50 (seconda parte) - Giorgio
Lunedì 1, Giorgio's pov
- A cosa stai pensando? - le chiedo, dopo due ore passate insieme a passeggiare per il centro, mano nella mano, fregandocene dei passanti che sorridevano a ogni nostro bacio.
- A te, a me, a noi... a quante cose sono cambiate nel giro di così poco tempo...
- Pentita?
- Per niente.... Anzi, vorrei svegliarmi tutte le mattine tra le tue braccia....
- Anch'io, non sai quanto lo vorrei....
Non credevo ci si potesse innamorare così tanto di una persona. Le sfioro una guancia e penso a quanto sono fortunato ad averla al mio fianco.
- Stasera parlo con i miei - mi dice - sabato mi hanno fatto una scenata sul fatto che non ti abbia chiesto di venire a dormire da me.... Dicono che il mio letto sia abbastanza grande per entrambi...
- Ma loro hanno capito che se ci autorizzano a dormire insieme in camera tua non ce ne stiamo con le mani in mano?
- Sì, l'hanno capito - risponde, sorridendo - anzi, non sai quanto ci sperano.
- E tu?
- Io cosa?
- Loro ci possono sperare finché vogliono, ma a me interessa sapere cosa vuoi tu.
- Per me non saresti il primo come loro pensano... - risponde, guardando per terra.
- Va beh, ma perché loro pensano che noi l'abbiamo già fatto invece l'altra volta c'era Alvaro...
- Al di là di Alvaro, io ho già fatto l'amore altre volte.... e loro non lo sanno... loro pensano che tu sia il primo e unico ragazzo per me...
- Anch'io l'ho già fatto altre volte, ma la nostra sarà l'unica volta in cui farò l'amore sul serio.
- Quindi con Marianna non hai provato niente quella notte?
- Io non ti ho chiesto nulla su quello che hai provato tu con Alvaro.
- Va bene, scusa.
- Io ti amo, Licia, e voglio fare l'amore con te quando tu ti sentirai altrettanto pronta.
- Io sono pronta, Giorgio - mi dice, sorridendo - non vedevo l'ora che me lo chiedessi.
- E io invece non volevo darti l'impressione di un bastardo qualsiasi che pensa solo a portarti a letto...
- Ma io lo so già che tu mi rispetti, Giorgio, ci siamo amati in silenzio per quattro anni!! Se anche acceleri un po' i tempi adesso, non passi di certo per un bastardo... Sai cosa facciamo adesso?
- Cosa? - la guardo, ridendo.
- Vieni a casa mia così recuperiamo il tempo perso...
- E se tornano i tuoi? Non hai detto che vuoi parlare loro stasera?
- I miei sono a lavorare e mia sorella non torna prima delle due da scuola - mi convince.
- D'accordo, andiamo.
Prendiamo il primo autobus disponibile e raggiungiamo casa sua. L'ascensore è occupato così ci facciamo due, tre rampe di scale di corsa finché arriviamo senza fiato sul suo pianerottolo.
*****
- Sei sicura? - le richiedo, prima di entrare.
- Non sono mai stata più sicura - mi risponde, aprendo la porta - vieni.
Entro e la porta si richiude alle mie spalle.
- È la prima volta che vengo a casa tua... tu invece sei venuta tante volte da me...
- Già, è vero... se solo avessimo avuto il coraggio di ammettere prima cosa provassimo l'uno per l'altra sarebbe stato tutto diverso...
- Credo che tutto avvenga per un motivo... se l'avessimo capito prima tante cose non sarebbero state speciali adesso - le dico, accarezzandole i capelli.
- Hai ragione... - mi sorride e mi prende per mano - vieni, ti faccio vedere un po' la casa...
- A me in realtà interessa vedere solo una stanza in questo momento....
- E invece ti faccio fare il giro di tutta la casa - mi stuzzica - e lascio la mia camera per ultima...
- Scommettiamo che sarà la prima stanza che mi farai vedere? - le chiedo, ridendo, prendendola in braccio all'improvviso.
- Mettimi giù, dai, non sai neanche dove sia camera mia - cerca di protestare, ridendo.
