6 - Licia
Sabato 8, Licia's pov
Scendo dal treno e vedo subito Giorgio.
- Ciao - lo saluto, sorridente.
Ricambia, ma senza nessun abbraccio o gesto particolare. Si offre di portarmi lo zainetto con il cambio per domani. È molto premuroso come sempre. Saliamo in macchina, accende la radio.
- Allora, in che posto mi porti a pranzo? - chiedo, entusiasta.
- È una trattoria di Riccione. Fanno un fritto misto molto buono - risponde.
- Ah, benissimo, ho proprio voglia di mangiare del buon pesce!
- A casa tutto bene?
- Sì, diciamo di sì.
- Diciamo?
- Sono preoccupata per mia sorella - gli confido.
- Come mai?
- Non lo so, la vedo strana, ma secondo Marianna non dovrei preoccuparmi.
- E allora non preoccuparti.
Perché nessuno mi capisce? La sua risposta secca mi delude un po', ma non gli dico niente. È così gentile ad ospitarmi che non me la sento di replicare.
- Quindi da Ravenna a Riccione c'è un'ora più o meno?
- Esatto, ma fidati, il posto vale la pena provarlo.
- Tranquillo, mi fido - rispondo, sorridendo - te tutto a posto?
- Sì... Senti... A pranzo ci raggiunge un mio amico... È un problema per te?
- Perché dovrebbe essere un problema?
- Beh magari volevi che stessimo solo noi... Non so..
Sbaglio o si è sbilanciato un attimo? "Magari volevi che stessimo solo noi". Mah. Cosa gli dovrei rispondere? Io non sono capace di flirtare, ma poi piano un attimo... Giorgio sta flirtando con me? Non può essere. Non può credere davvero in quello che ha appena finito di dire.
- Non preoccuparti, più siamo e meglio è!
- Quindi noi due da soli non va bene?
Oddio ma che ha oggi? Si fossilizza su certe cose e non si riprende più!
- Va bene anche da soli, ma se si aggiunge questo tuo amico non c'è problema - ripeto, sorridendo.
- Rimane giusto a pranzo, poi saremo soli.
- Tranquillo, nessun problema - ripeto.
Continua a guidare, con la musica della radio che parla per noi. Non l'ho mai visto così silenzioso come oggi. Finalmente arriviamo a Riccione. Cerca un parcheggio e scendiamo dall'auto.
- È una vita che non vengo a Riccione...! - commento, entusiasta.
- Ti va un giro in centro prima di pranzo? È presto per metterci a tavola...!
- Certo, volentieri...
Ci incamminiamo verso il centro. Guardiamo tutte le vetrine, commentiamo, scherziamo, adesso sembra un altro. Ci sediamo su una panchina di Viale Ceccarini e osserviamo la gente che passa. Mi accorgo che critica tutti con estrema facilità. Chissà che dirà di me e del mio modo di vestire, allora. Ho quasi paura a chiederglielo, non me lo ricordavo così criticone. Oggi è comunque parecchio strano. Tutte quelle domande in auto sul fatto che si aggiungesse a pranzo quel suo amico come se avessi potuto avere qualcosa da ridire. Forse lui non voleva altra gente tra i piedi e questo si è auto invitato e non ha saputo dirgli di no. Boh, non lo so, sto semplicemente pensando. A un certo punto gli squilla il cellulare.
- Ecco, è Alvaro! Pronto?
Alvaro?! Il suo amico si chiama come il cantante di El mismo sol? Non ci posso credere, non avrei mai pensato di conoscere qualcuno con quel nome!
- Va bene, va bene, ci vediamo più tardi - Giorgio riattacca - ci raggiunge in trattoria. Ha avuto un problema con sua sorella, ma adesso sembra tutto risolto...
- Poveretto, speriamo niente di grave...
- Eh invece la sua situazione non è per niente facile. Non te ne volevo parlare, ma visto che è venuto il discorso... Però mi devi promettere che non gli dirai che te l'ho detto finché non ne parlerà lui... Ma non credo che lo farà oggi...
- Mi dispiace se sta attraversando un brutto momento...
- Non è un problema di adesso, è una vita che sta cercando di rialzarsi. Prima i suoi che mettono sulla strada lui e sua sorella perché non riescono più a mantenerli, finalmente diventa maggiorenne, trova un lavoro per mantenere entrambi e poi due anni fa scopre che sua sorella è vittima di cyberbullismo...
Non riesco a rispondergli. La mia mente è troppo concentrata a pensare a un ragazzo che nemmeno conosco ma che sta attraversando un periodo complicato e alla sofferenza di sua sorella.
- Non dici più niente?
- Scusami, non volevo fare la parte dell'indifferente solo che non so davvero cosa dire se non che mi dispiace moltissimo per il tuo amico e per sua sorella.
- È chiaro che ti dispiace. A tutti dispiace. Ma sai cosa se ne fa lui del tuo dispiacere? Niente.
- Oh, ma che hai oggi? - esclamo, scocciata - qualsiasi cosa dica non ti va bene... Non so più cosa dirti, ti vedo così strano... Non sembri neanche te...
- Scusa, scusa, non volevo... - mi risponde, rammaricato - continuiamo il giro?
- Va bene - concludo, poco convinta.
All'una siamo in trattoria. Alvaro è puntualissimo. Arriva nel momento in cui ci stiamo mettendo a tavola.
- Ciao ragazzi! - saluta, entusiasta - scusate ma ho avuto un piccolo contrattempo. Licia, ciao, finalmente ti conosco. Giorgio non parla molto, ma so che siete parecchio legati - dice, allungando la mano per presentarsi - io sono Alvaro.
- Piacere, Licia.
