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02. MANDATO

Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci? E come annunceranno se non sono mandati

(San Paolo - Lettera ai Romani 10, 14)


«Gesù Cristo stesso dice di noi: "Chi ascolta voi, ascolta me. Chi non ascolta voi, non ascolta me".»

Le parole del Padre riecheggiarono tra le travi del soffitto, riverberando tra i banchi di legno e le vetrate colorate. 

Padre Simon fece una pausa. Gli occhi si posarono sui volti dei fedeli e lasciò che il silenzio si prolungasse, e intanto li osservava.

C'era chi guardava in basso, incapace di sostenere il suo sguardo, come se il peso delle proprie colpe fosse troppo grande. Altri fissavano le vetrate con una luce di speranza, come se aspettassero un miracolo. 

Qualcuno, invece, si limitava a fissare il vuoto, gli occhi spenti, come chi non sa più cosa aspettarsi dalla vita. Ma ogni sguardo, in qualche modo, pareva cercare la stessa cosa: una risposta, una parola.

Pochi dei presenti lo fissavano come chi attende un bicchiere d'acqua nel deserto. Erano gli occhi assorti di chi, bramando speranza, vedeva in lui qualcuno che potesse riscattarli dal buio che portavano dentro.

La croce di legno d'ulivo alle sue spalle, imponente, sembrava osservare i presenti insieme a lui. La cappella semplice, era avvolta da un calore intrinseco che sembrava provenire dal legno che la componeva. Le pareti, lisce, bianche e spoglie, riflettevano la luce soffusa dei vetri colorati: piccoli riquadri dalle tinte ocra, rosse, verde oliva e azzurro pallido che proiettavano ombre leggere sul pavimento.

Il soffitto a travi di legno massiccio incombeva come un tetto protettivo e i banchi, anch'essi di legno, emanavano un odore di resina e cera consumata, graffiati dal tempo e dalle preghiere.

Al centro, la breve navata conduceva verso il pulpito rialzato, raggiungibile con un paio di gradini in marmo. Il legno scuro del podio risaltava contro la parete chiara, ma l'elemento che catturava ogni sguardo era la croce alle sue spalle: una croce di ulivo, nodosa e imperfetta, scolpita da mani artigiane che avevano lasciato intatta la natura del legno. Le venature tortuose parevano raccontare una sofferenza antica, una promessa di vita che continua, resistente e viva come l'albero da cui proveniva.

Nessuna statua vigilava sui fedeli. Nessun ornamento distraeva lo sguardo. La cappella era uno spazio in cui le anime si trovavano spoglie quanto le pareti stesse. Eppure, era sufficiente la voce di Padre Simon a riempire ogni vuoto.

Sospirò e, con una nota di commozione nella voce, riprese: «Vedete, figli, se crediamo nel Suo Nome, allora siamo come Lui» strinse le mani al leggio di legno scuro. «Abbiamo la Sua stessa missione».

Prese un profondo respiro. «Non è solo un privilegio, è la nostra Croce. Ma...» la frase gli morì sulle labbra e, prima di continuare, posò gli occhi sulla donna in prima fila, «Una croce che porta alla vita e alla resurrezione» nei quali scorse un luccichio di commozione. Quegli occhi grigi, circondati da solchi di vita, sapevano, conoscevano il suo passato. Quell'anziana donna aveva visto crescere quell'uomo di ormai quarantuno anni; Padre Simon non era più il ventenne prestante che aveva sostenuto, seguito e ammirato il predecessore, Padre Peter.

Simon era l'unico rimasto a portare avanti ciò che quel ministro di Dio aveva iniziato. E Simon, ogni giorno, da quel giorno, avvertiva il peso di quell'amore che lo avrebbe portato ben presto allo stesso destino di Gesù Cristo.

Quell'ultimo pensiero lo portò a stringere le mani al leggìo in cui era adagiata la Bibbia. Il passo che aveva letto quella sera era nel Vangelo di Luca, al verso 16 del decimo capitolo. "Chi ascolta voi, ascolta me" era stato il versetto che lo aveva bloccato nei pensieri, prima di accorgersi degli occhi annebbiati di Miriam e Nathan, seduti uno alla sua destra, nei banchetti di legno dedicati ai ministri e l'altra di fronte, in prima fila.

Se ascoltano me, stanno ascoltando... Gesù Cristo?

Proprio perché il nodo pressante alla gola non gli permetteva di concludere il messaggio che avrebbe voluto lasciare, si bagnò le labbra e sistemò la voce con un colpo di tosse.

