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Capitolo 2

<<Signorina, qui si viene per ascoltare la lezione non per dormire>> come al solito mi sono addormentata nel bel mezzo della lezione.
Sono iscritta all'università di Oxford ma questo non significa che sono un genio. È stato merito di mia zia. Dovrei esserle grata ma preferisco lavorare in libreria.
Dopo quello che è successo in Italia ho subito preso un aereo per Londra. Ero troppo sconvolta per parlare al telefono con i miei genitori, sono corsa dall'unica persona che mi avrebbe accolto senza fare domande. Zia Clary è la migliore, un dolce naso lungo e all'insù di cui si vergogna perchè reputa sproporzionato al suo viso piccolo e  tondo con due grandissimi occhi verdi, con dei riflessi azzurri. Da piccola volevo essere come lei, cambiare i miei occhi nocciola e il mio viso, segnato a vita da una piccola voglia dalla forma di una farfalla che odio. Zia Clary però ha detto che è segno di una grande creatività e che non posso che andarne fiera.
Rivolgendo sorrisi e saluti pieni di gentilezza, le persone credono che tu sia felice, che abbia avuto una bella infanzia. Non immagiano che da piccola ero la più timida del mondo, non parlavo con nessuno, ero sempre con la testa tra le nuvole (come ora del resto) a pensare a storie su storie ma sempre con la paura che qualcuno leggendole le criticasse.
Poi sono cambiata, la classica "bad girl" che si trovano nei libri sempre con la battuta pronta. Ma ormai quel periodo è finito.
Uscendo dall'edificio trovo tre chiamate senza risposta da parte di Nicole. Sarà successo qualcosa di importante:
<<Finalmente hai risposto>>
<<Sono appena uscita dal corso, cosa mi devi dire?>>
<<Togli la testa dai libri e vieni a divertirti con me: hanno aperto un nuovo bar che ne dici di provarlo?>>
<<Va bene>>odio i posti affollati, i rumori delle tazzine sui piatti, le sedie che vengono trasportate sul pavimento producendo un chiasso che fastidioso è dire poco. Sto cercando di non commettere più gli stessi errori.

