati dai restanti professori. Miei cari siete pregati di prepararvi, ci rivediamo tra cinque minuti all'ingresso.- il Preside scese dal pulpito e sparì con dietro la porta di legno, seguito da Piton e dalla McGranitt. I tavoli si svuotarono velocemente.
Hermione seguì Harry e Ron fuori dalla Sala Grande, con Ginny accanto. Si fermarono nell'atrio per indossare i cappotti, poi si avviarono verso il cancello.
Malfoy, stretto nel giubbotto nero, camminava accanto a Blaise.
Daphne, bellissima nel suo bomber verde scuro, corse verso la Mezzosangue e la Piattola non appena le vide.
Gli occhi del Serpeverde si fissarono sulla Caposcuola fino a quando le spalle di Potter non gli bloccarono la traiettoria: le stava sistemando la sciarpa azzurra.
-Calma, Draco.- mormorò a denti strettissimi Zabini.
- Io sono tranquillissimo, Blaise: sei tu che dovresti smetterla di tentare di incendiare le gambe della Wesley. Il fratellone potrebbe notarlo.-
-Che paura!- commentò l'altro.
Silente, la McGranitt e Piton, arrivarono immediatamente.
-Molto bene, ragazzi: la Professoressa McGranitt e il Professor Piton hanno con loro i soldi che avete raccolto. Vi ricordo che i bambini per cui dovrete comprare hanno dagli zero agli otto anni, quindi regolatevi.- tutti annuirono, tranne Malfoy: non faceva compere per nessuno, figurarsi per dei mocciosi.
-Buona Giornata.- salutò Silente.
La McGranitt si accostò ad Hermione, passandole il sacchetto contenente i soldi.
-Signorina Granger, quale Capogruppo le affido il ricavato della vostra sfilata: confido nel suo senso di responsabilità.- le disse.
Hermione annuì, infilandolo in borsa.
Piton consegnò il sacchetto a Malfoy con uno sguardo di compiacimento.
I due Professori si accordarono sulla smaterializzazione e poi si avvicinarono ai rispettivi gruppi.
- Il Preside vi ha reso possibile smaterializzarvi ad Hogsmeade, ma non ha voluto infrangere la barriera di Hogwarts, quindi al ritorno dovrete camminare.- spiegarono. Pochi attimi dopo, erano nel mezzo della cittadina.
-Bene, ragazze: io e il professor Piton penseremo alla scorta alimentare, dato che voi siete piuttosto giovani.
Voi vi occuperete di abiti, coperte e giocattoli, ci rivediamo qui, tra due ore esatte, siate prudenti.- la McGranitt si allontanò, seguita da Piton.
Luna, Daphne, Ginny, Lavanda, Susan e le gemelle Patil si avvicinarono ad Hermione.
- Credo sia meglio cominciare dagli abiti, non siete d'accordo?- domandò quest'ultima.
Daphne annuì. – Possiamo andare in quel negozietto tra i Tre Manici di scopa e Scrivenshaft, che ne dite?- propose.
Ginny annuì. – Se non sbaglio quest'ultimo vende abiti solo femminili. – spiegò.
Hermione sorrise, allontanandosi. Malfoy la vide arrivare e si staccò leggermente dal gruppo.
- Granger, che vuoi? Non riesci a stare lontana da Potter più di cinque minuti?- le disse, squadrandola.
Lei ghignò. – Geloso, Malfoy?- ribatté.
Draco divenne di fuoco. – Di una Mezzosangue?!- esclamò.
Indispettita, la ragazza lo guardò altezzosa. – In quanto Capogruppo delle ragazze, sono venuta a chiederti di dividerci i compiti: noi pensiamo all'abbigliamento e ai giochi per le bambine, voi a quelli per i bambini.- spiegò.
