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35. Umore




Quando mi sveglia e cerca di alzarmi sentii tutte le botte e gli sforzi della giornata precedente e nel percorso dalla mia branda fino all'entrata della tenda sembrai un vecchio di novantanni. Fuori dalla porta trovai di guardia le mie ombre con i loro rispettivi corak, "Dov'è Giacomo?" chiesi sbadigliando "Buongiorno sire, il suo Guardiano sta controllando il perimetro insieme a Giulia" mi rispose Andrea "Si come no, il perimetro" pensai "Leonardo dovrebbe essere qui a breve con la sua colazione" aggiunse Riccardo, lo ringraziai e rientrai nella mia tenda ad aspettarlo. Feci un'abbondante colazione e dopo essermi cambiato, mi diressi nello spazio davanti all'entrata principale dove già alcune unità stavano facendo esercizi. Quando gli passavo vicino scattavano sull'attenti e io regolarmente dovevo rispondere al loro saluto con "Riposo" e scambiare qualche chiacchiera educata con il loro comandante, normalmente era qualcosa di piacevole, ma quel giorno proprio no. Quando finalmente raggiunsi un punto un po' isolato dello spiazzo, ci iniziammo a scaldare per poi allenarci con il fuoco, fu un'allenamento disastroso: non riuscivo a trovare la concentrazione necessaria per incanalare i miei sentimenti in una fiamma perciò il massimo che riuscivo a evocare erano deboli scudi sferici che non resistevano neanche un secondo a un'attacco di una delle mie ombre. Ogni volta che cercavo di evocare un ricordo o un sentimento rivedevo il viso del guerriero nemico che mi assaliva, non provavo paura al ricordo, ma solo sgomento per la facilità con cui lo avevo ucciso. Morale della favola fu che mi trovai dopo due ore di allenamento, sudato fradicio e con le vesti tutte bruciacchiate e con il morale a terra; anche nelle giornate peggiori avevo sempre dato filo da torciere alle mie ombre, oggi invece mi avrebbero potuto uccidere più di una volta "Tutto bene James?" chiese Giacomo quando rientrai nella mia tenda "Una meraviglia" risposi mentre andavo verso la bacinella di acqua per pulirmi dalla fuliggine che avevo praticamente ovunque, Giacomo rivolse uno sguardo interrogativo a Riccardo "Diciamo che l'allenamento non è andato affatto bene" gli rispose Riccardo "Come mai?" le mie ombre fecero spallucce. "Il motivo è semplice" dissi mentre lanciavo sulla mia branda l'asciugamano di lino che stavo usando per asciugarmi "Non sono una macchina da guerra come voi; non sono abituato a uccidere, per me non è normale uccidere. Io non voglio uccidere qualcuno, né capisco l'utilità" fermai Giacomo che stava per dire qualcosa "So che uccidere può rivelarsi utile, sopratutto in battaglia quando se non lo fai tu a lui, sarà lui a farlo a te. So anche che le battaglie si vincono e si perdono uccidendo, ma questo non mi fa certo piacere, perciò gentilmente, tutti fuori !" urlai le ultime parole ed evidentemente facevo una certa impressione dato che Leonardo letteralmente fuggi fuori dalla tenda e neanche le mie ombre e il mio Guardiano si attardarono molto.

Dopo mezzogiorno iniziò a piovere, ma non una pioggia leggera, ma un vero e proprio temporale che continuò tutto il giorno fino alla mattina seguente quando smontammo il campo e riprendemmo il viaggio verso il Regno Egizio. Dovetti ammettere che il clima non era uno dei migliori perché per tutto il viaggio dovemmo sopportare delle piogge torrenziali che ci davano tregua solo quando si alzava un vento fortissimo, ovviamente opposto alla nostra direzione di marcia qualsiasi questa fosse, che quasi ci impediva di avanzare. Il bello di tutto ciò è che questo strano fenomeno atmosferico continuò anche quando fummo entrati nel deserto, infatti nei villaggi intorno alle oasi trovammo gli abitanti in festa, almeno loro lo erano di buon'umore, io no. Continuavo a rimuginare sulla morte di quegli uomini che avevo ucciso durante la battaglia, è ciò che mi infastidiva di più era il fatto che i miei amici non capissero il mio problema.


P.O.V Giulia

Giacomo si stava riallacciando la tunica, mentre io continuavo ad osservalo, era veramente molto bello, ma ogni volta che glielo dicevo si metteva a ridere e rispondeva con "Devi fare i complimenti allo scultore che mi ha creato"; mentre pensavo a ciò, una piccola e bastarda gocciolina d'acqua riusci a filtrare dal soffitto e cadere sulla mia schiena, ovviamente ancora nuda, e dalla mia bocca uscirono non poche parole inadatte a una ragazza per bene. Giacomo mi guardo e sorrise "Ti fa male stare tutto questo tempo con quei soldati" risi "Sarei meno sbroccata se non piovesse incessantemente da due settimane! Non puoi fare qualcosa con i tuoi poteri sui venti" gli chiesi supplichevole, odiavo la pioggia "Ci ho già provato, ma il massimo che riesco a fare a far diminuire la pioggia e il vento per cinque minuti, secondo me centra qualcosa James" commentò dubbioso "Coma fa a centrare sempre James?" non ero gelosa però che palle, James qui, James là, era anche un mio amico manon può controllare il tempo "Ho capito che è molto potente, però non penso che controllando solo il fuoco possa far venire a piovere così, inoltre è controproducente anche per lui" gli risposi leggermente arrabbiata, lui sorrise "Non hai ben capito fin a che livello James è legato con questo ecosistema, la sua stirpe non si sa per quale strano motivo è legata alla natura di questo mondo" lo interruppi "Lo so c'è lo hai già spiegato" lui sbuffò "Fammi finire; questo legame è presente in tutta la dinastia, ma a diversi livelli di intensità, più il re è forte più il legame è forte nel nostro caso James non solo può controllare tutti gli elementi cosa già abbastanza rara di suo, ma può anche influenzare la vita e la morte, e questi poteri oltre a essere terribili sono rarissimi e mostruosamente forti ciò rende James potentissimo e al con tempo molto unito al pianeta; fortunatamente al momento solo a livello inconscio" "Contino a non capire perché allora continua a piovere" chiesi confusa "Di che umore è il nostro caro sovrano?" "Pessimo" a fare il collegamento ci misi un paio di secondi "Vuoi dire che il brutto tempo che stiamo vivendo è dovuto all'umore nero di James?" ero stupita "Esatto" "Quindi vuoi dire che ogni più piccolo mutamento di umore di James comporterà un cambiamento nel tempo?" tutto ciò era assurdo "Non esattamente, il tempo avrà una variazione significativa per noi solo quando James ha degli importanti e profondi mutamenti di umore", "Più l'umore di James va giù, più brutto tempo avremo noi" conclusi io "Quindi James è veramente, ma veramente giù".

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