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Basta.

Capitolo 4

Hannah's pov.

L'ultimo giorno della settimana dall'inizio della scuola, dopo le vacanze estive era terminato, ora restava il resto del tempo a casa, da sola senza nessuno, un intero weekend a leggere libri e a cercare disperatamente un modo per sopravvivere all'inferno. Ero senza amici. Solo un amico a distanza che ormai non consideravo da giorni e non rispondevo più alle sue chiamate, per paura che potesse giudicarmi.

Sentivo una mancanza da troppo tempo ormai ed ero stufa di non aver potuto avere una vita normale, senza problemi troppo eccessivi e soprattutto con entrambi i genitori. Avevo un vuoto nel petto che avevo diritto di colmare.

Maxy non c'era quasi mai in casa, sempre in giro con Mason e le puttane. Mia madre sempre a casa di Jeremie, mai in casa nostra, solo quando la sera tornava esausta dal lavoro e per giunta dovevo subirmi le sue lamentele.

Mio padre non sapevo manco chi fosse, mia madre non mi aveva mai detto niente su di lui, dalla sua bocca non era mai uscito un argomento che riguardasse lui o di che persona fosse e quando provavo a chiederle qualcosa non faceva altro che cambiare argomento o semplicemente mi ignorava.

Volevo andarmene, andare via da un mondo che non faceva per me, lo volevo con tutta me stessa. Forse scappare sarebbe stata una pazzia, ma a parer mio era l'unico modo per riuscire a cambiare vita.

Chiamai mia zia Kate, l'unica persona che mi era stata accanto in tutti questi anni, l'unica che sapeva il modo di farmi tornare il sorriso qualunque problema avessi.
«Zia..»dissi sussurrando.
«Non dire niente, sto arrivando. 10 minuti e sono da te.»

Dopo pochi minuti sentii suonare al citofono e andai subito verso la porta per aprirle.

«Ziaa!!» la abbracciai, sentendo il suo profumo lavanda, pervadermi le narici. Indossava un turbino verde chiaro, che le esaltava i suoi fantastici occhi.
«Ciao tesoro mio, che succede? dimmi pure»

Lei c'era sempre stata per me, mi aveva sempre trattata come una figlia che non poteva avere, avendo riscontrato fin da appena nata una malattia all'apparato riproduttivo che la rese sterile. Lei è, ed è sempre stata una donna bellissima, alta, snella per via delle attività fisiche che svolgeva tutti i giorni, bionda e occhi verdi smeraldo.

«..Chi è mio padre?»
Chiesi diretta, senza fare giri di parole, dovevo sapere. Era un mio diritto no?
«Oh Hannah, non posso dirtelo.»
«Per favore.» Una lacrima si fece spazio nel mio viso.
«Non capisco, mia madre mi ha sempre trattato male, come se gli avessi fatto qualcosa.» Mi fermai per riprendermi dalla mia crisi di pianto.
Zia Kate iniziò ad accarezzarmi le guance con la mano, dolcemente, cercando disperatamente di farmi calmare e non riuscendoci, mi accolse tra le sue braccia.
«Sei sicura che lo vuoi sapere? Doveva parlartene tua madre quando si sarebbe sentita pronta, io non sono nessuno per dirti una cosa così delicata.»
Non riuscii a capire, in quel momento, del perché avessi messo in così tanta difficoltà mia zia, ma ero ferma sulla mia decisione.
«Si, non c'è la faccio più. Ho provato un sacco di volte a chiederglielo o accennare soltanto, ma non mi ha mai dato risposte esaustive» Un'altra lacrima scese.
«Stai tranquilla, per favore» si riferì a me, con un tono di supplica.
«Tu parla.»
«Tua madre è stata violentata sessualmente, alla tenera età di diciassette anni.. »
Non feci in tempo ad assimilare che iniziò a farmi male il cuore, mi batteva all'impazzata, sembrava mi stesse venendo una crisi di panico, fatto che avveniva molto frequentemente ormai, dopo che erano iniziate le prese in giro all'high school.
Mi alzai, dal divano nero in pelle in cui eravamo sedute.
Feci dei passi indietro, iniziando a negare con la testa <non può essere vero>, infine, andai a scontrarmi con la schiena contro la parete, dipinta da poco tempo di celeste.

Non sentivo più niente, parole, frasi, la voce di mia zia Kate, rumori esterni che sarebbero potuti provenire dalla finestra aperta accanto a me; sentivo soltanto il mio cuore battere e il mio respiro strozzato.

Dopo un tempo che non riuscí a decifrare, sentii la voce di mia zia.
«Se non vuoi, mi fermo» disse lei con sguardo dispiaciuto.
Provai a realizzare il tutto, cercando come ho sempre fatto di affrontarlo, ma sapevo già che non sarebbe stato più nulla come prima, non che prima fosse stato facile.
Riuscii solo a formulare una parola: «Continua.»
«Quando vuoi mi fermo.» Mi rispose.
«Continua e basta.»
«Fu violentata dal suo fidanzato.
Un giorno andò a casa di tua madre ubriaco e iniziò ad urlargli contro e ad insultarla, aveva perso completamente la testa, era un uomo molto alto e pompato e lei non potette fare molto.
Quando tua madre scoprì che era incinta, lo disse a tua nonna e tua madre affermò che voleva abortire, ma tua nonna era molto credente e quindi la minacciò che se lo avesse fatto, l'avrebbe cacciata di casa. Elisabeth (nome di mia madre)
era già rimasta incinta di tuo fratello a 16 anni, quindi fu un grande colpo per lei.»
Rimasi li, senza dire niente, provando a capire ogni singolo dolore fisico ed emotivo che potesse aver provato mia madre.
Zia kate mi abbracciò e mi strinse a sé. «Io ci sarò sempre piccola, quando hai bisogno di sfogarti sai dove trovarmi.
Non avrei dovuto dirtelo, ma conosco Elisabeth e lei non lo avrebbe mai fatto.» Mi disse, per poi darmi un lungo bacio sulla fronte.
«Lo so» le risposi.
[...]

«Vuoi che resto a dormire qui? Si è fatto tardi» mi chiese.
Era rimasta tutto il pomeriggio con me, provando a farmi star meglio e a non farmici pensare.
Aveva messo su un karaoke con canzoni imbarazzanti, tutte quelle che cantavano noi anni prima per divertirci, ma in quelle mura nulla mi sembrava più divertente.

«Non serve zia, non ho la minima voglia di giustificarmi con nessuno della tua presenza.»
«Non insisto allora» mi rispose, mentre mi asciugó una lacrima che mi era sfuggita.

Si avvicinò alla maniglia della porta di ingresso e con un sorriso smagliante, socchiuse la porta dietro di sé.

[...]
Avevo preso una decisione definitiva e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea, nemmeno Jake..

Il mio amico a distanza.

Sarei scappata da tutto e tutti...

Da una vita fatta di violenza e un Mondo dove le imperfezioni sono percepite come degli sbagli.
Da un posto che non fa per me.

☘️☘️☘️☘️

S

pazio scrittrice.
Ciao a tutti, se volete capitoli più lunghi ditemelo.
Spero che la storia vi stia piacendo, se è così o avete qualche critica costruttiva, vi invito a lasciare un commento.💕

Un bacione

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