- Scommettiamo che la trovo anche da solo? - le rispondo, avventurandomi su per le scale.
- Dai, è quella - mi dice, indicando una porta socchiusa.
Mi avvicino e con una spallata apro la porta.
- Oh, ma complimenti, eh? Letto disfatto, vestiti sparsi in giro...
- Rompi poco... sembri mia madre - dice, ridendo - ora posso tornare con i piedi per terra?
- Va bene.
La prima azione che fa è chiudere la porta a chiave. Mi avvicino a lei, cerco nel suo sguardo il consenso che mi ha già dato a parole. Il suo sorriso vale più di mille risposte affermative. Lentamente le sfilo la maglia, poi lei la toglie a me.
- E da quando hai gli addominali? - mi chiede, accarezzandomi il petto mentre sento un brivido percorrermi la schiena.
Non le rispondo e mi lascio quasi coccolare da quel tocco leggero e delicato che sembra sfiorare le corde della mia anima fino a farle vibrare di felicità.
- Ti amo - mi sussurra nell'orecchio.
Appoggio le mie labbra sul suo collo e inizio a baciarla. Lei sussulta, come colta da fremiti improvvisi. Penso a quanto ci siamo aspettati, desiderati, amati in silenzio, a quanto abbiamo aspettato questo momento. La prendo per mano e in un attimo sono sdraiato sopra di lei. Sento il suo cuore accelerare sempre di più, il suo respiro farsi più intenso, il mio sguardo rapito dai suoi occhi ridenti, da quel sorriso che mi fa impazzire. Continuo a mangiarmela di baci mentre penso a quanto cazzo la amo. Proprio mentre ci abbassiamo entrambi i jeans, squilla il mio cellulare. Guardo il display e faccio una smorfia.
- Chi è? - chiede Licia.
- Gigliola... - rispondo, scocciato.
- E perché ti chiama?
- Ma che ne so...! Ma che vada a cagare quella stronza....! - dico, buttando il cellulare per terra - col cazzo che le rispondo...
- Dai, vieni, che ti calmo io... - commenta Licia, ridendo, attirandomi di nuovo a sé - eravamo rimasti sul più bello....
In un attimo siamo una cosa sola. I nostri corpi si fondono insieme che è una meraviglia, come se fossero stati da sempre predestinati a essere complementari, a combaciare perfettamente come i pezzi di un puzzle. Lei è la mia anima gemella, ora non ho più dubbi. Non che prima ne avessi, ma se ancora nutrivo qualche dubbio inconscio, adesso è svanito, insieme alle mie mille incertezze, lasciando posto a una felicità incontrollabile.
*****
- È stato stupendo - commenta Licia, sorridendomi - mi hai fatto provare delle emozioni incredibili...
Mi sdraio accanto a lei, con un'espressione soddisfatta sul volto.
- Perché tu invece pensi di non aver fatto niente a me? - le chiedo, ridendo mentre cerco la sua mano da intrecciare alla mia - cazzo, non ero mai stato così felice!
Adesso ride anche lei e si morde un labbro.
- Sono felice anch'io - mi confessa.
- Quando ti guardo vedo il mondo in una scheggia: il mondo a cui avrei sempre voluto appartenere concentrato in una scheggia di felicità... tu sei la mia scheggia di felicità, tu hai scheggiato il vetro della mia apparente timidezza e mi hai conquistato con il tuo sorriso sincero.... Non smetterò mai di dire quanto ti amo....
- Ti amo anch'io, Giorgio, sono davvero senza parole.... Vorrei dirti qualcosa di romantico, ma mi prendi alla sprovvista...
- Tranquilla, tu non mi deludi mai, neanche con i tuoi silenzi - la rassicuro, facendole appoggiare la sua testa sul mio petto e continuando ad accarezzarle i capelli.
Completamente rilassata, si addormenta. La copro con la coperta poi scendo dal letto cercando di non fare rumore. Mi rivesto e penso che sia meglio che nessuno mi trovi qui. Apro la porta e la accosto con delicatezza. Proprio mentre scendo le scale e mi dirigo verso l'uscita, rientra sua sorella.
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