Benevenuti a Hogwarts
-Veniamo a noi, Malfoy:- , il signor Granger assottigliò gli occhi, incrociando le braccia. – che cosa ti lega alla mia bambina?- gli chiese, lisciandosi il mento privo di barba.
Il ragazzo alzò un sopracciglio: come poteva rispondere a quella domanda?
"Vede, caro Signor Granger, (protettivo e alquanto geloso padre della Sangue Sporco che non ho fatto altro che prendere in giro per sette lunghi anni, senza rendermi conto di quanto lei fosse incredibilmente migliore di me) oltre che un'inspiegabile attrazione fisica e un affetto improbabile, a legarmi, come dice lei, alla sua bambina ci sono, vediamo: una Profezia, una Legenda (che asserisce che per via del suo Sangue Sporco potrebbe uccidermi) e una Maledizione ( di cui non è al corrente nessuno, al di fuori del mio migliore amico, che si è perso il cervello dietro alla migliore amica della sua bambina e Silente, che sembra aver deciso di abbandonare me e lei ai nostri destini), spero che questo risponda alla sua domanda!"
Decisamente, il padre della Granger non avrebbe retto.
-Il Professor Silente ha ritenuto opportuno che fosse il membro di una...Casa differente ad accompagnare la Mez...sua figlia.- si corresse appena in tempo.
- E come mai?-
- Per favorire lo spirito tra case. – sembrava una macchinetta che ripeteva da anni la stessa tiritera.
L'uomo parve convinto. – Meglio così: non sei il tipo adatto alla mia bambina.- lo disse più a se stesso che al ragazzo.
-Prego?-
Il Signor Granger parve riscuotersi. – Oh, pensavo tra me e me. – rispose.
-Ho sentito. Perché non sarei il tipo adatto a sua figlia?- cosa gliene importava? Meglio così, no? No.
-Vedi, Draco, - scampata la minaccia del probabile "fidanzato" l'uomo sembrava più ben disposto verso di lui. – Hermione è una ragazza semplice, molto dolce, tranquilla. Non ama immischiarsi in situazioni che potrebbero danneggiare lei e gli altri, non è una ragazza superficiale, è stata abituata a meritarsi le cose, a guadagnarle. E' sempre stata una persona leale, sincera, che apprezza le persone per quelle che sono, quando qualcuno le entra nel cuore, gli si dona completamente, senza remore. Ha tanti sogni, tante ambizioni, tanti desideri, ma per quanto possa sembrare forte e matura, rimane pur sempre figlia di Jane: devi sapere che la caratteristica predominante delle donne della famiglia Granger, oltre che un dolcissimo odore di vaniglia che le accompagna ovunque, - sorrise al pensiero. – è una visione totalmente pura e pulita del mondo. Né mia moglie né mia figlia riescono ad accettare il fatto che, al mondo, possano esistere persone che godano a vedere altri esseri umani soffrire, che possano esserci persone...malvagie. Tu mi sembri un ragazzo molto sicuro di te, i tuoi abiti sono di ottima rifinitura, sei rigido e composto, direi freddo, distaccato, non sei la persona che serve alla mia bambina.
Ha bisogno di qualcuno che le sappia dimostrare amore, che viva per lei, che la faccia sorridere. Hermione ha bisogno di qualcuno che la porti al limite e la riporti indietro ogni volta. Che le sconvolga la vita. Ovviamente parliamo di un futuro molto lontano!- si stirò appena, guardandolo sereno.
- Robert, ti dispiace?- la voce di Jane impedì a Draco di ribattere.
Entrambi gli uomini si voltarono verso l'ingresso della carrozza, sulla quale la donna se ne stava imbambolata, con una specie di bauletto tra le mani.
-Tesoro, cosa c'è lì dentro?- il Signor Granger deglutì, temendo la risposta.
La Mezzosangue superò la madre, entrando e accomodandosi al suo posto, con un sorrisetto divertito a colorarle le labbra.
-Oh, caro, non puoi capire! Stavamo ritornando dalla toilette, quando è passata questa gentilissima signora con un carrello pieno di cose strane!- raccontò entusiasta la moglie, accomodandosi accanto al marito.
- Cose...strane?- fece lui, per niente rilassato.
- Non temere papà, ha comprato alcuni dolci, qualche portachiavi, un paio di foto, cose così. – lo rassicurò la Granger.
- Quanto ci sono costate, queste "cose così"?- adesso sembrava divertito anche lui.
- Non fare il solito tirchio, Robert!-
Il fischio del treno li fece desistere dal continuare quello strano teatrino.
-Mamma, su vieni.- la ragazza agguantò il braccio di Jane, avviandosi verso le porte.
- Papà, lascia pure la borsa sul treno, ci penseranno gli addetti a portarli a Hogwarts!- esclamò, poi.
L'uomo mollò il borsone da viaggio (nel quale, sicuramente, c'erano solo cose di sua moglie) e s'incamminò dietro alle due donne, seguito da Draco.
L'aria fredda di Dicembre roteò intorno a loro, sollevando alcuni fiocchi di neve: avanzarono stringendosi nei cappotti lunghi, attenti a non scivolare sul vialetto ghiacciato.
Le carrozze trainate dai Thestral, ormai visibili anche agli occhi di Hermione, li attendevano.
-Mamma, papà, state tranquilli, arriveremo in pochi minuti.- sorrise la ragazza, prima di salire sulla carrozza dietro quella dei suoi genitori, seguita da Draco.
- Hermione, non credo ci sposteremo se non...- le parole di Jane le morirono in gola, quando la carrozza cominciò a muoversi.
- Ma è incredibile!- la sentirono esclamare.
Anche la carrozza dei ragazzi cominciò ad avanzare sotto il timido sole invernale.
