8 (seconda parte) - Licia
Lunedì 10, Licia's pov
Arrivo in facoltà verso le 9. Vedo Marianna da lontano seduta sulla gradinata della facoltà. Insieme a lei c'è Gigliola. Faccio uno sforzo per restare calma. Quella ragazza non la tollero, ma è un'ex compagna di liceo di Marianna, a lei sta molto simpatica e quindi me la devo sopportare per forza. Spero solo che non mi chieda di Giorgio davanti a lei. Ho sempre sospettato che lui non le fosse indifferente, specie quando frequentava le lezioni con noi, ma non posso dire con certezza se fosse o sia innamorata di lui o no. Marianna non me l'ha mai detto.
- Ciao - saluto.
- Com'è andata con Giorgio nel weekend??! - me lo chiede subito, senza tanti giri di parole e senza neppure dirmi "ciao".
- E da quando lo frequenti così tanto da dormire a casa sua? - chiede Gigliola, piccata.
- Ci siamo sempre frequentati - dico a Gigliola - e comunque è andato tutto bene con Giorgio.
- L'avete fatto? - chiede Marianna, curiosa.
- Ma figurati se Giorgio fa l'amore con lei - interviene Gigliola, indicandomi - no, dico, ti sei vista?
- E allora? - sta già iniziando a salirmi il nervoso, ma non voglio darle certe soddisfazioni.
- Ti prego, davvero pensi che Giorgio potrebbe essere attratto da te? - riprende quella - sei troppo grassa.
È una vita che mi sento dire che sono grassa. La gente pensa che solo perché porto la taglia 52 passo tutto il mio tempo a mangiare e a rimpinzarmi di dolci. È colpa mia se ho il metabolismo lento? Lo vorrei urlare a tutti, una buona volta. Ok, lo ammetto, qualche volta una merendina la mangio... Ok forse più di qualche volta, però io non sono il mio aspetto fisico. Io sono quell'io che è dentro di me, che non vede nessuno, che aspetta solo di essere preso per mano e portato fuori all'aria aperta.
- Sì, sono grassa, e allora?
- Mi vuoi veramente far credere che non te ne frega niente di essere grassa?
- Esatto - rispondo - non è stato facile accettarmi, ma non credo di avere alternative. Questa è la vita che mi hanno dato, questa è la mia identità. Mi basta.
- Non ti rode aver dormito in casa con uno senza esserci andata a letto? - mi punzecchia Gigliola.
- Sinceramente? No. Giorgio non è il mio ragazzo, è un amico, ma prima di tutto è un maschio che mi rispetta. Tu quanti ne hai trovati di maschi che ti rispettino senza provare a rimorchiarti dopo due secondi che ti hanno conosciuta?
- Io sono felice se mi rimorchiano.
- La volete piantare voi due? - interviene Marianna - che vi prende stamattina?
- Ho detto solo la verità - conclude Gigliola.
- Qui l'unica verità è che sei una carogna - le urlo in faccia.
Non so sinceramente cosa mi sia preso. Corro via, mi allontano il più in fretta possibile. Sento le lacrime scendere calde dai miei occhi. La verità è che non ho mai superato il fatto di essere sovrappeso. E quando te lo senti dire da qualcuno per l'ennesima volta fa male. Faccio la forte, perché devo, soprattutto per Triccia. Non posso permettermi di far passare il messaggio che a 23 anni non accetto il mio aspetto fisico. Non posso. Sono abituata a indossare sorrisi anche quando dentro mi sento uno schifo. Mi fermo. Ho corso così velocemente che non ho più fiato. Mi siedo su una panchina. Inizio a singhiozzare. Che vergogna, sicuramente mi sta guardando qualcuno. Mi nascondo rannicchiandomi a riccio. I capelli sciolti coprono il mio viso. All'improvviso sento il cellulare vibrarmi nella tasca della giacca. Lo estraggo. Un numero che non conosco. Di solito non rispondo se non conosco il numero e farmi sentire con questa voce proprio non ne ho voglia. Ma potrebbe essere qualcuno che ha bisogno così decido di rispondere.
- Pronto?
- Licia, che è successo? Stai piangendo?
- Ma... Chi parla?
- Sono io, Alvaro....
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