«Figli miei, vegliamo e preghiamo. Alziamoci in piedi» con uno sguardo fugace al giovane riccioluto alla sua destra, aveva invitato Nathan a salire sul pulpito. «Nathan, concludi tu».

Quello scattò in piedi e prese il suo posto per le ultime preghiere. Mentre i fedeli si alzavano, Padre Simon camminò a passo svelto lungo il corridoio centrale per uscire e degustare la prima aria frizzante di ottobre. Il suo unico desiderio, in quel momento, era rimanere solo nel suo studio e riascoltare la voce di Peter.

Attraversò il cortile di cemento che portava della Cappella al Centro di Accoglienza. Lo sguardo basso. Dei brividi improvvisi lo costrinsero a stringersi dentro la giacca marrone.

Appena entrò all'interno del Centro venne accolto dal calore emesso dai fornelli della cucina in cui le cuoche volontarie stavano preparando la cena a base di minestrone caldo per i residenti. Il vociare sereno delle famiglie già in attesa del pasto, gli ricordò che quelle erano anime salvate dalla legge dei Lucifer. Proprio come lui avrebbe voluto...

Salì subito le scale che apparvero appena dopo l'ingresso, sulla destra. Fece una, due, tre, quattro rampe di scale e dovette reggersi dal corrimano. Il digiuno prolungato di quei giorni, in memoria della dipartita di Padre Peter, gravava sullo stomaco. Si era imposto l'astinenza di tre giorni nel ricordo del predecessore, da quel lontano sette ottobre, di ventuno anni prima.

Arrivò al primo piano con le gambe tremanti e il respiro spezzato gli bruciava la gola. Solo qualche passo nel silenzio del corridoio deserto prima di lasciar scivolare la mano in tasca, e trovare il metallo freddo della chiave.

Uno scatto secco. Entrò e chiuse la porta con un colpo deciso. Vi si appoggiò con la schiena e si guardò intorno, avvolto da un tepore di ricordi mai sbiaditi.

In quella stanza, in quello studio, risuonavano ancora gli insegnamenti che il Padre gli aveva trasmesso in segreto, perché lui — tra tutti — era stato l'unico a credere in quella missione che molti definivano suicida.

La luce del sole, che filtrava dall'ampia finestra di fronte a lui, lo costringeva a posare lo sguardo sulla libreria di palissandro che occupava la parete opposta. Le sue linee rigide e il suo stile classico lasciavano al legno scuro il compito di donare calore all'ambiente. Anche la scrivania, imponente e dello stesso stile, sembrava troppo ampia per essere utilizzata da una sola persona. Il profumo dell'olio di bergamotto, usato per lucidare il mobilio, impregnava l'aria dello studio.

Con un profondo sospiro, Simon si lasciò cadere sul divano letto ancora aperto. Il materasso si avvallò sotto il suo peso.

«Padre...» mormorò a bassa voce, togliendosi la giacca e appoggiandola ai piedi del letto. «Non posso... Non sono capace».

I suoi occhi nocciola si fermarono sulla foto del Pastore Peter, posata sul comodino in una cornice argentata.

La fissò a lungo, finché un impulso, quasi perentorio, lo spinse a desiderare di ascoltare la sua voce.

Il computer portatile, ancora in stand-by sulla scrivania, attendeva un semplice tocco. Simon premette un tasto, e subito il video si avviò: l'uomo dagli occhiali trasparenti e i capelli canuti guardava nella telecamera.

— Nomino Simon come mio successore, a capo di una delle Sette Chiese della Confraternita — dichiarava la voce solenne di Peter. — Seguitelo. È un uomo privo di orgoglio, integro, retto, che teme Dio e fugge il male.

La voce del Pastore, incrinata dalla commozione, rimbombò nel cuore di Simon, riempiendolo di un dolore e di un peso che non riusciva a scacciare.

Era ancora in piedi, con le mani ai fianchi. Un lungo sospiro e poi uno sbuffo rumoroso. Gli occhi appannati al soffitto. La mente era affollata di pensieri contraddittori. Se Peter ha scelto me, un motivo ci sarà...

Si impose di uscire da quella stanza, quella in cui aveva avuto modo di parlargli per l'ultima volta. A quel pensiero, avvertì una pressione nel petto, che il Padre cercò di attenuare con un massaggio della mano destra.

Era il momento di fare una bella camminata, una di quelle che Peter gli consigliava nei momenti di intensa sofferenza. 

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