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Un errore..

Capitolo 5

{Mi sono lasciata
Ferire
Per poter finalmente capire
Che dovevo andarmene🥀}

{UNA SETTIMANA DOPO..}

Hannah's pov.

Un altro pomeriggio sola in casa, l'ultimo pomeriggio in tutta la mia vita che mi sarei ritrovata qui.

L'ultima volta che avrei provato questo dolore immenso che mi portavo dietro da quasi una settimana o forse da una vita, ma prima la voglia di sapere chi fosse mio padre e di andarlo a cercare, era superiore a qualsiasi atto di bullismo.

Quel giorno, avevo provato una marea di vestiti e dopo aver svuotato l'intero armadio, decisi di mettermi una maglia a maniche corte color rosa confetto e una gonna con sotto delle calze color carne, infine, mi ero fatta una doccia rigenerante, strano ma vero, non sarei più stata quella ragazza che tutti prendevano per il culo.

La mattinata era andata più che male, mi avevano buttato la vernice addosso e inviato la foto a tutta la scuola, in meno di 20 minuti erano girate altre cattiverie sul mio conto. Mason era restato a guardare come sempre, non che mi aspettassi qualcosa, tanto meno da lui, ma era l'unico lì dentro a sapere della mia situazione familiare.

I professori era come se non esistessero in quella dannata scuola, nessuno vedeva mai niente e io non avevo mai avuto la forza di parlarne con qualcuno.

Neanche una persona con un po' di palle che si avvicinava alla ragazza "sfigata" che la dà a tutti.

Mio fratello se ne era andato due settimane a Londra per conto del preside della nostra scuola, doveva rappresentare la scuola in un convegno, quindi non lo avevo potuto affrontare.
Nessuno mi avrebbe più vista, né a casa, né a scuola, non che a qualcuno interessasse particolarmente.

Però Jake....

Jake non se lo meritava...

Ma che dico, Jake era lontano da me, sarei stata comunque distante da lui....sono questi i problemi delle amicizie a distanza. Il poter non abbracciarsi, litigare, fare i pazzi da mattina a sera, ritornare a litigare e volersi ogni giorno sempre più bene sapendo che c'è qualcuno che farebbe di tutto per vederti sorridere. Avrebbe presto trovato un'altra amica con la quale fare tutto ciò.
E poi cosa avrebbe pensato di me, una volta che gli avrei detto che ero scappata di casa?!

Flashback.
«Conto fino a 20 e poi ti vengo a cercare.»
«Va bene.»
Sì girò e iniziò a contare, mi girai in torno e iniziai a correre cercando disperatamente un posto dove nascondermi, Jake non doveva trovarmi. Trovai un nascondiglio dietro una siepe e in pochi secondi sentii la sua voce, "Sto arrivando, non puoi essere andata così lontana". Dopo non molto ero a dieci centimetri dal suo viso, si stava ormai sbellicando dal ridere avendo visto la mia faccia sorpresa.
Dopo non molto sentimmo in lontananza la voce di mia madre. Afferrai il polso di Jake e lo feci sedere accanto a me, misi l'indice davanti alla bocca per fargli capire di stare in silenzio.
«Potevi avvisare prima, avrei avuto più tempo per avvertire Maxy e Hannah»  era mia madre a parlare;
«Me l'hanno fatto sapere solo oggi a lavoro, te ne avrei parlato prima sennò»;
«Jeremie, si tratta della California, non è proprio dietro l'angolo.»
Dopo aver realizzato che avrei dovuto lasciare Chicago, mio nonno, Jake e insieme a loro tutta la mia infanzia, mi girai sentendo inumidirsi gli occhi.

Il mio viso era ormai coperto di lacrime, che Jake provò ad asciugare.

«Avremo modo per sentirci.» disse lui.
«Ho 10 anni e tu 12, come facciamo? Nessuno dei due ha un telefono.»  «Dovremo pur sempre crescere.»  Fingeva di essere forte ma sapevamo entrambi che stava malissimo anche lui per la notizia appena saputa.
«Tu promettimi che saremo amici per sempre e andrà tutto bene» disse lui.
«Te lo prometto.»
Dolcemente si avvicinò a me e mi prese le mani, ma prima che potesse parlare o fare qualsiasi cosa mia madre ci interruppe.
Fine flashback.

[...]
Fin da piccola, ho sempre odiato andare in un posto che non fosse casa mia e ora strano ma vero me ne sarei andata di mia spontanea volontà.

Andai in soffitta, per prendere una borsa capiente, appena entrai una marea di ricordi mi vennero in mente, soprattutto quel periodo in cui zia Kate era in casa con me, giocavamo sempre ad acchiapparella e, giunta una determinata ora, entrava con un vassoio pieno di pane e nutella. Era il periodo in cui mi ero appena trasferita in California.

Ed ora avevo scoperto che ero solo un errore, un fottutissimo errore di merda.
..Neanche, ero una violenza, una persona non accettata o forse solo da i miei nonni, i quali tra i due era rimasto in vita solo mio nonno, mia nonna morì quando avevo 8 anni, per colpa di un infarto e in nessun modo eravamo riusciti a salvarla.

Trovai una borsa colore rosso accesso molto capiente quindi decisi di prendere quella.
Potevo permettermi di scappare, era da anni ormai che mi mettevo da parte i soldi, compresi quelli che mi regalava Zia Kate per compleanni o eventi particolari, come la prima comunione.

Ma dovevo trovarmi un lavoro...Avrebbero preso una ragazza di 16 anni?, in fondo, quello era l'ultimo dei miei pensieri, volevo solo ed esclusivamente scappare e quello era il momento opportuno.

Presi i vestiti comprati pochi giorni prima, senza maglioni e senza cose da "sfigata" e li misi nella borsa.
Niente più vernice addosso, prese in giro, insulti, niente di niente, ora c'ero solo io e il Mondo.

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