32. Imboscata
Mi alzai in piedi sul cavallo e mi voltai a guardare la colonna di soldati che mi stava seguendo. "Sono troppi", non lo dissi a qualcuno in particolare, ma sentii comunque Giulia sbuffare "Dobbiamo rispiegarti il perché di così tanti soldati?" "E io ridirti perché non ne voglio così tanti?" gli risposi adirato io "Buoni vuoi due" disse ad alta voce Giacomo e aggiunse a bassa voce "Giulia ricordati con chi stai parlando, e tu James ricordati chi sei e cerca di comportarti da tale". Mi sforzai di sorridere, ma mentalmente continuavo a lamentarmi. Il consiglio del regno ci aveva dato 3 corti di scorta, provenienti dalla Seconda legione che era in difesa diretta della capitale per cui avevamo privato la difesa della capitale di circa 1800 uomini. Questo piccolo esercito ovviamente si notava e la mia intenzione di arrivare in Egitto senza farmi notare e senza neanche dare l'idea di essere minaccioso, idea che era ovviamente fallita. Però posso capire l'ira di Giulia, oltre al fatto che secondo lei mi avrebbero dovuto fornire l'intera legione, ne voleva assumere il comando, cosa impossibile e glielo avevo detto, ma forse avevo mancato di tatto. Era impossibile che una ragazza di 17 anni quasi completamente a corto di nozioni di strategia militare, struttura dell'esercito e sopratutto senza aver dimostrato di valere qualcosa, venisse accettata come leader dai soldati. Nel frattempo il comando delle tre corti era stato affidato a un tribuno della legione e le mie "guardie personali" erano al comando di Giulia.
I giorni passarono tranquillamente attraverso una routine militare, che confesso mi iniziava a piacere. La mattina venivo svegliato da uno squillo di tromba, mi portavano la colazione, mi lavavo e poi mi vestivo con l'armatura completa che stava anche diventando più leggera a mano a mano che la mia muscolatura si rafforzava e si abituava. Durante la marcia: o cavalcavo circondato dalla mia guardia al centro della colonna oppure leggevo dei rotoli nella mia carrozza. La lettura era piacevole anche se i testi erano scritti in latino che Leonardo mi dovette insegnare. Mi fermai a riflettere sulle condizioni linguistiche del regno, parlavano una lingua molto simile all'italiano, ma scrivevano in latino come durante il nostro medioevo, infatti alfabetizzazione era molto scarsa. Verso mezzogiorno facevamo una pausa e a turno le tre corti si riposavano e mangiavano le loro razioni. Riprendevamo poi la marcia fino al tramonto quando le corti erigevano il campo fortificato. Nel frattempo la mia guardia si esercitava con le armi e io con le mie ombre ci esercitavamo a combattere con il fuoco, spesso combattevo anche contro Giacomo e stavo iniziando a vincere anche contro un maestro di un'altro elemento.
Mancavano un giorno al confine con il regno Egizio e dovevamo attraversare un fitto bosco. Per l'attraversamento il tribuno aveva deciso di adottare una formazione più compatta che ci avrebbe fornito meno mobilità, ma saremmo passati più velocemente. "Scusami ma questa parola cosa significa?" chiesi a Leonardo "Significa montagna, sire" mi rispose "Ci rinuncio, oggi non è giornata per leggere aiutami a mettere l'elmo che esco" "Certo sire, faccio preparare il suo cavallo?" "Si... anzi no, dí alla mia guardia di smontare che voglio andare verso la testa della colonna" dopo avermi passato l'elmo si inginocchiò e uscì dalla carrozza per comunicarlo a Giulia.
