18. Saluti
Il giorno dopo ci svegliammo tutti tardi e facemmo una colazione leggera insieme, finalmente potei stare con Sofia perchè in quei giorni non avevo avuto un momento di pace. Finita la colazione volli sapere le loro decisione riguardo la scelta fra rimanere com me e fermarsi in una delle mie tenute; con mia grande sorpresa tutti tranne due ragazze vollero venire con me, le uniche due che decisero di rimanere erano sorelle e non volevano correre rischi, per cui le proposi le varie possibili tenute e scelsero quella più vicina alla città, quella che, nella prossima stagione, avrebbe iniziato a coltivare vino, mi chiesero se si potevano già trasferire il giorno dopo e io gli risposi che non c'erano problemi. Il resto della mattinata lo passai a organizare il banchetto con Giacomo, alla fine organizzammo un banchetto sontuoso per tutta la cittadinanza, sopratutto per le famiglie che si erano trovate nella basilica durante il nostro combattimento. Il banchetto mi costo parecchi sacchi d'oro, ma su quel fronte ero molto tranquillo; le mie tenute avevano continuato a produrre durante i 17 anni della mia assenza e il ricavato era stato conservato insieme al tesoro della città perciò potevo definirmi molto ricco. Dopo pranzo chiesi a Sofia se avesse voluto fare un passeggiata con me per la città, visto che da quando eravamo arrivati ero sempre rimasto all'interno della mia domus, lei accettò molto volentieri e uscimmo scortati dalle mie guardie. Sofia mi prese in giro per il fatto che ero in terribile imbarazzo a uscire con la corona in testa, infatti questa volta ascoltai il consiglio di Giacomo e uscii con la corona, secondo me ero ridicolo oltre al fatto che avevo paura che in qualsiasi momento mi cadesse a terra o cose del genere per cui tenevo il collo rigido e camminavo impettito. Durante la passeggiata incontrammo molti cittadini; la maggioranza mi salutava discretamente o mi chiedevano aiuto per i loro problemi oppure chiedevano, con molta rispetto come stavo, invece una piccola minoranza mi guardava con sguardi carichi di odio per colpa di non so quela torto subito, però quest'ultimi non osavano attaccarmi visto la reazione dei miei soladati qualche giorno fa. Rientrati in casa Leonardo mi comunicò che avevo visite per cui mi salutai Sofia con un bacio e mi andai a cambiare, mi vestii con una toga semplice e decisi di mantenere la corona visto che mi ci dovevo abituare, il primo a essere ricevuto fu il centurione Querto. Appena entrato nel mio studio fare un rigidissimo saluto militare che io non seppi coe ricambiare "Si sieda" gli dissi e lui, come se glilo avessi appena ordinato, si sedette "Quindi come vorrebbe procedere per l'addestramento dei miei compagni, posso aiutarla in qualche modo?" gli chiesi educatamente "La ringrazio maestà, ma l'unica richiesta che ho da farla è quella di avere il suo permesso per trasferirili alle caserme in città, perchè lì sarà più facile addestrali" disse tutto in un fiato probabilmete perchè si aspettava un mio rifiuto, il quale non arrivò "Va bene, quando vuole che si trasferiscano?" gli chiesi con voce atona, per non tradire i miei sentimenti contrastanti "Il prima possibile così inizieremo prima l'addestramento" lo ringraziai e gli promisi che i miei compagni sarebbero stati alle caserme la mattina seguente. Il secondo ad entrare era un messo da parte del direttore dell'Accademia che mi comunicava che mi aspettavano per il pomeriggio seguente e si scusavano per non aver mandato un istruttore a comunicare questo messaggio, ma erano tutti impiegati negli addestramenti; non mi aspettavo tanta celerità sia da parte di Querto sia da parte del direttore, mi avrebbe fatto piacere passare qualche giorno in tranquillità con i miei amici che sembravano essere gli unici a trattarmi quasi come se fossi una persona normale, cosa che purtroppo non ero, dovevo abituarmi a essere colui che deteneva il potere, colui che ogni più piccolo desiderio doveva essere esaudito, colui che non doveva fornire giustificazioni e essere uno anche da temere perché può condannarti a morte solo per un suo capriccio, ero al di sopra della legge e al tempo stesso ero la legge, trovavo in tutto ciò una profonda contraddizione. Non era questo il momento di pensarci, dovevo imparare a usare i miei poteri per non essere pericoloso per coloro che dovevo proteggere, dopo sarebbe venuto il resto. Uscito dallo studio incontrai Giulia alla quale chiesi di dire agli altri che avrebbero iniziato l'addestramento il giorno dopo per cui di farsi trovare pronti