37. L'Anziano
La mattina seguente stranamente non venni svegliato da Riccardo che mi ricordava che avrei dovuto seguire le lezioni per il controllo dell'acqua o per presiedere a qualche funzione religiosa. Mi svegliai quando la luce proveniente dalla finestra mi arrivò negli occhi, mi alzai a sedere sul letto e dopo essermi stiracchiato potei notare il vecchio seduto a gambe incrociate sul tappeto davanti al mio letto. Immediatamente mi domandai chi fosse quell'uomo e sopratutto come avesse fatto ad entrare nella mia camera dato che tutte le entrate erano presidiate dalle mie guardie. Visto che l'uomo non aveva intenzione di presentarsi decisi di ignorarlo e di sciacquarmi la faccia per provare a svegliarmi meglio. C'era solo un problema: la bacinella d'acqua era dietro il vecchio,e per raggiungerla avrei dovuto dargli le spalle. Non lo temevo ovviamente: ero molto più giovane di lui, addestrato al combattimento corpo a corpo con o senza le armi, inoltre avevo il controllo delle armi e un corak al mio fianco che mi guardava le spalle. Mi voltai per prendere la caraffa di acqua fresca e sentii il rumore di tessuti che si muovevano e immediatamente dopo il mio corak si trovò imprigionato in una gabbia d'acqua e io venni afferrato a una caviglia e fatto cadere faccia avanti, sbattendo la testa contro il tavolino che sosteneva la bacinella e la caraffa d'acqua. Leggermente intontito mi rialzai e vidi fronteggiarmi un'omino più basso di me, vecchio e con pochi capelli bianchi in testa, ma con un fisico tonico e sodo come quello di un trentenne. Senza darmi molte spiegazioni mi attaccò con mosse di un'arte marziale a me ignota. Riuscii a difendermi bene e in qualche caso anche a restituire qualche colpo fino a quando non utilizzò di nuovo il suo elemento. Venni investito, da dietro, da un'onda d'acqua che oltre a inzupparmi i vestiti mi fece barcollare, questo diede l'opportunità al mio avversario di assestarmi un paio di pugni al naso, rompendolo, e al viso. Quando ritrovai la posizione di difesa avevo già il volto sporco di sangue e pensavo che il mio avversario mi attaccasse ancora invece si allontanò velocemente di qualche passo e chiuse gli occhi. Probabilmente era un pazzo, ma non dovevo pensarci in quel momento quindi avanzai pronto a colpirlo, ma a pochi centimetri da lui sentii un braccio molto sudato stringere il mio collo in una morsa da strangolamento. Cercai di voltarmi, ma non vidi nessuno cercai di colpirlo con calci e gomitate, ma nulla; non mi rimaneva che utilizzare il mio controllo sul fuoco. Mi incendiai le mani fino ai gomiti e afferrai quelle braccia che mi stavano strangolando, quando le toccai si liberò una nuvola di fumo impressionante e da quello potei capire che non era una persona a strangolarmi, ma un tentacolo fatto di acqua evidentemente evocato dal vecchietto. Decisi di passare al contrattacco e gli lanciai addosso delle sfere di fuoco che lui prontamente spense con un muro di acqua arrivato da non so dove, l'impatto dei due elementi produsse una fittissima nuvola di vapore. Non vedevo ne sentivo molto quindi fu facile per il mio avversario prendermi di sorpresa quando mi afferrò per il braccio. Nell'esatto momento del tocco persi il controllo del mio corpo, il mio cervello ordinava qualcosa al mio corpo ma questo faceva di testa sua, le braccia iniziarono a muoversi da sole e a colpirmi in faccia. Presi tante di quelle botte da risultare probabilmente irriconoscibile; ero a terra e stavo per perdere conoscenza quando ritornai ad avere il controllo sul mio corpo. Ero sfinito e non avevo più forze per reagire quando il mio nemico si inginocchiò di fianco; quando alzò la mano sopra la mia testa ero sicuro di star per morire, ma invece successe qualcosa di molto strano, la nuvola di vapore lentamente iniziò a condensarsi e a confluire nella mano del vecchio. Quando ormai non c'era più vapore nella stanza versò l'acqua sul mio corpo e guidandola con la sua mano la fece passare sulle mie ferite. Ogni volta che ne incontrava una questa emetteva un leggero