Quando scesi dalla carrozza venni puntualmente circondato dalla mia guardia, ci stavo prendendo l'abitudine sopratutto perché ora i miei compagni avevano smesso di fare rumore con le armature e quindi riuscivo a chiacchierare con qualcuno. Uscimmo dalla colonna e accelerammo il passo per raggiungerne la testa. Mentre marciavamo sentii sussurrare dietro di me e mi voltai, stranamente Giulia stava parlando con Riccardo e Andrea. "Cosa avete da sussurrare voi due?" ormai avevamo raggiunto la testa della colonna "Non senti troppo silenzio? Gli uccelli hanno smesso di cantare" mi fece notare Riccardo "Si saranno stancati" scrollai le spalle io. Venni immediatamente smentito da una scarica di frecce che si abbatté su tutta la colonna, fortunatamente fu una scarica troppo corta e solo poche frecce ci colpirono. Da tutta la colonna salì il grido degli ufficiali di formare una linea difensiva, tutti gli uomini si schierarono molto velocemente, con la prima fila in ginocchio e lo scudo davanti a se, la seconda fila in piedi dietro la prima con lo scudo in obliquo a coprire se stessi e la testa del compagno e per ultima la terza fila che si schierava, sempre in piedi, dietro la seconda con lo scudo alzato in orizzontale sopra la testa. Si formò anche una quarta fila schierata allo stesso modo della terza. Venni raggiunto da Andrea e Riccardo che alzarono i loro scudi sopra la mia testa e quella del mio corak, vidi Giulia che marciava dietro la linea della guardia a urlare ordini e indicazioni a quelli che non erano schierati. Dopo la prima scarica iniziò una pioggia costante di frecce che mi costrinse a unirmi alla linea per essere protetto. Il lancio delle frecce non causava troppi danni anche se qualche volta dalla linea si sentiva un urlo, venne colpita anche Alessandra a un polpaccio. Immediatamente venne trascinata al sicuro in mezzo alla linea e il suo varco venne chiuso prima ancora che un'altra freccia venisse scoccata. "Forza usciamo da qui e diamo manforte alla nostra fanteria" dissi alle mie ombre "Noi non combattiamo così affrontiamo soltanto altri στοιχεῖον" disse perplesso Riccardo "Che modo stupido di combattere" dissi mentre, evocando una fiammata, saltavo tutta li linea di difesa e gli atterravo davanti; immediatamente inizia a lanciare fiammate per evitare che le frecce mi colpissero. Poco dopo venni raggiunto dalle mie ombre che presero a imitarmi "Lei è pazzo" disse Andrea "Lo so" risposi io evocando un muro di fuoco davanti a tutta la testa della colonna che inceneriva ogni freccia in arrivo. "Bel muro" commentò Riccardo "Ma per quanto potrai reggerlo?" chiese Andrea "Non per molto" ammisi "Ma quanto basterà per distrarre i nemici e dare il tempo a voi per appiccare fuoco al bosco" "Concordo con Andrea, sei pazzo" disse Riccardo mentre si allontanava insieme ad Andrea. Iniziavo ad essere affaticato. Era molto faticoso alimentare un muro così grande, era alto almeno una decina di metri e lungo tutta la testa della colonna. Mi raggiunse, non so come, il mio corak, che si acciambellò ai miei piedi e mi sentii subito meglio, era un rischio avere il proprio corak in battaglia, una sola freccia che lo colpiva e lo uccideva segnava anche la tua fine, ma era capace di infonderti molta forza e di combattere come un leone per te, anche se un leone non era. Finalmente sentii il fuoco propagarsi nel bosco, però aspettai ancora qualche minuti prima di abbassare il muro di fiamme, meglio essere prudenti. Appena mi raggiunsero di nuovo le mie ombre abbassai il muro e immediatamente mi senti esausto, avevo il fiatone "Tutto bene?" chiese Riccardo "Più o meno". Mentre dicevo questo sentimmo la terra tremare e vedemmo una carica di cavalleria lanciarsi sul centro della colonna dove si trovava il mio carro con, teoricamente, me all'interno, e tutto lo stato maggiore della colonna in marcia. Dietro la cavalleria correva della fanteria che si insinuò nella breccia aperta dagli uomini a cavallo e iniziò ad allargarla, dividendoci in due tronconi. Corsi da Giulia "Siamo senza comandanti e se aspettiamo ancora un po' rischiamo di venire annientati" "Hai qualche idea?" mi chiese "L'unica possibilità e cercare di schiacciare la fanteria in mezzo ai nostri due tronconi" gli risposi "Ma in questo modo dovremo far ruotare i due tronconi in modo perfettamente coordinato e senza ufficiali comandanti" mi rispose dubbiosa "Riguardo ai comandanti, sono dispersi solo gli alti gradi, i centurioni e gli oppi ci sono tutti, quindi ti puoi occupare tu di comandare questo tronco" mi guardò sorpresa e stava per dire qualcosa, ma io la bloccai "Aspetta, mentre tu disporrai le truppe per la manovra io avvertirò l'altro tronco e ne prenderò il comando, appena vedrai una fiammata verde smeraldo nel cielo dai il segnale di movimento". Giulia fece il saluto e si allontanò senza dire una parola "Ho detto qualcosa di sbagliato?" chiesi perplesso alle mie ombre "Niente di che, eri solo l'immagine del leader perfetto" disse Riccardo "Hai dato gli ordini in modo chiaro e sicuro, da buon soldato Giulia li ha eseguiti e basta, senza commentarli" rimasi dubbioso e decisi che se fossimo usciti vivi da questa situazione le avrei chiesto spiegazioni. Feci cenno al mio corak di raggiungermi e questo si arrotolò a tracolla intorno al mio busto e mi rivolsi alle mie ombre "Dobbiamo raggiungere l'altra parte di colonna attraversando una folla di avversari, qualche idea?" "Saltiamo" mi rispose con tranquillità Andrea "Si perché no? Ci siamo addestrati a farlo no?" concordò Andrea "Va bene. Poi sarei io quello pazzo?" gli strappai un sorriso "Andiamo".
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