Il silenzio e la tensione la regnavano sovrani: se ne stavano seduti fianco a fianco, ma entrambi sentivano intere nazioni e oceani immensi, frapposti tra loro.
-Tuo padre mi ha fatto un bel discorso.- commentò, infine, Draco, esasperato da quell'indifferenza.
La ragazza lo ignorò placidamente, continuando ad osservare imperterrita il paesaggio che scorreva accanto a loro.
-Dice che io non sono il ragazzo adatto a te. – insistette.
La risata della Granger lo sorprese, ma il sollievo durò poco: quando si voltò nella sua direzione, i suoi occhi sembravano brillare di una sadica consapevolezza, di una malcelata ironia.
-Non ci voleva mio padre, Malfoy, per capire che le nostre strade non si incontreranno mai.-
- Credevo si fossero già incontrare.- ribatté lui: una sensazione di vuoto lo colse.
Gli stava dicendo che non ne voleva più sapere niente di lui e in fondo era quello che lui le aveva chiesto.
-Sbagliavi.- rispose in un sussurro lei.
- Hermione!- sua madre quasi scivolò dal gradino di ferro e furono le braccia forti del marito a sostenerla.
Era eccitata come una bambina.
-Ma...ma...dov'è?!- chiese, guardandosi intorno.
La carrozza si fermò e la ragazza scese, avvicinandosi ai suoi.
-Aspetta mamma, deve essere Silente a disincantare la scuola, per far si che voi possiate vederla!-
Pochi attimi dopo, a partire dall'enorme portone, Hogwarts comparve.
Jane spalancò gli occhi e batté le mani, conquistata, mentre Robert sorrideva.
La figura del Preside avanzò verso di loro, seguito dalla Professoressa McGranitt.
-Signori Granger, è un vero onore avervi qui e fare la vostra conoscenza.- il vecchio mago tese loro la mano e la Signora Granger arrossì, come una bambina.
- Vi presento la Professoressa McGranitt, direttrice della Casa di Gryffindor, nella quale è stata smistata Hermione.- fece un cenno alla donna dietro di lui, che avanzò sorridente.
- Signori, è un vero piacere! Hermione è una ragazza d'oro, una delle migliori studentesse che la scuola abbia visto da molti anni a questa parte!- non vedeva l'ora di dirlo.
- Siamo molto fieri di lei.- concordò Silente.
- Anche noi.- rispose il Signor Granger.
- Spero che il Signor Malfoy sia stato una compagnia gradevole.- aggiunse la McGranitt.
Jane sorrise. – Oh, è davvero un caro ragazzo.- annuì.
-Molto bene, vi prego, entrate, fa molto freddo qui fuori. Hermione, torna dai tuoi amici, ai tuoi genitori ci penso io, abbiamo riservato loro una stanza, per consentirgli di darsi una rinfrescata, vi vedrete a pranzo.- le disse Silente.
- Va' tranquilla cara.- annuì sua madre.
- D'accordo allora, Signore, Professoressa.- salutò educata e si avviò verso la Torre dei Grifoni.
- Signor Malfoy, sono molto fiero di lei, grazie per il suo aiuto.- la mano del Mago si posò sulla spalla del ragazzo, che teneva gli occhi fissi sulla schiena della Granger.
- Hermione è una ragazza testarda, ma di gran cuore.- aggiunse, incamminandosi dietro alla McGranitt.
Pochi attimi dopo, la ragazza salì le scale della Torre, scomparendo alla sua vista.
Sospirando, Draco si avviò nella direzione opposta, verso i sotterranei.
-Hermione, sei tornata!- la voce di Ginny la fece sussultare: la Sala comune era in fermento.
Erano da poco passate le dodici e i ragazzi correvano da una parte all'altra, alcuni ancora in pigiama.
-Tanti auguri.- l'abbracciò, scoccandole un bacio.
- Auguri a te, Ginny.- si accomodò accanto al camino, per riprendere fiato.
- Com'è andata?-
Con Malfoy, aggiunsero entrambe mentalmente.
-Peggio di come temessi.-
Si scambiarono uno sguardo complice, un sorriso trattenuto.
-Hermione, tanti auguri.- la salutò Lavanda, sfrecciandole accanto.
Qualcun altro le fece gli auguri, poi la Caposcuola si avviò su per le scale, bisognosa di una doccia.
Si spogliò, chiudendo a chiave la porta del bagno e si infilò sotto il getto bollente.
Lasciò che le lacrime fluissero fuori dai suoi occhi liberamente, senza curarsene: si sentiva ferita, umiliata.
Lui aveva giocato con quel poco che lei gli aveva consentito di vedere, non si meritava niente.
Si sciacquò velocemente il bagnoschiuma, tamponandosi con l'accappatoio.
Dopo essersi accertata del fatto che i suoi occhi fossero sgonfi, aprì la porta e rientrò in camere.
Seduto sul suo letto, Harry sussultò.
-Hermione, bentornata.- sorrise, alzandosi.
L'espressione triste negli occhi di lei non sfuggì al ragazzo.
-Che succede?- le chiese, rimanendo a qualche passo di distanza.
Negli occhi smeraldo la Caposcuola lesse tutto quel calore che le mancava.
Harry era la sua famiglia, aveva bisogno di lui, adesso più che mai.
Al Diavolo Malfoy e le sue manie di protagonismo, Harry era lì per lei, non l'avrebbe mai abbandonata.
Sorprendendo entrambi, fu lei ad annullare la distanza tra loro, posando la testa riccia sul suo petto.
Le braccia del ragazzo si chiusero su di lei, il naso tra i suoi capelli, il respiro spezzato.
- Buon Natale, Hermione.- le sussurrò.
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