Capitolo 1
Corro fino a perdere fiato, voglio vedere l'infinito, non ci arriverò mai.
Perché non posso farlo? Voglio scoprire, vedere con i miei occhi l'immenso spazio che ci attraversa e le cose sconosciute al genere umano. Faccio l'unica cosa che questo mondo mi è concessa: urlo, come se non ci fosse un domani, perderò la voce ma non mi interessa in questo momento, ho bisogno di sfogarmi, di andarmene e di capire. Da quanto non piango?Non è un pianto di paura, dolore o disperazione ma di sfogo. Non voglio trovare una ragione per piangere, perchè sprecare tempo della mia vita piangendo quando posso essere felice e ridere? Odio piangere è un segno di debolezza, non riesco a fermarmi, la sensazione delle lacrime sul volto è orrenda, perchè non la smetto? Perchè dobbiamo vivere se poi soffriamo?.
Non riuscivo a dormire e queste domande continuavano a tormentarmi sempre più forti e schiaccianti da farmi uscire fuori di testa. Per questo sono uscita di casa nel pieno della notte, quando tutti dormono, nessuno può vedermi, sono invisibile con l'oscurità che mi avvolge. Ma so già che domani sarà una giornata molto lunga.
<<Alex sei caduta?>>
<<No, stavo abbracciando il pavimento>>rispondo a quella cretina di Audrey che ride dopo la mia risposta
<<Dovresti farti vedere da un medico per la tua insonnia, non ti fa affatto bene guarda le tue occhiaie, hai anche una pessima voce>>
Non è insonnia, è concezione della realtà troppo contorta e triste per persone deboli come te mia cara<<Forse, vado a mettere i libri negli scaffali>>.
Mentre cerco di mettere il libro nell'ultimo scaffale maledico il mio metro è sessantacinque e incomincio a saltare. So di essere ridicola non chiedo aiuto a nessuno e non ho voglia di prendere lo scalino.
<<Ti aiuto io>>propone Nicole alla mia destra, adoro quella ragazza tutta piercing e tatuaggi ma è insopportabile quando cerca di fare la gentile con me, non le si addice e non ne ho bisogno
<<Ce la faccio da sola>>continuo a saltare
<<Ti pago la cena se ci riesci>>propone lei
<<McDonald?>>dopo aver pronunciato quest'ultima parola riesco a posare il libro
<<Come fai?>>
<<A fare cosa?>>
<<Riuscire in tutto quello che vuoi>>
<<Che Duble Cheeseburger sia>> fa un sorrisetto compiaciuto e mi pichietta con forza sulla testa, emetto un suono di dolore accompagnato da una linguaccia
<<Perchè lo hai fatto?>>
<<Concerto? Il tuo gruppo preferito?Quasi un anno di attesa? Get Scared ti dicono qualcosa?>>
<<Hai ragione! Perdonami me ne sono completamente dimenticata! Dopo il lavoro a casa tua giusto?>>È da un anno che aspettiamo questo momento, Nicole è l'unica con cui posso cantare fino a perdere la voce ed essere me stessa ma non le ho mai raccontato del mio segreto più grande, non lo rivelerò a nessuno, continuerò a nascondere questo avvenimento, lo porterò con me nella tomba perché nessuno può capire. Per questo mi sono trasferita in Inghilterra, lontana da casa, dal quel luogo e continuare a tenere nascosta la vera me.
<<Si giusto, dovresti dormire di più lo sai questo?>>Si preoccupa troppo è diventata una seconda madre ormai ma anche questo, non le si addice
<<Non dite tutti la stessa cosa>>
Sbuffo e me ne vado
<<Alex, gli altri libri!>>urla Audrey dall'altra parte del negozio
<<Siete stressanti datevi una regolata>>scoppiano a ridere fino a quando non entra il proprietario, un uomo basso, ha sempre un'espressione triste ed imbronciata, fa pena ma il lato peggiore e che fa battute orrende a cui tutti i dipendenti sono sottoposti se non si vuole subire una diminuzione di stipendio.
La prima a subire uno dei suoi indovinelli sono io:<<Morris, qual'è il super eroe che batte le mani?Batman>>avrei voglia di buttarmi giù da un ponte in questo momento ma faccio una risatina abbastanza finta giusto per non passare guai.