La Serpe si infilò le mani nelle tasche.- Perché dovrei collaborare con te, Granger?-
-Risparmieremo tempo, Malfoy.-
- A me piace passeggiare per Hogsmeade.-
- Fa freddo. –
- Meglio. –
- Va bene, Malfoy: voglio vedere come te la caverai con gonnelline rosa e mollette per i capelli. Non dimenticare i calzini con i ricami o le polacchine!- gli disse, allontanandosi. Il ragazzo l'afferrò per un braccio: pessima mossa. Una scarica elettrica li attraversò e li costrinse a staccarsi. Draco si massaggiò le dita. -D'accordo, Mezzosangue: voi le femmine, noi i maschi, ma tu dovrai aiutarmi con i "neonati".- le disse.
Hermione soppesò la cosa: effettivamente, non ce lo vedeva l'erede dei Malfoy e dei Black alle prese con la scelta dei pannolini.
Sorrise al pensiero.
-Che hai da ridere?- le chiese, segretamente divertito dalla faccia buffa della ragazza.
Lei scosse la testa. – Ci rivediamo qui tra un'ora e mezza, poi penseremo ai più piccoli. – gli rispose, allontanandosi.
Apocalisse, ecco cosa stava succedendo!
Hermione aveva messo via un quarto dei soldi per i più piccoli e aveva comunicato il limite che le ragazze non dovevano superare.
Daphne e Ginny, aiutate da Lavanda, avevano preso una quantità industriale di magliette, maglioncini, gonne di tutti i tipi e modelli, pantaloni, scarpe, cappelli, guanti, cappotti, sciarpe, di tutte le taglie e dimensioni, fino agli otto anni: avevano ripulito il negozio!
Luna e le altre si erano tuffate sui giochi, al piano superiore: tra bambole parlanti, strane fatine che spiccavano il volo, trucchi finti, ce n'era per interi stuoli di bambine. Circa un'ora dopo l'assalto, Hermione pagò la commessa, che, intenerita dal racconto, regalò ad Hermione un giocattolo abbastanza costoso: serviva a fare collane, bracciali e ciondoli, con le perline contenute all'interno, che si trasformavano in questo o quella creatura fantastica a seconda della bimba che l'indossava.
La Caposcuola la ringraziò infinitamente, poi ridusse le buste con un incantesimo e se le infilò in borsa.
Malfoy sbuffò. Era mezz'ora che giravano in quel negozio e quegli idioti non facevano altro che casino con i giocattoli per i bambini!
Zabini rincorreva Goldstein con una pistola incantata, il cui getto d'acqua non si arrestava finché non inzuppava la vittima, Potter e Wesley duellavano con delle spade luminose; insomma il delirio.
Solo dopo la ramanzina della commessa, si decisero a scegliere gli abiti e i giochi adatti.
Dopo aver pagato e aver ricevuto un'occhiata della serie "non rimettete più piede qua dentro", Draco e gli altri si accinsero a trascinare fuori i bustoni pieni di cose.
Quando arrivarono nel centro di Hogsmeade, dove avevano appuntamento con le ragazze, le videro comodamente sedute a chiacchierare.
-Non avete comprato niente!- esclamò Ron, mentre Hermione, alla vista delle facce stanche di tutti, scoppiava a ridere.
- Ginny, io ho ancora una commissione da fare, avviatevi ai Tre Manici di scopa, la McGranitt sarà lì tra mezz'ora. – disse all'amica, che si allontanò con uno sguardo malizioso.
Daphne afferrò il braccio di Harry e lo trascinò via, mentre gli occhi verdi di quest'ultimo guardavano sospettosi sia Malfoy che lei.
Blaise si catapultò dietro a Ginny e Ron dietro a Luna. Con un gesto, Malfoy liquidò gli altri ragazzi.
-Allora Granger? Dove sono le vostre buste?- chiese il ragazzo.
Lei indicò la sua borsa.
-Impossibile.-
Hermione estrasse la bacchetta e rimpicciolì anche le buste di Malfoy, infilandosele in borsa.
-Visto? Niente è impossibile- con fare vittorioso, si alzò incamminandosi.
Draco rimase ad osservarla.