la mattina seguente perché si sarebbero trasferiti nelle caserme in città "Ma sei pazzo, noi non ci separiamo!" mi rispose fra l'arrabbiata e spaventa " Ci separeremo in ogni modo io devo andare a imparare a controllare il fuoco e parto domani pomeriggio" gli risposi con voce leggermente velata dalla malinconia "Per quanto ci separeremo?" mi chiese sempre più affranta "Non lo so ma per non più di due mesi, non preoccuparti Giacomo potrà venirti a fare visita" per un momento nei suoi occhi vidi riaccendersi qualcosa subito soffocata dalla rabbia perciò mi rispose alzando il dito medio e si allontanò con, probabilmente, l'intenzione di andare a riferirlo agli altri. Non cenai con gli altri perché non amavo questi momenti in cui nell'aria si può quasi vedere la tristezza, non perché la ritenevo una debolezza, ma anzi perché io prima di tutti ne ero fortemente influenzabile per cui preferii rimanere nelle mie stanze a leggere una commedia. Ogni mezz'ora circa Giacomo mi chiedeva se volevo venire giù e non lo chiedeva come mio Guardiano o come mio suddito, ma bensì come mio amico e io da amico, puntualmente, rifiutavo. Si stava facendo tardi quando venne a chiamarmi per l'ultima volta "James vuoi venire giù stanno servendo i dolci" mi chiesi quasi pregandomi "Non voglio, non voglio che mi vedano debole " gli riposi "Nessuno ti vedrebbe debole inoltre stanno servendo i panini al miele e so quanto ti piacciono" aveva vinto, quei panini erano diventati la mia droga li mangiavo ad ogni pasto e ogni volta che ne addentavo uno il mio amore per loro non faceva che aumentare, per cui alzai le mani e lo seguii giù. Il resto della serata passò molto velocemente, conobbi profondamente anche qui ragazzi con cui nell'arco dei tre anni ci avevo avuto poco a che fare, rivelarono le loro paure più profonde e i loro desideri. Andammo a letto tutti molto tardi e dormimmo poco e nel mio caso un sonno pieno di incubi dove vedevo i miei amici morire, mi svegliai con delle occhiaie da fare paura a un morto, mi feci aiutare da Leonardo per vestirmi con una semplice toga e aspettai i miei compagni nel giardino davanti alla casa. A vedersi era una processione penosa in prima fila c'era Giulia con la sua pantera, seguita Vincenzo e da tutti gli altri, li salutai uno alla volta e anche il mio serpente sembrava che salutasse i loro corak in fondo alla fila c'era Sofia, non l'avevo mai vista così bella, indossava un vestito semplice e aveva i capelli sciolti e leggermente mossi, per un lungo momento ci guardammo negli occhi d poi ci abbracciamo poco prima di lasciarla mi disse "Non cambiare ti prego" "Io sorrisi e gli presi il volta fra le mani e la bacia, fu un bacio lungo e pieno di frasi che non avrei mai saputo dire. Ci sciogliemmo dal bacio e lei e il suo corak raggiunsero gli altri. Io e Giacomo facemmo colazione in silenzio, il resto della mattinata la passammo a dire a Leonardo cosa mettermi nel sacco dei vestiti che mi sarei portato all'Accademia, mi spiegò quali fossero le regole e le eccezione ad esse fatte per me, avrei avuto il permesso di ricevere e inviare lettere per il resto le regole erano le stesse. Pranzai in silenzio e attesi l'arrivo dell'istruttore che arrivò circa alle 15 "Buon Pomeriggio maestà io sono Flavio e sono il suo referente è pronto per partire?" io gli feci cenno con la testa di essere pronto e lo seguii fuori dalla porta, la servitù mi salutò e poco prima di uscire dal giardino Giacomo mi salutò con un'abbraccio e mi promise che mi avrebbe fatto avere notizie ogni giorno. Mentre ci dirigevamo verso l'Accademia, dall'altra parte della città, iniziò a piovere e chiesi a Flavio "Quindi come sarà organizzato il mio addestramento?" "Prima di tutto farà il primo mese circa con una classe che non ha ancora sviluppato i suoi poteri così da impararne la teoria, poi per il secondo mese seguirà la classe dei suoi pari età con gli esercizi pratici per qualsiasi cosa faccia riferimento a me" annuii, mi piaceva Flavio era asciutto di corporatura come avido di parole. Quando arrivammo a destinazione eravamo bagnati fradici e sulla porta ad accoglierci c'era il direttore che mi accompagnò in un bagno "Le sembrerà una richiesta strana, ma dovrebbe disfarsi la barba perché ai non iniziati non è permesso portare la barba come non possono avere i capelli lunghi" mi disse il direttore porgendomi una lametta "Almeno i capelli li ho abbastanza corti perciò un lavoro in meno" dissi afferrando là lamette con un sorriso triste.
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