sfrigolio e io sentivo come se qualcuno mi stesse dando da bere dopo settimane passate nel deserto. Quando le mie ferite furono curate l'uomo si alzò e senza darmi il tempo di chiedere spiegazioni uscì dalla stanza. Io invece svenni subito dopo. Venni svegliato da un tocco delicato, quando aprii gli occhi vidi intorno a me facce conosciute e preoccupate: le mie ombre, Giacomo e Leonardo "Tutto bene sire?" "Più o meno, cosa è successo?" "Non si é presentato a colazione e per tutta la mattinata non è stato visto da nessuno, quindi siamo venuti a cercarla e abbiamo trovato Leonardo svenuto davanti la sua porta." Gli raccontai dell'accaduto e immediatamente Giacomo scattò su tutte le furie e iniziò a urlare da una parte all'altra che voleva aumentare la sorveglianza e avrebbe addirittura chiesto degli uomini alla guarnigione della città, grazie anche all'intervento di Giulia che ci aveva raggiunti allarmata delle urla riuscimmo a calmarlo "Comunque dobbiamo aumentare la sorveglianza non deve ricapitare, per cui questa notte farò io il turno di guardia" le mie ombre si scambiarono un'occhiata e poi Riccardo disse "Ci uniremo a te". Il resto della mattina la passai presenziando a varie cerimonie religiose e a qualche inaugurazione, verso sera venni invitato a un banchetto in mio onore organizzato dagli uomini più ricchi della città. Si concluse a notte inoltrata e quasi tutti erano ubriachi sopratutto gli invitati non egizi che non erano abituati a quella strana bevande ottenuta dalla fermentazione del dattero. La mattina dopo mi svegliai di buon'ora e trovai lo stesso anziano della mattina precedente seduto a gambe incrociate sul mio tappeto con gli occhi chiusi, colsi subito l'occasione e lo attaccai pensando stesse dormendo; tentai, invano, di evocare un fuoco decente, ma senza farmi prendere dallo sconforto lo attaccai corpo a corpo. Il risultato fu lo stesso della mattina precedenti: venni neutralizzato, picchiato a sangue e poi curato; prima che io potessi chiedergli qualcosa il mio avversario si dileguò nei corridoi. Avevo fame e decisi di uscire, ma esattamente fuori dalla porta trovai le mie ombre e il mio Guardiano svenuti, li svegliai e dovetti sopportare per tutta la colazione le scuse di Giacomo per non essere stato in grado di proteggermi e il silenzio imbarazzato di Riccardo "Basta, ovviamente il mio assalitore, se così lo possiamo chiamare è molto forte, ma oltre a picchiarmi a sangue e poi curarmi, non sembra avere cattive intenzioni; quindi basta. Parlando di cose serie vorrei sapere, dal punto di vista militare, com'è la situazione nel regno egizio. Non so nulla tranne che sono ottimi arcieri a piedi e a cavallo" i miei sorveglianti si guardarono un po' stupiti, era dallo scontro che non davo segni di interesse per qualcosa "Certo James, ti farò avere tutta la documentazione per metà pomeriggio" disse Giacomo "Non va bene, devo consultarli prima di pranzo, devo essere preparato per quando ne parlerò con il sommo sacerdote". Purtroppo il regno egizio confinava a Nord con il regno natale di Shown per cui temevo un'incursione quando la notizia delle mia piccola, ma salda, ribellione sarebbe arrivata alle orecchie dell'usurpatore. Queste preoccupazioni le condivideva anche il sacerdote, per cui concordammo di spostare la III Legione dalla protezione della capitale romana al controllo dei confini egiziani. Oltre alla Legione, sui confini vennero costruiti immediatamente dei forti presidiati da truppe egizie. In cambio della III Legione il regno egizio avrebbe inviato dei reparti di arcieri e cavalieri alla I e alla II Legione. "Come è andato il pranzo sire?" chiese Leonardo "Benissimo, abbiamo predisposto la difesa dei due regni e a meno di grandi sorprese per un po' saremo al sicuro" dissi massaggiandomi il collo "Ottima notizia; vuole che le prepari un bagno caldo per alleviare i suoi dolori al collo?" "Non ancora grazie, piuttosto avverti Giulia che voglio fare un giro per la città, scorta minima mi raccomando".
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