-Andiamo o no?- lo chiamò lei, si voltò a guardarlo, illuminata dal sole tiepido di dicembre alle spalle.
Strega.
La commessa sorrise. – Posso esservi utile?- chiese, lanciando uno sguardo interessato a Draco.
Hermione si avvicinò alla cassa. – Vede, siamo studenti...- si interruppe, perché la ragazza bionda dietro il bancone non la stava ascoltando.
-Scusi?- richiamò la sua attenzione. Malfoy ghignò: voleva divertirsi un po'.
-Dovremo acquistare alcuni capi per neonati...- spiegava, intanto, la Mezzosangue.
La commessa la guardava curiosa. – Maschio o femmina?- chiese.
La Granger sembrava spiazzata. – Entrambi, suppongo.- rispose.
-Gemelli!-
Draco, che aveva capito benissimo cosa la commessa intendesse non intervenne: voleva comprendere fino a dove arrivava l'ingenuità della Mezzosangue.
-Non lo so, sinceramente, sono molti bambini.- aggiunse.
- Non è il primo? Eppure siete molto giovani...- commentò la donna.
Hermione la guardò, sempre più confusa, cercando lo sguardo di Draco.
-Non è mai troppo presto per cominciare.- rispose, incerta.
Malfoy era piegato in due dalle risate: impossibile che non capisse quello che stava dicendo.
La commessa la guardò scandalizzata e si allontanò in cerca dei capi aveva chiesto.
-Ho detto qualcosa di male?- chiese al ragazzo con aria dispiaciuta.
- Granger, io non riesco a capire se tu sia realmente ingenua come sembri o estremamente furba.- le disse.
Lo sguardo offeso di lei lo fece decidere all'istante: ingenua.
-Crede che io e te aspettiamo un bambino, o meglio, che ne abbiamo già parecchi a casa e che questo sia l'ultimo arrivato – le spiegò.
Un'espressione scandalizzata le attraversò il viso. – Che cosa!? Ma ora vado lì e le spiego,..- si incamminò verso l'interno, ma Draco l'afferrò per la vita, tirandola verso di sé.
-Non ci pensare nemmeno Granger: prima usciamo di qui, prima potrò sedermi a bere qualcosa di caldo, non ho intenzione di farmi cacciare dall'unico negozio per neonati di Hogsmeade e arrivare chi sa dove per trovare qualcosa.- non l'aveva ancora lasciata andare.
Poggiata con la schiena contro di lui, Hermione arrossì. – Credevo non soffrissi il freddo, Malfoy.-
Lui sorrise sui suo capelli. – Tu credi e non credi tante cose, Granger.- le sussurrò.
La commessa riemerse poco dopo, accompagnata da un ragazzo alto e muscoloso, che portava alcuni scatoloni.
-Prego, scelga pure quello che vuole.- sorrise ad Hermione.
Lei annuì, staccandosi da Draco. Il ragazzo le mostrò alcune tutine, piccole scarpe e cappellini di lana.
Hermione sorrideva contenta e Draco non mancò di notare lo sguardo conquistato del giovane.
La commessa si schiarì la voce, attirando la sua attenzione. – Alla sua ragazza non sembra interessare molto il suo parere.- gli disse.
Proprio in quel momento la Granger si girò a cercarlo. – Non vuoi scegliere qualcosa anche tu?- gli domandò.
Una domanda gentile, una proposta, non un ordine.
Malfoy sorrise trionfante in direzione della donna, poi si avvicinò ad Hermione, posandole una mano sulla schiena e facendola arrossire.
Uno sguardo intimidatorio e il giovane si allontanò in direzione del retro.
La Granger sembrava una bambina: non faceva altro che sorridere, mentre depositava di lato tutto quello a cui Draco annuiva.
Al momento di pagare, entrambi estrassero i sacchetti.
Un nuovo incantesimo e tutto era riposto nella borsa bianca della Mezzosangue.
-Sarai una madre perfetta, Granger.- le sussurrò, aprendole la porta del negozio.
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