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Sono le 11.47. L'ora di letteratura passa lenta, anzi lentissima nella mia scuola. La prof parla senza sosta da più di mezz'ora e inizio a chiedermi se l'inferno non sia come lo descrive Dante, ma assomigli più a questa classe. Avverto un formicolio sempre più insistente al braccio che sorregge la mia testa annoiata. Forse è ora di cambiare braccio. Il mio sguardo annoiato passa dal fissare con aria intensa la penna che ho davanti allo studiare di ogni singolo individuo che ho in classe. E così guardo per un po' il videogioco a cui sta giocando Enrico sotto il banco sul telefono. Poi il mio sguardo passa a osservare il bellissimo disegno che Giulia sta facendo sul bordo della sua pagina di quaderno e sul disegno un po' meno bello che Jacopo sta tracciando sul banco. Poi guardo con disappunto Alessandro e Dario che si divertono a guardare cose che non dovrebbero guardare sul telefono di Dario sotto il banco. La mia attenzione viene attirata per un attimo dalla bancata delle pettegole che ridacchiano e sparlano della povera Elisa, seduta accanto a Vincenzo, che mangia merendine di nascosto. Emma dorme della grossa, dietro il suo raccoglitore ad anelli Blu, e il simpatico Mattia pensa bene di disegnarle dei bei baffoni neri in faccia con l'indelebile, ottenendo l'approvazione dei suoi migliori amici, Giacomo e Fabrizio, che intanto filmano il tutto con il telefono. Mi giro ad osservare il mio compagno di banco. Davide sta facendo una specie di fionda con un elastico teso tra due dita, e sta per bersagliare di palline di carta l'ingenua Matilde di fronte a lui. Intanto mastica la sua gomma così forte, che quasi copre il suono della voce della prof mentre spiega. Insomma, è un martedì come tanti a scuola, e non pensò proprio che qualcosa cambierà l'abituale quiete dell'ora di letteratura. Ma a quanto pare mi sbaglio. Suona un allarme. Tutti e ventiquattro saltiamo sulle sedie. Ognuno interrompe all'istante le proprie occupazioni, Emma si sveglia stiracchiando, Dario mette via il telefono, Mattia lancia nel cestino l'indelebile e corre a dare il cinque ai suoi amici, Davide mette via l'elastico e attacca la gomma sotto il banco. Tutto insieme ci alziamo in piedi e ci facciamo la medesima domanda: "che allarme è questo?". A risponderci è la prof, che si mette a urlare come una dannata "C'È L'ADUNATA DELLE EMERGENZE! È SUCCESSO QUALCOSA DI GRAVE! SVELTI RAGAZZI, IN FILA, TUTTI ALL'AULA MAGNA". Rassicurati e anche un po' scocciati, usciamo dalla classe e ci mettiamo in branco a chiacchierare. Intanto, seguiamo la prof al secondo piano.

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