Entriamo in quello che dovrebbe essere il nuovo bar ma non vedo anima viva, tranne che per il ragazzo dietro il bancone che sta servendo un uomo in giacca e cravatta. Quando si volta per vedere chi sia entrato spalanca gli occhi, seguito da noi due:
<<È il ragazzo del concerto!>> urla Nicole dandomi una gomitata sul braccio
<<Lo vedo>> è più alto di quanto mi ricordassi, indossa quella che dovrebbe essere la divisa: camicia ben abbottonata, cravatta nera e un gilet del medesimo colore.
<<Buongiorno ragazze, posso prepararvi qualcosa?>> parla con voce tranquilla e abbassa lo sguardo con l'accenno di un sorriso
<<No, ce ne andiamo>> detto questo prendo il braccio della mia amica e cerco di andarmene ma lei, essendo più forte di me, rimane dov'è
<<Solo cinque minuti>> e si dirige al bancone facendomi segno di raggiungerla. Sapendo di non avere scelta mi siedo accanto a lei e ordiniamo del caffè e un cappuccino. L'uomo di prima sta parlando al telefono per dei contratti da risolvere, Nicole ammira il sedere del barista con insistenza mentre io mi guardo attorno. Lo si capisce da subito che il locale è nuovo: pavimento bianco lucido, pareti azzurre immacolate, bancone e tavoli puliti. Tutto in perfetto ordine.
<<Come va ragazze?>>
<<Bene>>balbetta la ragazza al mio fianco, non l'ho mai sentita balbettare e tanto meno arrossire. Ci dà le nostre ordinazioni e incomincia ad informarci che adesso lavora solo lui nel locale e che porterà delle nuove modifiche, tutto con un sorriso. Ha i canini troppo lunghi, assomiglia ad un vampiro. Mentre parla una ciocca di capelli gli cade sulla fronte, non mi ero accorta che avesse i capelli lunghi, sono raccolti in uno chignon sopra la testa. Continuano a parlare mentre prendo il telefono e comincio a scorrere nella galleria eliminando tutte le foto dei "Buon giorno" o "Buon martedì" che mi intasano la memoria.
<<Sei troppo silenziosa Alex, come mai non parli?>> mi chiama Nicole mentre soffoca una risata. Le rispondo con un semplice "okay" mentre guardo l'uomo di prima uscire.
<<Brutto difetto essere timidi>>
<<Se non avessimo difetti saremmo tutti uguali in questo mondo>> bevo un sorso del mio cappuccino
<< e parecchio noiosi. Vi lascio alle vostre chiacchiere.>> prendo il mio zaino e prima di chiudere la porta dico:
<<Tanto per sottolineare, non sono affatto timida.>>
Dopo essere uscita mi rendo conto che sto avendo gli stessi atteggiamenti di tanto tempo fa.
I ricordi si accumulano, mantengo la testa con entrambe le mani, il mondo gira, non sento la terra sotto i piedi, l'aria di fa pesante. Mi siedo dietro il muretto, faccio respiri profondi, l'uomo quando pensa sta male perchè non è abituato a farlo. Decido di tornare a casa. Piove ma non prenderò il motorino, preferisco farmi bagnare completamente dalla pioggia e correre. Ho capito che correre mi aiuta a non pensare, concentrarmi su dove sto andando, a farmi perdere il fiato, a non piangere. Trovo rassicurante il fatto di stare male, dopo un brutto periodo, c'è ne uno migliore...
Arrivo in casa di zia Clary, sta leggendo dei documenti, è così dolce anche con quell' espressione concentrata ma allo stesso tempo imbronciata, si volta verso di me e sorride.
<<Vuoi del thè Alex?>>
La zia sa sempre come gestire una conversazione, non fa mai domande inopportune, delle volte mi chiedo se abbia mai messo a disagio qualcuno o semplicemente non aver risposto in modo cordiale, è troppo per me, non la merito.
<<Si, grazie zia Clary>> rispondo così anche se ansimante e completamente bagnata dalla pioggia.
Mentre prepara il thè guardo il suo portamento agile e deciso.
Talvolta mi chiedo cosa ho fatto per meritarla, cosa ho fatto per ricevere tutto il suo amore. Quando glielo chiesi, all' età di sedici anni, mi rispose che dopo aver scoperto di non poter avere figli suo marito la lasciò
<<È stato un bene>> mi disse quel giorno. Non avrebbe sopportato di vedere soffrire una persona che amava così tanto per colpa sua. Per questo ha deciso di dedicarsi a me quando i miei genitori non c'erano, è stata lei a farmi avvicinare al mondo della scrittura.
Quando si dovette trasferire fù un duro colpo per me. Facendomi rinchiudere ancora di più in me stessa.
Incomincia a raccontarmi la sua giornata parlandomi della collega assunta da poco che non fa altro che portare il caffè e rovesciarlo per terra.
<<È una bravissima ragazza molto portata ma tremendamente sbadata>> scoppiamo a ridere entrambe.
Zia Clary vorrebbe che lavorassi nella sua azienda, non lo ha mai detto apertamente, lo si capisce dal comportamento che assume quando mi parla di tutti i "nuovi talenti" che giungono ogni giorno.
<<Che ne dici di coccole e Netflix?>>
<<Il mio giovedì ideale.>>

Zia Clary si addormenta nel bel mezzo della nostra maratona di Grey's anathomy. Prima di andare anch'io le metto una coperta e prendo il telefono  leggendo i messaggi inviatomi da Nicole:

Quel gran figo ti ha ridato i vestiti te li porto domani a lavoro.

Non mi fido di quel ragazzo, mi ricorda una persona ma non so chi...














Scusate se non aggiorno spesso. Ho bisogno di un pò di tempo per scrivere qualcosa di decente... Quiiiiiindi...
OuO
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