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2. Giulia

Appena usciti dalla finestra, ovviamente iniziò a piovere, tutti iniziammo a bagnarci come dei pulcini e in poco tempo avevamo già iniziato a tremare. Una volta fuori ci raccogliemmo tutti uno vicino all'altro e guardammo con aria interrogativa Giacomo che, massaggiandosi l'addome dove era stato colpito dalla sfera, ci fece segno di seguirlo.
Attraversammo parecchie stradine che pochi conoscevano anche se erano dietro la scuola e dopo parecchie svolte, probabilmente fatte con lo scopo di farci perdere l'orientamento, arrivammo davanti a un condominio che sembrava del tutto normale "E questo dovrebbe essere un luogo sicuro?" esclamò Giorgio "Non farti ingannare dalle apparenze, questa casa è magica ed è protetta dai più forti incantesimi che io conosca" rispose Giacomo "E si io ne conosco molti".
Mentre apriva la porta si sentii uno schianto dietro di me, ci voltammo tutti e vedemmo la Sofia e altre ragazze attorno al corpo sdraiato a terra di Giulia, mi avvicinai per vedere.
Quando i miei compagni si scostarono vidi che la Giulia era a terra con in viso un bianco cadaverico per nulla rassicurante, incrociai lo sguardo con le mie compagne lì intorno e vidi nei loro occhi la mia stessa preoccupazione. L'unica ad avere il coraggio di trasformare in parole l'orrendo sospetto che tutti temevamo era Sofia che sussurrò "è morta" nessuno ebbe il coraggio né di risponderle né di controllare la sua affermazione.
Sentimmo il rumore di una porta che si apre e ci riscuotemmo dal torpore, esclamai "Giorgio vieni a darmi un'aiuto per portare Giulia dentro" appena la toccai sentii che era tiepida e tirai un sospiro di sollievo.
Mentre la portavamo all'interno della casa comunicai agli altri che era ancora calda e i miei compagni, come me, tirarono un sospiro di sollievo. Appena entrati adagiammo Giulia su un divano e andai a chiamare Giacomo, che magari con le sue sfere di fuoco bianco avrebbe potuto aiutarla. Lo trovai in cucina che preparava una strana bevanda grigio topo "Giacomo...Ehm Guardiano o come diavolo devo chiamarti, Giulia è rimasta ferita da una scheggia... tu puoi fare qualcosa?" gli chiesi, ma lui continuò a mescolare la sua strana bevanda sempre dandomi le spalle.
Dopo un paio di minuti di silenzio chiesi, con una nota di irritazione nella voce "Allora?!" finalmente si degnò di rispondermi "Dovrebbe essere morta" rimasi molto spiazzato da questa affermazione "Come fai a saperlo?" Giacomo rispose calmo, come al solito, e sempre continuando a mescolare la sua bevanda grigio topo "Avevo visto la scheggia partire verso il suo corpo" cercai di articolare una risposta, ero allibito "E non hai fatto nulla per fermarlo" dicendo questo sentii la rabbia montarmi nel petto "AVEVI VISTO LA SCHEGGIA E NON HAI FATTO NULLA?!!" gli urlai. Giacomo rispose sempre calmo, una calma snervante "Avevo altre priorità" io sempre più arrabbiato gli urlai "COSA C'È PIÙ IMPORTANTE DELLA VITA DI UNA PERSONA?" "Semplicemente la tua vita" rimasi scioccato "Come poteva essere che la mia vita più importante di quella degli altri?" pensai io, andava contro tutto quello che credevo.
Giacomo si alzò e mi condusse in sala e mi fece accomodare nella poltrona vicina alla Giulia e iniziò a parlare ad alta voce in modo che tutti potessero sentire "Quello che avete visto poco fa era una battaglia magica causata dai seguaci di Shawn Relmer" fece una pausa " Il suo scopo è quello di riuscire  a conquistare il potere sui 3 regni e quindi potersi sedere sui 3 troni" con la mano zittì alcune ragazze che cercavano di fare delle domande e continuò "L'unico modo per poter arrivare al potere e uccidere o soggiogare l'unico erede al trono che è proprio di fianco a me" disse indicandomi e in un secondo iniziarono a fioccare domande a cui non rispose.
L'unica cosa a cui pensavo era che Giulia stava rischiando di morire per causa mia quindi saltai in piedi e nello stesso momento tutti si zittirono fissandomi " Quindi vuoi dire che Giulia sta muovendo per colpa mia?" Per la prima volta lo vidi in difficoltà ne approfittai per porgli un'altra domanda "Non puoi fare nulla per Giulia?" Per la prima volta dall'inizio di quella avventura lo vidi triste "Nella mia professione si conoscono molte persone e ci addestrano a non affezionarci a nessuno perché ci potrebbe distrarre dalla nostra missione" mi sembrò di vederlo con gli occhi lucidi "Sarà per l'età ma mi ero veramente affezionato a Giulia, ma i miei poteri si limitano alla magia dell'aria e la magia dell'aria non può curare" dicendo questo si voltò dandoci le spalle. Non sapevo cosa fare non volevo perdere un'amica, mi avvicinai al divano dove c'era Giulia come se fossi in trance, mi inginocchia, le tolsi la maglia sporca del suo sangue e vidi la scheggia infilata nel suo fianco.
Non so perché ma appoggia le mani sulla scheggia, sapevo che tutti mi stavano osservando, ma non mi importava e appena le mie mani toccarono la scheggia questa si incenerì e si ritrassero sorpresi, ma io no era come se sapessi cosa stessi facendo. Alzai la mano destra e dal nulla si materializzò dell'acqua che versai sul ventre della Giulia e, sempre senza toccarla, spostai l'acqua verso la ferita che continuava a sanguinare debolmente e appena l'acqua toccò la ferita questa cominciò a fumare e a guarire.
Quando l'acqua smise di scorrere, la ferita era guarita e molto lentamente Giulia riprese colore. Mi alzai abbastanza intontito, mi voltai per vedere i miei compagni, che avevano uno sguardo molto strano: erano sia felici per la presunta guarigione della Giulia, ma erano anche molto preoccupati per come era avvenuta. Mi girai verso Giacomo, ma non feci in tempo a chiedergli qualcosa che mi abbracciò "Grazie, come hai fatto?" appena mi lasciò  gli chiesi "Sei tu lo stregone e mi chiedi a ME come ho fatto?!" gli chiesi sorpreso. Giacomo, che continuava a fissare Giulia con ovvia intenzione di andare a salutarla e forse a fare qualcosa di più, mi rispose "Non lo so, i poteri si risvegliano dopo il solstizio di inverno del diciassettesimo anno di vita, ma manca ancora una settimana al solstizio quindi non so spiegarmi il motivo" dicendo questo si allontanò per andare ad abbracciare Giulia. Non mi sembrava molto un abbraccio da amico, ma forse era soltanto una mia impressione.

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