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31. Hippy

Entrai nella stanza subito dopo Giacomo e mi chiusi la porta alle spalle appoggiandomici per riprendere fiato. Avevo appena vissuto un'esperienza traumatica e il mio Guardiano rideva nella sua armatura di vento, era insopportabile. "Smettila di ridere" sbuffai e lui cercò di trattenersi, ma fallì miseramente. "Scusami, ma la tua espressione è impagabile, mi ricorda quella volta che la prof di matematica ti aveva chiamato alla lavagna ed era da un mese che non aprivi il libro" sorrisi, sembrava passata un'eternità da quando quei due tipi erano entrati nella mia classe, nella mia vita e l'avevano cambiata, molti ragazzi della mia classe soffrivano per la mancanza dei genitori o di un'amico; io non avevo tempo, ogni minuti del mio tempo era occupato: mi addestravo, imparavo a comportarmi da re e tante altre cose. "Però presi comunque la sufficienza mi pare" gli risposi sorridendo a mia volta "Certo, ma senza di noi che ti risolvevamo gli esercizi sui fogli che poi alzavamo a mo di cartelloni per farteli vedere, non saresti neanche arrivato al 5 probabilmente" "Sicuro" dopo un momento di silenzio scoppiammo a ridere. Mi alzai e spazzolai la mia armatura e quella del mio corak che era sempre al mio fianco e gli chiesi "Come sto?" mentre si sedeva su una sedia e si versava un bicchiere d'acqua mi rispose "Sembri un'hippy, oppure la moglie perfetta per Shawn", mi sarei aspettato di tutto ma un'hippy... no. "Hai dei petali fra i capelli" precisò, me li tolsi e mi sedetti accettando l'acqua che Giacomo mi stava versando. "Ti sembra normale che mi accolgano lanciando petali al mio passaggio e urlando il mio nome mentre passo? Secondo me sono leggermente esagerati, oppure si aspettano che faccia cose di cui non ho la capacità" "Non hai ancora le capacità di farle, è diverso. Loro hanno sentito leggende su cosa ha fatto la tua stirpe, i loro nonni gli hanno raccontato di come si viveva sotto tuo padre, su come era trattato il regno romano e vedono come è trattato adesso, vedono in te qualcuno che combatterà per loro fino alla fine" "Tutti da me si aspettano grandi cose, ma io cosa posso offrire loro? Controllo solo il fuoco, sono debole, non riuscirò a salvarli" pensai, ma tenni questo pensiero per me. "Com'era il regno romano prima della rivolta?" chiesi, gli si illuminarono gli occhi " Era il più fiero e antico regno, si vantavano di aver dato origine alla tua dinastia, avevano l'esercito più forte e temuto dei 5 regni. Agli inizi ospitava nella capitale la residenza del re e le sue guardie personali erano scelte dall'elitè nobiliare del regno. Ma con il tempo il re dovette staccarsi dal regno romano, per diventare più, possiamo dire, cosmopolita. La residenza reale venne spostata in un nuovo palazzo fuori da ogni regno nella zona più centrale possibile le guardie personali vennero scelte in tutti i regni. Con la perdita di questi privilegi arrivavano anche le tasse. Il regno romano si sentì messo da parte e si ritirò gradualmente dalla vita politica, non mandava più i suoi nobili a palazzo per le feste, la partecipazione delle truppe romane nell'esercito del re diminuirono sempre di più finché non c'è ne furono più. Chiusero le porte a tutti i commerci tranne quelli verso il regno egizio" lo interruppi "Ma i miei antenati non fecero nulla?" "Cosa potevano fare? I romani continuavano a pagare le tasse, anche di più di quante dovessero per evitare di mandare le loro legioni a formare la spina dorsale dell'esercito, rispettavano le leggi del re, non commettevano mai nessuna infrazione" mi rispose "E mantennero fede al loro giuramento fino alla fine, quando i barbari del nord si ribellarono guidati da Shown, loro si schierarono al fianco di tuo padre e morirono molti figli di Remo* sulle mura della capitale, sotto le frecce dei barbari e nei boschi, nelle imboscate. Per questo ti hanno accolto così, vogliono vendette, vogliono i vecchi privilegi e sopratutto vogliono che i romani possano di nuovo uscire dal loro regno e guardare dall'alto in basso tutti gli altri, ricordatene domani quando parlerai davanti al Senato" si alzò e uscì dalla stanza lasciandomi con i miei pensieri.

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Dopo la riunione del Senato del giorno seguente, mi riunii con Giacomo e Giulia sulla terrazza che dava sul giardino dei corak. I miei servi sostenevano che non era la giusta sistemazione per la mia presenza, perché dava su una zona della casa poco rispettabile. "Perché era una zona poco prestigiosa? Forse perché dava su una zona dove i servi si occupavano dei corak? E che male c'era?" pensai mentre aspettavo Giacomo e Giulia. Ci stavano mettendo molto, mi avvicinai alla porta e stavo per aprirla quando sentii dall'altra parte delle voci. Anche se non era molto regale mi accostai alla porta per sentire cosa dicessero, riconobbi subito la voce di Giulia "Solo un'altro, dai solo un'altro" "Non qui, James potrebbe vederci" rispose Giacomo, notai forse una nota imbarazzata nella sua voce, "E cosa succede se ci vede, sarà contento" "Devo prima chiedergli il permesso, tu sei sicura?" "Si scemo voglio provare" ci fu un momento di silenzio e poi Giacomo disse "Va bene, appena sarò solo con lui glielo chiederò" feci appena in tempo ad allontanarmi che la porta si aprì. "James cosa stai facendo?" mi chiese Giulia "Mi sto allacciando le scarpe" risposi "Ma porti dei sandali non ci sono i lacci" mi fece notare Giacomo sorridendo "Giusto" mi alzai e sistemai la toga e mi avvicinai al tavolo su cui avevo fatto disporre le mappe "Iniziamo?" domandai.

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*Remo è il fratello di Romolo, la città di Roma porta il suo nome. Nel mio racconto Remo non viene ucciso dal fratello come nella storia ufficiale, ma scappa e si rifugia nel mondo del mio racconto dove da il via al popolamento di quello che sarà il regno romano.

C'è all' interno del capitolo una palese aggiunta fatta da me medesimo, trovatela voi, gheheheheh.   Il Piromane

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