La giornata lavorativa finisce e mi dirigo in macchina di Nicole per andare al mio primo concerto.
Ma si sa,
Quando le ragazze devono decidere cosa mettersi,
Non è mai una passeggiata.
<<Io prendo il vestito nero>>
<<Non pensarci nemmeno è mio>>
<<Niki pretendo la giacca di pelle>> Essendo la più minuta del gruppo tutto quello che a loro andava perfettamente per me era sempre troppo grande da farmi risultare una bambina di quattro anni che prova i vestiti di sua madre.
<<Non metterla con quel top così stretto potresti farti un sacco di fighi>> non prendetela a male ma è fatta così
<<Niki non dire queste cose!>>
Al contrario Audrey è troppo impacciata da risultare quasi stupida
<<Taci verginella del cazzo>>
<<Ragazze so di essere bellissima ma placate gli ormoni>>
E come risposta ricevetti due cuscini in piena faccia con fragorose risate.
<<Alex ti rendi conto?! Vedremo i Get Scared dal vivo>> urla Audrey
<<Ricordami perchè l'abbiamo invitata>> a Nicole non piacciono le persone troppo allegre, Audrey in particolare, la definisce troppo piena di vita.Le persone come lei non capiscono com'è realmente la vita, ne vedono solo gli aspetti positivi.
<<È una nostra amica, ha i nostri stessi gusti musicali e siamo in un paese libero, ha tutte le ragioni per venire>> questo paese sarà anche "libero" ma il mondo no, lo possiamo vedere tutti i giorni, i forti sottopongo i deboli al loro volere.
<<Sottolineamo il fatto che è amica tua, certamente non mia, non sto con persone del genere e se mi fa fare qualche figuraccia parlando di unicorni e arcobaleni con i miei amici non vedrai più fiocchetti rosa e brillantini sparsi per tutto il negozio>>.
Audrey è troppo buona, lo puoi capire dalla sua relazione, convive con il suo ragazzo da qualche mese ma lui la tradisce, non è stupida, lo sa, ci ha parlato più volte ma perdona troppo facilmente.
<<Niki non parlare così, Alex dille qualcosa>>
prima di poter pensare a cosa dire qualcosa mi bagna la schiena, puzza di vodka, odio l'odore dell'alcol. Si è radunata una grande folla, mi volto, noto un ragazzo terrorizzato
<<Scusami>>
balbetta
<<Mi hai chiesto scusa e ora come dovrei fare?>>
<<Non volevo neanche venirci qui Will aiutami>>
spunta dalla folla un ragazzo dall'aria minacciosa
<<Hai qualche problema?>> con tono insolente si posiziona accanto al suo amico
<<Direi di si, non hai visto quel deficente del tuo amico cosa ha fatto ora come dovrei rimediare?>>
<<Non è un mio problema e levati puzzi>> lo prendo per il colletto della maglia facendo avvicinare i nostri volti così che possa guardarmi negli occhi
<<Stammi a sentire bene: è un problema tuo e del tuo amico, trova una soluzione o non rivedrai più la luce del sole dopo che ti avrò tolto gli occhi dalle orbite e aver fatto diventare la tua faccia un sacco da box. E ti avviso, so essere molto violenta>>. Mi toglie le mani dal suo colletto e mi guarda per un momento per poi ricominciare a parlare
<<Non so come aiutarti. Posso portare i vesti in tintoria>>
<<Sei fortunato che noi donne portiamo sempre dei vestiti in più>>
È Audrey a intervenire anche se non me lo sarei mai aspettata da lei.
<<Non mi interessa. Va a cambiarti, devo vedere anch'io il concerto>>.
Vedo Nicole avvicinarsi sempre di più ed esclamare
<<Alex da quando rispondi così? Non ti ho mai vista così aggressiva>> se le raccontassi che sono sempre stata così? Di lei mi posso fidare? Capirebbe? Mi accetterebbe comunque sapendo che è stato proprio per il mio carattere troppo aggressivo che mi sono trasferita qui?
<<La rabbia porta a questi comportamenti>>
È sempre meglio non parlarne.
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