Vorrei chiedergli in che senso "parecchio legati" ma mi basta vedere in che modo Giorgio lo fulmina con lo sguardo per capire che sa di più di quel che dice. Alvaro si siede di fronte a me, Giorgio è alla mia sinistra.
- Allora, cosa prendiamo da mangiare? - chiede, rivolto a Giorgio.
- Te l'ho detto, fanno un fritto buonissimo qui - risponde lui.
- E quindi siamo obbligati a prendere quello? Io quasi quasi prenderei una bella grigliata di pesce!
- Ma le porzioni sono molto abbondanti qui e poi la fanno come minimo per 2 persone... - replica Giorgio.
- A te Licia cosa va?
- A me va bene tutto, è tanto che non mangio del buon pesce - rispondo.
- Allora se prendo la grigliata di pesce ci stai a dividerla con me?
Mi sembra di vedere Giorgio fare una piccola smorfia. Ma... Non sarà mica geloso?! Mi ha solo chiesto di dividere con lui la grigliata...
- Ma non potete prendere un piatto a testa? - brontola Giorgio.
- Ma guarda che mangiamo il doppio e spendiamo la metà così... Eh Licia, ci stai?
- Ok - rispondo.
Guardo Giorgio. Sembra irritato o forse è solo un'impressione. Arriva il cameriere per ordinare.
- Vado a lavarmi le mani, torno subito.
- Ti accompagno così ti faccio vedere dov'è il bagno - Giorgio si alza in piedi.
- Tranquillo, lo trovo da sola.
Mi avventuro nei meandri della trattoria e finalmente trovo il bagno: turca. Quanto la odio. Fisso sconsolata lo spettacolo. Alvaro compare alle mie spalle.
- Dai, vieni, da noi c'è il gabinetto - mi dice, prendendomi per mano - ti aspetto fuori, faccio il palo.
Tu guarda come mi devo ridurre. Andare nel bagno dei maschi. Che carino però Alvaro, non me l'aspettavo. Esco.
- Grazie - rispondo, imbarazzata.
- Sono abituato con mia sorella che odia la turca perciò non preoccuparti - mi rassicura, sorridendo.
Ritorniamo al tavolo. Giorgio ci vede arrivare insieme, ma stavolta non dice niente.
- Allora, Licia, che fai nella vita? - mi chiede Alvaro.
- Sono all'ultimo anno dell'Università.
- Wow, bello! E cosa studi?
- Lingue straniere. Inglese e tedesco.
- Qui sulla Riviera ci sono solo tedeschi d'estate, saresti sicuramente a tuo agio - mi dice, sorridendo.
Ricambio il suo sorriso. Un brivido mi percorre la schiena. Dopo un po', ci portano la grigliata e il fritto misto che alla fine ha ordinato Giorgio.
- Hanno messo due cose di tutto - mi dice Alvaro - gli spiedini di gamberi e di seppie però li tieni per ultimi. Non so te, Licia, ma il meglio alla fine.. Sono abituato così..!
- Sì, anch'io sono abituata così - gli rispondo.
- Se vuoi degli anelli di calamaro io ne ho tanti - interviene Giorgio.
- No, grazie, è molto abbondante questa grigliata... - rispondo il più cortesemente possibile.
Mangiamo, ridiamo, scherziamo, io e Alvaro ci scambiamo degli sguardi per tutto il pranzo o forse sono io che mi sogno queste cose. Non avevo mai guardato così tanto un ragazzo prima d'ora. Il suo sorriso è contagioso.
- In questo locale si mangia davvero bene, avevi ragione - dico a Giorgio al termine del pranzo e sembra quasi ringalluzzirsi dopo questo mio complimento.
- Prendiamo il sorbetto? - propone.
- Ma quale sorbetto! Col freddo che fa - risponde Alvaro - il mare d'inverno ok, ma io sono più il tipo da cioccolata in tazza con doppia panna...
- Anch'io - dico, abbozzando un timido sorriso.
Sono imbarazzata. Non vorrei lanciare segnali ad Alvaro che non voglio lanciare. Tipo che sto flirtando con lui. E poi mi sento in colpa nei confronti di Giorgio. Mi invita qui e poi finisco a flirtare con il suo amico. No ma poi flirtare? Io che flirto? Voglio far nevicare? Non so neanche come si faccia a flirtare!
Il cameriere ci raggiunge chiedendo se vogliamo altro, ma Giorgio risponde che siamo a posto e lascia una mancia sul tavolo. Ha pagato lui per tutti e tre.
- Grazie - gli dico, ma noto subito l'espressione di Alvaro.
Forse non voleva che vedessi che non ha i soldi per pagarsi un pranzo e che ha dovuto pagare il suo amico anche per lui.
- Tornate a Ravenna? - chiede Alvaro appena usciamo dalla trattoria.
- Direi di sì, il giro in centro l'abbiamo fatto prima - risponde Giorgio.
- Quindi niente cioccolata calda? - chiede Alvaro.
- Facciamo la prossima volta. Licia è stanca e forse vorrà riposarsi - interviene Giorgio.
- Come preferite, allora. È stato un piacere conoscerti, Licia.
Mi abbraccia, baciandomi sulla guancia. Non me l'aspettavo, Giorgio non è così affettuoso.
- Noi ci si vede in giro, eh? Fammi un fischio quando passi per Riccione - dice Alvaro, allontanandosi.
Mi chiedo se si riferisca a Giorgio oppure a me.
- Torniamo alla macchina?
- Ok.
La strada del ritorno a Ravenna la facciamo di nuovo in silenzio. Lui guida, io penso ad Alvaro e a quel suo abbraccio inaspettato.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro