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22. Andrea


P.O.V di Andrea godetevelo

"Io non sono originario di questo regno" incomincia "Sono nato in un villaggio di capanne nel regno egizio vicino al confine romano, mio padre veniva appunto del regno romano e mia madre era egizia. Vivevamo coltivando la terra di tuo padre insieme ai genitori di mia madre, eravamo felici. Però la guerra ci raggiunse nel modo peggiore, il regno egizio era rimasto fedele a tuo padre anche quando la capitale era caduta e la coppia reale morta, eravamo lungo il confine quando iniziarono le incursioni della cavalleria di Shown, per proteggere i civili a il consiglio del regno inviò a ogni villaggio una piccola guarnigione composta da una decina di combattenti. I cavalieri arrivarono di notte ed erano tanti, la piccola guarnigione combatte valorosamente, ma vennero sopraffatti. I miei genitori scapparono dal villaggio prima che la guarnigione venisse completamente trucidata, ricordo i pochi istanti che ci demmo per salutare i nonni, abbracciarono sia me che mia madre e la cosa che mi sorprese fu la faccia calma e tranquilla di mio nonno e di mia nonna in confronto a quella di mia madre che Apiangeva. Corremmo verso il deserto dove avremmo potuto trovare riparo, quando sentimmo il primo e il secondo urlo; dopo pochi minuti vedemmo arrivare un paio di cavalieri in corsa attratti dalla luce della torcia che reggeva mio padre. Superammo una duna e ci fermammo per riprendere fiato "Andate li costringerò a seguirmi" "No ti prego" rispose mia madre "Vi amo" alzò la torcia e si allontanò per sempre da noi. Non mi ricordo ne la voce di mio padre ne quella di mia madre, ma ricordo esattamente quello che dissero. Io e mia madre riprendemmo a correre e sentimmo il terzo urlo, corremmo per molto tempo in silenzio senza sentire nessun rumore, ma poi vedemmo difronte a noi i cavalieri con la spade sguainate ci voltammo per scappare e vedemmo altri cavalieri dietro di noi; evidentemente si erano divisi. Non avevamo scampo, ma comunque mia madre non si arrese e corremmo verso destra dove la via era ancora libera. Sentimmo il galoppo dei cavalli sulla sabbia, era uno strano suono, molto attutito rispetto al galoppo normale sembrava che non volesse disturbare il silenzio di quella notte maledetta. Il galoppo si faceva sempre più vicino e con esso aumentava la mia paura. Stavamo correndo sulla cresta di una duna quando mia madre mi spinse giù, mentre rotolavo sulla sabbia cercavo disperatamente di guardarla, ma ogni volta era solo per un'attimo. La vidi correre con i cavalieri sempre più vicini. Rotolai. Vidi i cavalieri alzare la spada sopra la testa pronti a calarla. Rotolai. Vidi la spada del primo cavaliere calare sulla schiena di mia madre. Rotolai. Sentii il quarto urlo. La vidi cadere in ginocchio, ma con la testa sempre alta. Rotolai. Piansi. Vidi un'altro cavaliere prepararsi a calare la spada. Rotolai. Rotolai. Vidi la testa di mia madre essere sollevata da uno di quei bruti che ci avevano inseguito per il deserto. Rotolai e mentre rotolavo piansi, sfogai tutto il mio dolore, era un dolore insopportabile, un dolore che bruciava dentro, un dolore che voleva uscire e io lo feci uscire. Non ricordo altro, ricordo solo che non so quanto dopo venni svegliato dal rumore di vetri infranti e dalla faccia triste di un mercante. Questo mercante mi prese con se e mi accompagnò in questa città e mi crebbe come suo figlio fino a quando non mi mandò in questa accademia." finalmente lo guardai in faccia, come prevedibile era triste, ma vidi qualcosa nel suo sguardo che non so definire, qualcosa che mi legò a lui. "Immagino che dire che mi dispiace non abbia senso, anzi sia contro producente" annuii "Sono onorato, se si può dire così, che tu mi abbia raccontato ciò, ma perché lo hai fatto, sono io che mi devo scusare per aver perso il controllo e averti quasi ucciso, non sei tu quello che deve dare spiegazioni..." lo interruppi "Ti ho detto questo perché voglio farti capire che io devo essere il più forte, il migliore in tutto perché se mai mi capiterà di nuovo quello che ti ho raccontato possa difendere quelle persone che mi stanno a cuore" lo vidi annuire "Ti posso capire, ma devi capire anche tu che con tutto l'impegno che puoi metterci purtroppo non potrai mai battermi" lo disse con tono un tono malinconico che mi sorprese "Perché dici purtroppo? Darei un braccio per poter far cambio con te" sorrisi per l'ultima parte, invece lui di incupì ancora di più "Fidati se sapessi come ci si sente a essere me, tutta la pressione che ti viene scaricata addosso solo perché sei il re. Tutte le aspettative e inoltre tutto questo potere che non sai controllare, la paura di avvicinarti a qualcuno e di perdere il controllo e spazzarlo via come stavo per fare con te. Fidati non lo vorresti." dicendo questo si alzò "Vieni in palestra con me? Devo mettere su qualche muscolo secondo gli istruttori e tu mi sembri abbastanza esperto" mi disse indicando i miei muscoli, sorpreso dal veloce cambio di personalità mi limitai a dire "Volentieri".

Scusate il capitolo più corto, ma mi farò perdonare, ci avvicinavamo sempre di più all'uscita dalla città per inoltrarsi nei 5 regni.

Domandina:
Chi è il vostro personaggio preferito?

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